In ricordo delle vittime di femminicidio

Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

Luigia Sorrentino 25 novembre 2022

Nel lago della sera

Il volto della ragazza è scoperto. Spalancati gli occhi. Sotto il mento, la linea violacea dell’orizzonte. Alla tempia, scintille di fuoco. Forse il vento aveva portato nel suo orecchio schegge di ruggine, granelli di polvere mentre aveva strisciato bocconi sul bordo della strada che costeggiava la fabbrica di ghiaccio. Brandelli di morte erano caduti nel pietroso mondo invernale. in un ritmo feroce, il ghigno dell’animale stringe, sempre più. Uno sciamare esaltato imbriglia la preda. Respira nella morte la danza armata, ingoia il grido nel grembo.

Sale la musica, sempre più in alto. – Cara compagna dei miei anni sopravvissuti –. Una corona cade sulla sua testa.

 

Nunzia

essere portata in un’urna
diranno – reca le ceneri –
con il corpo privo di resistenza
la ragazza dal volto antico
si sottomette
rende cadavere la cosa

una forza la preda
non uccide ancora, è sospesa
su di lei

l’imperativo potente
l’ha resa schiava

di notte quando è sola
lava via dal corpo
segni vaghi e confusi

*

qualcosa incrina la sua forza
il posto si svuota

– tu sei inutile, non vali niente –

la violenza ha la lingua del fuoco
lo scudo sul quale rimbalza
le protegge il volto, chiaro

la testa fra l’incudine e il martello
montava rabbia incandescente

poi scendeva la tenebra
il silenzio di tutte le parole

*

si rivestiva in un angolo
senza più dire niente
restava lì, nella penombra
separata da sé

era accaduto di nuovo
era già accaduto prima

sulla strada
la testa ciondolava nel niente

precipitata l’innocenza della rosa
coagulato l’umido degli occhi
dal profondo l’assicuravi
del nulla, del tuo trionfo

– nessuno ti vorrà più –

*

l’arteria della gola tesa
porgeva il collo alla lama
il promontorio dagli occhi languidi

tornava a deporla
sulla città distesa davanti ai loro occhi
quell’odore di labbra poteva già essere
c’era sempre stato

non sospettava di essere
coraggiosa e giovane

dà l’imbeccata al falco

l’isola ferita
il palmo della mano avvicina
il basso graticcio delle rose

*

la nuvola sembrava una montagna

non era niente
la carnagione bianchissima
aveva il carattere provvisorio
dei morti

la tenebra le parlava
ossessivamente
occupando il suo destino

il canto degli uccelli notturni
annunciava in un grido
la fine di ogni cosa

*

il dio dei morti autorizza l’amore
soltanto presso i morti

lo dissotterra,
amore disperato e sterile
dal naufragio lo difende, in seno
cara luce
tiene il lembo
lascia cadere
una speranza debolissima
si propaga all’umanità intera

deperita vittima espiatoria
adorazione terrorizzata
verità della violenza Continua a leggere

Il ritmo feroce di “Piazzale senza nome”

Luigia Sorrentino credits ph. Angelo Nitti

L’esperienza del dolore in Piazzale senza nome 
di Fabrizio Fantoni

Con Piazzale senza nome (Collana Gialla Oro Pordenonelegge-Samuele Editore, 2021) Luigia Sorrentino ci consegna una potente ricognizione dell’esperienza del dolore, vissuta attraverso il parallelismo tra la morte del vecchio e quella del giovane espresso dall’esergo tratto dai Fragmenta di Plutarco: “La morte dei vecchi è come un approdare al porto, ma la morte dei giovani è una perdita, un naufragio.”

In questa citazione ritroviamo il nucleo tematico attorno al quale ruota l’opera poetica dell’autrice che si articola nella correlazione tra due antitesi – approdo-naufragio – in una continua alternanza di avvicinamenti e allontanamenti, sotto la spinta di una lingua che non lascia tregua al lettore, che si colora di scarti improvvisi e repentine accelerazioni, per poi attenuarsi in un andamento orizzontale, ampio, quasi a simulare il respiro universale di una grande fine.

Il morire della persona amata impone il voltarsi indietro, tornare alla terra del padre per evocare la vita segnata dalla sofferenza dei giovani conosciuti nell’adolescenza: la morte del vecchio decreta la fine di un tempo – “la beata, sfiorata giovinezza”– e comanda di dare voce al sangue versato, comprenderne la ragione, dare un nome al dolore.

 

Con Piazzale senza nome Luigia Sorrentino compie un viaggio di ritorno all’origine che si concretizza attraverso il ricordo di una generazione ferita dalla dipendenza e dal convincimento di avere la forza di potersene liberare: Posso smettere quando voglio. In tale certezza risiede l’inganno della giovinezza che porta al naufragio. Continua a leggere

Giancarlo Cauteruccio, l’arte contro il femminicidio

Appuntamento

Sabato 13 luglio ore 22.00 presso il Nuovo Ingresso dell’Ospedale di Careggi a Firenze, (Largo Brambilla, 3) il TEATRO STUDIO KRYPTON presenta CRASH TRŌADES – EMERGENZA, da Le Troiane di Euripide un’azione d’arte contro il femminicidio. Con Laura Bandelloni, Martina Belloni, Debora Daddi, Hitomi Ohki, Flavia Pezzo, Daniela Ranzetti, Maria Elena Romanazzi, Donatella Romei e con la partecipazione straordinaria di Alida Giardina, Monica Benvenuti, Monica Bauco, Giovanna Scardoni, Marina Lorenzi. In scena anche 150 donne della società civile. Regia di Giancarlo Cauteruccio. (Foto di Gabriella Di Tanno). Continua a leggere

“Uomini che uccidono le donne, riconoscerli e difendersi”

Un esempio… d’amore… il progetto di formazione del personale di Polizia della Questura di Ancona “Uomini che uccidono le donne, riconoscerli e difendersi”, dedicato a tutte le donne che hanno vissuto il calvario di un amore che si è trasformato in odio e poi in morte.

Nella foto Mariella Mulas (poeta)

19 aprile 2013
La violenza sulle donne è in continua crescita, con forme e modalità diverse e con un incremento particolare sul web. A questo scenario è stato dedicato un progetto di formazione del personale civile e di polizia della Questura di Ancona, promosso dalla Rsu dal titolo “Uomini che uccidono le donne, riconoscerli e difendersi”.

Tra i relatori il procuratore capo di Ancona Elisabetta Melotti, il dirigente dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico Cinzia Nicolini, il medico Susanna Contucci, la psicologa Lucia Emanuela Svarca, don Aldo Bonaiuto dell’associazione “Papa Giovanni XXIII”, la dirigente della polizia postale Cinzia Grucci. La violenza di genere – è stato detto – non conosce differenze di età, censo, etnia. Continua a leggere