L’utopia della pace

 

GUERRA-WAR, è un’antologia di poesie in italiano e inglese, traduzioni e cura di Paolo Ruffilli (Nino Aragno Editore, 2023).

30 poeti di diverse nazionalità,  ci ricordano quanto sia aspro e urticante il sapore della guerra, grondante sangue e sofferenza al di là di qualsiasi retorica. Tutte le guerre, passate e presenti.

THE TASTE OF WAR

30 poets from different countries of the world remind us how bitter and stinging the taste of war is, dripping with blood and suffering beyond any rhetoric. All wars, past and present.

Introduzione di Paolo Ruffilli

Il progetto “Il sapore della guerra” nasce più di due anni fa, dalla convinzione che l’unica opzione per il futuro degli uomini sia la pace. Utopia, certo, vista la realtà opposta delle molte guerre del passato remoto e recente in zone vicine e lontane. Ma la poesia deve la sua potenza al suo essere controcorrente. In questo senso ho ricevuto molti stimoli e risposte leggendo i poeti e, in particolare, sono stato istigato da una breve poesia di Kjell EspmarK nella quale l’autore dice metaforicamente di girare con un coltello in tasca per tagliare la lingua a chi parla della “bella morte” in guerra.

Per liberarsi una volta per tutte dalla mitologia della bella morte e dalla sua vuota retorica, il progetto è andato avanti. Ho interpellato, tutti vivi al momento del confronto, più del doppio dei poeti ora qui antologizzati. La mia intenzione non era quella di spingerli a scrivere qualcosa sull’argomento, per una istintiva e magari sbagliata sfiducia nella poesia d’occasione. L’intenzione era invece quella di sondare la loro opera, alla ricerca di versi che parlassero direttamente o indirettamente della guerra nel più profondo coinvolgimento. Cercavo poesie che abbaiassero e mordessero come cani non solo arrabbiati ma anche in apparente fulminante tranquillità. Da qui le mie scelte. Continua a leggere

Yury Zavadsky, “giorni senza radici”

Yury Zavadsky

Yury Zavadsky
Nella traduzione di Paolo Ruffilli

КОМУНІКАЦІЯ

Дивуюся, наскільки залежні мої почуття від кров’яного тиску.
Електрика в тілі не дає всидіти на місці.
Все ж таки примушую себе не рухатися.
Пальці нервово бігають клавіатурою.
Тоді нерівномірні тексти перетворюються на химери.
Ходять за мною твої есемески, крок в крок.
I мовчати не хочу, та й сказати тобi нема що.
День втрачено, і жодна таблетка не зможе його повернути.
Залишається після нього тільки неприємна втома.
Ніч, і тривожний сон, який неможливо запам’ятати.
Мені здається, що я щасливий,
відчуваючи твою теплу близькість
і твої пальці поблизу.
О, cі дні безпідставні, як і мої вірші,
напоюють мене алкоголем.
Цiлий день сьогоднi — ранок.
Холодна мряка, краплi висять у повiтрi.
Порожнiй осiннiй простiр.
Мені здається, що я щасливий поряд з тобою,
бо ніколи ще не почувався так впевнено і спокійно.
Я вагаюся, чи насправді все так добре,
але коли cі дні проминуть, думаю, буду згадувати їх
як найкращі.
— Закрий очi й розслабся, вiдчуваєш?
— У нас осiнь з меланхолiєю.
— Це в мене тимчасова криза…

COMUNICAZIONE

Sorprendente come i sentimenti dipendano
dalla pressione del sangue. L’elettricità nel mio corpo
mi impedisce di starmene fermo. Mi costringo.
Nervosamente le dita scorrono sulla tastiera.
I versi liberi si mutano in sogni ad occhi aperti.
I tuoi SMS mi accompagnano i passi. E non è che
non voglio parlare, non ho niente da dirti.
Il giorno è già perso, non c’è pillola a riportarcelo indietro.
Rimane a fine giornata il fastidio della stanchezza.
La notte col suo sogno inquietante non si può ricordare.
Sembro felice a sentire il calore della tua vicinanza
e le tue dita poi su di me. Ah, questi giorni senza radici
come i miei versi non fanno che riempirmi di alcol.
Oggi, poi, il giorno intero resta mattina.
Una nebbia fredda, le sue gocce sospese nell’aria.
Lo spazio vuoto d’autunno. Mi sembra di essere
felice accanto a te. Mai mi sono sentito tanto
calmo e sicuro. Esito, però, se tutto sta andando
così bene, e quando questi giorni saranno passati,
me li ricorderò come i migliori.
– Chiudi gli occhi e rilassati, non senti?
– È autunno: ci cala addosso la malinconia.
– Sono io, con questa mia crisi temporanea.

(Traduzione di Paolo Ruffilli) Continua a leggere

Natalka Bilotserkivets, “È ora di fare le valigie e partire”

Natalka Bilotserkivets

Natalka Bilotserkivets
Nella traduzione di Paolo Ruffilli

ТРОЯНДА

Пора валізу скласти і піти.
Хтозна, що брати – так, аби нести
було неважко; та однак знайти
одразу все, що потребуєш ти.

Зо дві-три щітки, мило і рушник.
Білизну чисту, щоб у певну мить,
коли коханець прийме або ж Бог,
в білизні чистій бути для обох.

В забутім закутку троянда в бур’яні
у райській пущі стрінеться мені.
Як образ Блейка, містика тонка, –
троянда, котра любить черв’яка.

Йому віддавши лоно чарівне,
вона тремтить і уника мене,
і вся поезія – лиш сором і нудьга,
нещасна квітка, люба, дорога…

ROSA

È ora di fare le valigie e di partire.
Non sai cosa prendere, qualcosa di facile
da portare, tutto ciò di cui potresti aver bisogno,
da trovare all’istante.

Due o tre spazzole, sapone e un asciugamano.
Biancheria intima pulita, se per caso il tuo amante
ti deve incontrare – o Dio, in ogni caso
dovresti avere biancheria pulita.

In un luogo appartato, tra le erbacce
di una fitta foresta celeste, incontrerò una rosa.
Come il simbolo del delicato misticismo di Blake –
la rosa che ama il verme.

Dopo averlo fatto entrare nel suo grembo seducente,
lei trema, nascosta, per evitare il mio sguardo,
e tutta la poesia: una vergogna, una noia,
oh, povero fiore, adorabile, caro fiore. . .

(1999)

(Traduzione di Paolo Ruffilli) Continua a leggere

Andrey Serdyuk, “cade la pioggia fuori dalla finestra”

Andrey Serdyuk

Vi proponiamo oggi una poesia scritta in russo da Andrey Serdyuk, nato nel sud dell’ Ucraina che vive a Mariupol. Il testo è tra quelli nati sull’emozione della guerra che lo vede coinvolto nella sua terra.

 

 

В голове чёрно-белая муть,
За окном осыпается дождь.
Мне бы землю обнять и уснуть,
Только ты мне уйти не даёшь.

В голове чёрно-белая муть,
Мне бы землю обнять и уснуть.

Чтоб не видеть, не слышать, не знать
Жутких былей жестокого века –
Как подобных себе убивать
И себя называть человеком.

Первой пули украсть поцелуй,
Заслонив незнакомого брата.
Тихим стоном сорваться в лазурь,
Не касаясь курка автомата.

За окном осыпается дождь,
Только ты мне уйти не даёшь.

 

Nuvole bianche e nere sulla mia testa
Cade la pioggia fuori dalla finestra.
Abbraccerei la terra e dormirei,
Solo tu non mi lascerai partire.

Nuvole bianche e nere sulla mia testa
Abbraccerei la terra e dormirei.

Non vedere, non sentire, non sapere
Terribile passato, secolo crudele –
È come uccidere te stesso
E continuare a chiamarti uomo.

Rubare il bacio del primo proiettile
Coprendo un fratello sconosciuto.
Con un gemito silenzioso finire
In cielo senza toccare il grilletto.

Cade la pioggia fuori dalla finestra
Solo tu non mi lascerai partire.

(Traduzione di Paolo Ruffilli) Continua a leggere

Oksana Zabuzhko, “scorrono gli abbracci”

Oksana Zabuzhko

Любов

А обійми стекли, як вода,
І нічник нашу тінь роздвоїв…
Не офіра, не пристрасть, не жар –
Просто спроба лишитись живою.
Із зачумлених стронцієм міст,
Понад їх передсмертні муки
Палахкоче легкий поміст –
Переплетені голі руки.
І допоки це сонце вночі,
І допоки ці спалахи бистрі –
Прокохай, продрижи, прокричи
Цю – останню! – хвилину на вістрі!
Розчахнувши нічні дзеркала,
Мов портрети, із рами виходим –
Але з вуст, шорсткий, як зола,
Осипається подих…
Так, немов відітхнути хотів –
А легені навиліт пробиті,
Й ціпеніють відбитки тіл
У зім”ятім гарячім повітрі.
Ах, звідкіль це, і як, і чом
Цей мертвотний відсвіт на стелі?
Глянь, мій милий, що там, за вікном?
Подививсь і сказав:
– Пустеля…

AMORE

Come l’acqua scorrono gli abbracci,
Una luce notturna ci divide le ombre…
Non c’è sacrificio o passione né dono –
Lo sforzo soltanto per restarsene in vita.
Inarcato sulla mortale agonia
Di città infestate da radiazioni
Brucia l’evanescente contatto
Delle nostre braccia intrecciate.
E finché dura questo sole notturno,
E questi brevissimi lampi,
Ama, urla e trema
Nel momento finale
Dal limite estremo!
Infrangendo gli specchi notturni
Come ritratti dalle cornici fuori usciamo –
Il respiro è cenere calda che raschia
Uscendo di bocca…
È come se noi sussultassimo
Con i polmoni trafitti,
E dure si fanno le impronte dei corpi
Nel calore dell’aria accartocciata.
Da dove mai viene, e come, e perché,
Questa pallida luce al soffitto?
“Guarda, amore, dalla finestra: che c’è fuori?”
Ha guardato e risposto:
“Il deserto”.

(Traduzione di Paolo Ruffilli) Continua a leggere

Ad Acerra, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, messa a dimora dell’albero della Cultura

Castello dei Conti di Acerra

C O M U N I C A T O     S T A M P A

Nell’ambito delle iniziative della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che ricorre Giovedì 25 novembre 2021, a Acerra (Napoli) a partire dalle ore 10.30 si terrà un evento in collaborazione con l’Accademia Mondiale della Poesia e l’Amministrazione Comunale – Assessorato alle pari Opportunità e alle Politiche di Genere.
Il progetto, nato da un’idea del pianista e compositore Christian Deliso, si svolgerà nella Sala Consiliare del Castello dei Conti di Acerra,  nel centro storico della città, con il patrocinio del WWF, ANCI, CONFASSOCIAZIONI.

Sala Consiliare Castello dei Conti (Acerra)

PROGRAMMA

  • Saluti istituzionali Assessore Pari Opportunità Milena Tanzillo
  • Moderatrice: Pina Stendardo, giornalista
  • Introduzione della Giornata e Cerimonia di messa a dimora dell’Albero Della Cultura.
  • Intervento del magistrato procura di Nola Sarah Calazzo
  • Interviste a cura di Radio Siani
  • Narrazione poetica dell’albero della Cultura di Paolo Ruffilli
  • Video presentazione di Max Laudadio e dai ragazzi di Acerra. Continua a leggere

Paolo Ruffilli, l’esperienza del quotidiano

Paolo Ruffilli

DI FABRIZIO BREGOLI

Il nuovo libro di Paolo Ruffilli, Le cose del mondo (Mondadori), come dice lo stesso autore nella nota introduttiva all’opera, è frutto della elaborazione più che quarantennale del progetto che ha assunto appunto la forma di “Le cose del mondo”, in un percorso – immaginiamo – di successive stratificazioni, rielaborazioni e revisioni intervenute nel corso degli anni. L’obiettivo che anima il lavoro è, attraverso la poesia, comprendere il mondo mediante l’esperienza del quotidiano, delle cose che lo popolano, nel tentativo di decifrare o cercare di definire un rapporto di dialogo fra io e realtà (le cose appunto, intese sia nella accezione concreta, come vedremo, di oggetti, sia nell’accezione astratta di esperienze che si vivono nel mondo). Questa scrittura che si è sviluppata nel corso di più anni spiega senz’altro la generosità nel numero di poesie incluse nella raccolta, senza che nessuna di queste sia in realtà superflua; al tempo stesso, l’ampiezza e la varietà dell’opera non fa venire meno l’impostazione poematica, che rende la silloge molto coesa, e quindi efficace nel suo sdipanarsi passo a passo durante la lettura. Non deve quindi ingannare il titolo in apparenza semplice e lineare, titolo che in realtà consente, data la sua genericità, di istituire una serie di rimandi molteplici a diverse sfere della realtà, in virtù della natura polisemica connaturata alla dizione poetica: cose – dicevamo – come rappresentazione della realtà, dove la parola (quella poetica in particolare) interviene per “domarne” “la resistenza”, “invita ciò che chiama a farsi essenza”, perché è grazie a lei che si riesce a “rompere il silenzio” (tema questo che si esplicita sezione per sezione fino a quella – decisiva – in chiusura). Continua a leggere

Paolo Ruffilli, “Le cose del mondo”

Paolo Ruffilli

Dalla quarta di copertina:

Nel suo percorso poetico, Paolo Ruffilli ha praticato strade diverse, sempre confermandosi in una coerente, limpida solidità di pronuncia pur nella varietà di tematiche e argomenti. Questo libro permette di seguirne il cammino per un arco di tempo pressoché quarantennale, trattandosi di un’opera unitaria composta a partire dagli anni Settanta, un ampio work in progress arricchitosi nel tempo. Un’avventura poetica ed esistenziale che prende il via con la metafora del viaggio e degli incontri che il viaggio offre, della quotidianità onirica e a volte sgradevole di chi comunque si trova «straniero tra la gente». Fino al ritorno, dal quale riparte la meditazione turbata sul senso delle cose e della vita, nelle incertezze e negli equivoci degli umani rapporti, tra vuoto, amore e violenza, mentre felicità «sempre si confonde / con la dissolvenza». Nel capitolo che dà titolo al libro, Ruffilli si muove a diretto contatto con gli oggetti di cui si popola la vita, e che si impregnano del nostro passaggio, trovando il senso non banale della loro presenza, si tratti del cappello o del bicchiere, della barca o di un diario. La sua fitta narrazione è affascinante, minuziosa, affabilissima, una sorta di insolito canzoniere dedicato a una realtà tanto essenziale nel vissuto quanto raramente indagata, come in queste pagine, con la concretezza maniacale dell’osservatore sensibile.

POESIE 1978-2019

Le cose

Le persone muoiono e restano le cose
solide e impassibili nelle loro pose
nel loro ingombro stabile che pare
non soffrire affatto contrazione dentro casa
perché nell’occuparlo non cedono lo spazio
vaganti come mine, ma nel lungo andare
il tempo le consuma senza strazio
solo che necessita di molto per disfarle
e farne pezzi e polvere, alla fine.

*

Eccolo, il nome della cosa:
l’oggetto della mente
che è rimasto preso e imprigionato
appeso nei suoi stessi uncini
disteso in sogno, più e più inseguito
perduto dopo averlo conquistato
e giù disceso sciolto e ricomposto
rianimato dalla sua corrosa forma e
riprecipitato nell’imbuto dell’immaginato.


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Premio di poesia “Città di Trento – Oltre le mura”

Accanto al Filmfestival, al Festival dell’economia, al Bookfestival di Caldonazzo, un comitato nato per l’occasione promuove il Premio di poesia “Città di Trento – Oltre le mura”. L’iniziativa prende nome dal progetto culturale che il Comune ha avviato lo scorso anno per candidare Trento a capitale italiana della cultura. Nello stesso titolo ci si riferisce a un passo di Cristina Campo: “Incandescenti, attraversiamo i muri”. Perché Trento, città di confine, sa cosa siano le mura, così come ormai sa quanto sia importante andare oltre: connettere, accorciare le distanze, scegliere il confronto come metodo, la cooperazione come pratica quotidiana. Continua a leggere

Vivian Lamarque con “Madre d’inverno” vince il Premio Metauro 2016

vivianlamarqueIl Premio Letterario Metauro nasce nel 1994 ed è giunto quest’anno alla XXIII edizione. Attraverso la qualificata giuria tecnica individua tre significativi libri di poesia contemporanea, pubblicati in Italia nel biennio che precede l’edizione corrente. È sostenuto e promosso dall’Unione Montana Alto e Medio Metauro, Provincia di Pesaro e Urbino, Regione Marche, Presidenza del Consiglio Regionale, Biblioteca Comunale di Urbania dove ha sede la segreteria. Il presidente del premio è il poeta marchigiano Umberto Piersanti. Continua a leggere

Una poesia per l'Aquila…

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Nota di Loretto Rafanelli
La poesia, si sa, non cambierà il mondo, ma di sicuro ci consegna il tratto di una verità ulteriore e un’ emozione rara: il linguaggio della solidarietà più profonda. I versi che tante persone ci hanno inviato,  si mescolano a quelli di poeti noti,  come Franco Arminio, Alberto Bertoni, Tiziano Broggiato, Anna Buoninsegni, Giuseppe Conte, Maurizio Cucchi, Emilio Coco, Roberto Carifi, Fabrizio Dall’Aglio, Matteo Fantuzzi, Enrico Fraccacreta, Paolo Lisi, Valerio Magrelli, Roberto Mussapi, Elio Pecora, Antonio Riccardi, Davide Rondoni, Paolo Ruffilli, Mario Santagostini, Luigia Sorrentino, Gian Mario Villalta, Cesare Viviani, Emilio Zucchi,  a formare un’unica, grande e luminosa voce. Continua a leggere

Una poesia per l'Aquila

Cinque anni dopo il terremoto la situazione a l’Aquila è ancora drammatica.
“Se tu scrivi una poesia per l’Aquila…” è un progetto curato da Loretto Rafanelli che si inscrive all’interno di quello di Marco Nereo Rotelli, UNA LUCE, Installazione luminosa per L’Aquila (16 dicembre 2014 dalle ore 18:30) e mira a raccogliere poesie, frasi, pensieri, che abbiamo come tema centrale l’Aquila e lo stato di abbandono e di emergenza in cui si trova la città.
Il blog di Luigia Sorrentino diviene, pertanto, una sorta di antologia digitale che intende sensibilizzare e dar voce a chi, vicino o lontano, vuole dedicare una parola a agli abitanti della città de l’Aquila che vivono nella sofferenza, nella precarietà, nella perdita di una casa e dunque, di un luogo di serenità.
Non necessariamente la poesia deve essere inedita, ciò che conta è che la parola poetica induca alla riflessione e comprensione che la drammatica storia dell’Aquila ci coinvolge ed appartiene a tutti.
Sarà un’occasione natalizia per accendere una luce sulla città, la cui situazione viene per lo più dimenticata a livello nazionale. Le 100 poesie più belle verranno pubblicate su un libretto e il ricavato verrà donato alla città.
L’obiettivo è quello di far proseguire la rassegna fino al 6 aprile 2015, triste ricorrenza del terremoto del 2009, data in cui verrà organizzata una commemorazione con un’altra installazione del maestro Rotelli.
L’evento è realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi de L’Aquila.
Tutte le poesie devono essere inviate all’indirizzò email
poesiaperaquila@gmail.com ; sarà nostra cura farle pervenire e pubblicare sul blog Poesia di Luigia Sorrentino di Rainews 24.
In alternativa, possono essere inviate e pubblicate sulla pagina FB : Se tu scrivi una poesia per L’Aquila ( https://www.facebook.com/pages/Se-tu-scrivi-una-poesia-per-LAquila/1558165737730063?fref=ts)
Durante la manifestazione del 16 dicembre 2014 le poesie saranno proiettate all’Aquila su un maxi-schermo posto alla fine di Corso Vittorio Emanuele II, ai Quattro Cantoni, dove l’artista Marco Nereo Rotelli creerà nell’occasione un simbolico ‘libro di luce’, trasformando la piazza stessa in una pagina di poesia da tutti leggibile.
Un significativo intervento dell’arte in cui la luce della poesia assurge a una dimensione non solo estetica ma anche fortemente etica in difesa dei diritti dei cittadini dell’Aquila.
Interverrà anche la banda, indice di una musica di tutti, di un ritmo per tutti verso un nuovo orizzonte, che simbolicamente sarà rappresentato dall’illuminazione azzurra dei Quattro Cantoni, dove peraltro ci sarà un simbolico brindisi e nuovamente la lettura da parte di Thomas Haskell Simpson della poesia Per un bel giorno di Attilio Bertolucci. Nella piazza saranno proiettate su un maxi-schermo anche le poesie inviate da tutta Italia per il progetto Se tu scrivi una poesia per L’Aquila…
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Marco Nereo Rotelli lavora con la luce, è un artista il cui medium è sempre luce, anche quando sceglie di adoperare le materie della pittura tradizionale o quando, ad esempio, applica foglia d’oro e smalto su delle porte tarlate (come nelle sue “Porte della Pace” 2006-2010). Ma Rotelli lavora forse più immediatamente con la luce quando incanala l’elettricità attraverso i filtri calligrafici per proiettare in forma di luce le parole dei poeti di tutti i tempi e tutte le lingue contro le superficie archittetoniche, antiche e nuove, dell’Italia e di tutto il globo, trasformando in questo modo la luce in poesia e la poesia in luce. La materia e lo spirito – noi, insomma – in dialogo pubblico, intimo e universale.
Per “Una Luce”, L’installazione per L’Aquila, Marco Rotelli ha realizzato un confronto fra due entità che sono simultaneamente e terribilmente deperibili e durature, sensibili e invincibili, fragili e costanti, individuali e collettive: fra, cioè, la poesia e la gente di Aquila, che così possano rispecchiarsi, rinnovarsi e realizzarsi l’una nell’altra. Senza soluzione di continuità, siamo qui e qui resistiamo, queste sono le nostre case, queste le nostre impalcature, questi i nostri cavi, le nostre macerie e vostre, i nostri morti, le nostre parole e vostre.
Thomas Haskell Simpson
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Se tu scrivi una poesia per l’Aquila…
con
Marco Nereo Rotelli
UNA LUCE
Installazione luminosa per L’Aquila
16 dicembre 2014 dalle ore 18:30
Testi di
Attilio Bertolucci
Pier Paolo Pasolini
Voce recitante
Thomas Haskell Simpson
In collaborazione con il progetto
”Se tu scrivi una poesia per L’Aquila…”
con
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DE L’AQUILA
DIPARTIMENTO DI SCIENZE UMANE
Coordinamento
Elena Lombardi | Art Project

Paolo Ruffilli, Variazioni sul tema

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Nota di lettura di Franco Dionesalvi
Con questo libro in forma antologica Variazioni sul tema (Aragno Editore, pp. 360, € 12) Paolo Ruffilli ci consegna un’opera ampia, articolata, generosa; che contiene composizioni sue già note e ne aggiunge di nuove, venendo a costituire un insieme organico e foriero di stimolanti accostamenti, smistamenti polisenso, ulteriori ramificazioni e significazioni.
Nella sezione “La notte bianca” colpisce la riflessione su temi e sollecitazioni impegnativi e talvolta inquietanti, eppure svolta con semplicità, con una franca immediatezza qualche volta addirittura disarmante (ancorché ingannevole, perché il doppio senso, il rimando, il consapevole inganno è sempre in agguato). Del resto “la memoria cede / annaspa e caracolla”.  Si noti l’uso delle rime: “un sentimento/…/ perduto prima di averlo conquistato/ e delirato”: quel che nella tradizione poetica era combaciamento, allineamento, consolazione, qui invece è spiazzamento, depistamento, ulteriore sollecitazione della mente e dei sensi. Continua a leggere

Addio a Luca Canali

 
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Il senso estremo della vita è nella
parola autentica, nel

fiore casuale senza nome,
nell’occhio interrogativo del gatto,

nell’effimero lampo delll’intelletto
fra il buio di una mente ottusa
dal suo irreversibile handicap

Luca Canali

Da: Anticlimax, di Luca Canali, Prefazione di Paolo Ruffilli, Biblioteca dei Leoni, febbraio 2014.
Sono contenute in questo pccolo volume, le ultime poesie di Luca Canali, il grande latinista e scrittore scomparso a Roma, la città dov’era nato, l’8 giugno 2014, a 88 anni. Oltre che a Roma, Canali ha anche insegnato per quindici anni Letteratura Latina all’università di Pisa, prima di abbandonare la cattedra per una grave forma di nevrosi. Continua a leggere

Patrizia Riscica, "Dialoghi imperfetti"

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Letture

“È un libro compatto, scandito in sei parti o atti, e ha come protagonista il dialogo nel suo sforzo di realizzare la comunicazione tra le persone e, prima di tutto, con se stessi. I dialoghi si svolgono a due voci, quella in corsivo è una sorta di voce fuori campo che pone dubbi, interrogativi, proposte, per lo più senza soluzione, perché appunto questi sono, nell’ordine delle cose umane, Dialoghi imperfetti.
Aprono il libro i “dialoghi dell’amore”. Scrivere d’amore non è facile, cert (‘lo sai/nel carcere dell’amore/entrano tutti per un desiderio avido’). Bisogna avere la mente sgombra da luoghi comuni che il genere abusato ha disseminato nei meandri della nostra memoria inconsapevole e occorre disporre di quel passo sciolto che permette alla scrittura di scombinare il senso comune e i significati correnti.”
Dalla prefazione di Paolo Ruffilli Continua a leggere

Nicola Romano, “Gobba a levante”

Letture

Nicola Romano, Gobba a levante, Pungitopo, Marina di Patti, 2011

Recensione di Paolo Ruffilli
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La capacità immaginativa è il motore della poesia recente di Nicola Romano e, in particolare, di questo suo ultimo “Gobba a levante”: un’energia intellettuale, continuamente in movimento e tale da trasfigurare da immagine a immagine, in un vorticoso bestiario di esempi quotidiani e personali, di memorie e di ricordi (le presenze vive in giro per le poesie ne sono al massimo grado l’esempio potente), in ogni caso decisivi nel disegnare un insieme dentro al quale passo dopo passo si evidenzia la riconoscibilità generale, senza per altro mai assurgere a nessun tipo di presunzione filosofica e restando anzi al contrario con i piedi ben piantati per terra dentro il nostro ordinario mondo quotidiano, eppure nella consapevolezza frantumata di tutto quello che ci trascende.

Continua a leggere

Paolo Ruffilli, “Natura morta”

Letture
a cura di Luigia Sorrentino

Nelle poesie di “Natura morta” Paolo Ruffilli si cimenta in una serrata rappresentazione (ed analisi) sulla razionalità della natura e sulla naturalezza della storia: affronta la messa in cena dei processi biologici e fisici, vegetali e minerali, genetici e psicologici (tra i quali, prioritari, il calore e il movimento), a partire dal processo di nominazione della realtà dall’immaginazione come possibilità di spiegare i paradossi dell’esistenza quali il vuoto o il tempo.


Paolo Ruffilli è nato nel 1949. Ha pubblicato di poesia: La quercia delle gazze (1972), Quattro quarti di luna (1974), Notizie dalle Esperidi (1976), Piccola colazione (1987; American Poetry Prize), Diario di Normandia (1990; Premio Montale e Premio Camaiore), Camera oscura (1992; Premio Dessì), Nuvole (con foto di F. Roiter; 1995), La gioia e il lutto (2001; Prix Européen), Le Continua a leggere

Premio Strega 2013

È stato diramato l’elenco delle opere presentate al LXVII Premio Strega, promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci in collaborazione con Liquore Strega – dagli Amici della domenica, lo storico corpo votante che dal 1947 attribuisce il riconoscimento a un libro di narrativa italiana pubblicato tra il 1° aprile dell’anno precedente e il 31 marzo dell’anno in corso.

Sono 26 i libri in lista. Il Comitato direttivo del Premio – composto da Giuseppe D’Avino, Tullio De Mauro (presidente), Giuseppe De Rita, Valeria Della Valle, Fabiano Fabiani, Alberto Foschini, Dino Gasperini, Melania G. Mazzucco, Ugo Riccarelli – si riunirà il 16 aprile per selezionare tra le proposte degli Amici i 12 libri che si disputeranno la sessantasettesima edizione. Continua a leggere