Emanuele Trevi vince il Premio Strega

Emanuele Trevi vincitore del Premio Strega 2021.

NOTA  DI LUIGIA SORRENTINO

Con il romanzo “Due vite” Neri Pozza Editore Emanuele Trevi nato nel 1964, vince l’edizione 2021 del Premio Strega e per la prima volta nella storia del premio lascia sul sagrato del Ninfeo di Villa Giulia le grandi major dell’editoria italiana.

Il romanzo è il racconto di un’amicizia – tema centrale in molti libri di Trevi – fra tre giovani scrittori: Emanuele Trevi,  Pia Pera (1956-2016) e Rocco Carbone (1962-2008). Il titolo  mette in luce la vita dei due scrittori italiani scomparsi prematuramente, ma anche – lo dichiara lo stesso Trevi, il romanzo racconta la storia delle nostre due vite, “entrambe  destinate a finire: la prima è la vita fisica, fatta di sangue e respiro, la seconda è quella che si svolge nella mente di chi ci ha voluto bene”.

In Due vite Emanuele Trevi si immerge nelle due opposte personalità: quella di Rocco Carbone, per natura incline a infliggere colpi piuttosto che a riceverli, e quella di Pia Pera, persona sensibile, che negli anni della malattia si trasforma in un’eroina che si prepara alla morte.

Emanuele Trevi sta nel mezzo, nel  racconto delle due vite c’è lo scrittore, la sua commovente consapevolezza che gli amici sono anche rappresentazioni delle epoche della nostra vita,  vita “che attraversiamo come navigando in un arcipelago dove arriviamo a doppiare promontori che ci sembrano lontanissimi, rimanendo sempre più soli“.

“Dedico il Premio a mia madre che è mancata durante questo periodo infernale della storia umana che si sarebbe divertita a vedermi in televisione. E poi a un amico, Lorenzo Capellini che è in un momento di difficoltà e mi è stato vicino fino a qualche giorno fa, nel pieno di questa avventura” ha detto Emanuele Trevi. Continua a leggere

Al Madre, conversazioni con Rushdie

Salman Rushdie

Venerdì 21 giugno, alle ore 19.00, sarà il grande scrittore indiano Salman  Rushdie ad inaugurare il debutto de Le Conversazioni, a Napoli, sul terrazzo del Madre, il museo d’arte contemporanea della Regione Campania, e la nuova partnership con la Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee. L’autore, intervistato da Antonio Monda, converserà sul “Pregiudizio”, il tema 2019 del festival, e attraverso film, libri, luoghi, personaggi storici e musiche, da lui scelti, si racconterà al pubblico presente. Continua a leggere

L’assenza della madre nella poesia di Roberto Carifi


ESPERIENZA DELLA MADRE

commento di Luigia Sorrentino

 

Nelle poesie qui presentate Roberto Carifi mette in piedi un’esperienza estrema, senza via di fuga. Nella luce la memoria incontra l’abbandono nella notte. La madre che qui abbandona non è solo “colei che ci mise al mondo”, ma una figura più complessa, archetipica. E’ una donna che incarna la condizione  luminosa e, al tempo stesso, notturna. Pretende il legame anche nella separazione, nel giorno che si decompone.

 

DA IL GELO E LA LUCE, (2003)

Parlavo d’amore alla morte,
indossavo la notte,
un ciuffo di capelli intirizzito,
tenevo nel palmo della mano
l’occhio materno,
gelò in piena estate vestito di pietra
lo volle la notte,
la morte abitò come un’alba il suo giorno,
facevo battere un cuore
con le poche parole rimaste
e al nulla parlavo d’amore. Continua a leggere

Robert Mapplethorpe, Coreografia per una mostra / Choreography for an Exhibition

Philip, 1979. © Robert Mapplethorpe Foundation. Used by permission

Venerdì 14 dicembre 2018, ore 12.00, al Madre, museo d’arte contemporanea Donnaregina della Regione Campania, si terrà l’Anteprima della retrospettiva Robert Mapplethorpe. Coreografia per una mostra / Choreography for an Exhibition, a cura di Laura Valente e Andrea Viliani, dedicata a uno dei più grandi fotografi del XX secolo.

Organizzata in collaborazione con la Robert Mapplethorpe Foundation di New York, la mostra comprenderà più di 160 opere, allestite in ipotetico dialogo con opere archeologiche, antiche e moderne, e per la prima volta, nella storiografia espositiva dell’artista, prevederà un inedito e articolato programma performativo, in cui saranno coinvolti alcuni dei più importanti coreografi internazionali. Continua a leggere

Al Madre una conversazione itinerante con Mario Martone

MARIO MARTONE AL MUSEO MADRE

Dal 6 all’8 ottobre visite guidate e una conversazione itinerante con Martone 

Domenica alle ore 17.00 1977 2018. Mario Martone Museo Madre Curator’s Tour. Un appuntamento con il curatore della mostra Gianluca Riccio, che introdurrà il pubblico al progetto e all’opera centrale del percorso espositivo, il film – flusso di circa 9 ore realizzato dal regista basandosi sullo studio dei materiali conservati nell’Archivio Mario Martone, prodotto dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporaneee realizzato con la produzione esecutiva di PAV e con il supporto della Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival.

Visita gratuita; prenotazione obbligatoria.

Lunedì 8 ottobre, alle ore 15.30Walkabout con Mario Martone, condotto da Carlo Infante di Urban Experience: una conversazione itinerante strutturata come trasmissione radiofonica, in cui il regista si racconterà e interagirà con i partecipanti attraverso delle radio – cuffie che verranno loro distribuite. Un’esplorazione partecipata per condividere le suggestioni sia della mostra sia della città con una guida d’eccezione, partendo dal Madre per arrivare al Nest, Napoli Est Teatro (San Giovanni a Teduccio), per seguire le prove di Tango Glaciale Reloaded, che tornerà in scena il 9 e il 10 ottobre con un riallestimento a cura di Raffaele di Florio e Anna Redi. Connettendo la mostra allo spettacolo sarà sviluppato un ideale percorso in cui la carriera di Martone verrà esplorata a partire dai suoi primi lavori e dal legame con l’arte contemporanea, con uno sguardo al futuro attraverso Tango Glaciale ReloadedCapri-Revolution, il suo ultimo film, in concorso alla 75 Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, di cui la prima immagine è stata esposta in anteprima proprio al Madre.

Il walkabout di Urban Experience è un format che sollecita il dialogo sincopato con i partecipanti, fornendo suggestioni psicogeografiche e narrazioni originali che arricchiscono l’esperienza della visita museale e urbana.
Visita gratuita (escluso il biglietto per il trasporto in metropolitana); prenotazione obbligatoria.

di Gianluca Riccio

Nel corso del tempo, il percorso di Mario Martone (Napoli, 1959) – articolato tra performance, teatro, cinema, opera lirica, creazione di gruppi e spazi teatrali – è andato formandosi come un arcipelago in cui opere distanti nel tempo, nello spazio e nella forma si trovano a dialogare tra di loro.

La prima performance del gruppo Falso Movimento, fondato da Martone a Napoli nel 1979, si svolgeva nella galleria napoletana di Lucio Amelio. Il film che Martone sta ultimando, e che sarà presentato nell’autunno del 2018, avrà lo stesso titolo di un’opera (Capri-Batterie, una lampadina gialla che idealmente prende energia da un limone), che l’artista tedesco Joseph Beuys realizza con Amelio nel 1985, scenario evocato all’ingresso della mostra con l’immagine di un bosco tratta da una sequenza del film (fotografia di Mario Spada) e alcuni materiali di scena.
Non è un caso quindi che sia il Madre a presentare la prima mostra retrospettiva dedicata a Mario Martone.

Accogliendo la tensione Fluxus che anima la sua ricerca, la mostra è presentata sotto forma di un film-flusso, basato sullo studio dei materiali conservati nell’Archivio Mario Martone e realizzato con la produzione esecutiva di PAV, Roma, e con il supporto di Fondazione Campania dei Festival – Napoli Teatro Festival Italia.

Attraverso il montaggio di documenti e filmati inediti, immagini di repertorio, brani di film e riprese di spettacoli teatrali che ne documentano la poliforme attività creativa in un arco storico di quarant’anni, l’esperienza artistica di Martone viene presentata secondo un ordine non cronologico ma evocativo, in cui tutti i segni che raccontano la storia del regista convivono in un rapporto orizzontale di per sé contemporaneo. Proiettato simultaneamente su quattro schermi nella Sala Re_PUBBLICA MADRE, il film-flusso rielabora musealmente la messa in scena di uno spettacolo teatrale di Martone del 1986, Ritorno ad Alphaville, ispirato all’omonimo film di Jean-Luc Godard, e di cui è riproposto l’andamento circolare e la visione simultanea da parte del pubblico. Continua a leggere

MontesantoArte

MontesantoArte è il primo programma di residenza promosso dalla Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee | Museo Madre, il museo d’arte contemporanea della Regione Campania, nell’ambito del bando “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura” (ed. 2016) in collaborazione con Quartiere Intelligente, una piattaforma multi progetto di rigenerazione urbana fondata nel 2013 nel centro storico di Napoli lungo le scale monumentali di Montesanto.

Curato da Adriana Rispoli, il programma semestrale di residenza ha coinvolto quattro giovani artiste italiane con lo scopo di promuovere le ricerche artistiche contemporanee sul territorio regionale. Coerentemente con la dinamica progettuale del Quartiere Intelligente, le artiste sono state invitate a focalizzare la ricerca sul rapporto natura-cultura utilizzando linguaggi trasversali tra le arti visive – video o performance – architettura, design, gardening e auto- costruzione. L’obiettivo è stato quello di creare tangenze tra le discipline, di generare una contaminazione che, entrando in contatto con la comunità di riferimento, ha prodotto buone pratiche di vivere civile, sperimentazioni artistiche esportabili e replicabili anche in altri contesti sociali e urbani.

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Anna e Rosaria Corcione


Museo Madre

dal 12 aprile all’8 maggio
con Anna e Rosaria Corcione
Imago Mundi

Il progetto Imago Mundi from Campania della Fondazine Benetton a cura di Chiara Pirozzi
La mostra è a cura di Chiara Pirozzi per info sul progetto Campania www.imagomundi.com  Continua a leggere

Guido Gozzano “Tutte le poesie”

Guido Gozzano accanto alla madre nel giardino di Villa Meleto (Archivi Alinari)

Guido Gozzano accanto alla madre nel giardino di Villa Meleto (Archivi Alinari)

E’ nelle librerie italiane dal 31 ottobre Guido Gozzano Tutte le poesie, a cura di Andrea Rocca, con un saggio di Marziano Guglielmetti (Mondadori 2016). Continua a leggere

Vivian Lamarque, “Madre d’inverno”

vivian_madredi Fabrizio Fantoni

Madre d’inverno” è stato considerato da più parti, il grande ritorno alla poesia di Vivian Lamarque. Sul punto non si può essere pienamente d’accordo, dal momento che anche la raccolta “Poesie per un gatto” (del 2007) ricopre un posto non secondario nella produzione poetica dell’autrice che non va disconosciuto.
Ma, al di là di tali considerazioni, non c’è dubbio che “Madre d’inverno” sia un’opera importante, un vero risultato, che conferma Vivian Lamarque come una delle voci più rilevanti della poesia contemporanea. Continua a leggere

Artforum, al Madre incontro con Charles Guarino

artforumLunedì 20 ottobre 2014 alle ore 18:00 (Sala delle Colonne, primo piano) il museo MADRE di Napoli ospiterà la prima tappa di un ciclo di conversazioni con Charles Guarino, Publisher di “Artforum International”, una delle più importante rivista di arte contemporanea del mondo.
Le altre conversazioni si terranno in Italia, sempre nel mese di ottobre, al MAXXI di Roma e presso lo Studio La Città di Verona. Continua a leggere

Sofia Gubajdulina & Arvo Part

 
arvo_partVenerdì 26 settembre 2014, ore 20:30
Il TEATRO DI SAN CARLO AL MADRE
Museo MADRE, via Settembrini 79, Napoli  (Primo cortile)
 CONCERTO SU MUSICHE DI: SOFIA GUBAJDULINA –  Sieben Worte (Sette ultime parole) per violoncello, bayan e archi ARVO PÄRT –  Adams Lament (Lamento di Adamo), per coro e archi Continua a leggere

Una poesia di Daniela Di Pasquale

 
mater_bebelicaMadre
Fisso il tuo volto mentre dormi,
lo spazio tra le sopracciglia –
mangiai i tuoi pasti
e cercai d’ingerirti.
Non ti sfioro nemmeno con un sorriso,
ma mi arresto tra un sospiro e l’altro
per amarti un po’ di più.
Mi sei ragione e sempre
da lontano ti scorgo,
nel pulsare di un cuore,
nella stella che mi guarda.
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Daniela Di Pasquale
(1977) vive in Portogallo dal 2007. “Mater babelica”, Lieto colle Editore, 2014, è la sua prima pubblicazione di poesia.
 

Una serata per Lucio Amelio


Lucio_Amelio_-_polaroid_di_Augusto_De_Luca
mercoledì 2 luglio 2014, ore 18:00 – 20:00 museo MADRE
sala Re_PUBBLICA MADRE
(piano terra)
Foto di Augusto De Luca
Una serata al museo MADRE di Napoli per ricordare, nel giorno in cui ricorre l’anniversario dei vent’anni dalla scomparsa, Lucio Amelio. Operando a Napoli per tre decenni, dall’apertura della Modern Art Agency nel 1965, Lucio Amelio è una delle figure che ha maggiormente influenzato la storia dell’arte contemporanea nazionale e internazionale, sostenendo costantemente la produzione e la riflessione sulle arti contemporanee, e il loro ruolo nella nostra società. In occasione della serata verrà presentato il progetto di ricerca, espositivo ed editoriale che il MADRE di Napoli dedicherà a Lucio Amelio nell’autunno 2014, nell’ambito della programmazione complessiva del museo per la prossima stagione espositiva.
Programma della serata:
• Saluti Caterina Miraglia, Assessore Istruzione e Edilizia scolastica – Promozione culturale – Musei e Biblioteche, Regione Campania Fabrizio Vona, Soprintendente, Soprintendenza Speciale per il P.S.A.E. e per il Polo Museale della città di Napoli Pierpaolo Forte, Presidente, Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, Napoli
• Introduzione Andrea Viliani, Direttore, Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, Napoli LUCIO AMELIO. Dalla Modern Art Agency alla genesi di Terrae Motus (1965- 1982). Documenti, opere, una storia (Madre, Napoli, 21 novembre 2014 – 9 marzo 2015)
• Interventi Anna Amelio e Giuliana Amelio (Comitato Scientifico della mostra) Paola Santamaria (Curatorial Advisor della mostra, Archivio Amelio, e Comitato Scientifico della mostra) Eduardo Santamaria (Comitato Scientifico della mostra) Nino Longobardi (Comitato Scientifico della mostra) Giuseppe Morra (Comitato Scientifico della mostra) Angela Tecce (Comitato Scientifico della mostra) Michele Bonuomo (Comitato Scientifico della mostra) Achille Bonito Oliva (Comitato Scientifico della mostra).
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UNA SERATA PER LUCIO AMELIO
MERCOLEDì 2 LUGLIO 2014 ORE 20.00
Museo d’Arte contemporanea DonnaREgina – Madre
Via Luigi Settembrini, 79
80139 Napoli
 
 

A Modena, Vittorino Andreoli


cover_andreoliAppuntamenti


Sabato 12 aprile 2014, il “Forum eventi” di Modena prosegue con Vittorino Andreoli. Lo psichiatra presenta il suo libro “L’educazione (im)possibile” Orientarsi in una società senza padri, Rizzoli, 2014. L’appuntamento è alle 18.30.  L’incontro, come tutti quelli in programma, è a ingresso gratuito.
Le ricette salva figli sono ormai diventate argomento quotidiano di discussione e confronto fra genitori in crisi e insegnanti rinunciatari. C’è chi grida alla sconfitta dell’antiautoritarismo, chi invoca un ritorno alla disciplina tra le mura domestiche e chi accusa la scuola. Vittorino Andreoli, da sempre attento osservatore del disagio psicologico degli adolescenti, spiega in queste pagine che il fallimento educativo invece riguarda tutti, genitori e no, e può essere risolto solo con uno sforzo comune. Educare vuol dire trasformare un figlio in un uomo o una donna capaci a loro volta di diventare padri e madri. Continua a leggere

un giorno così bianco, così bianco

Spalletti_174847Appuntamento

Lia Rumma is pleased to announce
ETTORE SPALLETTI
un giorno così bianco, così bianco

Opening: March 12
7.30 pm
MAXXI, Roma
Via Guido Reni 4A
March 13 – September 14, 2014  Continua a leggere

In nome di Marco

in_nome_di_marcoMarco Pantani morì il 14 febbraio del 2004.
Rizzoli propone un emozionante omaggio a un campione amatissimo attraverso le parole della madre.

Perché Marco Pantani resta il ciclista italiano più amato e rimpianto? In nome di Marco è nato proprio per cercare di rispondere a questa domanda e racconta quello che è successo prima che diventasse il Pirata e dopo la fine della sua vita intensa e tormentata attraverso quattro mani e due voci: la prima è quella di mamma Tonina, che ha ripescato ricordi, episodi buffi, sorrisi, lacrime, la scoperta della bici e persino l’origine di un soprannome segreto. Continua a leggere

Mario Benedetti, “Tersa morte”

Anteprima editoriale
a cura di Luigia Sorrentino

Mario Benedetti, “Tersa morte”,  I poeti dello Specchio, Mondadori, 2013

E’ in uscita nelle librerie italiane, l’ultima opera di poesia di Mario Benedetti, Tersa morte. Un’opera matura, forse la più intensa del poeta friulano che scrive: “Le parole non sono per chi non c’è più”.

Qui accanto Mario Benedetti nel ritratto che comparirà sul retro del libro.

Il teatro degli spettri
di Tommaso di Dio

Mai la poesia di Mario Benedetti è stata così chiara; mai, in questo poeta, il tentativo dello stile ha cercato di essere così asservito al progetto di spartire con il lettore il senso profondo di un’esperienza estrema, dolorosa, quotidiana, comune. In questi versi, l’esperienza umana del morire è “tersa”, chiarificata. Al contrario di quanto era avvenuto nel precedente libro, “Pitture nere su carta”, qui è il tempo il protagonista occulto; il tempo che scandisce, accelera, illude, frena e si inarca sulle tappe di una consapevolezza che cresce pagina dopo pagina. Per quanto è dato all’umano vivere e all’umano scrivere, Continua a leggere

Carlangelo Mauro, “Il giardino e i passi”

Nello scaffale, Carlangelo Mauro
a cura di Luigia Sorrentino

dalla quarta di copertina

In questa sua ultima raccolta Carlangelo Mauro si muove alla ricerca della propria origine: un mondo di umili, lontano, rimosso, che riaffiora per segni e ritrovamenti di sepolti in una lenta, spesso impossibile discesa, segnata com’è dagli «occultamenti » del presente. Di fronte agli avvenimenti irrevocabili e catastrofici della storia, l’economia di gesti domestici e di «voci in disarmo» costituisce una sapienza perduta per la stessa poesia che rivela la sua insufficienza. Le parole di quel mondo «che valgono una vita / senza essere mai scritte» sono infatti irripetibili, i piccoli rimangono «foglie disperse / senza racconto o rima». Nei suoi luoghi abitualmente vissuti, l’autore incontra morti e reperti umani «sigillati» dal materiale piroclastico del Vesuvio, che sembrano comunque voler esprimere, a fronte dei «roghi perfidi » dell’oggi, il valore della marginalità, individuale e storica.

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Presentazione a Roma di “Olimpia”

Appuntamento
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Lunedì 18 febbraio 2013 alle 18:00 alla Casa delle Letterature di Roma (Piazza dell’Orologio, 3) presentazione del libro di poesie Olimpia di Luigia Sorrentino, Interlinea Edizioni, 2013, (euro 14,00). Prefazione di Milo De Angelis, Postfazione di Mario Benedetti.
Interventi di: Brunella Antomarini, Fabrizio Fantoni e Valentino Zeichen. Sarà presente l’autrice.

Scrivendo Olimpia, Luigia Sorrentino scrive il libro della sua vita. Olimpia punta all’essenza, tocca in profondità le grandi questioni dell’origine e della morte, dell’umano e del sacro, del nostro incontro con i millenni. Ha uno sguardo lungimirante: sguardo ampio, prospettico, a volo d’aquila. Ma ha anche improvvisi affondi nella fiamma del verso.

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A “Notti d’autore” Erri De Luca

Protagonista della quinta puntata di “Notti d’autore” in onda il 7 febbraio 2013 su Rai Radio1 è Erri De Luca uno dei più affermati scrittori italiani.

Nato a Napoli nel 1950, dal 1989, anno in cui è uscito il suo primo romanzo “Non ora, non qui” ha scritto decine e decine di libri, anche libri di poesie. Ha tradotto numerosi testi sacri dall’ebraico antico, la lingua dei padri. Scrive per il cinema e per il teatro. E’ un vecchio-bambino, o un bambino-vecchio che ha un dono rarissimo: quello di depositare la parola nel cuore di chi legge. Le storie che scrive spesso sono il desiderio di riaffermare il passato, costringendolo ad esserci una seconda volta. Ripete spesso questa frase: “Per me la scrittura è un tempo festivo, della felicità”.

L’AUDIO DELL’INTERVISTA A ERRI DE LUCA di Luigia Sorrentino

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Paola Santucci, Interno 12

Nello scaffale, Paola Santucci
a cura di Luigia Sorrentino

Le poesie che leggeremo oggi sono di Paola Santucci. Napoletana, la Santucci ha al suo attivo numerosi volumi di saggistica d’arte (pubblicati in Italia e all’estero), una lunga consulenza storico-artistico-letteraria per RAI Educational e una intensa attività di promozione culturale ed editoriale.

La sua prima raccolta di versi INTERNO 12, (pubblicata da Manni, Lecce 2010), è stata finalista al concorso intitolato a Giancarlo Mazzacurati e Vittorio Russo promosso dalle Edizioni d’If (Napoli, 2008). Lo stesso volue è stato finalista e segnalato per merito da Giorgio Barberi Squarotti al Concorso letterario nazionale Beppe Manfredi per la poesia edita, Opera prima. INTERNO 12 verrà rappresentato a Napoli dalla Compagnia L’imprenditore di sogni nell’aprile 2013. Continua a leggere

Annamaria Farabbi, solo dieci pani

Nello scaffale: Annamaria Farabbi
a cura di Luigia Sorrentino

il colloquio
tra figlia e madre

Ho studiato che il rosone di alcune chiese romaniche è stato progettato come meridiana notturna affinché i monaci, durante la preghiera, potessero conoscere l’ora, osservando le stelle, attraverso la rosa vitrea.

Non tanto per conoscere ò’ora figlia mia, ma per l’esercizio interiore della dilatazione. Per l’accoglienza minima dell’infinito. Sì studia. Ma dimentica tutto umilmente.
Raggiungi le terre oltre le chiese. Entra nel fuoco assiale della tua lente interiore. La meta profonda del tuo viaggio è in te: saper mangiare pane respirando il vuoto limpido.

di Annamaria Farabbi “solo dieci pani” LietoColle editore, 2009

Margherita Rimi, “Era farsi”

“Era farsi” è un’autoantologia che raccoglie le poesie dal 1974 al 2011 di Margherita Rimi, prefazione di Daniela Marcheschi, Marsilio Editore, 2012.

Nell’autoantologia Margherita Rimi ha inserito testi sia editi che inediti, alcuni, ‘riveduti’ e ‘corretti’, tratti da precedenti pubblicazioni. Nella organizzazione e nella disposizione dei componimenti Margherita Rimi ha seguito un ordine prevalentemente cronologico, tranne nei casi in cui ha privilegiato un aspetto tematico.

Margherita Rimi è nata a Pizzi, Palermo, e risiede in provincia di Agrigento. Poeta, medico e neuropsichiatra infantile, svolge da anni un’intensa attività di cura e tutela dell’infanzia e dell’adolescenza, lavorando, in particolare, con i bambini che hanno subito violenze e abusi e con i minori portatori di handicap. Continua a leggere

Vivian Lamarque, “Per il verso giusto” (I poeti su Radio Uno)

Vivian Lamarque inaugura il primo ciclo di conversazioni con i poeti contemporanei  “Per il verso giusto”, un programma ideato e condotto da Luigia Sorrentino per Radio Uno e in onda ogni mercoledì fino al 5 settembre 2012 dalle 5.40 alle 6:00.

Vivian Lamarque è nata a Tèsero, in provincia di Trento nel 1946. La sua storia assomiglia a un ‘romanzo familiare’: ha avuto due famiglie una di genitori naturali, l’altra di genitori adottivi, che le hanno lasciato in eredità tre cognomi. La sua poesia si distingue per una particolare trasparenza del linguaggio e nasce dall‘autobiografia… Poeta tra le più affermate in Italia, ha scritto centinaia di poesie e di fiabe. L’Oscar Mondadori che raccoglie tutti i suoi libri di poesie ha venduto circa 16 mila copie fino ad oggi.

Qui sotto “Per il verso giusto” Incontri con i poeti contemporanei di Luigia Sorrentino
Radio Uno, puntata del 4 luglio 2012 con Vivian Lamarque

[flv]http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/2012/06/lamarque_28062012.mp4[/flv] Continua a leggere

Fiumara d’arte, “Il rito della luce 2012”

Appuntamento
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E’ dedicata al futuro e alle nuove generazioni la terza edizione del “Rito della Luce”, organizzata sabato 30 giugno e domenica 1 luglio 2012 dalla fondazione Fiumara d’Arte di Antonio Presti. Il “rito” si svolgerà al Museo della Ceramica di Santo Stefano di Camastra e alla Piramide 38 Parallelo di Motta d’Affermo. (Nella foto l’aurora boreale, il risveglio della luce, foto Ansa, tutti i diritti riservati).

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Herta Müller, “Essere o non essere Ion”

Sarà in libreria il 25 maggio 2012 Essere o non essere Ion Transeuropa edizioni (€ 10,97) la prima opera che il premio Nobel Herta Müller ha scritto in romeno. Un testo che mescola prosa, poesia e arte visiva, in un caleidoscopio di parole e immagini che unisce una raffinata ricerca stilistica e un’immediatezza giocosa e surreale che parla al bambino che è in tutti i lettori.

Un’opera letteraria e visiva che, utilizzando ritagli di riviste e giornali, fa affiorare in superficie la lingua romena che è sempre stata presente nella scrittura della Müller, seppur tenuta nascosta dentro la sua lingua madre, il tedesco. Herta Müller gioca con le parole, con quella lingua amata e odiata – la lingua della dittatura di Ceauşescu – che l’ha costretta all’esilio. E mentre prende il controllo artistico della lingua usata per interrogarla, mentre la interroga a sua volta, trova un modo nuovo per continuare il suo percorso letterario, per scandagliare i traumi, biografici o storici che siano, attraverso la scrittura, attraverso la scomposizione e ricomposizione delle parole. Per ritrovare forse, nel gioco, un senso. Continua a leggere

La vostra voce, lettera dalla crisi n. 1

Lettera dalla crisi
a cura di Luigia Sorrentino

Questa mail l’ho ricevuta il 13 maggio 2012. La fabbrica a cui si fa riferimento, presumo, si trovi al nord Italia.
E’ una lettera importante. Credo che a scriverla sia un uomo, forse anche una donna, in ogni caso è ‘una persona’ che preferisce mantenere l’anonimato. La persona che scrive – ha 50 anni – ha già affrontato cassa integrazione, crisi del sindacato, e totale assenza di difesa dei diritti dei lavoratori – diritti legittimi -all’interno della fabbrica nella quale lavora.
La foto qui inserita, è generica, è una foto d’archivio. Non rappresenta la condizione di lavoro di cui si parla nella lettera.
A voi nei commentiContinua a leggere

Elio Pecora, “La scrittura e la vita”

Biblioteca Aragno: Elio Pecora LA SCRITTURA E LA VITA, 2012 (€ 12,00)Questo libro nasce da conversazioni che si sono svolte, lungo diverse stagioni, nella casa romana di Francesca Sanvitale. L’autrice di “Madre e figlia” e de “La camera ottica”, la narratrice e l’intellettuale, si è raccontata all’amico che già di lei aveva pubblicato sulla rivista Belfagor, un ritratto.  Qui un’intera esistenza si svela, un tempo vasto e difficile, dagli anni del fascismo a questi nostri anni confusi, vi si riflette e consuma. Il rigore e il vigore, con cui la donna scrittrice, dall’infanzia alla vecchiaia, affronta le vicende familiari, i molti disagi, le striscianti incomprensioni, i vacillanti amori, e lo stesso lavoro letterario, provano quanto possa un’intelligenza onesta in una realtà aspra e pure molto amata.

La voce, che si leva da queste pagine e vi si espande, comporta i suoi sorrisi accennati, le sue ironie appuntite, i suoi pensieri netti e interroganti. Ne viene una storia tutta percorsa dall’energia di chi si conosce vivo e partecipe.

Stefania Portaccio, ‘La mattina dopo’

Nello scaffale, ‘La mattina dopo’ di Stefania Portaccio
a cura di Luigia Sorrentino

Mi ha molto colpita questo nuovo libro di poesie di Stefania Portaccio, pubblicato nel 2011 con Passigli,  La mattina dopo.
Intanto, per il titolo, molto forte, definitivo, ma anche aperto: qualcosa è già accaduto, la notte è passata. E’ mattina. 
Sette le sezioni e i titoli,  (Aperta a stella, Brodskij di notte, In morte, Onora la madre,  Salvo tutto, Cosa abbiamo fatto) che guidano il lettore “in uno spazio letterario” e a due elementi, il concavo e il convesso, che indicano, con forza e precisione di forma, come vivere la propria vita. L’ambizione del libro, è che, da una parte si soffre – accostandosi alle sezioni che attengono al dolore – ma dall’altra , no, perché dalla lettura si esce ritemprati. I versi delle poesie qui raccolte infatti, imprimono una grande forza, e offrono una riflessione possibile sul come vivere la vita, nel suo presentarsi, concavo e convesso, appunto. Continua a leggere

In memoria di te, Paul Celan – Volkstrauertag –

In memoria di te, Paul Celan
a cura di Luigia Sorrentino

Le vittime della Shoah furono circa 6 milioni. Fra esse, dovremmo includere un nome, o un non-nome, se preferite: Paul Celan.

Tutta la sua esistenza, incarnò strenuamente l’immane tragedia dello sterminio che  transfuse in sé  e nella poesia al punto da  annullarsi totalmente come persona. L’epilogo di Celan fu il suicidio.  Con quell’atto finale il poeta testimoniò la sua personale vergogna: l’aver  scritto da esule, (viveva in Francia) nella sua lingua-madre, il tedesco, (la lingua-madre degli aguzzini nazisti.)

La sua vita quotidiana si svolse in francese,  “a fronte” dei propri testi scritti in tedesco. Lo sguardo di Paul Celan non si distolse mai dal “Gegenuber” (qualcosa a fronte), che Celan identificò nella Memoria. 

Epilogo. La traduzione del dolore
di Camilla Miglio

Paul Celan ha tradotto, o meglio traslitterato il proprio nome dal tedesco al rumeno. Da Antschel a Ancel. Lo ha poi ripetuto a testa in giù. Cel-An: può suonare rumeno, francese, comunque straniero a orecchie tedesche. La ripetizione del nome, lo pseudo-nome diventa la sua persona nell’interessante accezione latina ricordata da MarKo Pajevic: da per-sonare, risuonare attraverso. Continua a leggere

Nicole Janigro, ‘Le lingue e i luoghi’

Altre scritture: Nicole Janigro ‘Le lingue e i luoghi’
a cura di Luigia Sorrentino

All’inizio non c’era che una sola lingua. Gli oggetti, le cose, i sentimenti, i colori, i sogni, le lettere, i libri, i giornali, erano quella lingua.
Non avrei mai immaginato che potesse esistere un’altra lingua, che un essere umano potesse pronunciare parole che non sarei riuscita a capire. Perché avrebbe dovuto farlo? Per quale motivo?

Agota Kristof, L’analfabeta

Voi vorreste, signori, che vi mostrassi la mia casa natale? Ma mia madre ha partorito nell’ospedale di Fiume, e questo ospedale è ormai distrutto. Non riuscirete a mettere una lapide sulla mia casa, perché anch’essa è probabilmente distrutta. Oppure dovreste mettere tre, quattro lapidi con il mio nome: in diverse città e in diversi stati, ma anche qui io non potrei aiutarvi, perché non so quale è stata la mia città natale, non mi ricordo più dove ho vissuto durante l’infanzia, so appena in quale lingua ho parlato.
Quel che ricordo sono immagini: la palma che dondola e gli oleandri da qualche parte vicino a un qualche mare, il Danubio che scorre torbido, verde, vicino ai prati, una filastrocca: èn-den-dina, ti-raka, tina…

Danilo Kis, Apatride Continua a leggere

Solstizio d’estate, il rito della luce

La Fondazione Fiumara d’Arte ha scelto il momento fortemente simbolico del solstizio d’estate per organizzare il “Rito della luce”, nel momento in cui il sole allo zenit sarà al culmine della sua inesauribile energia.

Da oggi a martedì, nei giorni delle porte solstiziali, i più lunghi dell’anno, è possibile, dal mattino al tramonto, sull’altura di Motta d’Affermo, entrare all’interno della Piramide – 38esimo Parallelo, l’opera imponente di Mauro Staccioli alta 30 metri, la cui costruzione è durata 2 anni e mezzo, che sintetizza la coesistenza degli opposti.
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Anteprima-video, Derek Walcott legge “Moon-Child”

La sala Aurelia dell’Accademia Americana a Villa Aurelia a Roma lunedi 4 aprile alle 21,00  si trasformerà in uno spazio teatrale per vivere l’atmosfera di canti e musiche caraibiche, con il Premio Nobel Derek Walcott e un cast di attori tra i quali Wendell Manwarren, Giovanna Bozzolo e Dean Atta che leggeranno in anteprima mondiale dalla nuova opera Moon-Child di Derek Walcott, ancora inedita in Italia (con un concerto di Ti Jean).
Derek Walcott – Premio Nobel nel 1992 – è nato a Santa Lucia un’isola dei caraibi, ed è vissuto lì per gran parte della sua vita, viaggiando spesso e insegnando all’estero, anche negli Stati Uniti (dove ha insegnato nell’Università di Boston fino al 2007). Oltre ad essere l’autore di sedici libri di poesie, Walcott è anche un regista teatrale e un commediografo e ha fondato il Trinidad Theater Workshop nel 1959, e il Boston Playwright’s Theater nel 1981.
Ha scritto molte opere teatrali e i testi per il musical di Paul Simon, The Cape Man

Luigia Sorrentino ha realizzato un’intervista con Derek Walcott (di cui vi diamo qui una brevissima anticipazione) in occasione delle due serate romane per ricordare l’opera di poeta e prosatore di Iosif Brodskij (del 17-18 marzo scorsi alla  John Cabot University e a Villa Aurelia, sede dell’Accademia Americana a Roma) . 

Derek Walcott, il più grande poeta delle Indie Occidentali, esprime nelle sue opere il conflitto tra l’eredità della cultutra europea e quella delle sue origini, Santa Lucia e i Caraibi.
Walcott ci ha anche parlato della sua attività di pittore e di illustratore, specificando però che le due attività sono da lui tenute ben distinte l’una dall’altra.

  [flv]http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/2011/03/walcott_31032011.flv[/flv] 

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Valentino Zeichen, “Poesie giovanili” 1958-1967

DIARIO FAMILIARE
di Valentino Zeichen

Dopo la fine della seconda guerra mondiale, sono stato parcheggiato a Kantride (Fiume), in una colonia marina che protraeva la chiusura oltre l’estate, per albergare orfani autunnali. Mia madre era tisica, ormai all’ultimo stadio, e così l’avevano ricoverata in un sanatorio vicino a Laurana, sulla costa. Dopo mesi di sparizione senza che avessi sue notizie, mi avevano confidato la verità. Una vigilatrice mi aveva preavvisato: mia madre sarebbe venuta a trovarmi, compatibilmente con le sue condizioni di salute. L’incertezza sulla data angosciava le mie aspettative giornaliere. L’edificio della colonia doveva risalire agli anni Trenta; ricordo una costruzione a due piani con tanti oblò; un lungo porticato di colonne cilindriche, e la facciata esposta a ponente, verso il mare. Dopo giorni pieni di aspettative e vuoti di notizie, le mie cieche congetture sul futuro, svanirono.
Per qualche motivo che mi sfuggiva, la visita tanto attesa, era stata anticipata, quasi affrettata per l’indomani, domenica. L’orario previsto per i visitatori era dalle due del pomeriggio alle cinque. Era da cinque mesi che cercavo di rivederla. Il mare antistante pareva gonfio d’ira come un’idra; le onde avanzavano ingigantite dalla bora, mi avrebbero travolto, e sarei annegato prima di rivedere mia madre? Era un mare dalle tinte livide, infuriato, inadatto per una cartolina illustrata del Quarnaro, anche se era solo Carnarius: divoratore di carne.
Mi trovavo a un lato del porticato, distante da altri visitatori, sorvegliato da una vigilatrice che doveva consegnarmi a mia madre. Quando mi intravide da lontano, accelerò il passo; mi sorrise appena scoprendo i suoi magnifici denti. La guardavo; volevo muovermi, ma ero come paralizzato da un’ignota paura. La lunga separazione da lei mi aveva disaffezionato dalla consuetudine di correrle incontro e saltarle al collo. Era rimasta alta e slanciata come la ricordavo. Venne verso di me e mi accolse tra le sue braccia, al rallentatore, come se avesse esaurito le sue forze, alquanto a disagio, dovuto alla mia rigidità. Mentre mordicchiavo un dolcetto, lei parlava con la mia guardiana, informandosi dello stato della mia salute; ero stato a lungo malato e non ho mai saputo il genere di malattia.
Per tutta la durata della visita ci dicemmo poco o niente: solo consueti diversivi: “Guarda, c’è una nave al largo”. Mi sentivo assalito da cupi presentimenti, e tra questi quello più ovvio che mi suggeriva il suo pallore cadaverico; in me moriva la speranza di rivederla. Fra noi altalenava uno struggente disagio; ogni nuova parola pronunciata poteva essere l’inizio di una nuova frase che precedeva il commiato. Alternavo lo sguardo tra il viso di mia madre e le ombre sghembe del colonnato, che si allungavano e impallidivano fino alla sparizione del sole. Indisponente, oppresso da tanti presagi, non facevo che informarmi su quanto tempo mancava ancora alla fine della visita, come se volessi troncarla e mandare via mia madre prima del sibilo della sirena che poneva termine alla visita. Sullo sfondo sbiadiva un raggelante rosseggiante, adombrato dagli altri pini marittimi. Le cose intorno si decoloravano perdendo luminosità. Continua a leggere