Paul Celan, “È tempo”

Paul Celan, foto del passaporto

CORONA
di Paul Celan
di Luigia Sorrentino

La poesia che vi proponiamo oggi Corona è di Paul Celan (1920-1970) uno dei maggiori poeti di lingua tedesca nato a Czernowitz, nella Bucovina, oggi Ucraina, da genitori ebrei.

Corona è una poesia che agisce sul significato musicale del termine. Lo stesso utilizzo musicale Celan lo adotta in altre poesie, ad esempio “Fuga di morte”, che si riferisce a un tempo musicale, alla forma musicale polifonica della fuga.

Ma mentre in Corona – suggerisce Luigi Reitani – “il tempo della poesia di Celan equivale a una fermata, a una sospensione del tempo – nel linguaggio musicale la corona è un segno grafico (un puntino dentro un semicerchio) che sovrapposto a una nota ne prolunga indefinitamente la durata” -,  in Fuga di morte il tempo musicale diventa quello della fuga: un tempo veloce, rapidissimo.

Corona, inoltre, oltre ad essere un simbolo regale, è anche la corona del fiore, la corona formata dai petali rossi del papavero (simbologia ricorrente nella poesia di Celan) simbolo di oblio e di memoria.

“E’ tempo che sia tempo” scrive Celan in questa memorabile poesia, “è tempo che la pietra accetti di fiorire”. Questo scrive Celan. E’ tempo che si fermino le guerre, i conflitti. È tempo che l’aridità, la violenza del potere, si trasformino in amore, nel più puro sentimento della vita. “E’ tempo”. Scrive Celan.

“Corona” di Paul Celan viene qui proposta in due diverse traduzioni dal tedesco: quella di Giuseppe Bevilacqua e quella di Luigi Reitani, purtroppo recentemente scomparso.

 

CORONA

Aus der Hand frißt der Herbst mir sein Blatt: wir sind Freunde.
Wir schälen die Zeit aus den Nüssen und lehren sie gehn:
die Zeit kehrt zurück in die Schale.

Im Spiegel ist Sonntag,
im Traum wird geschlafen,
der Mund redet wahr.

Mein Aug steigt hinab zum Geschlecht der Geliebten:
wir sehen uns an,
wir sagen uns Dunkles,
wir lieben einander wie Mohn und Gedächtnis,
wir schlafen wie Wein in den Muscheln,
wie das Meer im Blutstrahl des Mondes.

Wir stehen umschlungen im Fenster, sie sehen uns zu von der Straße:
es ist Zeit, daß man weiß!
Es ist Zeit, daß der Stein sich zu blühen bequemt,
daß der Unrast ein Herz schlägt.
Es ist Zeit, daß es Zeit wird.

Es ist Zeit.

Paul Celan: “Mohn und Gedächtnis” , Deutsche Verlags–Anstalt GmbH, Stuttgart, 1952

CORONA

L’autunno mi bruca dalla mano la sua foglia: siamo amici.
Noi sgusciamo il tempo dalle noci e gli apprendiamo a camminare:
lui ritorna nel guscio.

Nello specchio è domenica,
nel sogno si dorme,
la bocca fa profezia.

Il mio occhio scende al sesso dell’amata:
noi ci guardiamo,
noi ci diciamo cose oscure,
noi ci amiamo come papavero e memoria,
noi dormiamo come vino nelle conchiglie,
come il mare nel raggio sanguigno della luna.

Noi stiamo allacciati alla finestra, dalla strada ci guardano:
è tempo che si sappia!
È tempo che la pietra accetti di fiorire,
che l’affanno abbia un cuore che batte.
È tempo che sia tempo.

È tempo.

Traduzione di Giuseppe Bevilacqua

Continua a leggere

Oksana Zabuzhko, “scorrono gli abbracci”

Oksana Zabuzhko

Любов

А обійми стекли, як вода,
І нічник нашу тінь роздвоїв…
Не офіра, не пристрасть, не жар –
Просто спроба лишитись живою.
Із зачумлених стронцієм міст,
Понад їх передсмертні муки
Палахкоче легкий поміст –
Переплетені голі руки.
І допоки це сонце вночі,
І допоки ці спалахи бистрі –
Прокохай, продрижи, прокричи
Цю – останню! – хвилину на вістрі!
Розчахнувши нічні дзеркала,
Мов портрети, із рами виходим –
Але з вуст, шорсткий, як зола,
Осипається подих…
Так, немов відітхнути хотів –
А легені навиліт пробиті,
Й ціпеніють відбитки тіл
У зім”ятім гарячім повітрі.
Ах, звідкіль це, і як, і чом
Цей мертвотний відсвіт на стелі?
Глянь, мій милий, що там, за вікном?
Подививсь і сказав:
– Пустеля…

AMORE

Come l’acqua scorrono gli abbracci,
Una luce notturna ci divide le ombre…
Non c’è sacrificio o passione né dono –
Lo sforzo soltanto per restarsene in vita.
Inarcato sulla mortale agonia
Di città infestate da radiazioni
Brucia l’evanescente contatto
Delle nostre braccia intrecciate.
E finché dura questo sole notturno,
E questi brevissimi lampi,
Ama, urla e trema
Nel momento finale
Dal limite estremo!
Infrangendo gli specchi notturni
Come ritratti dalle cornici fuori usciamo –
Il respiro è cenere calda che raschia
Uscendo di bocca…
È come se noi sussultassimo
Con i polmoni trafitti,
E dure si fanno le impronte dei corpi
Nel calore dell’aria accartocciata.
Da dove mai viene, e come, e perché,
Questa pallida luce al soffitto?
“Guarda, amore, dalla finestra: che c’è fuori?”
Ha guardato e risposto:
“Il deserto”.

(Traduzione di Paolo Ruffilli) Continua a leggere

Antonio Nazzaro e Eleonora Buselli

“Diario amoroso senza date” è il Fotoromanzo poetico di Antonio Nazzaro e Eleonora Buselli. Il libro entra nel diario intimo di una storia d’amore vera, “esposta”, consegnata alla fotografia professionale di Elisa Vettori, e a quella tipica dei selfie. Due diversi linguaggi si incontrano nella poesia di Antonio Nazzaro, scrittore  nato in Italia ma emigrato in America Latina.  La grafica e l’impaginazione è di Erica Demattè.

 

nell’amore il tempo è altro

***

che labbra avere
per i tuoi  baci d’infinito

***

ho un cuore
buttato al vento dell’amore
lanciato a volo nel precipizio
esploso al fragore di una carezza
spogliato al tuoanre di uno sguardo

ho un cuore
se lo vuoi

***

toglierti il vestito della notte
coprirti lentamente di radici
piegarsi gioioso di danza
rampicante
color cede al piacere

scalzo sale lento
le labbra ansanti parlano mille
lingue
appena inventate

radico in te
un cuore Continua a leggere

Il ritmo feroce di “Piazzale senza nome”

Luigia Sorrentino credits ph. Angelo Nitti

L’esperienza del dolore in Piazzale senza nome 
di Fabrizio Fantoni

Con Piazzale senza nome (Collana Gialla Oro Pordenonelegge-Samuele Editore, 2021) Luigia Sorrentino ci consegna una potente ricognizione dell’esperienza del dolore, vissuta attraverso il parallelismo tra la morte del vecchio e quella del giovane espresso dall’esergo tratto dai Fragmenta di Plutarco: “La morte dei vecchi è come un approdare al porto, ma la morte dei giovani è una perdita, un naufragio.”

In questa citazione ritroviamo il nucleo tematico attorno al quale ruota l’opera poetica dell’autrice che si articola nella correlazione tra due antitesi – approdo-naufragio – in una continua alternanza di avvicinamenti e allontanamenti, sotto la spinta di una lingua che non lascia tregua al lettore, che si colora di scarti improvvisi e repentine accelerazioni, per poi attenuarsi in un andamento orizzontale, ampio, quasi a simulare il respiro universale di una grande fine.

Il morire della persona amata impone il voltarsi indietro, tornare alla terra del padre per evocare la vita segnata dalla sofferenza dei giovani conosciuti nell’adolescenza: la morte del vecchio decreta la fine di un tempo – “la beata, sfiorata giovinezza”– e comanda di dare voce al sangue versato, comprenderne la ragione, dare un nome al dolore.

 

Con Piazzale senza nome Luigia Sorrentino compie un viaggio di ritorno all’origine che si concretizza attraverso il ricordo di una generazione ferita dalla dipendenza e dal convincimento di avere la forza di potersene liberare: Posso smettere quando voglio. In tale certezza risiede l’inganno della giovinezza che porta al naufragio. Continua a leggere

Silvano Trevisani, “Le parole finiranno, non l’amore”

Silvano Trevisani

Per Giovanna Sicari

Il profumo delle sere d’estate
inseguiva le tue assenze.
Si sapeva di te qualcosa più
della tua bellezza,
vertigine di sé, i tuoi ritorni
annottavano in nidi di poesia,
nei quali comprendevi che l’amore
è speranza ribelle,
e quel passo leggero
lo potevi ricalcare all’infinito.
Reduci dei tuoi ritorni
arieggiati dal volume dei capelli
inseguendoti nei passi, noi
puerili annidavamo
nelle mani i nostri sogni
un poco balbettanti. Inanimati.
E poi non c’eri, quando
per te divenne la poesia
la strada il tempo la distanza.
E la memoria è la panchina assolata del viale
dove si era giovani una volta sola, e poi
le omissioni diventano dimenticanza.
E i giorni sono un lacero breviario
in cui si scrive da sola
la distratta ricordanza dei passati.

Dopo la notte

L’innesto, complicato, del mattino
ha nelle tue parole
lacunose, intersezioni ritmiche
che, a volte, mi spingono
a ritardare la contezza, il profanarsi
del sogno che avevo trattenuto.
Come mistica rivelazione
mi apparivi
flessuosa ed avvenente come sei, ma assetata
di me, della mia giovane afasia
vertigine di senso e di paura
negazione della morte, ovvero
della vita. E correvi
a piedi nudi, come sorretta
da uno spot di gelati di una volta.
Come è facile avere
vent’anni di più di quello che ti bastava
per vivere la vita come un sogno.

Continua a leggere

Gaio Valerio Catullo, Le poesie

RISVOLTO

I poeti d’amore sono una specie estinta, lamenta Ceronetti. Erano d’amore i poeti che morivano giovani, mentre oggi «invecchiano, fanno il beta-bloccante, la ricucitura coronarica, una pastiglia al giorno, conferenze a Harvard, cure per lo stress in Svizzera». Un motivo in più per amare Catullo, che della passione devastatrice ha conosciuto «tutti i gradi: la cristallizzazione stendhaliana, l’adorazione, l’esecrazione, il tradimento, la vergogna della propria schiavitù, eroe del beau rôle e chicchirichì del professor Unrath». Continua a leggere

Davide Rondoni, “La natura del bastardo”

davide-rondoni_

Davide Rondoni, autore di: “La Natura del bastardo”, Mondadori, 2016

 

Nota di Melania Panìco

Nel leggere “La natura del bastardo”, il nuovo libro di Davide Rondoni edito da Mondadori, si presentano agli occhi del lettore alcune parole – chiave. Una di queste è contenuta nel titolo.

Continua a leggere

Piero Bigongiari

piero_bigongiari

Le parole dell’amore non hanno superficie

Il vento non si bagna in cima al mare
il vento azzurro non vuol diventare
verde, ingrommarsi, tergersi diverso
di verso in verso.
Ma le statue di sale che si voltarono
ora guardano il cosmo che non torna
caos ai loro occhi, se le fiamme

della bella città erano amore.
Mare asciutto… Ah staccarsi dal proprio essere
dove esso è più sottile, laminato

tra due bandiere: recto e verso, notti
e albe: le ere si congiungono
per disgiungersi, le ingiunzioni sono

le parole ora stesse dell’amore
da non gettare in aria, non potrebbero
tornare, il mare e il vento non si fondono,
o vuote, sopra il palmo alto del cuore,
moneta non impressa, non spendibile,
impronta cancellata dal suo fuoco.

Piero Bigongiari (1914 – 1997)

“In nome dell’amore”

pascale151il Circolo dei lettori, via Bogino 9
venerdì 12 | domenica 14 febbraio 2016
IN NOME DELL’AMORE

Tre giorni e una notte di interventi d’autore sull’amore

Da un’idea di Antonio Pascale (nella foto)
Progetto a cura del Circolo dei lettori
___

Quanti nomi porta con sé l’amore? Nomi di donna e uomini, attese, terre lontane, corpi, sogni e illusioni. A volte sono nomi che “fendono i ricordi più di un coltello”, altre ci fanno trasalire senza apparente motivo.

In nome dell’amore è l’espressione che utilizziamo quando intendiamo giustificare un atteggiamento che in altre circostanze parrebbe estremo. Racchiude gesti di sacrificio e di liberà, progetti e pensieri grandiosi ma a volte anche costrizione e possesso dell’altro. In nome dell’amore è un progetto a cura del Circolo dei lettori, nato da un’idea dello scrittore Antonio Pascale, che si concretizza in tre giorni e una notte di interventi d’autore, in programma da venerdì 12 a domenica 14 febbraio 2016. Ad alternarsi sul palco del Circolo, cinque scrittori, un poeta, un filosofo e un mattatore radiofonico per raccontare le difficili e meravigliose declinazioni dei sentimenti, attraverso immersioni narrative multimediali fatte di parole, immagini, musica e arte. Continua a leggere

Elisabetta Motta, “La cosa inaudita”

LA_COSA_INAUDITAUn itinerario poetico e religioso negli scritti di Davide Rondoni” di Elisabetta Motta (Subway Edizioni, 2014).
_

Attingendo da testi poetici,  articoli e saggi di Davide Rondoni, Elisabetta Motta accompagna il lettore in un itinerario di conoscenza di una delle vosi più significative e singolari del panorama letterario contemporaneo. La sua ricca produzione, che vive nella tensione e nella sostanziale coincidenza della genesi del gesto poetico, artistico e drammatico, prende corpo in una scrittura che è frutto dell’esperienza e nasce sempre dall’incontro con la realtà. Consapevole che la crisi dell’uomo contemporaneo non è tanto una crisi di fede, ma di speranza, e che questa parola oggi più che mai suona come inaudita , egli osa riproporla, sottolineando la necessità che essa si radichi nell’azione della grazia. Continua a leggere

Dino Campana, l’eterna chimera

Luigia Sorrentino legge “Il viaggio e il ritorno“, di Dino Campana.

La potente figura femminile che incontriamo ne “La Chimera” non è altro che un preludio all’incontro che Dino Campana farà con le bianche prostitute in fila sul lungomare di Genova nel 1912 . “La data è certa” , scrive Sebastiano Vassalli ne “La notte della cometa” (Einaudi, 1984). Sappiamo – aggiunge – da un appunto autografo, che il poeta abitò a Genova per alcuni giorni o, addirittura, alcune settimane, in Vico Vegetti, 27, interno 2. E “l’eterna Chimera” per Campana è l’amore, un’assassina invisibile che gli invade il corpo e il cuore, l’antica amica, è come un sogno uscito dalle ombre della oscura notte, brulicante di stelle. Continua a leggere

Carol Ann Duffy , “Le api”

le_api
A cura di Giorgia Sensi e Andrea Sirotti

Con The Bees, Carol Ann Duffy si allinea alla prestigiosa compagnia di poeti che, da Virgilio a Sylvia Plath, hanno tratto ispirazione dalle api, elogiandone la forza e le straordinarie attività, metafore di un ideale modello di creatività e laboriosa coesistenza. Le api, umili e valorose, operaie rassicuranti ma pungenti, fanno da intermittente filo conduttore di questa raccolta che tratta e approfondisce, in toni che vanno dal lirico al sarcastico, dall’intimistico al civile, i temi cari da sempre a Duffy: l’amore, il dolore, la perdita, l’impegno sociale, la guerra, il paesaggio, il ruolo della letteratura come testimonianza e resistenza. Un libro allo stesso tempo orgogliosamente “britannico”, ma anche cosmopolita e disincantato.

Continua a leggere

Addio a Maria Luisa Spaziani

foto Si è spenta a Roma il 30 giugno 2014, all’età di 92 anni, Maria Luisa Spaziani, una delle voci più significative della poesia italiana del novecento. Nata a Torino nel 1922, amava definirsi poeta e non poetessa, (lo precisa in un’intervista a Luigia Sorrentino realizzata a maggio del 2011 per Rainews24), ricordando che all’inizio del Novecento le signore che scrivevano poesie, erano “gentili signore” e niente più. La Spaziani era consapevole che il continuo discrimine tra poeti e poetesse ha fatto migliaia e migliaia di vittime tra le poetesse, e forse, ancora ne fa.
Il suo ingresso nel mondo della letteratura risale al 1954, con “Le acque del sabato”. Da allora ha scritto molti libri di poesia, saggistica, traduzione, opere teatrali e narrativa.
Nel 2012 Mondadori ha pubblicato nel Meridiano “Tutte le poesie” la raccolta completa delle sue opere poetiche.
Importante nella carriera della scrittrice, l’ incontro con Eugenio Montale. La Spaziani amava definire la loro relazione, “un’Affettuosa amicizia”, o, più precisamente, “un sodalizio artistico”. Nell’opera “La bufera ed altro” (1956) Montale le dedicò la penultima sezione del libro, “Madrigali privati”. In particolare nella poesia “Anniversario” Montale mette in evidenza la funzione salvifica che ebbe nella sua vita, l’incontro con la Spaziani: “Dal tempo della tua nascita/ sono in ginocchio, mia volpe. / È da quel giorno che sento/ vinto il male, espiate le mie colpe.” […] E’ lei la musa, alla quale il grande poeta genovese, premio Nobel per la letteratura nel 1975, dedicò molte poesie chiamandola “mia volpe”. E non a caso, uno dei temi centrali della poesia di Maria Luisa Spaziani è stato l’amore.
Questa una delle sue poesie preferite.
(Video – Intervista realizzata da Luigia Sorrentino nel maggio 2011)

Io amo amare. Tutta la mia vita
brillò di stelle a sfida d’ogni buio.
Furono pianetini, soli ardenti,
meteoriti, lune, astri, comete.
Di sei uomini il nome mi accompagna,
soavi nomi esotici o di casa.
Astronomi famosi: quale gloria
poter dar dei nomi alle stelle.
di Maria Luisa Spaziani da: La luna è già alta (2006) in Oscar Mondadori Poesie 1954-2006

Roberto Piumini, "I silenziosi strumenti d'amore"

cop_interlineaLetture

Roberto Piumini compone un vero e proprio canzoniere amoroso per adulti e lo fa nella classica forma dei sonetti che, nella struttura metrica rigorosamente chiusa, (alla maniera di Patrizia Valduga), raccontano con assoluta naturalezza un amore dei nostri giorni
I silenziosi strumenti d’amore, è un libro edito da Interlinea nella collana “Lyra”  che ha pubblicato autori come Luzi, Adonis, Evtushenko ed Enzensberger. Continua a leggere

Poeti da riscoprire, Giovanna Sicari

Giovanna_Sicari

Giovanna Sicari

Progetto editoriale ideato e curato da Fabrizio Fantoni
con la collaborazione di Luigia Sorrentino


Il dono di sé

Corpo e visione nei versi di Giovanna Sicari

di Gabriela Fantato

Il poeta è colui che grazie ad una speciale disciplina dello sguardo pone un’attenzione assoluta al reale, assumendosi il dolore, la fatica e la responsabilità di tale sguardo, scrive Cristina Campo ne Gli Imperdonabili . Il poeta ha «stile», continua la scrittrice, in quanto ha «una virtù polare, grazie alla quale il sentimento della vita sia nello stesso tempo rarefatto e intensificato».

Il vedere, infatti, è per il poeta un percepire il reale con tutto se stesso, scorgendovi senso e ordine. Ecco perché nel leggere l’opera di un poeta come Giovanna Sicari si sta iniziando un’avventura e bisogna accettare il fatto che ogni approccio possibile, ogni lettura critica appartiene totalmente alla propria radicale relatività, a uno spazio di fatalità e smarrimento. La poesia non consente mai «gesti di superiorità», annotava acutamente Cesare Viviani.

Forse l’unico modo perché vi sia « l’incontro con lo straniero” , ossia con l’autore o l’autrice, è porsi in ascolto totale : solo così si potrà tentare una lettura che sia adesione appassionata alla parola poetica. La lettura di un’opera poetica infatti non è mai spiegazione logico-dimostrativa, ma capacità “quasi fisica” di vicinanza alla potenza e nudità della lingua di poesia.

E’con questo atteggiamento che cercherò di avvicinarmi alla scrittura di Giovanna: una poetessa, un’amica che ho avuto il piacere di conoscere e frequentare spesso, ma che ho anche potuto leggere con attenzione appassionata ancor prima di averla incontrata. Oggi lei non c’è più. Se ne è andata nella notte tra il 30 e il 31 dicembre del 2003 dopo una battaglia combattuta per anni contro un male incurabile.

Resta la sua poesia con tutta la forza che da essa emana e dice la grande dedizione che Giovanna ebbe per la poesia: dedizione appassionata e dolorosa, come è quella provata per ciò che occupa totalmente il nostro animo e da cui ci si sente avvolti, travolti, trascinati e chiamati. Continua a leggere

Addio allo scrittore Alberto Bevilacqua

L’Italia ha perso oggi, 9 settembre 2013, uno dei suoi grandi autori contemporanei: Alberto Bevilacqua. Aveva 79 anni. Lo scrittore, regista e sceneggiatore, nonché poeta e giornalista era ricoverato da undici mesi nella Casa di Cura Villa Mafalda di Roma,  dove è deceduto questa mattina alle ore 10.10 in seguito ad un arresto cardiocircolatorio.

Nei mesi scorsi la sua compagna Michela Miti aveva denunciato la clinica, presentando un esposto alla Procura di Roma, in quanto secondo lei Bevilacqua sarebbe stato trattato come un ostaggio senza possibilità di essere trasferito in una struttura pubblica.

Lo scrittore era nato a Parma nel 1934. “Una città – ha scritto Bevilacqua sul suo sito – che è sempre stata divisa in due parti nette, separate da un torrente: la parte degli eredi delle grandi aziende e dei duchi, oggi dei ricchi, titolari dei grandi capitali del mondo economico, e l’Oltretorrente, dove sono nato io, un quartiere povero, specialmente quando ero bambino, ma ricco di genialità. Qui ho assimilato i primi scontri sociali, le prime infamie razzistiche. L’Oltretorrente era di marca anarchica, mentre l’altra parte era bianca, di marca opposta”.

Continua a leggere

Marco Marangoni, “Congiunzione amorosa”

Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino

Si intitola “Congiunzione amorosa”, (ndr. e non “Congiunzioni amorose” come altrove letto)  il nuovo libro di poesie di Marco Marangoni pubblicato da Moretti & Vitali nel 2013.  La distinzione è importante. Marangoni scrive un libro che si apre alla percezione amorosa del mondo, non un libro di poesie d’amore. E’ dunque lo sguardo amoroso a rendere il reale. La voce di questa poesia che articola il discorso amoroso, (come fa Roland Barthes nei suoi frammenti ) incontra il destino di ognuno di noi. Attraverso la percezione.

Il libro, presentato da Giancarlo Pontiggia ha la postfazione di Maurizio Cucchi che scrive: “C’è una evidente, non comune delicatezza di accenti, di tono, in questi versi di Marco Marangoni. Il segno è sempre molto sottile, ed è accuratissimo, frutto di una laboriosa attenzione al dettaglio, all’uso dei materiali.” […] Continua a leggere

Yves Bonnefoy, “L’ora presente” & video-intervista

Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino

Yves Bonnefoy una delle voci più importanti in assoluto della poesia del Novecento, alla soglia dei novant’anni ci presenta una nuova opera: “L’ora presente”. Nella traduzione di Fabio Scotto il grande poeta francese raccoglie poesie e prose che aprono alla meditazione attraverso una serie di immagini, brandelli di immagini e di simboli, con una lingua controllata e vigorosa, cangiante e ricca di lirismo. Tra i temi centrali dell’opera la questione dell’essere e del non essere più, del senso e della mancanza di senso, in rapporto alla realtà del nostro tempo. È un libro che prosegue, senza il minimo cedimento e con nuove acquisizioni, la ricchissima avventura di pensiero poetico dell’autore. Continua a leggere

“Uomini che uccidono le donne, riconoscerli e difendersi”

Un esempio… d’amore… il progetto di formazione del personale di Polizia della Questura di Ancona “Uomini che uccidono le donne, riconoscerli e difendersi”, dedicato a tutte le donne che hanno vissuto il calvario di un amore che si è trasformato in odio e poi in morte.

Nella foto Mariella Mulas (poeta)

19 aprile 2013
La violenza sulle donne è in continua crescita, con forme e modalità diverse e con un incremento particolare sul web. A questo scenario è stato dedicato un progetto di formazione del personale civile e di polizia della Questura di Ancona, promosso dalla Rsu dal titolo “Uomini che uccidono le donne, riconoscerli e difendersi”.

Tra i relatori il procuratore capo di Ancona Elisabetta Melotti, il dirigente dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico Cinzia Nicolini, il medico Susanna Contucci, la psicologa Lucia Emanuela Svarca, don Aldo Bonaiuto dell’associazione “Papa Giovanni XXIII”, la dirigente della polizia postale Cinzia Grucci. La violenza di genere – è stato detto – non conosce differenze di età, censo, etnia. Continua a leggere

Alda Merini, “Sono nata il 21 a primavera”

In memoria di te, Alda Merini
a cura di Luigia Sorrentino

Non poteva scegliere giorno migliore per nascere, Alda merini, il 21 marzo, anno 1931. E il 21 marzo è la data istituita dall’UNESCO per ricordare la poesia nel mondo, giorno in cui ricorre l’ingresso della Primavera. Quest’anno, la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO ha scelto di celebrare la Giornata a l’Aquila, eleggendola quale “sede” della Giornata Mondiale della Poesia per dare luce a questa città distrutta che, con il terremoto del 6 aprile del 2009, ha visto sbriciolarsi le proprie splendide architetture e le ricchezze artistiche e culturali.
In questa Giornata così altamente simbolica, Poesia, di Luigia Sorrentino sceglie di ricordare la nascita della poetessa Alda Merini,  forse la più popolare in Italia, in assoluto, (di certo quella che vende più libri di poesie, per la gioia degli editori), scomparsa il 1 novembre 2009, a 77 anni. A seguire, la prefazione a “Corpo d’amore” (un incontro con Gesù) di Alda Merini (Frassinelli, 2001) di Mons. Gianfranco Ravasi.
Continua a leggere

Eduardo Savarese, “Non passare per il sangue”

E’ in uscita NON PASSARE PER IL SANGUE di EDUARDO SAVARESE – Edizioni e/o il romanzo finalista nella XXIII Edizione, segnalato dalla Giuria del Premio Italo Calvino.

Il romanzo
È la prima volta che Luca torna in Afghanistan dopo la morte di Marcello. È un giovane ufficiale dell’esercito italiano che più di ogni cosa vuole compiere il proprio dovere, anche se quella terra secca gli ricorda Marcello a ogni respiro, il vuoto che gli ha lasciato dentro da quando non c’è più. A lui toccherà l’ingrato compito di consegnare alla famiglia i suoi effetti personali ed è la nonna di origini cretesi, Agar, a presentarsi all’appuntamento.

Continua a leggere

Maria Claudia Origlia, “In memoria dell’alba”

Appuntamento

Martedì 16 ottobre 2012 alle 17:00 Corradino Mineo, direttore di Rainews, alla Biblioteca Elsa Morante di Ostia, presenta il romanzo di Maria Claudia Origlia “In memoria dell’alba” (Robin Edizioni, 2012).

Descrizione del libro
Tra gli anni ’60 e ’70 del Novecento, la Spagna vive l’ultimo decennio della dittatura franchista. Nel Paese Basco, però, la situazione è ancora più difficile e complessa che nel resto del paese. Tadeo, figlio di un manovale e di una sartina, cresce in quegli anni, tra le grandi fabbriche dell’hinterland di Bilbao percorse da profondi fermenti. In una Spagna solo apparentemente immobile, gli eventi storici si susseguono incalzanti e acquistano una risonanza sempre maggiore nella vita del protagonista. Un soggiorno a Parigi, la scoperta dell’amore, la Continua a leggere

In memoria di te, Idolina Landolfi

In memoria di te: Idolina Landolfi
a cura di Luigia Sorrentino

Idolina Landolfi è stata scrittrice, traduttrice e critica letteraria italiana. Primogenita di Tommaso Landolfi, è nata a Roma il 19 maggio del 1958. Come suo padre si è laureata a Firenze (lui in slavistica, lei in italianistica) e ha vissuto parte dell’infanzia e della adolescenza a Sanremo e a Venezia. Al Gabinetto Vieusseux si è occupata della collezione periodici, ha pubblicato scritti di critica letteraria su «La Stampa», «La Repubblica», «Il Mattino», «Il Giornale» (al tempo della direzione Montanelli). Saggi e novelle sono usciti su Paragone», «Nuovi Argomenti», «Michelangelo», «Panta», «Molloy».« È autrice dei romanzi Attacchi d’amore (con Ester Pes) uscito nel 1996 e I Litiosauri con Laterza nel 1998; delle raccolte di racconti Sotto altra stella edito da Campanotto nel 1996 e Scemo d’amore con Empiria nel 1998.

Continua a leggere

La poesia è ovunque, dovunque c’è poesia

Appuntamento

Il 27 settembre 2012 alle 18:00 al Giardino di S. Alessio si svolgerà la manifestazione “La poesia è ovunque, dovunque c’è poesia“, da un’idea di  Luisa Mazza in collaborazione con Nicola Bultrini.

L’iniziativa si inserisce nel percorso già tracciato dalle contaminazioni e dai dialoghi fra i diversi linguaggi espressivi, di cui molte manifestazioni, oramai, ne sono l’emblema.

L’idea sulla quale ruota questo primo incontro è quella di un saluto collettivo, insieme ai poeti romani ed agli altri artisti partecipanti, all’estate e un benvenuto alla nuova stagione degli eventi, l’autunno, nella splendida cornice del Giardino di S. Alessio (Aventino) che si affaccia sulla capitale, all’insegna di poeticità e bellezza. Continua a leggere

Antonella Anedda, “Salva con nome”

Nello scaffale “Salva con nome”, di Antonella Anedda
a cura (e di) Luigia Sorrentino
—-

Le poesie contenute nella nuova raccolta di versi di Antonella Anedda “Salva con nome” Mondadori 2012, (euro 16,00) provocano un’abrasione, una scottatura che brucia sulla pelle viva. Una materia umana – troppo umana – è contenuta nello spazio di questo libro, uno dei più intensi e maturi della sua produzione poetica.
Se qualcuno chiedesse a chi scrive di dare una definizione lapidaria a “Salva con nome” direi “questo è un libro sulla morte”, ma sarebbe una definizione sommaria, sbrigativa, detta per spaventare e togliermi di torno l’interlocutore e per rimanere sola con il segreto di questo libro. Perché quando la poesia raggiunge un livello di consapevolezza così alto, diventa materia pericolosa da gestire per i non addetti ai lavori. E allora provocherei volontariamente l’allontanamento del lettore comune dalla poesia di Antonella Anedda. Continua a leggere

Ennio Cavalli, “Poesie con qualcuno dentro”

Nello scaffale
“Poesie con qualcuno dentro” di Ennio Cavalli
a cura di Luigia Sorrentino

“Chi si sarà dentro queste poesie, da doverlo annunciare apertamente, in copertina, quasi a titolo cautelativo? Chi si nasconderà dietro questa catasta di versi, messi a stagionare come d’abitudine, per ricavarne assi da costruzione? L’assenza di un’anima velata o un me stesso disunito, disarmato, diminuito? Ci sarà lui, il daimon dei convincimenti appassionati o lei che non è più, l’intatta, l’indifesa, l’inseguita? Quale altro ostaggio, personaggio, depistaggio? Quale impronta colonizzatrice sulla sabbia dei giorni? Il nulla coi suoi intagli, l’amore irragionevole, una favola per cauzione?
Qualcuno o più cose la fanno da padrone. Vedo un sentiero, una stradina bianca in fondo alla campagna. La cipria del nuovo itinerario brilla al sole. Il pifferaio magico regala spartiti laceri a chi lo segue. E chi lo segue imita i suoi silenzi…”

(Dall’introduzione dell’Autore) Continua a leggere

“La battaglia delle ciliegie”

E’ in libreria “La battaglia delle ciliegie” di Günther Anders edito da Donzelli (2012). Nel libro l’autore racconta in prima persona la sua storia d’amore con Hannah Arendt. «Ho conquistato Hannah a un ballo grazie a un’osservazione fatta danzando in cui affermavo che l’amore è quell’atto attraverso il quale l’a posteriori, ovvero l’altro incontrato casualmente, viene trasformato in un a priori della propria vita.  Questa bella formula non ha però trovato conferma».

IL LIBRO
Ogni tanto nella storia si combinano strane costellazioni di eventi e incontri. A guardare indietro, con gli occhi smaliziati di chi sa com’è andata a finire, sembrano quasi impossibili. Così nel 1925, in quella Germania che è ancora il cuore della cultura europea, ma sta rapidamente correndo verso il baratro della catastrofe nazista, Günther Anders, fresco della sua dissertazione con Edmund Husserl, e la giovane studentessa di filosofia Hannah Arendt si conoscono a Marburgo, dove seguono entrambi il seminario di Martin Heidegger sulla Critica della ragion pura. Si incontrano di nuovo solo nel 1929, questa volta a Berlino, in occasione di un ballo in maschera. Si sposeranno subito dopo, precipitosamente, per separarsi poi già nel 1937. Lei avrebbe in seguito ricordato il matrimonio con Günther come la fuga dal grande e impossibile amore della sua giovinezza, quello per Martin Heidegger. Per Günther, invece, Hannah sarebbe sempre rimasta il primo, forse l’unico vero amore di tutta una vita. Continua a leggere

Al MAXXI, tra architettura e poesia

Capolavoro indiscusso dell’archittettura italiana, la Tomba Brion a San Vito D’Altivole impegnò Carlo Scarpa per dieci anni. Anni di lavoro e di delicati disegni a matita, pieni di colori, di pensieri e di poesia, che dal 16 giugno 2012 al 13 gennaio 2013 al Maxxi raccontano l’opera paradigmatica del grande architetto veneziano, insieme con le fotografie, bellissime e altrettanto poetiche, scattate al monumento dal fotografo Guido Guidi. (Nella foto uno dei suoi scatti di Tomba Brion a San Vito D’Altivole). Continua a leggere

Detenuti e poeti, trenta poesie che parlano d’amore

Trenta poesie che parlano di amore, affetto e speranza. Trenta componimenti scritti dagli alunni (detenuti e detenute) del laboratorio di poesia della Casa di Reclusione di Bollate (Milano), sono raccolte nell’antologia “Sono i miei occhi” (Ed. La Vita Felice, 80 pagine, 12 euro) che verrà presentata sabato 16 giugno 2012 a Milano, a Palazzo Marino. Il titolo è il primo verso di una poesia scritta da un ragazzo di nazionalità marocchina. Il laboratorio va avanti da sei anni. Il tema che emerge maggiormente nei versi dei detenuti è la mancanza di affettività, sia familiare che amorosa.

Alla presentazione interverranno alcuni degli autori delle poesie e il sindaco Giuliano Pisapia, che ha curato la presentazione del volume.

Il laboratorio di poesia si tiene ogni sabato dalle 9.30 alle 13:00 e gli iscritti sono una trentina, tra i 25 e i 64 anni, tra i quali cinque donne. Provengono da tutti i reparti e una decina hanno origini straniere. Continua a leggere

Patrizia Valduga, video-intervista

Video-intervista a Patrizia Valduga
a cura di Luigia Sorrentino

Patrizia Valduga, (qui accanto nella foto di Dino Ignani) ospite del Festival Internazionale di Roma “Letterature” 2012, ha rilasciato un’intervista a Luigia Sorrentino nella quale oltre a parlare del suo nuovo libro di poesie, “Il libro delle Laudi”, dedicato a Giovanni Raboni, esprime anche una particolare caratteristica dell’essere poeta: l’ipersensibilità dell’udito, che non può essere qualcosa che riguarda il cuore, o – come dice la Valduga – la pancia. La poetessa, inoltre, sostiene con la sua inconfondibile passione, che la condizione primaria del poeta è quella di amare la propria lingua.

Roma, 22 maggio 2012, Festival Internazionale di Roma “Letterature” (Basilica di Massenzio)
Video-Intervista di Luigia Sorrentino, Montaggio di Tiziana Benni

[flv]http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/2012/05/valduga_28052012.mp4[/flv]
Continua a leggere

A Roma, nella notte dei musei i Canti di Tagore

Sabato 19 maggio, ore 21.00, alla Galleria Nazionale d’arte Moderna di Roma, Sala del Mito (Viale delle Belle Arti 131) in occasione della Notte dei Musei, verranno lette alcune poesie di Rabindranath Tagore, di recente tradotte in italiano e raccolte nell’antologia di canzoni dal titolo Arcobaleno curata da Mario Prayer e Giulia Gatti. Introducono Maria Giuseppina Di Monte e Mario Prayer. Recitazione: Bartolomeo Giusti.

L’evento è a cura di Maria Giuseppina Di Monte con Chiara Cottone e Sofia Federici.

Continua a leggere

Poetry of the Taliban – Versi talebani

Poesie di guerra, natura, nostalgia, e anche d’amore. Un gruppo di ricercatori britannici sta per dare alle stampe un’antologia di versi di poeti talebani nella speranza di offrire al mondo anglosassone una migliore comprensione degli uomini e del movimento da dieci anni in guerra con le forze Nato in Afghanistan.

Molte delle 240 opere di ‘Poetry of the Taliban’ hanno al centro la campagna per cacciare le forze straniere e la antologia, che approderà in libreria il 17 maggio in Gran Bretagna e a settembre negli Usa, è stata condannata come “opera di propaganda” da uno degli ex comandanti delle forze britanniche in Afghanistan.

Una posizione categoricamente respinta da Alex Strick van Linschoten, uno dei tre studiosi che hanno trovato le poesie su Internet e le hanno tradotte in inglese: “Mostrano che i Talebani sono gente proprio come noi, con sentimenti, preoccupazioni, ansie come le nostre”. Continua a leggere

Massimo Gezzi a “Ritratti di poesia” 2012

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=ObzzEXnYUmI[/youtube]

C’è qualcosa di ‘familiare’ nella poesia di Massimo Gezzi. C’è qualcosa che commettiamo tutti i giorni nelle sue parole… ci sono luoghi che amiamo e dai quali la vita (la poesia) non ci separa, ma ci avvicina.  

(Nel video qui riproposto la conversazione tra Massimo Gezzi e Vincenzo Mascolo a “Ritratti di poesia” 2012.) Continua a leggere

‘Wystarczy’, ossia ‘Basta’ di Wislawa Szymborska

Una nuova raccolta di poesie di Wislawa Szymborska, il premio Nobel per la Letteratura scomparsa il primo febbraio scorso, è arrivata nelle librerie in Polonia.

Intitolato ‘Wystarczy’, ossia ‘Basta’, il libro contiene 13 poesie precedentemente pubblicate e le copie di alcune inedite, scritte a mano dalla poetessa, che ci stava ancora lavorando poco prima della morte. La raccolta, pubblicata dalla casa editrice a5 di Cracovia, costa 29 zloty (circa 7 euro). Alcune librerie di Varsavia hanno gia venduto tutte le copie disponibili.

Szymborska, fumatrice accanita, è morta per un cancro ai polmoni nella sua casa a Cracovia. Nelle sue poesie, apparentemente semplici, usava oggetti e personaggi della vita quotidiana per riflettere su temi come vita, morte o amore.

Giorgio Galli, ‘Paesaggi pasoliniani’

Nuova critica
a cura di Luigia Sorrentino


Vi invito a leggere i Paesaggi pasoliniani di Giorgio Galli, saggista e studioso di letteratura italiana. Sono infallibili e colpiscono per la lucidità dell’interpretazione. Giorgio Galli, che è nato negli anni Ottanta, nella sua analisi illumina il fallimento (o il tramonto) di una generazione all’interno della quale inscrive l’intera opera di Pier Paolo Pasolini. Galli infatti scrive: “L’avvento del consumismo ha segnato, per la sua etica e la sua ideologia, la definitiva irruzione della Storia e del tempo desacralizzato. Alla dinamica realtà dell’oro-decadenza, tipica dell’escatologia alla rovescia del pensiero europeo più conservatore, Pasolini arriva in seguito allo scacco della sua escatologia positiva, del suo millenarismo di cattolico marxista.”

A voi, nei commenti.


Paesaggi pasoliniani
di Giorgio Galli

Un grandioso fallimento – Citati ha sintetizzato così il senso dell’opera di Pasolini. Non credo avrebbe potuto dire meglio: la grandezza di Pasolini è soprattutto nella passionale coerenza con cui è riuscito a vivisezionare con la scrittura le sue lacerazioni (marxista e borghese, marxista e innamorato del Sacro, Continua a leggere

Alda Merini, “Un’anima indocile”

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=Q_ODQHYkEAY[/youtube]

E’ un petalo la tua memoria
che si adagia sil cuore
e lo sconvolge.
Addio, come ogni sera,
oltre le fratture c’è un cadavere
eretto di discorso,
sembra un frammento di un’eutanasia,
ma tu mi uccidi come sempre, amore,
e riapri i miei eterni giacimenti.
I sepolcri del Foscolo, gli addii
di certe mani che non sono sepolte
ed emergono futili dal nulla
a chiedere giustizia di parole.

Alda Merini Un’anima indocile, Edizioni La vita Felice, 1996

In scena il “Manfred” di Byron

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=0wAfmgE9C0I[/youtube]

Una grande sfida rimettere in scena il “Manfred”. Ne fu grandissimo interprete, come molti di voi ricorderanno, Carmelo Bene. La sua fu una interpretazione impareggiabile. Lo potete rivedere nel video qui sopra.

Proprio il “Manfred” è la prima rappresentazione del ciclo “L’Amore in Occidente” che L’Alt(r)o Teatro mette in scena a Caserta il 24 e il 25 febbraio alle ore 21 in via Ruggiero 93 presso “L’Altro Teatro”. Interpreti Michela De Lucia, Angelo Formichella, Saverio Gallo, Giovanni Gallo; musiche e voci fuori campo Donato Cutolo; tecnici luci audio video Andrea Mastrangelo, Emilio Merola; costumi Sartoria “Mani di Fata”; regia di Giovanni Gallo. Continua a leggere

In memoria di te, Paul Celan – Volkstrauertag –

In memoria di te, Paul Celan
a cura di Luigia Sorrentino

Le vittime della Shoah furono circa 6 milioni. Fra esse, dovremmo includere un nome, o un non-nome, se preferite: Paul Celan.

Tutta la sua esistenza, incarnò strenuamente l’immane tragedia dello sterminio che  transfuse in sé  e nella poesia al punto da  annullarsi totalmente come persona. L’epilogo di Celan fu il suicidio.  Con quell’atto finale il poeta testimoniò la sua personale vergogna: l’aver  scritto da esule, (viveva in Francia) nella sua lingua-madre, il tedesco, (la lingua-madre degli aguzzini nazisti.)

La sua vita quotidiana si svolse in francese,  “a fronte” dei propri testi scritti in tedesco. Lo sguardo di Paul Celan non si distolse mai dal “Gegenuber” (qualcosa a fronte), che Celan identificò nella Memoria. 

Epilogo. La traduzione del dolore
di Camilla Miglio

Paul Celan ha tradotto, o meglio traslitterato il proprio nome dal tedesco al rumeno. Da Antschel a Ancel. Lo ha poi ripetuto a testa in giù. Cel-An: può suonare rumeno, francese, comunque straniero a orecchie tedesche. La ripetizione del nome, lo pseudo-nome diventa la sua persona nell’interessante accezione latina ricordata da MarKo Pajevic: da per-sonare, risuonare attraverso. Continua a leggere