Il metodo di Fernanda Pivano, la testimonianza diretta

Fernanda Pivano e Luigia Sorrentino foto d’archivio

Fernanda Pivano nome tutelare della Beat Generation in Italia, ha iniziato la sua attività letteraria sotto la guida di Cesare Pavese, nel 1943, con l'”Antologia di Spoon River“, di Edgar Lee Masters. Successivamente ha tradotto molti altri romanzieri americani, Faulkner, Hemingway, Fitzgerald, Anderson, Gertrude Stein, corredando, a quasi tutte le sue traduzioni, saggi critici. Come talent scout editoriale ha suggerito la pubblicazione degli scrittori contemporanei più significativi d’America, da quelli citati negli anni Venti a quelli del dissenso negro, come Richard Wrigth, ai protagonisti del dissenso non violento degli anni Sessanta: Ginsberg, Kerouac, Burroughs, Ferlinghetti, Corso, agli autori ora giovanissimi quali Leavitt, McInerney, Ellis. Per quest’ultimo ha scritto un lungo saggio che costituisce una breve storia del minimalismo letterario americano.
Si è presto affermata come saggista confermando in Italia un metodo critico basato sulla testimonianza diretta, sulla storia del costume e sull’indagine storico-sociale degli scrittori e dei fenomeni letterari.

Intervista a Fernanda Pivano
di Luigia Sorrentino
Milano, 15 maggio 2005

Raffaele La Capria, Video Intervista

Raffaele La Capria in un frame dell’intervista

Nota di Luigia Sorrentino

 

Ho incontrato Raffaele La Capria in occasione dell’uscita del suo nuovo libro “L’estro quotidiano“, una raccolta di racconti autobiografici scritta nel 2003 e pubblicata con Mondadori nel 2005.

La cosa che mi ha colpito di questi racconti (cinquantatré) sono i riferimenti a eventi di politica estera avvenuti in questi ultimi anni : la guerra in Iraq, la cattura di Saddam Hussein, gli attentati di Nassirya, in Cecenia e in Ossezia.

Tutti i racconti mettono in evidenza l’avversione per lo scrittore per la violenza e la guerra… Un’opera nella quale l’autore si sofferma anche sulla morte di persone a lui care, come ad esempio i suoi genitori, ma anche amici.

L’uscita di questo libro è stata l’occasione per incontrare Raffaele La Capria nella sua casa di Roma e di aprire un dialogo sulla nostra epoca funestata da eventi tragici.

Per la prima volta ho realizzato l’intervista da sola, senza l’aiuto di un operatore televisivo e anche il montaggio l’ho fatto da sola. La qualità non è perfetta, anche perché spesso dovevo alzare la voce per farmi sentire da Raffaele che come si sa, non sente bene da un orecchio. Vi prego di scusarmi. Quello che mi premeva era rendere testimonianza attraverso la voce di Raffaele La Capria, uno dei maggiori scrittori italiani.

Spero di esserci riuscita.

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