Silvano Trevisani, “Le parole finiranno, non l’amore”

Silvano Trevisani

Per Giovanna Sicari

Il profumo delle sere d’estate
inseguiva le tue assenze.
Si sapeva di te qualcosa più
della tua bellezza,
vertigine di sé, i tuoi ritorni
annottavano in nidi di poesia,
nei quali comprendevi che l’amore
è speranza ribelle,
e quel passo leggero
lo potevi ricalcare all’infinito.
Reduci dei tuoi ritorni
arieggiati dal volume dei capelli
inseguendoti nei passi, noi
puerili annidavamo
nelle mani i nostri sogni
un poco balbettanti. Inanimati.
E poi non c’eri, quando
per te divenne la poesia
la strada il tempo la distanza.
E la memoria è la panchina assolata del viale
dove si era giovani una volta sola, e poi
le omissioni diventano dimenticanza.
E i giorni sono un lacero breviario
in cui si scrive da sola
la distratta ricordanza dei passati.

Dopo la notte

L’innesto, complicato, del mattino
ha nelle tue parole
lacunose, intersezioni ritmiche
che, a volte, mi spingono
a ritardare la contezza, il profanarsi
del sogno che avevo trattenuto.
Come mistica rivelazione
mi apparivi
flessuosa ed avvenente come sei, ma assetata
di me, della mia giovane afasia
vertigine di senso e di paura
negazione della morte, ovvero
della vita. E correvi
a piedi nudi, come sorretta
da uno spot di gelati di una volta.
Come è facile avere
vent’anni di più di quello che ti bastava
per vivere la vita come un sogno.

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Giovanni Ibello, (senza titolo)

Giovanni Ibello /credits ph. Dino Ignani

Cercava la risacca nelle pinete
fiutava l’ombra di un ago sul fondale:
la terra rovesciata, il sudario fertile.
Conta fino a zero, le dissi
salta nell’arco cinerino.
È tutto calmo
qui è davvero tutto calmo,
il sole è una biglia di benzodiazepina.
C’è ancora un intreccio di gelsomini carbonizzati sulla pietra.
L’estate
una valanga d’aceto sopra i fiori.
Ma in questo valzer di occhi crociati
non dire una parola, non parlare.
Troveremo un altro modo per fare alta la vita.
La mia estasi rimane
lettera morta sul greto.
Brindo al disamore
al cuore profanato nell’acquaio
agli insetti fulminati nell’insegna.
Ci lega la parola feroce,
una giostra di penombre.
L’incanto di una teleferica,
l’esatto perimetro di un grido.
Tu che muori
in quell’assillo di aranceti
che ritorna.
Era l’affanno antico,
l’anemone del giorno
divelto sopra i silos.

 

Giovanni Ibello, (senza titolo)

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Agnieszka Osiecka, la poetessa del colore rotto

Agnieszka Osiecka

di Fabio Izzo

Agnieszka Osiecka fu poetessa, regista e giornalista, ma fu anche una delle protagoniste assolute della storia del suo Paese, la Polonia, contribuendo a ridisegnare la società polacca culturale, e non solo, del secolo scorso. In altre parole Agnieszka Osiecka è musica e poesia per l’orecchio polacco e meriterebbe maggiore attenzione nel resto del mondo. Senza trascurare che la sua vita si è interconnessa e ha influenzato Andrzej Wajda, Roman Polanski e Marek Hłasko. Continua a leggere

Leila Slimani, Premio Goncourt 2016

Leila Slimani smiles at the restaurant Chez Drouant after winning the 2016 Goncourt literary prize for her book Chanson Douce (Sweet Song) , in Paris, Thursday Nov. 3, 2016. The Goncourt is France's most prestigious literary prize. (ANSA/AP Photo/Francois Mori) [CopyrightNotice: Copyright 2016 The Associated Press. All rights reserved.]

Leila Slimani smiles at the restaurant Chez Drouant after winning the 2016 Goncourt literary prize for her book Chanson Douce (Sweet Song) , in Paris, Thursday Nov. 3, 2016. The Goncourt is France’s most prestigious literary prize. (ANSA/AP Photo/Francois Mori) [CopyrightNotice: Copyright 2016 The Associated Press. All rights reserved.]

La giovane scrittrice franco-marocchina, Leila Slimani, 35 anni, ha vinto il Goncourt, il più prestigioso premio letterario francese, per il suo ultimo libro Chanson douce (Edizioni Gallimard, 2016). Nel romanzo Leila Slimani racconta l’assassinio di due bambini da parte della loro balia. Continua a leggere

Addio a IMRE KERTESZ, Premio Nobel per la Letteratura nel 2002

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IMRE KERTESZ, ebreo ungherese, è morto a Budapest all’età di 86 anni, dopo una lunga malattia. Sopravvissuto all’Olocausto, fu prigioniero dei nazisti, è noto per il resoconto semiautobiografico della trilogia Sorstalanság (trad. it. Essere senza destino, 1999), che è senza dubbio la sua opera più famosa. un’esperienza legata al lager, dove fu deportato nel 1944, a quattordici anni. Dal libro è stato tratto il film i Lajos Koltai “Senza destino” (2005), di cui Kertesz ne curò la sceneggiatura. Continua a leggere

Alessandra D’Asaro

Appuntamento

Giovedì 14 novembre 2013 è venuta improvvisamente a mancare la giornalista Alessandra D’Asaro, una delle voci più amate di Isoradio, cara e gentilissima amica.

I suoi colleghi della Rai e di Isoradio sono frastornati dalla notizia e profondamente addolorati. Desideriamo ricordare Alessandra con il suo sorriso, la sua generosità e il suo impegno a sostegno delle persone più deboli.

Alessandra da pochi giorni era stata trasferita a Rai News 24. Continua a leggere

Sulla Letteratura (On Literature)

Conversazione tra Doriano Fasoli e Luigia Sorrentino

A cura di Nicola D’Ugo

Luigia Sorrentino, partenopea, è poeta e giornalista. Tra le sue raccolte di poesia figurano C’è un padre, edita da Manni nel 2003, La cattedrale, edita da Il ragazzo innocuo nel 2008, e La nascita, solo la nascita, uscita nel 2009 sempre per i tipi Manni. Alcuni suoi versi sono stati raccolti nell’Almanacco dello Specchio Mondadori del 2008. Intervistatrice televisiva, radiofonica e telematica di eminenti figure del panorama internazionale, dai Premi Nobel Orhan Pamuk, Derek Walcott e Seamus Heaney a Yves Bonnefoy, Mark Strand e altri, ha ideato e cura per Rai News 24 il blog Poesia, di Luigia Sorrentino. Attualmente lavora al Giornale Radio Rai. Autrice di programmi culturali radiofonici, quest’anno ha condotto, su Rai Radio Uno, il programma Notti d’autore. Viaggio nella vita e nelle opere dei protagonisti del nostro tempo, dando voce ai propri ospiti in studio. L’occasione di questa intervista, realizzata con Doriano Fasoli a Roma il 3 luglio 2013, è la recente uscita, per i tipi Interlinea, della sua ultima raccolta di poesia, Olimpia, che ha già ottenuto prestigiosi riconoscimenti. (Nicola D’Ugo)
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Besnik Mustafaj, “Leggenda della mia nascita”

Nello scaffale, Besnik Mustafaj
a cura di Luigia Sorrentino

La poesia di Besnik Mustafaj, nato nel 1958 in Albania, sembra a una prima lettura, pacata, senza grido, né enfasi. Poi, scorrendo le pagine di questo libro si incontra la carica di un grido interiore e profondo che colpisce il lettore. Per comprendere il territorio poetico di Besnik Mustafaj dovremmo conoscere la storia di questo poeta che nasce nel “pieno inverno della dittatura comunista albanese”, come sottolinea Gezim Hajdari che cura la collana Erranze delle Edizioni Ensamble con la quale queste poesie sono state pubblicate nel 2012. La traduzione dall’albanese è di Gezim Hajdari, con testo originale a fronte.
La leggenda della nascita di questo poeta, che ha iniziato a pubblicare prestissimo, a soli diciannove anni, è una sfida al potere, ma soprattutto al potere che si impone come forma di ideologia culturale. E’ per questo che i suoi versi suonano come degli anatemi contro l’oppressore.
(di Luigia Sorrentino) Continua a leggere

Carlangelo Mauro, “Il giardino e i passi”

Nello scaffale, Carlangelo Mauro
a cura di Luigia Sorrentino

dalla quarta di copertina

In questa sua ultima raccolta Carlangelo Mauro si muove alla ricerca della propria origine: un mondo di umili, lontano, rimosso, che riaffiora per segni e ritrovamenti di sepolti in una lenta, spesso impossibile discesa, segnata com’è dagli «occultamenti » del presente. Di fronte agli avvenimenti irrevocabili e catastrofici della storia, l’economia di gesti domestici e di «voci in disarmo» costituisce una sapienza perduta per la stessa poesia che rivela la sua insufficienza. Le parole di quel mondo «che valgono una vita / senza essere mai scritte» sono infatti irripetibili, i piccoli rimangono «foglie disperse / senza racconto o rima». Nei suoi luoghi abitualmente vissuti, l’autore incontra morti e reperti umani «sigillati» dal materiale piroclastico del Vesuvio, che sembrano comunque voler esprimere, a fronte dei «roghi perfidi » dell’oggi, il valore della marginalità, individuale e storica.

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Presentazione a Roma di “Olimpia”

Appuntamento
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Lunedì 18 febbraio 2013 alle 18:00 alla Casa delle Letterature di Roma (Piazza dell’Orologio, 3) presentazione del libro di poesie Olimpia di Luigia Sorrentino, Interlinea Edizioni, 2013, (euro 14,00). Prefazione di Milo De Angelis, Postfazione di Mario Benedetti.
Interventi di: Brunella Antomarini, Fabrizio Fantoni e Valentino Zeichen. Sarà presente l’autrice.

Scrivendo Olimpia, Luigia Sorrentino scrive il libro della sua vita. Olimpia punta all’essenza, tocca in profondità le grandi questioni dell’origine e della morte, dell’umano e del sacro, del nostro incontro con i millenni. Ha uno sguardo lungimirante: sguardo ampio, prospettico, a volo d’aquila. Ma ha anche improvvisi affondi nella fiamma del verso.

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In memoria di te, Walter Mauro

In memoria di te, Walter Mauro
a cura di Luigia Sorrentino

La Società Dante Alighieri  di Roma ha organizzato un incontro speciale per ricordare la figura di Walter Mauro, giornalista, scrittore, saggista, critico letterario e musicale. 

L’incontro si terrà il 27 novembre alle 17:00 nella storica sede della Società di Roma a Palazzo Firenze (Piazza Firenze, 27 ).
Interverranno: il presidente della Società Dante Alighieri, l’Ambasciatore Bruno Bottai, il segretario generale Alessandro Masi, Edoardo Albinati, Giovanni Grasso, Marco Lodoli, Aldo Onorati, Jacqueline Risset e Lucio Villari. Coordina Matteo Lefèvre.

Giovanni Francesco Accolla, La perseveranza e il caso

Nello scaffale, Giovanni Francesco Accolla
“La perseveranza e il caso” Raffelli Editore 2011
a cura di Luigia Sorrentino

“Scrivo poesie più o meno da sempre, pur sembrandomi – e non da oggi – una attività del tutto inutile. Però, fatto strano, io che sono un autentico campione di pigrizia, non solo mi balocco, ma mi misuro con gran lena con questa attività che reputo anche piuttosto faticosa. Inutile, dunque, e faticosa. Continua a leggere

Salman Rushdie presenta la sua autobiografia a Berlino

La libertà di espressione sopra tutto, ma un conto sono gli attacchi verbali e un altro alle persone: a sottolinearlo è lo scrittore Sulman Rushdie, prima vittima, con la Fatwa emessa contro di lui dal regime iraniano nel 1989 per il romanzo I Versetti Satanici, di una lunga dinastia di ‘eretici’ occidentali messi all’indice dall’Islam, e pretesto per una scia di attentati, omicidi e violenze come quelle scatenate ora dal film su Maometto The innocence of Muslims.

“Anche il Papa viene preso in giro tutti i giorni ma non si vedono cattolici fare attentati per il mondo”, dice. In un incontro a Berlino dall’Editore Berteslmann per l’uscita del suo ultimo libro – presente il gotha dell’editoria tedesca incluso il direttore per la cultura della Frankfurter Allgemeine Zeitung, Frank Schirrmacher (nella foto sotto) – Rushdie, rispondendo ai giornalisti, respinge il termine islamofobia: “non amo questa parola, tutto è legittimo”, la critica, la satira ma non la violenza. “Bisogna distinguere gli attacchi alle idee dagli attacchi alle persone”. Continua a leggere

TrentoFilmfestival, “MontagnaLibri”

E’ in arrivo MontagnaLibri, la rassegna che accompagnerà il TrentoFilmfestival con undici giorni ricchi di incontri con gli autori, dibattiti, presentazioni, reading, mostre e spettacoli per approfondire i tanti aspetti dell’universo montagna.

Tra i protagonisti della 26esima edizione di ‘MontagnaLibri’: Mauro Corona, Erri De Luca, Vincenzo Venuto, Margherita Hack, Maurizio Nichetti (nella foto), Mieko Maraini e Paolo Marchi. La rassegna internazionale dell’editoria delle vette, pronta come da lunga tradizione a prendere possesso della centrale Piazza Fiera, ai piedi delle mura medievali di Trento, e ad intrattenere gli appassionati della letteratura di montagna con un ricchissimo programma di appuntamenti. Continua a leggere

La segreteria letteraria del Premio Viareggio-Repaci

Simona Costa, neo-presidente del Premio Viareggio-Repaci, ha ufficializzato, come primo atto della sua presidenza, le nomine annuali delle segreterie letteraria e organizzativa e dell’ufficio stampa. La segreteria letteraria è stata affidata a Costanza Geddes da Filicaia, ricercatore di Letteratura italiana all’Università di Macerata, segretario organizzativo è stato nominato l’architetto Lucio Trizzino, mentre dell’ufficio stampa si occuperà il giornalista Enrico Gatta.

In tal modo, spiega una nota, si avvia pienamente la macchina organizzativa di questa ottantatreesima edizione del Premio, per la quale resta confermato, a norma di statuto, che i libri segnalati dai giurati, nelle tre sezioni di Narrativa, Poesia e Saggistica, dovranno essere compresi tra le date di pubblicazione del 1 giugno 2011 e 30 maggio 2012.

Video, Luigia Sorrentino legge Costantino Kavafis

Luigia Sorrentino legge una poesia di Costantino Kavafis, poeta e giornalista greco, vissuto tra la fine dell’Ottocento e il primo Novecento. Kavafis scrive dall’osservatorio di Alessandria d’Egitto, (in arabo: الأسكندري al-Iskandariyya; in greco: Aλεξάνδρεια; in latino: Alexandrea ad Aegyptum), la seconda città più grande d’Egitto, con una popolazione di oltre 4 milioni di abitanti, che si estende per 32 chilometri lungo la costa del Mediterraneo nella parte settentrionale del paese.

Ma ‘La città’ di cui scrive Kavafis, può essere qualsiasi luogo nel mondo – è un luogo interiore – e per questo rimarrà per sempre nella memoria del poeta.

“Se non puoi la vita che desideri/ cerca almeno questo/ per quanto sta in te: non sciuparla/ nel troppo commercio con la gente/ con troppe parole in un viavai frenetico. // Non sciuparla portandola in giro/ in balìa del quotidiano/ gioco balordo degli incontri/ e degli inviti,/ fino a farne una stucchevole estranea.”
di Costantino Kavafis

[flv]http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/2012/02/kavafis.mp4[/flv]

David Foster Wallace: “… l’arte pura?”

Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino

Wallace è una delle persone più brillanti e interessanti con cui abbia mai parlato. Non poter più parlare con lui né leggere altre sue opere mi rende infinitamente triste.”
Ostap Karmodi

da: “David Foster Wallace, Un’intervista inedita” di Ostap Karmodi, Terre di mezzo Editore, 2011 (5 euro). Continua a leggere

Luigia Sorrentino, video-lettura “La nascita, solo la nascita”

Video-lettura da “La nascita, solo la nascita”, di Luigia Sorrentino (Manni, 2009). Ercolano, (Napoli) Villa Campolieto, Salone delle Feste, 18 settembre 2009.

“Le poesie de ‘La nascita, solo la nascita’ sono nate da un urlo di dolore e di ribellione e soprattutto, dall’urgenza e dalla necessità di restituire all’umano il sé sacro, che è, per me, il più antico e misterioso legame tra gli uomini. I testi sono stati ordinati e messi insieme seguendo una struttura poematica continuativa e diretta. Gli eventi storici a cui si ispirano indicati nelle note del libro – terremoti, maremoti, attentati, guerre e stragi – fatti lontani e vicini, abbracciano l’umanità intera in un sentire comune, la pietas. Il sentimento collettivo va oltre l’episodio di cronaca, la drammaticità dei singoli avvenimenti, che sono, alla fine, solo evocati. E’ probabile che questi elementi abbiano contribuito a conferire organicità all’intera raccolta, sorretta da un impianto unitario, di tipo narrativo. La recitabilità viene dal fatto che sono versi ‘dalla terribilità tragica’ e quindi perciò stesso, cantabili. E, in un’opera che rivela continuamente l’irriducibilità e la caducità dell’essere, le parole non possono essere che dure, scagliate come pietre. ‘In quella vertebra’, il poemetto che apre la raccolta, riferisce di un evento tragico che ha avuto luogo in un determinato tempo, il tempo degli inizi, mentre ‘La cattedrale’, il poemetto collocato alla fine del libro – che non chiude completamente il discorso – reintroduce, attraverso un’altra nascita, l’Istituzione – il luogo della cattedra – il frammento di una nuova creazione, di qualcosa che comincia ad essere”.
(Dall’intervista di Rita Pacifici a Luigia Sorrentino su La poesia e lo Spirito). 

 

[flv]http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/2011/12/luigia_13122011.mp4[/flv]
Luigia Sorrentino è nata a Napoli. Giornalista e poeta, vive a Roma e lavora a Rainews. Cura per il sito del canale il primo blog di Poesia della Rai. (http://poesia.blog.rainews.it/).
Tra le sue più recenti pubblicazioni: C’è un padre (Manni, 2003), La cattedrale (Il ragazzo innocuo, 2008), L’asse del cuore (in Almanacco dello Specchio Mondadori 2008), La nascita, solo la nascita (Manni, 2009).

Truman Capote, “Ricordo di Natale”

Nello scaffale, Truman Capote
a cura di Luigia Sorrentino

Truman Capote Ricordo di Natale, con illustrazioni di Beth Pech.

Un inno all’amicizia tra le generazioni, nell’America degli anni Trenta. Una storia che va dritta al cuore dei lettori di ogni età.  Buddy e Sook, amici per la pelle, a dispetto di tutto e tutti. E sì, perché Buddy ha solo sette anni e Sook, beh, qualche decina di più – Buddy sa solo che è una sua lontana cugina, ma quello che conta è che è una mattacchiona, sempre pronta a scherzare e a costruire aquiloni – la loro comune passione. Buddy non ha nessun altro al mondo, Sook nemmeno – eccetto quel manipolo di parenti brontoloni che vivono nella loro stessa casa, e li trattano sempre male; forse proprio per via di quella loro irrituale complicità, e magari anche perché loro due sono le pecore nere della famiglia, i parenti poveri. Quello che è certo è che Buddy e Sook si vogliono un gran bene e che ogni anno, quando si avvicina Natale, vanno insieme nel bosco a raccogliere le noci e a comprare un po’ di whisky da quell’indiano burbero e corpulento, per preparare tante torte. Una volta pronte, coi loro risparmi, le spediscono alle persone più disparate, che suscitano la loro ammirazione: il Presidente Roosevelt, per esempio.

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Il secondo amore, di Joseph Roth

Perfetto amalgama di poesia e affabulazione, di ricordi lontani e paesi remoti, le prose de Il secondo amore di Joseph Roth ci trasportano in un mondo magico, popolato di giovani violinisti capaci di far danzare le stelle in cielo, agili ballerini col monocolo, clown lillipuziani e macrocefali, zingari accampati fra il bosco e la palude in una distesa di tende bianche. Continua a leggere