Al MAXXI, tra architettura e poesia

Capolavoro indiscusso dell’archittettura italiana, la Tomba Brion a San Vito D’Altivole impegnò Carlo Scarpa per dieci anni. Anni di lavoro e di delicati disegni a matita, pieni di colori, di pensieri e di poesia, che dal 16 giugno 2012 al 13 gennaio 2013 al Maxxi raccontano l’opera paradigmatica del grande architetto veneziano, insieme con le fotografie, bellissime e altrettanto poetiche, scattate al monumento dal fotografo Guido Guidi. (Nella foto uno dei suoi scatti di Tomba Brion a San Vito D’Altivole).
Allestita con le collezioni del Maxxi, racconta il direttore Maxxi Architettura Margherita Guccione, ‘L’Architettura può essere poesia?’ (il titolo è una citazione da una conferenza di Scarpa) ” è stata concepita come una nuova occasione per offrire al pubblico una studiata selezione di disegni e fotografie conservati nelle collezioni del Museo di architettura, per rispondere al crescente interesse per l’architettura del 900 e contemporanea”.

Commissionata a Scarpa nel  1968, alla morte improvvisa di Giuseppe Brion, fondatore con la moglie Onorina, della Brion Vega, la Tomba Brion fu realizzata nel novembre del 1978. Per il maestro veneziano, che realizzò oltre 2mila fra studi, schizzi, modelli e disegni di altissimo livello fu un’occasione per ragionare sull’amore e dell’amore grazie all’uso sapiente della memoria, del corpo, dei cinque sensi e del cuore, centro degli affetti e delle emozioni.

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