Paolo Gioli, “Anthropolaroid”

Paolo Gioli, Torace, 2007, Polaroid 20×24 and Polaroid transfer print on silk, 21¾ x 27½ in. (55.5 x 70 cm)(artwork © Paolo Gioli)

 

L’artista italiano Paolo Gioli si occupa da tempo del corpo umano. Come i suoi film sperimentali, i suoi transfer da Polaroid rappresentano il corpo e i suoi frammenti come mezzo per esaminare la storia e le fondamenta teoriche della fotografia, così come il dialogo di questa con il cinema, la tipografia, la scultura e la pittura. La mostra illustra non solo il virtuosismo tecnico dell’artista, ma anche le sue profonde riflessioni sulla forma umana e sul corpo politico fratturato. Continua a leggere

Emilia Bersabea Cirillo

Risvolto
Sette storie che screditano il senso comune e destrutturano i canoni estetici per svelare le vicende di un corpo femminile destabilizzante e tremendamente attuale: metamorfico, siliconato, deforme, straziato, eterno luogo di attraversamenti, dispute, maternità dolorose, assenze. Sette storie che raccontano di chimere, real doll e donne fuori misura, fatte di carne, niture di plastica, innesti ferini, uteri dati in affitto. Così Emilia Bersabea Cirillo mostra che la vita vera eccede i codici del sapere e del potere, che nascere donna non è un fatto inequivocabile e che i soggetti davvero strabilianti appartengono sempre a un ordine impreciso. Perché il corpo femminile è imperfetto, morfologicamente dubbio, inquietante.

Dalla quarta di copertina

Ma lei sente che potrebbe trattarsi di ali, quando la schiena comincia a bruciare.
Le sente annunciarsi con un prurito violento, come se tentassero di sbucare dalle ossa facendosi spazio tra la massa muscolare. Ne avverte il frullo la sera, prima di addormentarsi, come un arpeggio lieve tra le scapole. E ne ha quasi la prova, quando si guarda allo specchio il mattino e porta le dita della mano su due piccolissimi avvallamenti seguiti da due bozzi. Continua a leggere

Poeti da riscoprire, Giovanna Sicari

Giovanna_Sicari

Giovanna Sicari

Progetto editoriale ideato e curato da Fabrizio Fantoni
con la collaborazione di Luigia Sorrentino


Il dono di sé

Corpo e visione nei versi di Giovanna Sicari

di Gabriela Fantato

Il poeta è colui che grazie ad una speciale disciplina dello sguardo pone un’attenzione assoluta al reale, assumendosi il dolore, la fatica e la responsabilità di tale sguardo, scrive Cristina Campo ne Gli Imperdonabili . Il poeta ha «stile», continua la scrittrice, in quanto ha «una virtù polare, grazie alla quale il sentimento della vita sia nello stesso tempo rarefatto e intensificato».

Il vedere, infatti, è per il poeta un percepire il reale con tutto se stesso, scorgendovi senso e ordine. Ecco perché nel leggere l’opera di un poeta come Giovanna Sicari si sta iniziando un’avventura e bisogna accettare il fatto che ogni approccio possibile, ogni lettura critica appartiene totalmente alla propria radicale relatività, a uno spazio di fatalità e smarrimento. La poesia non consente mai «gesti di superiorità», annotava acutamente Cesare Viviani.

Forse l’unico modo perché vi sia « l’incontro con lo straniero” , ossia con l’autore o l’autrice, è porsi in ascolto totale : solo così si potrà tentare una lettura che sia adesione appassionata alla parola poetica. La lettura di un’opera poetica infatti non è mai spiegazione logico-dimostrativa, ma capacità “quasi fisica” di vicinanza alla potenza e nudità della lingua di poesia.

E’con questo atteggiamento che cercherò di avvicinarmi alla scrittura di Giovanna: una poetessa, un’amica che ho avuto il piacere di conoscere e frequentare spesso, ma che ho anche potuto leggere con attenzione appassionata ancor prima di averla incontrata. Oggi lei non c’è più. Se ne è andata nella notte tra il 30 e il 31 dicembre del 2003 dopo una battaglia combattuta per anni contro un male incurabile.

Resta la sua poesia con tutta la forza che da essa emana e dice la grande dedizione che Giovanna ebbe per la poesia: dedizione appassionata e dolorosa, come è quella provata per ciò che occupa totalmente il nostro animo e da cui ci si sente avvolti, travolti, trascinati e chiamati. Continua a leggere

A “Notti d’autore” Virgilio Sieni

Giovedì 9 maggio 2013  a “Notti d’autore” su Rai Radio 1 alle 0:30 Luigia Sorrentino incontra Virgilio Sieni, coreografo e danzatore, uno dei più apprezzati della danza contemporanea europea.
E’ nato a Firenze, dove ha iniziato la sua formazione alla danza classica  per poi approfondire la sua preparazione artistica ad Amsterdam, New York e Tokyo. Il suo percorso comprende anche lo studio di arti visive, architettura e arti marziali. Famoso a livello internazionale, è uno dei pochi danzatori capaci di aprire attraverso il movimento del corpo una riflessione che mette al centro di tutto proprio il corpo dell’uomo. La corporeità è da lui intesa come un cammino verso l’umano alla scoperta della funzione di “abitante del mondo”. E proprio con la danza Virgilio Sieni si fa portatore di quello che potremmo definire un Nuovo Umanesimo.

L’AUDIO DELL’INTERVISTA A VIRGILIO SIENI di Luigia Sorrentino


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Alda Merini, “Sono nata il 21 a primavera”

In memoria di te, Alda Merini
a cura di Luigia Sorrentino

Non poteva scegliere giorno migliore per nascere, Alda merini, il 21 marzo, anno 1931. E il 21 marzo è la data istituita dall’UNESCO per ricordare la poesia nel mondo, giorno in cui ricorre l’ingresso della Primavera. Quest’anno, la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO ha scelto di celebrare la Giornata a l’Aquila, eleggendola quale “sede” della Giornata Mondiale della Poesia per dare luce a questa città distrutta che, con il terremoto del 6 aprile del 2009, ha visto sbriciolarsi le proprie splendide architetture e le ricchezze artistiche e culturali.
In questa Giornata così altamente simbolica, Poesia, di Luigia Sorrentino sceglie di ricordare la nascita della poetessa Alda Merini,  forse la più popolare in Italia, in assoluto, (di certo quella che vende più libri di poesie, per la gioia degli editori), scomparsa il 1 novembre 2009, a 77 anni. A seguire, la prefazione a “Corpo d’amore” (un incontro con Gesù) di Alda Merini (Frassinelli, 2001) di Mons. Gianfranco Ravasi.
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Marco Rovelli, La parte del fuoco

Appuntamento

Venerdì 19 Ottobre 2012 presentazione e concerto di La parte del fuoco
di Marco Rovelli, Barbès Editore, 2012 (euro 15,00)

ore 21,30 Presentazione del libro con Andrea Cortellessa
22,30 Concerto con Lara Vecoli (violoncello)

Csoa Ex Snia Viscosa, Pigneto – Roma

IL LIBRO
In un vecchio film un uomo di nome Kowalski fugge in auto, lungo le strade senza fine del deserto americano, accompagnato solo da una voce all’autoradio. Non sappiamo da cosa stia fuggendo; conosciamo solo il suo destino alla fine della strada, al punto zero: quando si disintegra in una palla di fuoco. Anche Karim, giovane intellettuale tunisino, è un uomo in fuga – ma il suo destino sarà diverso. Per diciotto giorni conosce l’inferno su una barca, perso nella corrente. Per poi sopravvivere in un “vuoto pneumatico”, le orecchie ancora piene di quello scroscio. Sempre all’erta, come un animale braccato. È in un Centro di Permanenza Temporanea che incontra il “grado zero”, la nuda vita. Dove, come per far breccia nel corpo perché sfiati il troppo che ha attraversato, Karim lo incide, lo tatua, lo taglia. E così si salva dal lager. Continua a leggere

Nadia Agustoni, “Per il verso giusto” (I poeti su Radio Uno)

Nadia Agustoni è il poeta protagonista della puntata del 15 agosto 2012 di “Per il verso giusto”, incontri con i poeti contemporanei, (in onda tutti i mercoledì dalle 5:40 alle 6:00 su Radio Uno), un programma ideato e condotto da Luigia Sorrentino per Radio Uno.
E’ nata a Bergamo, dove vive, nel 1964. Lavora in fabbrica, alle presse. Da vent’anni pubblica libri di poesie, usciti in plaquettes e con piccoli editori. La diffusione della sua poesia ha però avuto un percorso difficile come spesso accade a chi non ha un editore forte alle spalle. L’avvento del web e della rete l’ha un po’ tolta dall’isolamento, ma resta una persona appartata, solitaria, un outsider. Avrebbe voluto pilotare aerei, ma la sua forte miopia glielo ha impedito.
Il percorso poetico di Nadia Agustoni è iniziato negli anni Novanta. Lei si definisce un’autodidatta, perché non ha terminato le scuole superiori per problemi familiari. Il suo libro più significativo è uscito nel 2009, Taccuino nero (Le voci della luna editore), nel quale Nadia parla degli effetti  che produce su corpo e mente la realtà totalizzante del lavoro in fabbrica.

Qui sotto “Per il verso giusto” Incontri con i poeti contemporanei di Luigia Sorrentino
Radio Uno, puntata del 15 agosto 2012 con Nadia Agustoni
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[flv]http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/2012/07/sorrentino-nadia-agustoni-1.mp4[/flv]

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Biennale di Venezia, al via il Festival della danza

Appuntamento


Giunto all’ottava edizione, il Festival Internazionale di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta, in programma da oggi 8 giugno 2012 e fino al 24 giugno, presenta spettacoli, performance, installazioni – fra cui 5 prime mondiali e 5 novità per l’Italia – ma anche conferenze, laboratori e masterclass con alcuni dei protagonisti della scena contemporanea.

E ancora: 20 brevi performance di altrettante compagnie selezionate tramite bando, presentate nella Marathon of the unexpected, uno spazio all’interno del Festival dedicato a lavori inediti e innovativi. Il Festival, diretto da Ismael Ivo e intitolato Awakenings, si snoderà attraverso la città: dagli affascinanti spazi dell’Arsenale – Artiglierie, Corederie, Teatro Piccolo Arsenale, Teatro alle Tese, – alla Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, sede della Biennale, al Teatro Malibran e a spazi inconsueti come il Salone SS. Filippo e Giacomo del Museo Diocesano di Venezia. Continua a leggere

Napoli, “Arte di Palazzo” a Palazzo Manso di Scala

Nove giorni di eventi artistici impreziositi dall’apertura al pubblico della Cappella dell’Immacolata Concezione di Napoli che si trova all’interno di Palazzo Manso di Scala, in via Nilo, nel cuore del centro
storico cittadino.

E’ questo l’itinerario proposto da “Arte di Palazzo”, la manifestazione si svolge dal 17 al 26 maggio e che rientra nell’ambito delle iniziative culturali collaterali al Maggio dei Monumenti. In occasione della rassegna sarà aperta al pubblico, per la prima volta dalla sua realizzazione che risale alla metà del Settecento, la Cappella dell’Immacolata Concezione, da sempre destinata esclusivamente alla nobiltà napoletana. (Nella stampa la statua del Nilo in Piazzetta Nilo detta anche ” Il Corpo di Napoli”).
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Toni Servillo legge Napoli, un lunghissimo applauso…

Si è alzato in piedi tutto il teatro quando, a pochi minuti dall’inizio dello spettacolo, il presidente Giorgio Napolitano è entrato in un palco dell’Argentina in compagnia della moglie Clio, e c’è stato un lunghissimo applauso, durato alcuni minuti. Era l’ultima recita, pomeridiana del 26 febbraio 2012 dello spettacolo “Toni Servillo Legge Napoli”, che ha registrato una serie di tutti esauriti.

In un’ora e mezzo Servillo, con un’eccezionale prova d’attore, presenta un piccolo viaggio nella poesia napoletana da Salvatore di Giacomo a Eduardo De Filippo, da Raffaele Viviani a Enzo Moscato, sino a De Giovanni e Borrelli, concludendo con Totò e la sua “Livella” un percorso attorno al rapporto di quella cultura con l’adilà, tra paradiso, purgatorio e inferno. Continua a leggere

Gabriele D’Annunzio e Alessandra Starabba di Rudinì

Alessandra Starabba di Rudinì . D’Annunzio la definì un’amazzone. Terminò la sua vita nel convento delle carmelitane di Firenze con il nome di suor Maria di Gesù.

“Perdonami, cara amica Alessandra. Brucio due lettere folli che vi avevo scritte, le brucio con due granelli d’incenso. La stanchezza dopo uno sforzo cerebrale durato molti mesi, la natività di un sentimento così nuovo, la malinconia del tempo, la serenità della solitudine pongono il mio spirito in uno stato indicibile d’ebrezza tormentosa. E non voglio troppo turbarvi. Brucio le parole: fiamma nella fiamma. Perdonatemi”. Continua a leggere

Festivaletteratura, La forma materna del pensiero

Festivaletteratura 2001
A cura di Luigia Sorrentino

Festivaletteratura di Mantova 2011, (dal 7 all’11 settembre) LA FORMA MATERNA DEL PENSIERO con Francesca Rigotti (nella foto) e Anna Maria Crispino, che si terrà domenica 11 settembre alle 14:30, al Conservatorio di musica Lucio Campiani – Chiostro, (€ 4,50).

Spesso dimentichiamo come una delle più potenti metafore della creatività del pensiero, il “partorire un’idea”, tragga origine dal parto naturale. In questo senso la nostra cultura ha operato da sempre una divaricazione netta di ruoli tra chi è dedito a concepire e far crescere figli (le donne) e chi invece può dedicare tempo all’attività intellettuale e dunque a concepire idee (gli uomini). Continua a leggere

Rainer Maria Rilke, Le rose

Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino

Les roses di Rainer Maria Rilke con l’introduzione dell’aprile del 1926 di Paul Valery (Passigli, 2010 €9,90) nelle traduzioni di Sabrina Mori Carmignani, sono “uno stupire, un cedere, un essere travolti”. Ed è proprio con queste parole che Rilke definiva la sua passione per la lingua francese, il sentire estetico che in lui, poeta di lingua tedesca, ma anche fine traduttore di poesie francesi, non poteva non spingere verso la creazione personale. La Francia è per Rilke la Parigi di Malte Laurids Brigge e di Rodin, la Provenza di Cézanne, la lingua di Louis Labé, di Mallarmé, di Valery – tutti tradotti da Rilke – e insieme la lingua del suo ‘eremo’ svizzero di Muzot e del sanatori di Valmont, dove il 29 novembre del 1926 si compirà il suo destino terreno. Les Roses è composto da ventiquattro poesie tutte dedicate al tema della rosa, e scritto in un brevissimo arco di tempo, dal 7 al 16 dicembre 1924, con l’unica eccezione di due poesie aggiunte nello stesso anno della morte. Continua a leggere

Adonis, “Storia lacerata nel corpo di una donna”

Adonis, Fabriano, Poiesis 2009 Foto di Luigia Sorrentino

di Luigia Sorrentino

Vi ripropongo la mia intervista ad Adonis, pseudonimo di Ali’ Ahmad Said Esber, nato a Kassabin, in Siria, nel 1930, che per scelta, considera la sua vera patria il Libano. Attualmente Adonis vive a Parigi. E’ uno dei maggiori poeti nel mondo. La bellezza dei suoi versi è tutta nella meraviglia delle immagini, nell’intreccio di metafore, nelle “metamorfosi”, autentiche “migrazioni” nella storia del mondo arabo e islamico. L’intervista è stata realizzata in Italia in occasione dell’uscita del poema Storia lacerata nel corpo di una donna – nell’eccellente traduzione di Fawzi Al Delmi – pubblicato da Guanda. Temi centrali dell’intervista: la donnal’uguaglianza, la libertà di stampa.

 

 

Intervista a Adonis
di Luigia Sorrentino
Traduzione di Fawzi Al Delmi

Fabriano, maggio 2009

Adonis, qual è il tema di questo nuovo poema?

E’ un poema che parla di Agar che era la concubina di Abramo il padre di tutti i profeti. Questa donna fu cacciata via nel deserto con il proprio figlio. Il poema parla della condizione di questa donna che poi rispecchia la condizione della donna attuale.

Perché ha posto la donna al centro della sua prospettiva poetica?
Ci sono diverse idee che percorrono questo poema, ma cercherò di sintetizzarle in due.  La prima idea riguarda le religioni, soprattutto le religioni monoteiste. E’ un tema che va trattato, che va risolto perché diversamente non si possono risolvere i problemi attuali. La seconda idea riguarda la liberazione della donna. La donna non viene dalla costola di Adamo, ma deve essere considerata pari a lui. Alla base del pensiero dominante nella religione la femminilità costituisce un problema, e questa idea deve essere cambiata. Per questo motivo faccio di Agar il primo modello di donna ribelle. Ed è impossibile che questa rivoluzione possa essere attuata nel suo percorso se non si riconsidera e se non vengono rivisitate le religioni monoteiste.

Il tema della donna è infatti presente in molti aspetti della sua scrittura…
E’ presente in tutti gli aspetti della mia scrittura. Io guardo all’uomo e alla donna non in quanto esseri appartenenti a una religione, ma a una società civile. La religione, invece, deve essere assolutamente individuale, perché quando diventa estensione sociale si rovina tutto.

Adonis, quali sono gli ostacoli che vanificano il dialogo tra l’Islam e l’Occidente?
Perché possa esserci un dialogo noi dobbiamo riconoscere l’altro in modo che quando parla possiamo anche ascoltarlo. Le religioni monoteiste non riconoscono l’altro, lo rifiutano. Si dice che vi è un solo dio. In realtà ve ne sono tre: il dio nella Torah ha una sua peculiarità. E il dio nel Cristianesimo è all’opposto di quello che è il dio nella Torah. E il dio islamico è ancora opposto agli altri due. Quindi, se andiamo in profondità, nessuno riconosce l’altro.

Crede che stiamo andando nella direzione giusta? Verso un mondo riconciliato e tollerante?
Non credo. Le cose stanno andando sempre peggio e io personalmente rifiuto la tolleranza. La tolleranza è un altro razzismo mascherato. Sono per l’eguaglianza. L’uomo è per l’eguaglianza e non per la tolleranza.

Adonis, il problema della libertà di stampa è al centro del dibattito internazionale. Perché gli scrittori vengono messi in difficoltà? Perché non possono esprimere liberamente le proprie idee?
Ha ragione, è un problema di carattere internazionale. E’ un problema che non riguarda soltanto il mondo islamico, ma anche l’occidente. L’unica differenza è il grado di limitazione di questa libertà. La libertà di stampa è molto limitata nel mondo islamico e noi scrittori combattiamo per avere maggiore libertà. Ma questo problema riguarda anche l’Occidente. Quindi anche in Occidente la libertà di stampa è molto limitata. Vi sono delle situazioni in cui è vietato parlare. In occidente si commette un errore se si parla solo della limitazione della libertà di stampa nei paesi musulmani, perché nel mondo occidentale si ha lo stesso problema. Per esempio, perché si parla di fondamentalismo islamico e non di fondamentalismo ebraico, o cristiano? Continua a leggere