Rosa Filardi, “Volo verticale”

Rosa Filardi

Introduzione
Isola-menti o atterraggi in volo

di Angela Lo Passo

Aprirsi al mondo è come riprendere coscienza di essere o di non essere chi o cosa il mondo stesso ci ha fatto diventare malgrado noi. La percezione di sé cambia ma non cambia la discrasia tra come ci percepiscono e come pensiamo che ciò avvenga. Ed in questo dualismo perenne si perde la vera essenza del vivere, l’essere per ciò che siamo e non per come pensiamo di essere o, ancora più complesso, come crediamo che gli altri ci vedano come essere.

Ogni faticosa rinascita prende avvio da questa immensa perdita di sé.

Questo il dramma che si consuma nel monologo e nei due atti unici della scrittrice teatrale Rosa Filardi, che si intensifica ancora di più nella dimensione dell’io e
l’altro, in un crescendo di incomunicabilità che sa di sofferenza e preannuncia la morte stessa dell’io.

L’origine dell’io

Se mi si chiedesse perché leggere questo testo così tripartito, ma da considerare come unico sviluppo del dramma dell’incomunicabilità che nasconde, però, la profonda ricerca dell’essere, in poche parole dell’identità in un mondo votato alla omologazione, all’appiattimento delle differenze, risponderei con un semplice: è necessario.

Bisogna leggere ad alta voce e far emergere i segni e attraverso essi il suono ed infine il senso.

Questo processo è il processo della presa di coscienza che parte e passa dalla parola scritta e poi verbale. Da qui la spinta per noi lettori a leggere “ad alta voce” per toccare l’anima della bambina che vuole ritornare nel primo testo della trilogia, “Volo verticale”, tra le braccia della madre.

L’ambiente della scena non a caso è il mare come la richiesta, che è in fondo solo il desiderio di essere “accolta”.

Qui la morte fisica sta intaccando la propria identità, la dimensione dell’umano si sta inaridendo perché viene a mancare pericolosamente la radice. Come fare ad uscirne o almeno arginare questa emorragia dell’anima?

Il mare, l’acqua è la risposta, la barriera al fluire incontrollato del dolore ed insieme ad esso della parte di identità che appartiene a chi ci ha generati, nel caso della protagonista a chi l’ha messa al mondo per poi cercare a suo modo di proteggerla da esso. Perdendo la madre, inevitabilmente sta perdendo quella parte essenziale della coscienza di sé.

Rimane il mare, l’acqua, l’origine della vita, della vita di ognuno di noi, metaforicamente la stessa vita.

Il mare ed il suo abbraccio. La sua liquidità, il richiamare quella culla nella quale siamo cresciuti per nove mesi, al sicuro, intoccati, sereni. In fondo il desiderio che rimane latente tutta la vita è quello di voler tornare a quella culla per sentirsi protetti, per non dare spiegazioni di chi o cosa siamo, per essere autentici senza sovrastrutture e lasciarsi andare.

La lotta comincia con il primo vagito, un grido alla vita che è invece l’inizio del dramma, il distacco dalla vera identità e la fatica della ricostruzione.

Al centro la madre, l’alma (letta anche come anima), colei che dà la vita ed è l’inconsapevole mezzo per attuare il processo lungo e travagliato della costruzione del sé. L’ingranaggio non ben oliato della macchina dell’essere che spesso si scontra con la parte intatta e vergine dell’anima originale.

Da qui la ricerca dell’abbraccio, straziante e invocato dalla protagonista dell’atto unico “Volo verticale” e l’esigenza di tornare ad essere libera come all’inizio, ad invocare l’annullamento per tornare ad essere figlia nel liquido amniotico, silenzioso e assoluto.

L’io sociale

Lo scenario cambia nel secondo atto unico, diventa freddo, artificiale, grigio. L’io esce dalla dimensione individuale per relazionarsi, per calarsi nel sociale, cumsociarsi, ma è nell’insieme che avviene la frantumazione, poiché non ci si riconosce nelle idee dell’altro, nella visione dell’essere identità e collettività. Continua a leggere

La poesia di Kae Tempest alla biennale di Venezia

Ritratto di Kae Tempest / ©Julian Broad

 

La forza della parola di Kae Tempest in arrivo sul palcoscenico del 49. Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia.

Leone d’argento di questa edizione del Festival, Kae Tempest riceverà il premio venerdì 9 luglio nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian, sede della Biennale (ore 14.00), partecipando a un breve incontro condotto dal saggista e critico di teatro Andrea Porcheddu. Sabato 10 luglio l’atteso debutto italiano di The Book of Traps and Lessons al Teatro Goldoni (ore 21.00).

 

Kae Tempest è “la voce poetica più potente e innovativa emersa nella Spoken Word Poetry degli ultimi anni, capace di scalare le classifiche editoriali inglesi e raccogliere consensi al di fuori dei confini nazionali per il coraggio ardimentoso nel dissezionare e raccontare con sguardo lucido angosce, solitudine, paure e precarietà di vivere” (dalla motivazione).

Pubblicato in forma di album nel 2018, The Book of Traps and Lessons è presentato a Venezia in veste di performance spoken word. Un piccolo tavolo e una sedia su un palco che è deserto roccioso creano l’atmosfera intima in cui condividere il flusso di parole – arrabbiate, sussurrate, rappate – di Kae Tempest: “chi ascolta viaggia con me per luoghi diversi, il deserto, la città, la strada, la montagna, non posti reali ma mitici, e ciò che conta è l’avventura” dichiara (il Venerdì).

Un’esibizione tutta da ascoltare, The Book of Traps and Lessons è “testimonianza di un poema vivo che cattura le tensioni rabbiose proprie dell’essere vivi: cercando di non guardare direttamente alle crisi future, cercando di amare e dare e ballare nel mezzo del fumo di un incendio” (The Guardian). Continua a leggere

Thomas Bernhard, “Teatro VI”

Thomas Bernhard

Questo volume “Teatro VI” (Collezione Teatro Einaudi, 2021) riunisce tre testi di Thomas BernhardLe celebrità (1976), Su tutte le vette è pace (1981), Piazza degli Eroi (1988), piú tutti i testi brevi denominati da Bernhard «dramoletti».

A cura di Alice Gardoncini Traduzioni di Alice Gardoncini Umberto Gandini

Introduzione a cura di Alice Gardoncini.

IL LIBRO

Ubulibri fece uscire, tra il 1982 e il 1999, cinque volumi del Teatro di Bernhard annunciandone un sesto conclusivo, che in realtà non fu mai pubblicato. Dopo aver ripreso i cinque volumi Ubulibri, ora Einaudi completa la serie realizzando finalmente questo fantomatico sesto volume. Contiene i tre testi lunghi non compresi nei volumi precedenti, piú tutti i testi brevi denominati da Bernhard «dramoletti». Inediti in traduzione italiana sono Le celebrità(1976), Su tutte le vette è pace (1981) e i tre dramoletti scritti in dialetto bavarese: Match, Un morto, Funzione di maggio (1981).

Questi tre dramoletti dialettali sono tradotti da Umberto Gandini. Tutti gli altri testi sono tradotti da Alice Gardoncini. Ora che tutto il Teatro di Bernhard è disponibile anche in Italia, si potrà comprendere meglio la grandezza di questo scrittore, che con ironia e spirito di provocazione ha saputo innovare le abitudini teatrali piú radicate. E magari si potrà aprire una nuova stagione di messe in scena. D’altronde l’Italia ha avuto un ruolo significativo nella storia teatrale di Bernhard, visto che due dramoletti – Claus Peymann compra un paio di pantaloni e viene a mangiare con me; Claus Peymann e Hermann Beil sulla Sulzwiese – sono stati messi in scena per la prima volta proprio in Italia da Carlo Cecchi un anno dopo la morte di Bernhard, nel 1990, e piú volte ripresi.

La piú recente rappresentazione italiana di un testo di Bernhard è invece Piazza degli eroi mandata in onda da Rai 5 nel 2021 da un Teatro Mercadante privo di pubblico per il lockdown: protagonista Renato Carpentieri, regia di Roberto Andò.

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Il teatro di Mario Luzi

NOTA DI LETTURA DI ALBERTO FRACCACRETA

 

 

Il saggio critico che il giovane studioso Michele Cencio ha dedicato alla figura di Mario Luzi, Un luogo della mente. Teatro e tragico, prende in considerazione non soltanto l’opera drammaturgica del poeta fiorentino, ma più approfonditamente il suo itinerario esistenziale, segnato da una seria riflessione «sul senso del male e del tragico nell’uomo contemporaneo».

Luzi approda al teatro nel momento in cui si accorge dell’inesauribile dialettica dell’essere e dell’«incessante metamorfosi» che colma il mondo, sostanzia le cose. Complice la conoscenza degli scritti di Teilhard de Chardin (il «gesuita moderno» di Montale), la parola luziana si spoglia della purità dura e trasparente propria dell’ermetismo fiorentino degli anni ’30 e ’40 per entrare nel patibolare agone delle vicende umane, a partire grossomodo da Nel magma (1963), silloge di snodo, se non addirittura di ripensamento delle strutture formali e contenutistiche fino ad allora utilizzate.

Scrive Cencio: «Tutta la critica è unanime nel ritenere che dagli anni Sessanta in poi la produzione poetica luziana andrà di pari passo con quella teatrale in maniera quasi inscindibile favorendosi perfino l’innescare ulteriori prospettive. Non sussiste, perciò, l’idea di un Luzi poeta e uno drammaturgo come fossero due persone distinte, poiché la ricerca è la stessa così da poterla leggere in filigrana da entrambe le parti». Insomma, il teatro è un’altra morphé (un’altra faccia) della lirica. O meglio: il teatro, precipuamente in versi, permette di lasciar cogliere con maggiore precisione all’autore e al lettore la «strada tortuosa» del divenire, la sua capitale tensione all’Uno.

Con l’«uccisione del sacro» il poeta deve scovare il santo, ossia il ripristino del «giardino delle delizie» oltre il «cammino purgatoriale» della storia: esso va rintracciato dunque in quel «luogo della mente» grazie al quale si supera l’«appiattimento» e la «stasi» fornite dalla sofferenza, che è espressa artisticamente con la modulazione della tragedia (i modelli principali, in tale direzione, sono Shakespeare e Racine). Luzi incontra il genere impossibile par excellence della modernità, la tragedia appunto, per riannodarsi all’anelito divino che non può essere eluso dall’uomo, causa ed effetto dei suoi stessi desideri. Continua a leggere

Le poesie giovanili di Carmelo Bene

Carmelo Bene

Scritte tra il 1950 e il 1958, custodite tra i documenti di famiglia, riportate alla luce dal nipote Stefano De Mattia, le poesie giovanili di Carmelo Bene ci offrono l’occasione preziosa di incontrare di nuovo un artista unico e indimenticabile. Sono testimonianze di una voce che vibra e canta l’adolescenza e la scoperta, pagine di un diario intimo in cui amore, solitudine, desiderio di fuga e d’indipendenza si mescolano con il racconto del mondo osservato e il paesaggio là fuori riverbera e riflette quello interiore, evocando, come scrive Filippo Timi nell’introduzione, “una sconfinatezza selvaggia, una foresta di costellazioni, nebulose e vie lattee, un universo in continua espansione”.

INTRODUZIONE DI FILIPPO TIMI

Come in un big bang primordiale, Carmelo Bene ad ogni parola creava un infinito. Le sue liriche giovanili, reperti di un’architettura sentimentale, ci fanno ascoltare l’origine dirompente della sua voce, forse l’unica che ha saputo incarnare la poesia. Siamo davanti a una sconfinatezza selvaggia, una foresta di costellazioni, nebulose e vie lattee, un universo in continua espansione.

L’esistenza, l’amore,la vita, la morte, il disincanto, hanno qui un’omerica grazia di sguardo nel prendere coscienza di sé come “bersaglio appariscente” in cui “le passioni del fango/ han fatto centro in una volta sola”, divenendo consapevolezza nella sconfitta di essere nato uomo.

Ma alla sconfitta il poeta contrappone una “febbre di vita” nell’affermare l’imperativo: “noi vivremo!”

Comincia il viaggio, l’interrogarsi sul mondo, il perdersi ad “ammirare incantato/ l’avvenire/ stellato di sogni”, per ricadere di nuovo nel pensiero all’umano fango.

Bassorilievi di una Grecia intima, età dell’oro di un giovane Apollo che scorge come un futuro ineluttabile la nascita di una divina tragica commedia. Assistiamo alla creazione e all’abbandono di quel mondo apollineo e sentiamo avvicinarsi l’eco dionisiaca in cui presto il poeta s’immergerà.

“Come chi torni/ al luogo che non ha mai/ lasciato, eccomi a te:/no! Non aprir le braccia!” E’ il sogno quel luogo, nel suo necessario abbandono.

Il giovane uomo guarda il cielo e si confronta con esso, domandandosi come “cogliere senza sosta/i frutti del presente/ per preparare ciò ch’è da venire”. Diventare egli stesso opera d’arte.

In una primavera senza ritorno, l’intimo sposa il sublime nello slancio dell’acerbo e il mondo resta nudo.

Questi versi di Carmelo Bene sono perle custodite “in uno scrigno/di cui la chiave fu smarrita, / abbandonato in un mare/senza fondo”.

Quel mare è l’anima del poeta che canta per noi: “Nulla è rimasto./ E dissi: un dì accadrà”.

 

 

ESTRATTI Continua a leggere

Biennale Venezia/Leoni per il Teatro

Krzysztof Warlikowski (FOTO M. STANKIEWICZ)

 

Krzysztof Warlikowski Leone d’oro alla carriera

Kae Tempest Leone d’argento

E’ il regista polacco Krzysztof Warlikowski, figura emblematica del teatro post comunista che ha marcato la scena internazionale creando visioni memorabili, il Leone d’oro alla carriera per il Teatro 2021.

Il Leone d’argento è tributato all’inglese Kae Tempest, insieme poeta, autore per il teatro e di testi narrativi, rapper e performer di travolgenti e affollatissimi reading.

Lo ha deliberato il Consiglio di Amministrazione della Biennale di Venezia accogliendo la proposta di ricci/forte (Stefano Ricci e Gianni Forte), direttori del settore Teatro.

La premiazione avrà luogo nel corso del 49. Festival Internazionale del Teatro (2 > 11 luglio).

“Da più di vent’anni Krzysztof Warlikowski – secondo la motivazione – è fautore di un profondo rinnovamento del linguaggio teatrale europeo. Utilizzando anche riferimenti cinematografici, un uso originale del video e inventando nuove forme di spettacolo atte a ristabilire il legame tra l’opera teatrale e il pubblico, Warlikowski sprona quest’ultimo a strappare il fondale di carta della propria vita e scoprire cosa nasconde realmente”.

Presente con le sue regie teatrali nei maggiori festival di tutto il mondo – dall’Europa alle Americhe – e con i suoi allestimenti lirici nei più importanti teatri d’opera – da Parigi a Londra e Salisburgo – Krzysztof Warlikowski è “un artista libero – scrivono ricci/forte – che apre brecce poetiche illuminando con un fascio di luce cruda il rovescio della  medaglia;  che  rompe  la  crosta  delle  cose  toccando le coscienze; che scende nelle viscere del dolore e mette in discussione con ironia le ambiguità sia della Storia con la “s” maiuscola sia quelle della nostra esistenza individuale, offrendoci la visione di una società minacciata da cambiamenti radicali e sempre più assediata da una tentacolare classe dirigente di predatori famelici, evidenziando la violenza nei rapporti sociali e familiari e il bisogno urgente che l’emozione di un puro e semplice desiderio d’amore ci può donare”.

Kae Tempest (FOTO JULIAN BROAD)

Kae Tempest è “la voce poetica più potente e innovativa emersa nella Spoken Word Poetry degli ultimi anni – recita la motivazione – capace di scalare le classifiche editoriali inglesi e raccogliere consensi al di fuori dei confini nazionali per il coraggio ardimentoso nel dissezionare e raccontare con sguardo lucido angosce, solitudine, paure e precarietà di vivere, i più invisibili eppure concreti compagni di vita della nostra epoca – tra identità, ipocrisie e marginalità vissute anche sulla sua pelle – scaraventandosi contro l’odierna morale imperante e opprimente.
Kae Tempest, con una candidatura ai Brit Awards 2018 e riconoscimenti intitolati a Ted Hughes e T. S. Eliot, è ora attribuito il Leone d’argento per il Teatro 2021 – scrivono ricci/forte – “per l’audacia luminosa nel posizionare deflagranti inneschi riflessivi e per voler ancora sperimentare in un genere definito di nicchia, come la poesia, mescolando l’aulico con il basso, la rabbia con la dolcezza degli affetti – tra versi e rime taglienti di shakespeariana memoria e dal forte contenuto sociale, miti classici e ibridazioni hip hop – arrivando a parlare col cuore a un pubblico sempre più vasto, entrandoti fin dentro le ossa, costringendoti a specchiarti nella tua dolorosa intimità”.

The Book of Traps & Lessons è l’ultimo dei leggendari reading di Kae Tempest che verrà presentato in prima per l’Italia al 49. Festival Internazionale del Teatro. Continua a leggere

Presentazione “Friedrich Hölderlin, Prose, teatro, lettere”

Alla Casa di Goethe, Presentazione libro “Friedrich Hölderlin, Prose, teatro, lettere” Mondadori, “I Meridiani” 2019 a cura di LUIGI REITANI. Modera: GABRIELLA CARAMORE, Con il curatore interviene CESARE LIEVI

Saluto di VIKTOR ELBLING
Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania in Italia

Insieme a Tutte le liriche, uscito nella stessa collana nel 2001, sempre a cura di Luigi Reitani, il volume rappresenta per la prima volta in Italia un’edizione pressoché integrale dell’opera del grande scrittore tedesco Friedrich Hölderlin (1770-1843). Comprende il romanzo Hyperion nelle sue varie redazioni, tutti i canovacci e le stesure del dramma Empedocle, gli scritti teorici e, infine, l’intero epistolario: 313 lettere di inestimabile valore.

Il germanista, traduttore e critico letterario LUIGI REITANI è tra i maggiori studiosi dell’opera di Hölderin. Dal 2015 al 2019 ha diretto l’Istituto Italiano di Cultura a Berlino. È professore ordinario di Letteratura tedesca all’Università di Udine. Continua a leggere

Vincenzo Frungillo, “Testo per due voci e un solo personaggio”

Vincenzo Frungillo

Testo per due voci e un solo personaggio

A.
… che passa da qui con rumore di pieghe,
il fantasma non dorme, ripete la parte,
e le intenzioni, le promesse fatte,
tracimano all’altezza dell’età adulta,

quando la cura delle tazze,
delle ciotole per il latte,
non è eterna, e il rosa non è più rosa.
Tutto ciò che passa da qui

ora è scia silenziosa,
ma muore ciò che muore
con un soffio, un colpo secco;

noi teniamo il passo,
con le spalle, il busto eretto,
abbiamo questo, nient’altro.

Nella chiesa di Santa Chiara
sono annotati uno ad uno,
una targa fa l’elenco dei caduti,
se leggi con attenzione,

tra i morti ci sono anch’io,
sono lì vergato ma vivo;
come un rigattiere apprezzo l’armadio cinese,
le mensole novecento,

oggetti come bivi,
addomesticati, ma vivi;
sente chi usa le parole

se si cala nelle strettoie,
come un filo di rame, un’animella,
sotto la sfera terrestre

bisogna ascoltare ciò che è vero,
forarlo dalla parte del vuoto,
soffiarvi dentro …

Vincenzo Frungillo, Testo per due voci e un solo personaggio

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Ida Travi, “Dora Pal, la terra”

Con Dora Pal, la terra, Ida Travi procede nella sequenza poetica avviata con poesia dello spiraglio e della neve e proseguita nel tempo attraverso tre libri. In queste raccolte Ida Travi mette a fuoco la sua personale poetica centrata sui Tolki, esseri umani, esseri comuni, abitanti una strana terra e parlanti una lingua ridotta all’osso: figure senza tempo, ex studenti, ex lavoratori, venuti da chissà dove. Una vecchia, un uomo, una ragazza, un bambino. E intorno qualche sacco di farina, un campo, un recinto, un albero. Vre è solo una ragazza, questo è il nome che le è stato assegnato. Zet ha una benda arrotolata sulla testa. Kiv, il bambino, tira il carretto. Kiv è sottile come un filo d’erba. Dice la vecchia: “Cerca le parole e troverai le immagini’. Tra loro ogni tanto canta un usignolo. Tra loro ogni tanto compare Ur. La terra ritroverà il suo tremore. Nelle squame dei pesci, nei fossi, nelle ali degli uccelli. Dietro le porte dell’ex ufficio, in laboratorio. Nel sacchetto, nel secchio. Nel libro, nel fiore. E qui. Nell’androne. Qui. Sotto l’albero della decadenza… Continua a leggere

ZOOM FESTIVAL 2015 | ALTROFUTURO

PINADal 4 al 15 novembre 2015 il palcoscenico del Teatro Studio Mila Pieralli sarà animato dai numerosissimi artisti che prenderanno parte a questa X edizione,  intitolata da Giancarlo Cauteruccio Zoom 2015 ALTROFUTURO  – DIECIANNI.

Teatro, danza, performance, musica per un’incursione questa volta nei territori della new performing art nazionale, alla ricerca di compagnie under 35 e artisti emergenti.

Il progetto è realizzato con il sostegno di Regione Toscana, Scandicci Cultura, Mibact, Ente Cassa di Risparmio di Firenze e consolida la collaborazione con  Fondazione Toscana Spettacolo onlus per la serata Anticorpi eXpLo. Continua a leggere

FESTIVAL DEL CINETEATRO 2015

Logo-Festival-FB 

Cinema Teatro Danza Poesia Musica Pittura
Dal 9 all’11 ottobre ore 21.00, si terranno tre serate all’insegna dell’Arte e della Bellezza presso il CineTeatro via Valsolda 177 (Montesacro RM). Tra gli artisti, la mostra personale della pittrice Mariarita Renatti. Continua a leggere

“Mùsami o Vate”

Omaggio al poeta Gabriele D’Annunzio, in scena a Roma dal 19 al 24 maggio 2015, al Teatro di Documenti.

“Mùsami o Vate”, il nuovo spettacolo, scritto, diretto e interpretato dalla regista bresciana Mariaelena Masetti Zannini in collaborazione con Emanuela Bolco, è un viaggio nell’universo dannunziano, un “concerto d’anime”, un’alternanza di parole auliche e grottesca decadenza.

Un’indagine erotica che aspira a ricordare i rapporti d’amore del poeta, che fece alla maniera wildiana della vita un’opera d’arte, con accento particolare su un misterioso mondo femminile intriso di intimità ed esoterismo.

Lo spettacolo tesse le lodi di tutte le donne importanti della vita del Vate, dalla madre il cui ruolo è affidato a Kyrahm, a Eleonora Duse rappresentata da una misteriosa statua velata fino alla sofisticata interpretazione della stessa Zannini nel ruolo della Marchesa Luisa Casati Stampa, collezionista, musa di numerosi artisti e anticipatrice della performance e della Body-Art. Memorabili le sue incursioni, avvolta tra serpenti e leoni, le spettacolari feste mondane e le sue eccentriche frequentazioni con Jean Cocteau e i Futuristi.

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Nei luoghi della bellezza 2015

Il Comune di Noto

in collaborazione con

l’Associazione Culturale Ri-flexus

presenta

 

NEI LUOGHI DELLA BELLEZZA

arte filosofia musica poesia teatro

 

NOTO

dal 20 al 26 aprile 2015

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MEDAGLIA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

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Con il Patrocinio del Comitato Italiano per

l’UNICEF

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progetto di

Luisa Mazza

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“Nonostante la fine del mondo”

 

serriCiò che Stefano Serri sa fare – e lo sa fare bene – è non cadere nel lirismo troppo acceso, pur non rinunciando a puntare verso la vetta. In questo, un grande pregio della sua poesia – e un pregio che rende Nonostante la fine del mondo un raro esempio di libro “a tema” ben riuscito in forma e sostanza – è quello di evitare una troppo scoperta poesia del quotidiano, come un ciclista evita le buche. In questo esperimento si poteva fallire in diversi modi, due su tutti a parere di chi scrive: esagerare nel compianto, o abbandonarsi alla retorica dei piccoli gesti che salvano. Le due cose, in realtà, coesistono nei componimenti di questo volumetto, ma le dosi sono ottimali, e l’amalgama garantito da una lingua pulita e accessibile – nonostante le dolorose e spesso suggestive inarcature della sintassi – restituisce un elaborato di grande effetto e sicuro piacere della lettura.

 

Dalla prefazione di Marco Bini

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Roberto Herlitzka, “Casanova”

 
CASANOVADopo il successo ottenuto con Il Soccombente di Bernhard, con la regia di Nadia Baldi, Roberto Herlitzka, vincitore del Nastro d’Argento per il Cinema nel 2013, autore di stupende interpretazioni nei film Il rosso e il blu e La grande bellezza, porta in scena il modernissimo mito di Giacomo Casanova.

Lo spettacolo – CASANOVA – di Ruggero Cappuccio, diretto da Nadia Baldi, sarà in scena al Teatro Arcobaleno di Roma dal 22 gennaio all’8 febbraio 2015.

In scena con Roberto Herlitzka: Marina Sorrenti, Franca Abategiovanni, Carmen Barbieri, Giulia Odori, Rossella Pugliese. Continua a leggere

Zoom Festival 2014, "Oscillazioni"

oscillazioni3Inaugura il 3 novembre la IX edizione di Zoom Festival, intitolata OSCILLAZIONI dal direttore artistico Giancarlo Cauteruccio.
Fino al 11 novembre il festival ospita in 8 giornate 14 giovani formazioni di teatro e danza in cui spiccano due prime nazionali e una performance site-specific e, per la prima volta, uno spettacolo dedicato ai ragazzi.
Zoom, progetto di Teatro Studio Krypton, è realizzato con il contributo di Scandicci Cultura e Regione Toscana, con la collaborazione di Fondazione Toscana Spettacolo per la serata eXpLo.
Questa edizione propone una panoramica sempre aggiornata dell’area della new performing art in cui figurano compagnie toscane insieme a compagnie provenienti da varie regioni italiane e per la prima volta un’artista brasiliano. Continua a leggere

A Letterature, Margaret Atwood

Foto Margaret Atwood di Jean MalekLETTERATURE
FESTIVAL INTERNAZIONALE DI ROMA
MERCOLEDI’ 17 SETTEMBRE 2014 ORE 21
Teatro Argentina, largo di Torre Argentina, 52
RITRATTO ALLO SPECCHIO
Incontro con
MARGARET ATWOOD
Il Festival è promosso dall’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale. Ideazione e direzione artistica MARIA IDA GAETA, direttrice della Casa delle Letterature di Roma, regia di FABRIZIO ARCURI, organizzazione e produzione Zètema Progetto Cultura.
L’ultima serata di LETTERATURE, come annunciato nel corso del mese di svolgimento dell’edizione 2014 del Festival (maggio – giugno come di consueto), si svolgerà eccezionalmente mercoledì 17 settembre al Teatro Argentina, in collaborazione con il Teatro di Roma. Il Festival e il Teatro di Roma renderanno insieme omaggio a una delle più grandi scrittrici viventi, la canadese MARGARET ATWOOD, per la prima volta in tour in Italia in occasione della pubblicazione, presso il suo editore italiano PONTE ALLE GRAZIE, del suo ultimo libro L’ALTRO INIZIO (ultimo volume della trilogia dell’AdamoPazzo) e della ripubblicazione del suo capolavoro L’ASSASSINO CIECO.
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Il Teatro di Villa Torlonia torna ai cittadini

La Sala del Teatro (1)Curiosità

Lo storico teatro di Villa Torlonia,  torna ai cittadini per ridare vita alla creatività del futuro con spettacoli, musica, laboratori, visite guidate.

Nota di Silvana Lazzarino

Acquistata nel 1797 da Giovanni Torlonia che ne fece la residenza di famiglia, la villa vide i primi interventi di ristrutturazione proprio in quegli anni per mano di Giuseppe Valadier che si avvalse tra gli altri anche dell’apporto di Antonio Canova, per poi assistere a diversi ampliamenti nel corso del XIX secolo a partire da Alessandro Torlonia e fino ai primi del Novecento. Fu con Alessandro, che la villa, grazie ai numerosi ampliamenti, raggiunse uno fasto tale da poter competere con le ville nobiliari romane della più antica tradizione. Continua a leggere

In scena “La corsa dei mantelli” di Milo De Angelis

Appuntamento

Venerdì 24 maggio a Roma alle 20:30 al Teatro dell’Orologio per la prima volta a Roma va in scena “La corsa dei mantelli” di Milo De Angelis. Regia Sofia Pelczer, video Viviana Nicodemo. Con: Lucia Landonio, Federico Chaubet e Viviana Nicodemo. Operatore Roberto Barbierato e Marta Cavallari. Montaggio Fabio Cinicola. Si ringraziano Samuele Antinori, Maria Broglio, ditta Plasteco, Fabrizio Palla, Emanuela Semenzato, Ivano Tommasi.
Sarà presente Milo De Angelis.

“La corsa dei mantelli” è un racconto fiabesco – scritto da Milo De Angelis negli anni Settanta e qui riproposto insieme a un’inedita versione teatrale – ma è anche un grande archivio di immagini e di presenze che poi nutriranno la sua poesia: la ragazza guerriera, le edicole cittadine, i campi di calcio, il gesto atletico, le palestre, tutto un mondo adolescente attraversato dal gusto della sfida e del valore.

TEATRO DELL’OROLOGIO

L’audio con l’intervista a Milo De Angelis a Per il verso giusto il programma di Luigia Sorrentino per Rai Radio1 (luglio-agosto 2012)

[flv]http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/2012/07/sorrentino-milo-de-angelis.mp4[/flv]

A “Notti d’autore” Ruggero Cappuccio

E’ Ruggero Cappuccio drammaturgo, regista e scrittore il protagonista di Notti d’autore di giovedì 23 maggio 2013 alle 0:30 il programma ideato e condotto da Luigia Sorrentino per Rai Radio1. In tutte le sue rappresentazioni Ruggero Cappuccio “ha gustato – come scriveva Marguerite Yourcenar riferendosi a se stessa – il privilegio supremo del romanziere: quello di perdersi interamente nei propri personaggi o di lasciarsi possedere da essi.” Ruggero Cappuccio ha vissuto – e vive – ininterrottamente all’interno di quei due corpi e di quelle due anime alle quali ha dato vita, in teatro, ma anche nei suoi romanzi: “La notte dei due silenzi” e “Fuoco su Napoli”. L’opera prima di Ruggero Cappuccio “Delirio Marginale” è del 1993. Già con questa opera Cappuccio si fece notare vincendo il premio IDI per la drammaturgia.

L’AUDIO CON L’INTERVISTA A RUGGERO CAPPUCCIO di Luigia Sorrentino

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Prima teatrale a Roma,”La corsa dei mantelli” di Milo De Angelis

Appuntamento

Venerdì 24 maggio alle 20:30 al Teatro dell’Orologio per la prima volta a Roma va in scena “La corsa dei mantelli” di Milo De Angelis. Regia Sofia Pelczer, video Viviana Nicodemo. Con: Lucia Landonio, Federico Chaubet e Viviana Nicodemo. Operatore Roberto Barbierato e Marta Cavallari. Montaggio Fabio Cinicola. Si ringraziano Samuele Antinori, Maria Broglio, ditta Plasteco, Fabrizio Palla, Emanuela Semenzato, Ivano Tommasi.
Sarà presente Milo De Angelis.

IL TESTO
“La corsa dei mantelli” è la storia di una ragazza selvatica, bella e indomabile, appassionata di gare e duelli. Si chiama Daina e di lei ci si innamora a prima vista. Nella sua breve avventura terrena, Daina trova sulla sua Continua a leggere

Le immagini del mondo di Cristiana Cafini

Appuntamento

Venerdì 22 Marzo 2013 alle ore 17.00 alla libreria Arion-Ready Cavour di Roma (Viale Cavour, 255),
presentazione dei tre volumi di Cristiana Cafini: “Immagini del Giappone nel Mikado di Gilbert & Sullivan” collana Biblioteca di Sinestesie n. 5 (2012); “L’influenza dell’Oriente nel Teatro musicale Europeo di fine secolo” , collana Biblioteca di Sinestesie n. 6 (2012) con Prefazione di Piero Mioli; “A Cristiana”, collana Biblioteca di Sinestesie n. 7 (2013).
Interventi di: Angelo Favaro, Piero Mioli, Luigia Sorrentino. Coordina l’incontro Alberto Granese. Continua a leggere

Il Novecento letterario approda alla Gnam

Appuntamento

Da domani 28 febbraio 2013, al 29 settembre prossimo alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma sarà in esposizione il Novecento letterario romano raccontato attraverso le opere d’arte, le riviste, i libri e un apposito apparato multimediale. E’ la mostra ‘Legami e corrispondenze. Immagini e parole attraverso il Novecento romano’, a cura di Federica Pirani, Gloria Raimondi, Maria Catalano. Continua a leggere

Al Vittoriano di Roma una mostra sul Cubismo

Appuntamento

Oltre duecento opere tra oli, disegni, sculture, oggetti di design, filmati, costumi, musiche, documenti, racconteranno il movimento artistico fondato da Picasso e Braque tra il 1907 e il 1914. E’ la mostra ‘Cubisti Cubismo’ che sarà ospitata dall’8 marzo al 23 giugno 2013 al Complesso del Vittoriano di Roma. Diffusosi a macchia d’olio nell’arco di tre anni, il cubismo conquista artisti in Spagna, Inghilterra, Cecoslovacchia, Russia, Messico, Italia e Stati Uniti, restando sinonimo di modernita’ e influendo con potenza sui vari aspetti della cultura. La rassegna presenta opere degli spagnoli Pablo Picasso e Juan Gris; dei francesi Georges Braque, Fernand Leger, Albert Gleizes, Jean Metzinger; del pittore americano Marsden Hartley, dell’artista messicano Diego Rivera, della russa Natalia Goncharova; degli italiani Gino Severini e Ardengo Soffici; degli artisti inglesi Wyndham Lewis, Vanessa Bell e molti altri. Continua a leggere

Stefano Accorsi in “Furioso Orlando”

Appuntamento

Martedì 18 dicembre 2012 Stefano Accorsi debutta al Teatro Nuovo di Napoli in ‘Furioso Orlando’, adattamento teatrale di Marco Baliani liberamente ispirato all’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto, con Nina Savary.
Presentato da Nuovo Teatro e Teatro Stabile dell’Umbria, l’allestimento si avvale del disegno luci a cura di Luca Barbati, i costumi di Alessandro Lai, le scene di Bruno Buonincontri, per la regia di Marco Baliani.
Pullulano avventure e personaggi nel poema di Ludovico Ariosto e l’attore e regista piemontese sceglie di seguire Orlando, che, a sua volta, insegue un’unica traccia: le orme che Angelica lascia sul terreno. Continua a leggere

Sermone ai cuccioli della mia specie

E’ in uscita in libreria e online da venerdì 7 dicembre 2012 Sermone ai cuccioli della mia specie, primo CD audio di Mariangela Gualtieri – pubblicato da Teatro Valdoca Editore grazie alla cura e alla produzione di Carolina Talon Sampieri – arricchito dalla nuova edizione del libro in accurata e coloratissima veste grafica, con traduzione in inglese, francese e spagnolo.

È questo il CD di esordio di una poetessa che ha fatto della vocalità la propria cifra. In esso si fissa un’esperienza singolare di equilibrio fra mano che scrive e voce che interpreta, forte del percorso compiuto in teatro e grata alla lezione di molti maestri della parola detta e scritta. Mariangela Gualtieri incide su CD i propri versi a cominciare dal Sermone, per proseguire in futuro con le altre raccolte.

Il testo che ha il tono accorato, riflessivo ed esortativo dei sermoni, è in apparenza rivolto ai bambini, ma è dedicato in realtà a tutti coloro che hanno cura dell’infanzia, che ne avvertono la potenza, la meraviglia, la genialità, il dono, la leggerezza. Continua a leggere

A Maria Luisa Spaziani la cittadinanza onoraria di Mongardino

Appuntamento

Mongardino, in provincia di Asti, rende omaggio alla poetessa Maria Luisa Spaziani attribuendole la cittadinanza onoraria. La madre, Adalgisa Risso, è infatti nata a Mongardino nel 1899, sposandosi si è poi trasferita a Torino, dove nel 1924 è nata la poetessa per tre volte candidata al premio Nobel per la letteratura.

La consegna del riconoscimento domenica 25 novembre 2012, alle 11:00, nella sala del consiglio comunale. Sempre domenica, nel pomeriggio la Spaziani sarà protagonista come “madrina” al teatro Alfieri per la cerimonia finale del premio letterario “Asti d’Appello”, giunto alla quarta edizione.

William Kentridge a Roma

Arte e poesia
a cura di Luigia Sorrentino

Tre prestigiose istituzioni per un genio della scena artistica contemporanea: Fondazione Romaeuropa, MAXXI, Teatro di Roma, presentano KENTRIDGE A ROMA, un omaggio al grande artista in occasione dello spettacolo Refuse the hour al Teatro Argentina dal 15 al 18 novembre, e della mostra Vertical Thinking al MAXXI dal 17 novembre al 3 marzo 2013.

Ne parlerà alla stampa lo stesso William Kentridge, martedì 13 novembre alle ore 12:00 al Teatro Argentina, insieme a Dada Masilo, coreografa e interprete, e Philip Miller, autore delle musiche dello spettacolo. Interverranno inoltre Franco Scaglia, Presidente Teatro di Roma, Monique Veaute, Presidente Fondazione Romaeuropa, Anna Mattirolo, Direttore MAXXI Arte. Continua a leggere

Il Soccombente, con Roberto Herlitzka

Appuntamento

Al TEATRO COMUNALE DI FORMELLO va in scena Il Soccombente, con Roberto Herlitzka.

Debutta in Prima Nazionale il 10 e 11 novembre 2012 (sabato ore 21.00 – domenica ore 17.30) presso il Teatro Comunale di Formello, Il Soccombente, di Thomas Bernhard, riduzione dall’ omonimo romanzo a cura di Ruggero Cappuccio.
Roberto Herlitzka è Il protagonista della pièce diretta da Nadia Baldi.

Una delle opere più note di Bernhard, Il soccombente tratta del fittizio rapporto tra il famoso pianista canadese Glenn Gould e due suoi giovani compagni di studio al Mozarteum di Salisburgo negli anni cinquanta.
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Sonia Gentili, “Parva naturalia”

Nello scaffale, Sonia Gentili
a cura di Luigia Sorrentino

La nuova raccolta di poesie di Sonia Gentili prende in prestito, se così si può dire, il titolo “Parva naturalia” dalla versione latina dei Brevi Trattati di Aristotele sulle scienze naturali. E in realtà questo libro pone in essere quel che potremmo definire una sorta di Teatro naturale (prendendo anche qui in prestito il titolo di un’altra opera di poesia, questa volta però di un altro poeta, Giampiero Neri).  Come il grande filosofo greco, Sonia Gentili si cala nella vita dell’animale e del vegetale – ma anche in tutto ciò che espressione di vita – e ne cerca la sintesi percettiva, interrogandosi su ciò che palpita e respira, il vivente, cercando nell’emozione – accrescimento,  vera ricchezza della vita animale -l’eventuale relazione tra l’anima e la corporeità.  La scrittura in più lingue (italiano, francese, latino) e il passaggio dall’una all’altra lingua attraverso l’autotraduzione sono un tratto costitutivo della sua espressione poetica.  E’ come se la Gentili, attraverso le tre lingue tentasse una riconciliazione tra la lingua dei padri e la lingua dei figli. Continua a leggere

I 39 scalini – The 39 steps

Appuntamento

Dal 25 al 30 settembre al Teatro 7 di Roma è di scena “The 39 steps” (I trentanove scalini)  tratto dal romanzo dello scrittore scozzese John Buchan, con Giovanna Antonelli, Valerio Colangelo, Francesco Immè, Christian Trapani. Regia di Luca D’Arienzo.

E’ possibile vedere lo spettacolo tutte le sere a partire dal 25 settembre e fino a domenica 30  settembre 2012 alle 21:00, domenica alle 18:00.

TRAMA
Londra. Durante lo spettacolo teatrale in cui si esibisce il prodigioso Mister Memory, Richard Hannay, un giovane canadese, incontra una donna che dice di chiamarsi Annabella Smith e che gli chiede di ospitarla a casa sua.

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Giampiero Neri, “Il professor Fumagalli e altre figure”

Nello scaffale: Giampiero Neri
a cura di Luigia Sorrentino

Giampiero Neri con “Il professor Fumagalli e altre figure” (Mondadori, 2012) dà vita a un fitto intreccio di riflessioni e di immagini che lo accompagnano da sempre. Non ci troviamo di fronte a un libro di poesie – ce ne sono infatti pochissime – ma a un poemetto in prosa composto da un nucleo di testi poetici e narrativi che al lettore appaiono in uno spazio sospeso tra memoria e sogno. Seguendo l’autore in questo percorso a lui non insolito, ci troviamo in una scansione interna e nitida del testo narrativo, equilibrato, ricco di frammenti e di storia. Una personalità quella di Giampiero Neri che andrebbe maggiormente approfondita. Già, perché Giampiero Neri, come scrive Maurizio Cucchi nella quarta di copertina, è “uno dei maestri del nostro tempo”. Continua a leggere

Rosalba Panzieri, ‘Il teatro in corsia’

Nasce in Italia ‘Letteratura e teatro in corsia’, il primo laboratorio di ricerca stabile in Italia per umanizzare le terapie attraverso l’arte ideato dalla scrittrice e attrice Rosalba Panzieri in collaborazione con il prof. Massimo Santini, direttore del dipartimento cardiovascolare dell’ospedale San Filippo Neri e presidente della società mondiale di aritmologia, e il prof. Vincenzo Loiaconi, primo cardiochirurgo ad aver aderito al progetto recitando anche insieme alla Panzieri.

Scienza, narrativa e teatro cooperano nel momento clou della malattia del paziente per sostenerne l’individualità e favorire la conoscenza del percorso terapeutico, trasformando il consenso informato in vera consapevolezza. Una novità assoluta nel panorama sanitario e culturale italiano, poiché per la prima volta letteratura e teatro entrano nelle corsie degli ospedali come strumenti di ricerca scientifica.  Continua a leggere

Primo Levi al Teatro Valle Occupato

Sabato 5 maggio 2012 alle ore 18:00, Generazione Tq e Teatro Valle Occupato, assemblea pubblica con: Marco Belpoliti, curatore delle opere di Primo Levi, Valentina Pisanty, autrice di Abusi di memoria. Negare, banalizzare, sacralizzare la Shoah, Raffaella di Castro, autrice di Testimoni del non-provato.  Ricordare, pensare, immaginare la Shoah nella terza generazione , Michela Ponzani, autrice di Guerra alle donne.Parteciperanno al dibattito con letture sceniche e musicali di testi di Primo Levi e di altri autori Veronica Cruciani, Nicola Lagioia, Lorenzo Pavolini, Marco Rovelli, Paola Soriga, Giordano Tedoldi.

Coordina Christian Raimo

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Ruggero Cappuccio mette in scena “il giovane Rossini”

Dal 18 aprile 2012 è in scena al Teatro dell’Opera di Roma la più amata delle opere di Gioachino Rossini, Il barbiere di Siviglia. Il nuovo allestimento, in coproduzione con il Teatro Giuseppe Verdi di Trieste, del capolavoro rossiniano è firmato per la direzione d’orchestra da Bruno Campanella e per la regia da Ruggero Cappuccio; le scene sono di Carlo Savi, i costumi di Carlo Poggioli. Maestro del Coro Gea Garatti Ansini.

“Nell’allestimento del Barbiere di Siviglia – ha detto il regista Ruggero Cappuccio – metterò in scena Gioachino Rossini. La regia si concentra sulle notti febbrili del grande compositore che a soli ventiquattro anni scrisse un capolavoro destinato ad attraversare i secoli con travolgente vitalità. Un giovane attore, infatti, impersonerà Rossini alle prese con il suo tumulto creativo, mentre lo spettacolo diventa una soggettiva giocosa e malinconica sviluppata dall’angolazione del musicista. Nel Settecento sospeso, creato dallo scenografo Carlo Savi e dal costumista Carlo Poggioli, Rossini determina le azioni dei suoi interpreti, come posseduto dagli spiriti che animano il suo melodramma buffo e geniale”.

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Addio ad Antonio Garzya, illustre storico e filologo

Lo storico e filologo Antonio Garzya, illustre rinnovatore degli studi sull’impero bizantino, è morto a Napoli all’età di 85 anni. L’annuncio della scomparsa è stato reso noto dall’Associazione italiana di studi bizantini, di cui è stato fondatore ed era presidente onorario. Professore emerito di letteratura greca nell’Università di Napoli Federico II, Garzya era stato vicepresidente della Association Internationale des Etudes Byzantines che ha sede a Parigi, dove aveva anche insegnato. I suoi saggi di storia della lingua e di storia della cultura bizantina, a partire dal IV secolo d.C. hanno conosciuto un indiscusso riconoscimento internazionale. (La foto di Antonio Garzya è del 2007 ed è stata esposta nella Galleria dei ritratti dell’Accademia di Atene.) Continua a leggere