“Uomini che uccidono le donne, riconoscerli e difendersi”

Un esempio… d’amore… il progetto di formazione del personale di Polizia della Questura di Ancona “Uomini che uccidono le donne, riconoscerli e difendersi”, dedicato a tutte le donne che hanno vissuto il calvario di un amore che si è trasformato in odio e poi in morte.

Nella foto Mariella Mulas (poeta)

19 aprile 2013
La violenza sulle donne è in continua crescita, con forme e modalità diverse e con un incremento particolare sul web. A questo scenario è stato dedicato un progetto di formazione del personale civile e di polizia della Questura di Ancona, promosso dalla Rsu dal titolo “Uomini che uccidono le donne, riconoscerli e difendersi”.

Tra i relatori il procuratore capo di Ancona Elisabetta Melotti, il dirigente dell’ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico Cinzia Nicolini, il medico Susanna Contucci, la psicologa Lucia Emanuela Svarca, don Aldo Bonaiuto dell’associazione “Papa Giovanni XXIII”, la dirigente della polizia postale Cinzia Grucci. La violenza di genere – è stato detto – non conosce differenze di età, censo, etnia.

Le fattispecie sono ormai abbastanza definite: maltrattamenti in famiglia, stalking, violenza sessuale, ma anche mobbing, tratta, violenze domestiche. Un quadro comunque complesso, “dove ogni situazione è diversa dall’altra” – secondo il procuratore Melotti – e che richiede una risposta altrettanto articolata, in grado di assicurare l’accertamento dei fatti, un eventuale processo ma anche la tutela della parte offesa da eventuali situazioni di rischio. Un compito che – a giudizio del magistrato – “non può essere affidato solo alle forze di polizia e all’autorità giudiziaria, ma richiede un’azione in rete con servizi esterni e istituzioni”.

Cinzia Nicolini ha illustrato l’attività dell’ufficio prevenzione: “è come un pronto soccorso, che assicura il primo intervento”, ma è anche “l’ufficio dei perché: ad esempio perché una donna per tre volta seguito cade e si fa male in casa, mentre c’è il merito, compagno o convivente”. La dottoressa Contucci ha illustrato un protocollo adottato dall’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona per il soccorso alle donne vittime di violenza, la psicologa Svarca ha sottolineato l’importanza della comunicazione non verbale e don Aldo Bonaiuto, che ha esortato a “uscire dall’indifferenza”. Ai lavori hanno partecipato anche il questore Stefano Cecere e il vicario Enrico de Simone.

E’ stato “ispirato” dal caso di Rossella Goffo, la funzionaria della Prefettura di Ancona uccisa tre anni fa, il progetto di formazione per il personale della Questura di Ancona sulla violenza alle donne, organizzato dalla Rsu della Questura. Al termine del convegno, Edvige Barbarossa, Tiziana Tamburini, Rosanna Fioretti, Maria Giovanna Di Turi e Elisabetta Benfatto, dell’organismo sindacale, hanno letto la poesia “Femminicidio” di Mariella Mulas e dedicato l’incontro “a tutte le donne che hanno vissuto il calvario di un amore che si è trasformato in odio e poi in morte”.

Femminicidio

*
Desolata virtù
d’amore,
ha terrorizzati
occhi opachi
nel cammino del destino
seviziato…
Duole l’attimo
dell’istinto ferale
che chiama
la morte
come killer goduriosa
della vita da sigillare
al buio dell’infinito…
e così tu, giovane,
tu madre,
tu amante,
tu tradita,
tu,
semplicemente
donna,
tu,
ogni volta affogherai
nel tuo sangue,
se non soddisferai
l’orgoglio oscuro
del maschio
che non sopporta
l’umiliazione
del tuo abbandono,
della tua ribellione,
della tua volontà di riscatto,
conscio che volevi solo vivere
un’altra vita lontano
da ogni sua ostile
emanazione.

di Mariella Mulas

POESIE DI MARIELLA MULAS

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