Il ritorno in Italia di Etel Adnan

Etel Adnan, 2014. Foto di Patrick Dandy. Per gentile concessione di White Cube.

La scrittrice libanese è una delle voci di maggiore intensità nel panorama internazionale

di Francesco Guazzo 

L’editore genovese San Marco dei Giustinani ha recentemente pubblicato nella splendida collana dei “Quaderni di poesia” la traduzione italiana di Night (Notte) di Etel Adnan (New York, Nightboat Books, 2016), una delle più recenti raccolte poetiche della scrittrice e artista di natali libanesi.

Adnan è forse ancora poco nota nel nostro paese, nonostante alcune opere siano state tradotte già da tempo nella nostra lingua: la piccola casa editrice Multimedia ha proposto a cavallo degli anni Duemila Nel cuore del cuore di un altro paese (che potremmo definire un insieme di frammenti poetici), la sintetica biografia Crescere per essere scrittrice in Libano e Viaggio al Monte Tamalpais, una sorta di percorso insieme fisico ed estetico sorretto da un inesauribile senso di meraviglia e una concezione rituale e quasi magica della natura. Jouvence ha invece pubblicato Ai confini della luna ed altri racconti (1995), mentre l’editore romano Semar ha dato alle stampe nel 2001 l’Apocalisse araba, forse il testo più universalmente noto di Adnan, con traduzione e presentazione di Toni Maraini.

Adnan però era comparsa ben prima nei nostri annali della stampa: già nel 1979 le Edizioni delle donne di Milano, di orientamento femminista, avevano infatti offerto la traduzione del romanzo Sitt Marie Rose. Continua a leggere

Philippe Delaveau, poesie scelte

Philippe Delaveau

Traduzioni di Cristina Spinoglio

Da Petits instants ordinaires, Gallimard 1999

Il canto del mondo

Coloro che non sentono il canto del merlo
sul pino nero
coloro che hanno deciso di non ascoltare nulla –
scivoleranno verso altri giorni
nell’ombra che li attira –
E gli smarriti, gli imprudenti scompariranno
dietro il tintinnio del loro fallace potere.
Il giorno agita rami e cortine,
fumo di falò di foglie solitarie
Nei minuti giardini composti e ordinati,
ma la foresta, per celebrare silenzio e pace,
svela il suo enigma,
di cui si appropria il capriolo solerte.

Ho sentito a volte, diceva il viaggiatore nel Tirolo
i cervi tutti bianchi bramire in alto nella stagione degli amori,
e in basso rispondere con un mormorio nel tenero fogliame
le cerbiatte odorose color di neve.

Coloro con gli occhi coperti di rumore meritano il nostro disprezzo?
La vostra parola è morta dicono, oppure: questa non è la nostra pietà.
Non è più il tempo di effimeri chiarori,
per l’insolente sottomissione, su questa terra,
per tanta bellezza senza tregua,
la cui arroganza ci nega talvolta autorità.
Tutto agisce e si spossa e torna al nulla:
a che serve questo amore?

Ben misera cosa certo per gli affari, questa poesia
E Marthe che si agita invano in cucina,
ha detto il Maestro,
Marthe a volte si ferma e si ricorda.

Che ridano del nostro canto più semplice del vento tra i cespugli
la voce del vento e il clamore dell’acqua sugli scogli costieri.

Come l’uomo in piedi sul battello che si allontana,
amo le parole che pronuncio e queste grigie conchiglie
nella trasparenze delle ostriche,
Il mare le denuda nel suo esilio o il mare le ricopre,
a volte brancolanti in pieno giorno o per un fulgore di luna
nel paziente progresso del loro palazzo
dove l’acqua dentro s’ispira al mare aperto.

L’inverno sotto la bruma e la pioggerellina, l’estate con un sole fremente
come l’ostrica aperta in silenzio e che si chiude
Poniti danti alla linea inesauribile della riva
tra il grigio del mare e il grigio di un pensiero.
Nel suo rifugio allora l’uomo che veglia
contemplerà il sortilegio e coloro che lo rifiutano.

Da Le chant du monde

Ceux qui n’entendent pas le chant du merle
dans le pin d’Autriche,
ceux qui ont résolu de ne jamais entendre –
glisseront vers d’autres jours,
dont l’ombre les attire –
et disparaissent les égarés, les imprudents derrière
le cliquetis de leur pouvoir trompeur.
Le jour agite branches et rideaux,
fumées de feux solitaires de feuilles
dans les petits jardins tirés à quatre épingles,
mais la forêt, pour célébrer la paix et le silence,
délivre son énigme,
dont le chevreuil alerte se saisit.
J’ai entendu parfois, disait le voyageur dans le Tyrol
les cerfs tout blancs bramer en altitude à la saison d’amour,
et leur répondre en bas dans les feuillages doux par un murmure
les biches odorantes couleur de neige.
Ceux-là aux yeux couverts de bruits méritent-ils notre mépris ?
Votre parole est morte disent-ils, ou bien : ceci n’est pas notre piété.
Il n’est plus temps pour des lueurs éphémères,
pour d’insolentes soumissions, sur cette terre,
à tant de beautés sans répit,
dont l’arrogance nie parfois notre pouvoir.
Tout agit et se lasse et retourne au néant :
À quoi bon cet amour ?
Une bien maigre chose assurément pour les affaires, ce poème
et Marthe qui s’agite vainement dans la cuisine,
a dit le Maître,
Marthe parfois s’arrête et se souvient.
Qu’ils rient de notre chant plus simple que le vent des broussailles
la voix du vent et la clameur de l’eau sur les rocs de la côte.

Comme l’homme debout sur le bateau plat qui s’éloigne,
j’aime les mots que je prononce et ces gris coquillages
dans la transparence des claires.
La marée les dénude en son exil ou la mer les recouvre,
parfois tâtonnés du plein jour ou d’un éclat de lune
dans le patient accroissement de leurs palais
où l’eau dedans s’inspire du grand large.
L’hiver sous l’écume et la bruine, l’été par un soleil bruissant
comme l’huître en silence ouverte et qui se ferme
installe-toi devant l’inépuisable ligne du rivage
entre gris de la mer et gris d’une pensée.
Dans son refuge alors l’homme qui veille
contemplera le sortilège et ceux qui le récusent.

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Dino Campana, l’eterna chimera

Luigia Sorrentino legge “Il viaggio e il ritorno“, di Dino Campana.

La potente figura femminile che incontriamo ne “La Chimera” non è altro che un preludio all’incontro che Dino Campana farà con le bianche prostitute in fila sul lungomare di Genova nel 1912 . “La data è certa” , scrive Sebastiano Vassalli ne “La notte della cometa” (Einaudi, 1984). Sappiamo – aggiunge – da un appunto autografo, che il poeta abitò a Genova per alcuni giorni o, addirittura, alcune settimane, in Vico Vegetti, 27, interno 2. E “l’eterna Chimera” per Campana è l’amore, un’assassina invisibile che gli invade il corpo e il cuore, l’antica amica, è come un sogno uscito dalle ombre della oscura notte, brulicante di stelle. Continua a leggere

Alessandro Moscè, “Hotel della notte”

Letture
a cura di Luigia Sorrentino

“Hotel della notte”  è la nuova raccolta poetica di Alessandro Moscè, nato ad Ancona nel 1969. Nel libro il poeta convoca persone «lontane» nel tempo, nonne, amici che non sono più in vita e li lascia raccontare le loro storie, ne segue ombre e passi per riscoprirle in vita e a lui vicine. Alessandro Moscè si cala in una dimensione privata che ricorda Umberto Saba con una lingua poetica onesta che cerca la verità. Nella visione poetica dell’autore, dove si fondono memoria e realtà, l’«hotel della notte» diviene un luogo immemore in cui poter ospitare chiunque voglia comparire aprendo la porta. Un hotel di fortuna dove il tempo si è fermato e dove la bellezza, l’amore e l’assoluto si concentrano in un unico spazio.

HOTEL DELLA NOTTE, di Alessandro Moscè Continua a leggere

Yves Bonnefoy, “L’ora presente” & video-intervista

Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino

Yves Bonnefoy una delle voci più importanti in assoluto della poesia del Novecento, alla soglia dei novant’anni ci presenta una nuova opera: “L’ora presente”. Nella traduzione di Fabio Scotto il grande poeta francese raccoglie poesie e prose che aprono alla meditazione attraverso una serie di immagini, brandelli di immagini e di simboli, con una lingua controllata e vigorosa, cangiante e ricca di lirismo. Tra i temi centrali dell’opera la questione dell’essere e del non essere più, del senso e della mancanza di senso, in rapporto alla realtà del nostro tempo. È un libro che prosegue, senza il minimo cedimento e con nuove acquisizioni, la ricchissima avventura di pensiero poetico dell’autore. Continua a leggere

Giovanni Agnoloni, “Sentieri di notte”

Nello scaffale, Giovanni Agnoloni “Sentieri di notte” Giulianova (TE), Galaad Edizioni, 2012
a cura di Luigia Sorrentino


di Giuseppe Panella

Il primo romanzo di Giovanni Agnoloni è certamente un thriller ispirato alla poetica futurista del Connettivismo ma è anche – e soprattutto – una ricerca spirituale, quella che nel linguaggio del romance viene definito una quest. Pur essendo marcato da momenti decisamente ispirati al cinema d’azione e contenendo al suo interno momenti concitati e parossistici, il libro non può essere letto senza tener conto dei suoi caratteri di forte spiritualità e di tensione morale. Continua a leggere

Addio a Valerie Fletcher, l’ultima donna che Eliot amò

C’erano quarant’anni di differenza tra lei e lui. Quarant’anni, riempiti di versi straordinari da parte di “Tom” e di devozione da parte di lei, Valerie Fletcher, vedova, segretaria e musa di Thomas Stearns Eliot, morta a Londra venerdì scorso all’età di 86 anni. Valerie inseguiva il poeta dei Quattro quartetti fin da quando lei aveva 14 anni ed ebbe una sorta di illuminazione ascoltando una lettura in pubblico del “Viaggio dei Magi”: “Preferimmo viaggiare di notte/ dormendo solo a tratti/con le voci che cantavano agli orecchi, dicendo/che tutto questo era una follia”. Da quando ascoltò, tra gli altri, questi versi, Valerie non ebbe altro obiettivo che stare accanto a quell’uomo, diventandone almeno la segretaria. Continua a leggere

Giovanni Agnoloni presenta a Roma “Sentieri di Notte”

Appuntamento

Giovanni Agnoloni – Sentieri di Notte (Galaad Edizioni 2012, Collana Larix, pagine 230, euro 12)

In uscita il 26 ottobre 2012

Presentazione a Roma venerdì 26 ottobre alle 18,00 al Centro Culturale Elsa Morante (in Piazzale Elsa Morante), in occasione della NeXT-Fest, il festival del movimento connettivista, con la partecipazione di Giovanni Agnoloni e dello scrittore Francesco Verso, Premio Urania 2008. Continua a leggere

La Notte dei Musei & programma

Appuntamento

Dopo il rinvio dello scorso maggio, La Notte dei Musei torna a Roma sabato 6 ottobre per una quarta edizione ancora più ricca di eventi.

Musica, danza, cinema, teatro, letture, musei e spazi culturali aperti straordinariamente e gratuitamente dalle 20 fino alle 2 di notte. Continua a leggere

Giovanni Pascoli, “Magnifica presenza”

Scampoli di quotidianità di ‘Casa Pascoli’, raccontati dagli scatti fotografici, dipinti sulle tele o scritti su documenti originali dell’epoca in cui è vissuto il grande poeta, fanno parte della mostra ‘Magnifica Presenza’, con opere della pittrice Sandra Rigali e della fotografa Caterina Salvi. Anche così il poeta Giovanni Pascoli (1855-1912) ritorna a Castelvecchio, nel comune di Barga (Lucca). La mostra è allestita nelle sale della Foresteria della casa in cui visse a lungo.

Dopo aver studiato e sfogliato a lungo l’archivio di Casa Pascoli, le due artiste hanno deciso di tradurre le suggestioni degli scritti autografi, dei disegni e delle fotografie che parlano del poeta e della sua permanenza in Garfagnana.

Non è l’unica iniziativa che celebra Pascoli: si annuncia il tutto esaurito per il reading di Giancarlo Giannini dedicato proprio alla celebrazione del primo centenario della morte di Giovanni Pascoli, che andrà in scena oggi, 11 agosto, nella notte di San Lorenzo.

La poesia della notte rosa, da Pasolini a Tonino Guerra

La Notte Rosa non è solo musica. L’edizione 2012 della kermesse della Riviera porta con sé la poesia di Pier Paolo Pasolini e Attilio Bertolucci. La loro ‘amicizia in versi’ è portata sul palco da due tra gli attori più rappresentativi della scena italiana: Fabrizio Gifuni e Sonia Bergamasco ( si esibiscono sabato 7 luglio al Lapidario romano del museo della città di Rimini). Continua a leggere

A Roma, nella notte dei musei i Canti di Tagore

Sabato 19 maggio, ore 21.00, alla Galleria Nazionale d’arte Moderna di Roma, Sala del Mito (Viale delle Belle Arti 131) in occasione della Notte dei Musei, verranno lette alcune poesie di Rabindranath Tagore, di recente tradotte in italiano e raccolte nell’antologia di canzoni dal titolo Arcobaleno curata da Mario Prayer e Giulia Gatti. Introducono Maria Giuseppina Di Monte e Mario Prayer. Recitazione: Bartolomeo Giusti.

L’evento è a cura di Maria Giuseppina Di Monte con Chiara Cottone e Sofia Federici.

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La Notte Europea dei Musei 2012

Appuntamento

La Notte tra il 19 e il 20 maggio 2012 i Musei di tutta Europa saranno visitabili nell’insolita e inusuale veste serale, con tutte le luci accese. L’evento che ha il partocinio dell’Unesco e del Consiglio d’Europa è nato in Francia nel 2005. Per tutta la notte musica, mostre, visite guidate, degustazioni.

http://www.lanottedeimusei.it/

Amos Mattio, “Luna di notte”

Luna di notte, di Amos Mattio ed. Gremese, 2012 (€ 12)
(Il romanzo è nella rosa dei dodici finalisti al Premio Strega 2012).

LUNA DI NOTTE: UN ROMANZO NEOALESSANDRINO
di Anna Savastano

E’ notte di luna piena il trenta di luglio in cui Giovanni, il protagonista del romanzo, è giunto a un crocevia della vita: ha trent’anni ed ha un conto in sospeso con la propria esistenza. Ma la luna, complice del suo solipsismo, ha in serbo molte sorprese, tra cui quella di scardinare i progetti immediati e quelli di lunga data suoi e di molti altri.

Così si avvia il romanzo d’esordio di Amos Mattio, le cui valenze sono molte, a seconda dell’approccio del lettore. I primi capitoli hanno i caratteri della letteratura poliziesca : siamo di fronte alla scena del crimine e lo sguardo dell’investigatore passa lentamente in rassegna i minuti particolari, attento all’atmosfera, alle relazioni fra gli oggetti, alle congruenze e alle incongruenze, ripercorrendo le presunte motivazioni del gesto. Il narratore onnisciente sa, perciò il campo visivo ora si restringe, ora si allarga, vaga e divaga, si concentra nell’ambiente chiuso, ma subito spazia all’esterno, dove una luna piena incombe su una città afosa e sonnolenta. Continua a leggere

L’Italia protagonista del Lagos Black Heritage Festival

Si alza il sipario sul ‘Lagos Black Heritage Festival’, uno degli appuntamenti artistico-culturali più in voga della Nigeria, seconda economia e Paese-guida per lo sviluppo sociale dell’intero continente. Il Festival 2012, che
la Nigeria annualmente organizza in partnership con un’altra nazione con la quale ha sviluppato affinità culturali, avrà come partner proprio l’Italia.

Per una settimana, a partire dal 3 aprile e fino al 9 aprile 2012, manifestazioni, mostre di foto, quadri, design, e anche musiche, balli, teatro, incontri letterari con poeti, scrittori e artisti dei due Paesi convolti, si svolgeranno per sviluppare i temi dell’interculturalità, diaspora, migrazione. Il tutto si svolgerà a Lagos, la capitale economica e la più grande metropoli della Nigeria, una città ricca di contraddizioni e contrasti, che accoglie contemporaneamente, per fare un esempio, la maggior concentrazione al mondo di milionari e uno dei più alti tassi di povertà dell’Africa.
Nella foto Wole Soyinka, il più famoso autore africano nel mondo, è il direttore artistico del Festival. Continua a leggere

Renato Minore, La promessa della notte

E’ intenso e ricco di ‘storia’ questo nuovo libro di Renato Minore ‘La promessa della notte’ Conversazioni con i poeti italiani edito da Donzelli.

Bertolucci, Betocchi, Buttitta, Caproni, Cergoly, Fortini, Giudici, Giuliani, Guerra, Loi, Luzi, Merini, Pagliarani, Pierro, Porta, Raboni, Rosselli, Roversi, Sanguineti, Spaziani, Zanzotto. Ventuno poeti raccontati da Renato Minore attraverso le loro stesse parole. Poeti,  alcuni tra i massimi del Novecento, che lo scrittore ha incontrato negli anni passati a intervalli quasi regolari. “Mi sedevo di fronte o accanto al mio poeta […] e si parlava in libertà, senza un argomento prescelto, per ore (a volte anche con sedute ripetute in più giornate), seguendo gli umori che per me erano soprattutto quelli depositati dalla recentissima lettura o rilettura e per il mio interlocutore potevano anche coincidere con il sentimento della giornata, magari con un raggio di sole che tagliava la stanza e poi improvvisamente volava via, scrive Renato Minore. Schegge luminose, indimenticabili, di incontri. Come quello con Pagliarani raccontato da Minore attraverso l’intonazione, lo spessore della voce del poeta che spesso si impenna, o si incrina…
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Renato Minore, “La promessa della notte”

“La  promessa della notte” di Renato Minore, Donzelli Editore (25,00 euro)

“La poesia si trova a essere investita di un ruolo fondamentale in questa melma di disvalori, che è quello di ricreare le connessioni vitali tra passato e futuro. La poesia riesce a conservare ‘quanto resta’ del senso dell’uomo nel momento in cui di quel senso dichiara l’irrecuperabile perdita. La poesia è ‘memoria’ nel senso più alto del termine”.

Sono definizioni e dichiarazioni come questa di Andrea Zanzotto, il grande poeta di Pieve di Soligo scomparso nell’ottobre scorso, che bastano a render questo libro di Renato Minore una lettura coinvolgente, sorprendente, una piccola miniera alla scoperta dell’oro della poesia, attraverso i tunnel che scava ogni poeta e che Minore percorre con ognuno di loro in queste sue interviste. Continua a leggere

Al via TeramoPoesia, Milena Vukotic legge Sylvia Plath

A cura di Luigia Sorrentino

La sesta edizione della rassegna del capoluogo abruzzese si aprirà mercoledì 29 febbraio alle 18.30 nella Sala San Carlo con i sonetti e le favole di Carlo Alberto Salustri, alias Trilussa, lette da Lillo, attore del noto duo comico televisivo.

Tre degli incontri in programma sono, inoltre, dedicati alla poesia nord-americana. Si comincia con Sylvia Plath, la cui scrittura e sentimento d’inadeguatezza saranno commentati giovedì 8 marzo da Melania Mazzucco; i suoi versi invece saranno letti dall’attrice Milena Vukotic.

Giovedì 19 aprile toccherà a Wallace Stevens, interpretato da Fabrizio Gifuni, accanto all’intervento critico di Valerio Magrelli. Il 26 aprile sarà la volta di Walt Whitman con l’intervento dello scrittore Edoardo Albinati, mentre a dar voce all’opera whitmaniana sarà Sandro Lombardi. Continua a leggere

Giulio Latini, “L’energia e lo sguardo”

Appuntamento
a cura di Luigia Sorrentino

Mercoledì 22 febbraio 2012  presentazione a Roma del libro di Giulio Latini L’energia e lo sguardo. Il cinema dell’ENI e i documentari di Gilbert Bovay.  L’appuntamento è alle 17:00, nell’Aula “Giuseppe Dalla Vedova” di Palazzetto Mattei in Villa Celimontana (Via della Navicella n. 12).

Intervengono:  Marta Donzelli, Marco Maggioli, Lucia Nardi e Giovanni Spagnoletti.

L’energia del petrolio, il lavoro operaio, l’impresa industriale: a partire dalla fine dell’Ottocento, tre fra i principali attori destinati a plasmare radicalmente il corpo della modernità incrociano lo sguardo nascente del cinema. Le immagini che traggono origine da questo incontro sono moltissime: nel corso del Novecento, in special modo negli Stati Uniti e in Europa, tutte le più importanti imprese iniziano a comprenderne il potenziale, utilizzandole per comunicare identità e risultati raggiunti. Continua a leggere

Stefania Portaccio, ‘La mattina dopo’

Nello scaffale, ‘La mattina dopo’ di Stefania Portaccio
a cura di Luigia Sorrentino

Mi ha molto colpita questo nuovo libro di poesie di Stefania Portaccio, pubblicato nel 2011 con Passigli,  La mattina dopo.
Intanto, per il titolo, molto forte, definitivo, ma anche aperto: qualcosa è già accaduto, la notte è passata. E’ mattina. 
Sette le sezioni e i titoli,  (Aperta a stella, Brodskij di notte, In morte, Onora la madre,  Salvo tutto, Cosa abbiamo fatto) che guidano il lettore “in uno spazio letterario” e a due elementi, il concavo e il convesso, che indicano, con forza e precisione di forma, come vivere la propria vita. L’ambizione del libro, è che, da una parte si soffre – accostandosi alle sezioni che attengono al dolore – ma dall’altra , no, perché dalla lettura si esce ritemprati. I versi delle poesie qui raccolte infatti, imprimono una grande forza, e offrono una riflessione possibile sul come vivere la vita, nel suo presentarsi, concavo e convesso, appunto. Continua a leggere

“Ritratti di Poesia”, una giornata con la parola poetica

Si svolgerà a Roma il prossimo 26 gennaio, al Tempio di Adriano, in Piazza di Pietra, la sesta edizione di “Ritratti di Poesia”, la manifestazione promossa dalla Fondazione Roma che nel corso degli anni si è imposta come uno dei principali eventi culturali dell’inverno capitolino, grazie alla partecipazione di importanti autori, italiani ed internazionali, e giovani promesse. Quest’anno, tra i protagonisti, il premio Pulitzer Jorie Graham (nella foto) e Francesco De Gregori.

La rassegna, organizzata dalla Fondazione Roma-Arte-Musei con InventaEventi, si snoderà nell’arco dell’intera giornata e sarà dedicata al tema della lettura, vista sia come occasione di riflessione intima ed individuale, sia come momento di ascolto e di fruizione collettiva. Il fitto programma mostrerà quanto la poesia possa essere accessibile al grande pubblico, approfondendo i nessi con le altre forme d’arte, dalla musica al teatro, dalla fotografia alla pittura. Continua a leggere

Le ‘Mille e una notte a colori’ di Marc Chagall

Dopo le ‘Favole’ di La Fontaine e la ‘Genesi’, le ‘Mille e una notte a coloro’ chiudono un trittico prezioso di opere letterarie, le più grandi di tutti i tempi, illustrate da Marc Chagall.
Era stato l’amico Ambroise Vollard, gallerista editore e mecenate, a proporre a Chagall di illustrare le favole di La Fontaine e i libri della Bibbia. E fu ancora Vollard, alla fine degli anni venti, a suggerirgli di affrontare anche la sfida delle ‘Mille e una notte’.
Dopo un primo abbozzo, all’inizio degli anni trenta, il progetto si interruppe. L’artista era insoddisfatto dei procedimenti di stampa a colori allora disponibili. E fu solo una quindicina di anni dopo, negli Stati Uniti, grazie all’incontro con lo stampatore newyorkese Albert Carman, che Chagall riuscì a realizzare la vecchia idea, portandola a compimento nel 1948.

 

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Robert Frost, “Conoscenza della notte” & altre poesie

Robert Frost (1874-1963). Nato in California, dopo la morte del padre si trasferì a undici anni nel New England. Si accostò, fin dall’infanzia alla poesia di Burns, Wordsworth, Bryant e Poe, per poi specializzarsi nello studio delle lettere classiche. Si diplomò a Lawrence, in Massachusetts, (negli Stati Uniti), frequentò il Dartmouth College e Harward senza mai conseguire la laurea. Gli anni dopo il matrimonio con Elinor White furono travagliati da gravi problemi psicologici ed economici. Nel 1912 decise di dedicarsi completamente alla poesia e si trasferì in Inghilterra, dove pubblicò le prime raccolte molto apprezzate da Ezra Pound: “A Boy’s Will” (1913) e “North of Boston” (1914). Frost si distinguerà per la dialettica, spesso irrisolta, tra modernismo e trascendentismo che lo resero il poeta più popolare fra i contemporanei di lingua inglese. Continua a leggere

Michael Cunningham, ‘Al limite della notte’

E’ in libreria dal 20 ottobre l’ultimo romanzo di Michael Cunningham ‘Al limite della notte’ (traduzione di Andrea Silvestri, Collana Narratori Stranieri, Pagine 280, Prezzo € 17,50).

Il romanzo inizia con un sacrificio paradossale: i newyorkesi nel traffico di Broadway si trovano davanti al corpo sanguinante di un cavallo investito da una macchina. Quasi un opera d’arte alla Damien Hirst.

‘Al limite della notte’ racconta la storia di due ricchi quarantenni, Peter e Rebecca Harris, nati e cresciuti a New York, al culmine delle loro carriere – gallerista lui, editor lei – con una figlia universitaria a Boston, pieni di amici, ammirati e invidiati da tutti: sembrano felici. Quando però va a stare da loro il fratello di Rebecca, Ethan (detto in famiglia Erry, “l’errore”), qualcosa si muove in questo mondo dorato. Il ragazzo è un bellissimo ventitreenne, con una storia di droga alle spalle, in cerca di una strada. Accanto a lui, Peter inizia a interrogarsi sull’arte, la passione, gli artisti, il lavoro, il successo – il suo mondo, insomma, che tanto faticosamente si è costruito – e, mentre la confusione aumenta, inizia a sentirsi sempre più attratto da lui. Al limite della notte è un romanzo classico, come ha sottolineato in una bella recensione Jeanette Winterson sul New York Times, dove detta legge quella tipica confusione shakespeariana intorno al ‘genere’ , dove ‘un ragazzo che è una ragazza è un ragazzo che è una ragazza’. Così Ethan, che è la bellezza allo stato sorgivo, sembra agli occhi di Peter, Rebecca da giovanissima, che però sembrava già Ethan oggi. Ma Ethan sembra anche una scultura di Rodin, che ci insegna che la bellezza, scrive Cunningham è ‘ in realtà la normale condizione umana, e non la più rara tra le sue mutazioni’. Il premio Pulitzer, autore di Le ore, torna con un romanzo che è un viaggio nei bisogni e nei desideri più profondi dell’uomo: qual è il posto dell’amore e della bellezza nelle nostre vite? Il romanzo esce in contemporanea con gli Stati Uniti.

MICHAEL CUNNINGHAM è cresciuto a Los Angeles e vive a New York. Per Bompiani sono usciti: Le ore (1999), tradotto in ventisette lingue e vincitore del Premio Pulitzer per la Narrativa, del Pen/Faulkner Award e del Premio Grinzane Cavour 2000 per la Sezione Narrativa Straniera, Carne e sangue (2000), per il quale ha ricevuto il Whiting Writer’s Award, Una casa alla fine del mondo (2001), Mr Brother (2002), Dove la terra finisce (2003) e Giorni memorabili (2007). Dal romanzo Le ore è stato tratto il celebre film interpretato da Meryl Streep, Nicole Kidman e Julianne Moore, mentre da Una casa alla fine del mondo è stata realizzata una versione cinematografica diretta da Michael Meyers.

Notte della Cultura a Cesena

Sarà la poesia ad aprire la Notte della Cultura, con Mariangela Gualtieri che reciterà versi tratti da ‘Bestia di gioia’, la sua ultima raccolta pubblicata da Einaudi nel 2010. L’attore Fabrizio Gifuni e lo scrittore Emanuele Trevi insieme a lei, porranno l’attenzione su quel bene sommo che è la nostra cultura: la più vigorosa barricata contro la volgarità e l’abbruttimento attuali. ‘Ogni cosa tesa, nel tentativo di nutrire ciò che nel profondo di noi ora trema di paura e di fame’.
Dalle poesie di ‘Bestia di gioia’ prende il via quello che la Gualtieri chiama un ‘rito sonoro’. La tessitura si basa su un filo lirico, nel quale la natura e le potenze arcaiche della natura sono in primo piano. “Ciò che non muta/ io canto/ la nuvola, la cima, il gambo/…il coraggio dell’animale nella tana/ quando gli esce il nato fra le zampe…”, senza paura vengono cantate le cose più semplici, con l’intento di riportarle alla loro misteriosa, antica potenza. Accanto a questo lirismo si osa a tratti un noi accorato, straziato, rotto o severo, esortativo, secondo lo spirito epico delle più vive opere da lei scritte per il Teatro Valdoca.

Appuntamenti con Mariangela Gualtieri:
Sabato 2 ottobre presso il Chiostro di San Francesco di Cesena
per info:
www.cesenotte.com

venerdì 15 ottobre  presso il Fienile Fluo di Bologna
per info:
www.crexida.it