“Il mondo nelle cose” di Nadia Agustoni

Una nota di Livia Candiani a “Il mondo nelle cose” di Nadia Agustoni
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Io devo leggere il tuo libro con fame perché vivo in quel modo che lì è scritto, non solo i contenuti ma il linguaggio, il modo, che non mi sembra per niente semplice, secondo me in questo libro tu hai fatto un lavoro da minatore o minatrice al linguaggio, l’hai smembrato e rosicchiato e sei arrivata a delle ossa vive, a quel mutismo che abbiamo noi che viviamo senza saper vivere né parlare, io dal tuo libro mi sento compresa, non mi chiede di capire ma di abitare, di sabotare i luoghi comuni e di lasciare che il dolore dica parole come gesso secchi cane e che siano parole acuminate eppure le stesse dell’ordinario: “il mondo nelle cose”, ed è un mondo che urla perché non ci sta dentro nei nomi, sborda fuori a dire il male di chi è inabitante, di chi è persona da interni ma non ha casa né muri né un dentro è tutto fuori e la lingua viene da fuori e dice le mappe per passare dall’infanzia alla vecchiaia senza fermarsi alla ragionevolezza. Continua a leggere

“Fragilità del bene”, di Loredana Magazzeni

Una nota su “Fragilità del bene” di Loredana Magazzeni

di Nadia Agustoni

Un percorso che è apprendimento del quotidiano quello di Loredana Magazzeni, che con “Fragilità del bene” Smasher 2012 ci dà il senso di un’aderenza a parole che ci riportano alla materia di cui la vita si sostiene. Lontanissima dalla vanità dei distruttori, Magazzeni crede invece nel gesto che ripara, gesto sommamente femminile se lo pensiamo come cura materna, se pensiamo all’arte medica, ed è un esempio, le cose sono più complesse. La poesia di Loredana Magazzeni ha la franchezza di chi esplora confini, già lo dimostrava la sua precedente raccolta “Volevo essere Jeanne Hébutern” uscita per Le voci della luna 2012, ma in questi testi, pubblicati ora ma scritti tra il 1998 e il 2004, vi è una meditazione sull’oscuro in cui si avverte che né l’io né il noi sono certezza, ma restano campo aperto, domanda. Continua a leggere

Valter Binaghi, “Melissa, la donna che cambiò la storia”

Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino

Valter Binaghi. Melissa la donna che cambiò la storia.
Newton Compton 2012

di Nadia Agustoni

Il romanzo racconta la vita di una donna filosofa della scuola di Pitagora. La sua vicenda comincia a Crotone mentre il maestro è ancora vivo e lei giovane aristocratica è ammessa alle sue lezioni con poche altre donne. Una congiura porta all’eccidio dei pitagorici presenti a Crotone e la vita della giovane cambia. Conosce prigionia, stupro e schiavitù, ma ha nella cattiva sorte, il conforto di un’altra donna della sua stessa scuola, che più avanti nell’apprendimento della filosofia saprà infondergli la saggezza e il coraggio necessari per guardare alla propria vicenda con distacco. (…) Continua a leggere

Piero Marelli, “Corale delle Dolomiti”

Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino

Piero Marelli. Corale delle Dolomiti.
Con tavole di Fiore Minotti
La Vita Felice 2012.

di Nadia Agustoni

Poeta e critico letterario con all’attivo una lunga serie di pubblicazioni, Piero Marelli, ci dà un libro che è un tributo alle montagne che lui ama, le Dolomiti. Il libro, corredato da tavole a colori di Fiore Minotti, si apre e si chiude con due leggende di questi luoghi. (…) Continua a leggere

Nadia Fusini racconta Katharine Mansfield

Nello scaffale, Katherine Mansfield – nel 90° anniversario dalla scomparsa –
a cura di Luigia Sorrentino

La figlia del sole, Katharine Mansfield raccontata da Nadia Fusini (nella foto)

di Elena Petrassi

Come un’onda che appare e scompare, di tanto in tanto il nome e l’opera di Katherine Mansfield appaiono nelle acque, peraltro placide e sin troppo domestiche, dell’editoria italiana. Dopo le prove magistrali di Pietro Citati con Vita breve di Katherine Mansfield e Da una stanza all’altra – (Stanza d’affitto) di Grazia Livi, pubblicati entrambi nei primi anni Ottanta, poco altro è stato detto di questa scrittrice singolare e appassionata, considerata maestra nell’arte del racconto e inserita in un Pantheon dove troneggia in compagnia di Anton Cechov e Raymond Carver. Continua a leggere

Roberta Borsani, “La danza della vita”

Nello scaffale, Roberta Borsani
a cura di Luigia Sorrentino

Conversazione con Roberta Borsani su “La danza della vita“.

di Nadia Agustoni

Un libro sul significato delle fiabe in rapporto al femminile è quello scritto da Roberta Borsani, saggista, scrittrice e insegnante, che dedica a questo tema un’interessante riflessione rileggendo per noi alcune celebri storie, Biancaneve, Rosaspina, La piccola fata e Hansel e Gretel; in quest’ultimo caso operando una riscrittura per evidenziare come la trama della fiaba, toccando la questione del cibo e della fame, a livello psicologico/simbolico incontri la complessa questione dell’anoressia/bulimia. Borsani in “La danza della vita” Lindau 2012, compie quasi un percorso iniziatico e porta noi lettori, tramite i personaggi delle favole, in zone d’ombra interiori affinché possiamo vedere da cosa siamo influenzati inconsciamente e come gli archetipi agiscano attraverso di noi. L’autrice, ricordandoci cosa significa avere un destino, parla di fate sagge e streghe cattive come di due estremi necessari per aiutarci a comprendere quale sia il nostro cammino e a realizzarlo. …….. Continua a leggere

Una rapida ebbrezza, I giorni genovesi di Elisabetta d’Austria

Nello scaffale
Una rapida ebbrezza. I giorni genovesi di Elisabetta D’Austria. A cura di Vittorio Laura e Massimo Sannelli, Edizioni GMT 2012

di Nadia Agustoni

A fine marzo 1893 è di passaggio a Genova Elisabetta D’Austria. L’imperatrice, o Kaiserin, diretta ad altre mete, Napoli e la Grecia, si ferma pochi giorni nella città ligure ma il suo passaggio nel capoluogo non sfugge ai cronisti e ai curiosi. L’agile libretto “Una rapida ebbrezza. I giorni genovesi di Elisabetta D’Austria” Edizioni GMT 2012, pubblicato a cura di Vittorio Laura e Massimo Sannelli è incentrato sul racconto di questa visita ed è corredato da uno scritto dello stesso Sannelli, poeta e filologo, sulla figura dell’imperatrice, resa popolare dai film con l’attrice Romy Schneider, mentre agli articoli dei giornali cittadini dell’epoca, in particolare il ” Secolo XIX” e il “Caffaro” è affidato il racconto di quella rapida vicenda. Continua a leggere

Gellert Tamas, L’Uomo laser

Gellert Tamas, L’uomo laser, C’era una volta la Svezia

di Nadia Agustoni

Un paese, la Svezia, considerato un modello di tolleranza, ma dove i movimenti e i partiti di estrema destra (apertamente nazisti in alcuni casi) hanno molto seguito. A partire dagli anni 90 hanno ispirato le azioni di cupi personaggi, come il serial killer John Ausonius, che nel 1991/1992, armato di un fucile a raggio laser, colpì una decina di immigrati con lo scopo deliberato di uccidere e terrorizzare chi, arrivando da paesi non occidentali, aspirasse a una nuova vita proprio in Svezia.

Gellert Tamas è uno scrittore e giornalista svedese di origine ungherese, e con “L’uomo laser”, edizioni Iperborea 2012, ha scritto un libro inchiesta durissimo, dettagliato e pensato come un’indagine a tutto campo sulla società svedese. Tamas ha parlato con poliziotti e politici, con la gente della strada, con sindacalisti, con la regina e con psicologi; infine ha parlato con lo stesso serial killer, John Ausonius, incontrato più volte in carcere, dove ribadirà all’interlocutore le proprie convinzioni. Continua a leggere

Il Soccombente, con Roberto Herlitzka

Appuntamento

Al TEATRO COMUNALE DI FORMELLO va in scena Il Soccombente, con Roberto Herlitzka.

Debutta in Prima Nazionale il 10 e 11 novembre 2012 (sabato ore 21.00 – domenica ore 17.30) presso il Teatro Comunale di Formello, Il Soccombente, di Thomas Bernhard, riduzione dall’ omonimo romanzo a cura di Ruggero Cappuccio.
Roberto Herlitzka è Il protagonista della pièce diretta da Nadia Baldi.

Una delle opere più note di Bernhard, Il soccombente tratta del fittizio rapporto tra il famoso pianista canadese Glenn Gould e due suoi giovani compagni di studio al Mozarteum di Salisburgo negli anni cinquanta.
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Stefano Benni, “Di tutte le ricchezze”

Nello Scaffale, Stefano Benni
a cura di Luigia Sorrentino

di Nadia Agustoni

Il nuovo libro di Stefano Benni, “Di tutte le ricchezze” Feltrinelli 2012, è un romanzo in cui temi diversi si intrecciano e un lungo filo si dipana portando il lettore in una storia complessa con personaggi di varia umanità. La terza età, l’amore che fu e forse ritorna, complice una giovane amicizia, un figlio amato e lontano, il degrado dei luoghi e i loro misteri consegnati a una memoria orale e collettiva, sono il fulcro del racconto che mantiene sempre un sottofondo di tristezza. Un romanzo amaro, per certi versi più sulla sconfitta delle illusioni che sull’amore, e insieme foto di gruppo dove un piccolo paese assurge a simbolo del grande paese, con i suoi vezzi, le disfatte e qualche virtù. Continua a leggere

Cristina Annino e la sua “chanson”

L’essenza terrestre di Chanson Turca
di Nadia Agustoni

[Cristina Annino “Autoritratto con gatto” vernice su tela]

Chanson Turca il libro di Cristina Annino, LietoColle 2012 prefazione di Maurizio Cucchi, è una raccolta importante anche nel complesso di un’opera ben definita come è quella dell’autrice di origine aretina. Annino è poeta di grande respiro e se con Madrid e Casa D’aquila aveva raggiunto risultati d’eccezione, in questo più recente lavoro, non solo conferma, ma va oltre la propria voce sfidando il lettore a seguirla in un itinerario abitato da personaggi che potrebbero essere idealmente le creazioni fantastiche di un Don Chisciotte del XXI secolo.

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Stefano Benni “L’ora più bella”

Nello scaffale
a cura di Luigia Sorrentino

Stefano Benni. L’ora più bella.
Feltrinelli 2012

di Nadia Agustoni

Un breve racconto di quattordici pagine (e il primo eBook che leggo) questo di Stefano Benni. C’è il respiro dei suoi libri, l’inconfondibile malinconia che caratterizza il suo sguardo e la fedeltà a un vissuto che è ancora presente. Questo frammento di memoria potrà nei lettori di Benni evocare alcuni dei suoi libri precedenti e penso sopratutto a “La compagnia dei Celestini” e a “Saltatempo”. L’infanzia e l’ora felice di una piccola rivolta all’ingiustizia ci vengono restituite con poche frasi, ma come se Continua a leggere

“Chanson turca”, intervista a Cristina Annino

Discanto. Intervista a Cristina Annino.
di Nadia Agustoni

Con Chanson Turca (LietoColle 2012) Cristina Annino segna una tappa importante del suo lavoro poetico. Un libro quest’ultimo nel continuum linguistico dell’autrice e però insieme inusuale per il fecondo intreccio di argomenti, per la visuale sull’esistente e su vicende recenti che hanno suscitato, al loro accadere, le più disparate reazioni nella società civile. Non mancano testi, come quello su Ezra Pound, dove letteratura e vita sembrano cercare altre istanze per dare spazio a uno sguardo smarcato da pietismi troppo facili. Chanson Turca non è un libro ideologico in senso tradizionale, bensì un discanto direi tragico (reso a volte in modo sorprendentemente giocoso), di un certo nostro attuale non vivere o vivere male il mondo. Continua a leggere

Fabio Geda, “La bellezza nonostante”

Nello scaffale “La bellezza nonostante”
di Fabio Geda
a cura di Luigia Sorrentino

Senza retorica
di Nadia Agustoni

Un monologo forte e chiaro quello di Fabio Geda uscito nella collana “Inaudita Big” di Transeuropa Edizioni nel 2011. Parlare di ragazzi e di carcere minorile senza retorica non è facile e dare voce a un maestro che da trent’anni ha scelto di insegnare dove pochi vogliono stare è una scommessa. Il carcere minorile che Geda racconta è il Ferrante Aporti di Torino e il libro di 83 pagine è coadiuvato da un audio documentario di Matteo Bellizzi reperibile sul sito www.inaudita.it  (password GEDA212 da digitare nella sezione Contenuti Extra). Geda ci consegna un taccuino di poche pagine dove l’ironia non è fine Continua a leggere

Stefano Benni, “La traccia dell’angelo”

Nello scaffale, Stefano Benni
La traccia dell’angelo
a cura di Luigia Sorrentino

La lotta cosmica
di Nadia Agustoni

L’ultimo libro di Stefano Benni, La traccia dell’angelo (Sellerio 2011), è una storia sull’eterna lotta tra il bene e il male e un racconto sul dolore. Costellato di presenze angeliche, ma si tratta di angeli sporchi perché capaci di mettere le mani sulle ferite degli uomini, ci porta dentro l’inferno della dipendenza dai farmaci con la scrittura del Benni più poetico e amaro. Sembra di scorgervi tracce autobiografiche, e al di là di tutto è il miglior Benni degli ultimi anni che riporta alla memoria Elianto uno dei libri che, nel lontano 1996, riuscì a raggiungere anche chi si era perduto nel cortocircuito della merce. Continua a leggere

Adrienne Rich, poesia e rabbia

Adrienne Rich, di Nadia Agustoni
a cura di Luigia Sorrentino

Poesia e rabbia

La morte di Adrienne Rich, poeta, saggista e femminista americana, come quella di altre figure simbolo dell’intellighenzia radical (Paley, Sontag, Wittig) mancate nell’ultimo decennio, segna la fine di un’epoca; fine che arriva frammentata e in un vuoto che personalità meno affilate riempiono solo parzialmente, anche perché un certo carisma si afferma per l’integrità personale che solo il tempo rivela. Rich apparteneva alla generazione che negli anni Sessanta partecipò alla contestazione dello status quo, e lei madre quarantenne di tre figli rimise allora in gioco l’intera sua vita, sposò le cause del femminismo e dell’antirazzismo, si mobilitò contro la guerra in Vietnam e visse apertamente il suo legame d’amore con una donna, Michele Cliff. Continua a leggere

Nadia Agustoni, “Il peso di Pianura”

Nello scaffale: Nadia Agustoni, Il peso di pianura
a cura di Luigia Sorrentino


Nadia Agustoni lavora in fabbrica, alle presse, alla catena di montaggio e scrive versi. Poesie che uno vorrebbe portare sempre con sé. Capita a volte, che alcuni, rari, poeti parlino una lingua che chiede di essere ascoltata, più e più volte, per non essere dimenticata. La poesia di Nadia Agustoni fa esattamente questo. I versi che scrive vengono da uno spazio più che da un tempo, ed è proprio lo spazio a dettare a Nadia la forma della poesia . Uno spazio in cui  il paesaggio è sempre più importante. Ebbene, la poesia di Nadia sembra rivelarci che anche quando lo spazio che occupiamo è sempre più esiguo, costretto, limitato, si può amare la vita, la si può amare di un amore immenso e respirare di gioia, di riconoscimento.   Continua a leggere