RaiPoesia2022. Uno sguardo sulla poesia italiana contemporanea

La reciprocità degli sguardi

Nell’immagine, un frame della sigla che introduce a partire da oggi, venerdì 16 dicembre 2022 alle 16.30 un ciclo di incontri con i poeti italiani contemporanei sul nuovo sito web della Rai: RaiNews&TGRCampania con il progetto Raipoesia2022 ideato e condotto da Luigia Sorrentino.

Raipoesia2022 è uno sguardo sulla poesia italiana contemporanea, uno sguardo nel quale ci si perde o ci si ritrova.

Raipoesia2022 è accoglienza, è la risposta a una chiamata che predispone un luogo e uno sguardo che viene in superficie.

Raipoesia2022 è un progetto pensato soprattutto per le giovani voci della poesia italiana contemporanea, ma non solo. Ai volti e alle voci dei più giovani, si affiancheranno poeti già noti ai lettori della poesia contemporanea italiana, perché se non fossero presenti ne sentiremmo l’assenza.

Raipoesia2022 mette in evidenza i volti, gli occhi pieni di fascino e d’inquietudine dei poeti, custodi dell’attenzione, della profondità e della verità della parola della poesia.

Ascolteremo frammenti di parole che tassello su tassello andranno a comporre un’unica grande opera.

(Luigia Sorrentino)

Postilla

Il titolo, Raipoesia2022, porta con sé l’anno in cui è nato il progetto.

 

Raipoesia2022

ideazione e progetto di Luigia Sorrentino

si ringrazia Dino Ignani per la cortese collaborazione

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Andrea Galgano, poesie della terra di Lucania

Andrea Galgano

Andrea Galgano in “41esimo Parallelo Nord” – Poesie delle Terre di Lucania – (Editrice Universo sud, 2022) mette in luce voci di poeti e scrittori nati in una faglia di terra denominata Lucania, la Basilicata. Voci nutrite dal suo particolarissimo “genio” come evidenzia Davide Rondoni nella quarta di copertina.

Vi proponiamo un estratto dal libro, nel quale troveremo, con recensioni e poesie sparse di Galgano,  immagini-opere di Irene Battaglini.

*
Sei tu
oltre i balconi incolti
e il pirastro dei grani

inviolata
come mani giunte
nella dolce tenebra di ardesia

e il tuo corpo – ombra di bocca –
dove solo il bacio apre il velo dei cieli
sul basilico degli usci
e la rubata aria delle finestre.

**

Vento chiaro (Austro)

 

La plenaria dei greti
è foschia barbara
sulle tue foci di veranda

i tuoi rosati di giugno
perdono il silenzio delle porte
come gocce stordite

scarmigliano
l’austro campanile
e sgretolano penetrali di nuvole

nella chiusa delle lune
il bianco dell’anima
è finalmente nitido.

 

Nebule diamante
(scrivendo di Beppe Salvia)

 

La schiena dei litorali
ha nebule diamante
scogli e cicale
prima delle spighe

il timo buio
vela nocciole alle frasche

dove nascono i glicini
abita il tuo fondale
di vele gemelle
e il cedro cielo degli acini

i tuoi rilievi hanno frescure
di baci australi
volgono al regno
bendato delle navi

qui una verde fenice
spoglia le pupille
e le rive falbe

la sera mulatta
tinge i gelsomini
e i vimini sui petali
delle nostre barche marezzate.

(Andrea Galgano)

Beppe Salvia: la “privazione dell’assenza”

di Andrea Galgano

Andrea Zanzotto, a proposito della poesia sofferta, e quindi teneramente viva, di Beppe Salvia, scomparso nel 1985, scrive: «La sua poesia, che ha una luce di giovinezza e di alba e nello stesso tempo qualcosa appunto di terribilmente teso verso lontananze imprendibili, lascia una parola lacerata fra gli uomini e la volontà di riprendere contatto con il “cuore”del mondo».

L’elemento centrale della sua poesia è l’assenza o meglio la privazione del tempo lacerato, che recupera il contatto con il mondo e che si approfondisce fino alla percezione di una fragile inconsistenza, lontana dalle persone e dalle cose. In una tensione vagabonda e luminosa verso l’infinito e attraverso il respiro di una pienezza, egli afferma e vive la bellezza delle sue sillabe:

«Abbiamo nel cuore un solitario / amore, nostra vita infinita, / e negli occhi il cielo per nostro vario / cammino. Le spiagge i cieli, la riva / su cui sassi e rovi e il solitario / equisèto, e colli erbosi grassi / rioni, città dispiegate come / belle bandiere, e nude prigioni. / Questa è la nostra vita. Questi nostri / volti vagabondi come musi / di cani ci somigliano. Il vento / il sole le corolle rosse e blu, / i sogni mai sognati i nostri sogni / Questa è la nostra vita e nulla più».

Il cuore dell’uomo è il desiderio di felicità, compimento totale e permanente dei desideri costitutivi, delle esigenze dellapropria umanità. L’irresolutezza che dilaga nel perimetro del nostro essere fa i conti con questa promessa, perché «d’umane ammende è colma sfera ogni speranza».

L’occorrenza continua nel suo verso limpido e sospeso, come oggetto nell’anima, come sacro lavacro di un tempo che non riesce a trovare compimento, isolato nella reclusione del respiro lirico, sacrifica la propria soggettività, come «l’anima già mi sfrangia / una lesta vecchiaia / eterna gioventù / d’aver più note le cose / e me scomparso»: «Non ha più limite la mia pazienza. / Non ho pazienza più per niente, niente / più rimane della nostra fortuna».

Una poesia intensa, umbratile e vibrante che frequenta i bersagli dell’essere e l’intimità del passo svelto delle cose, nelle parole che provengono da lontano e lontano si spingono fino alla nudità del cuore, al suono del battito delle corde tese: «non v’era nulla nel mio cuore è vero, / ma quest’aspra materia s’avea le sue / parole, e io le ho dette tutte o / anche le ho taciute».

L’appartenenza alla chiarità della sua visione è la gemma di un raggiungimento, di un disarmo di nudità povera, di un racconto di esperienza che induce alla spoliazione di sé.

È quel che possiede come sgomento: «C’è chi, al contrario di me, non dispera, / che con salute e forza e virtù e buona / fortuna, si arrivi a morire dopo / tanti bei giorni, pieni di tantissime / cose di questo mondo o di un altro mondo; / e dopo tanti giorni e quella gioia soltanto / povera dei giorni […]». O in Ultimi versi, dove scrive: «di lume bianco oram’assembra lieta / e povera e lieve questa mia / terra dei morti dove all’alzata ormai / dei giorni io nascondo […]».

La distanza dalle cose, pur apparentemente incolmabile, non è gergo di un ritiro dalla vita, ma momento di un’aspettativa accorata, nella proiezione del desiderio tra sperdimenti di luci, vicine e lontane, mai spente e vivide nel loro formarsi.

Già nella sua raccolta Estate, le liriche nascono in un’accorata elegia nostalgica, un punto vero di fuga in cui trovare la vera dimensione di equilibrio tra passato e presente, esterno e interno, inerzia e divenire. Il luogo poetico, rattrappito nel suo farsi e disfarsi, inizialmente immobile tende pian piano al movimento aperto del mondo, in un unico momento di esperienza stupita che oltrepassa la frantumazione e lo spargimento, pur senza frequentare l’oltre: «M’innamoro di cose lontane e vicine, / lavoro e sono rispettato, infine / anch’io ho trovato un leggero confine, / a questo mondo che non si può fuggire. / Forse scopriranno una nuova legge universale, e altre cose e uomini impareremo ad amare» ,o ancora: «distanti i suoni e, / remota ogni vaghezza delle voci / giù nella via».

Ed ecco che l’io appare insolitamente chiuso e mai ridotto, fervido d’amore protettivo per sé e per la propria identità, in un momento centellinato e ricolmo di slancio.

Irene Battaglini scrive: «La placida e paziente ansia di Beppe Salvia è fiore che sboccia in pochi istanti e cristallizza come prisma immobile da cui luce non passa. La luce diffonde e rimbalza affondando tra le persiane come in una natura morta – ma non ancora del tutto – di Morandi. E così che Beppe Salvia si va riempiendo di una vita sorda alla gioia e muta al dolore, in una via di lutto che affonda le radici in una terra grezza e gravida di parola».

Appare l’eco leopardiana in queste stanze, dove la lontananza esprime il suo canto naturale e si riverbera nella sceltalessicale e versificatoria di una «misura lieta», accostata anche all’epigramma. Le immagini sembrano convergere nella loro atmosfera rarefatta di «cieli quieti di pensieri chiari», in quadro allitterante, nominale e immoto.

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Barbara Herzog, da “Nada más”

Barbara Herzog

Vuoi suggere
da ogni risposta
una goccia di anima
per assaporarla
abbracciarla
solo per questo
cavi sapere
da un sasso
e sì, per la tua voce
che bacia come
il vento gli steli d’erba

***

Quando intuisci
a poche sillabe
assurgi ciascuna
perché non puoi toccare
per colmare l’urgenza
ogni gemito accarezzato
nell’aria
non fa che acuire
la carnalità
del bisogno

***

Inutile arrovellamento
le risposte non sgorgano
da quel ruscello limpido
frastornante fino a
poco fa

ruvido palpare
per comprendere
dov’è finita la piena
sgorgano

***

Sublimare
è la parola d’ordine
dei decreti che
giocano al salto della corda

fortunata
colgo l’ispirazione
nell’inflessione delle parole
e costruisco

castelli sulle nuvole
se no
la mia pelle
sarebbe già avvizzita

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Piero Bigongiari, “l’amore del mondo”

Piero Bigongiari

 Il tuo occhio guarda nel fuoco
 la visione brucia
 un gelo nutre il seme della luce
 nel ghiaccio, la banchisa
 celeste si sfa.
 Io non so quel che è stato
 la terra si cretta, escono scorpioni
 il ragno sale al centro della tela
 il mare opina
 che il sole esiste per tingersi di terra
 sulle acque pensieroso.
 Non oso, amore, non oso
 chiamarti.
 Appoggiata a una domanda non è una risposta
 ma tutto l’amore del mondo
 è una parola.

 Piero Bigongiari, una poesia da Antimateria, Mondadori, 1972

 ***

 Ti perdo per trovarti, costellato
 di passi morti ti cammino accanto
 rabbrividendo se il tuo fianco vacuo
 nella notte ti finge un po’ di rosa.

 Quali muri mutevoli, tu sposa
 notturna, quale spazio abbandonato
 arretri al niveo piede, al collo armato
 del silenzio dei cerei paradisi

 che in festoni di rose s’allontanano?
 Eco in un’eco, mi ricordo il verde
 tenero d’uno sguardo che dicevi
 doloroso, posato non sai dove

 di te, scoccato dentro il misterioso
 pianto ch’era il tuo riso. Oh, non io oso
 fermarti! non i muri che dissipano
 di bocci fatui un’ora inghirlandata.

 Odi il tempo precipita: stellata,
 non so, ma pure sola Arianna muove
 dalla sua fedeltà mortale verso
 dove il passo ritrova l’altra danza.

 Piero Bigongiari, una poesia da La figlia di Babilonia, Parenti, Firenze, 1992

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Una poesia per Franco Loi

Franco Loi, Milano,  Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto 2 –  in occasione della proiezione del film documentario a lui dedicato: ‘Il viaggo del poeta‘ (durata: 71’).

di Davide Rondoni

 Franco, poeta de l'Angel e dell'aria,
 era acuto di vita il tuo sentire
 veniva da un rimuginare senza
 quiete e senza amarezza
                        era una bellezza
 dei colletti aperti,
 della carezza che va via dove va, degli occhi
 che mai incerti
 cercavano umani gli occhi -
 un diapason preciso che veniva da chissà
 risuonava in te
 mentre compilavamo la nostra
 democratica antologia, poeti
 semisconosciuti, voci di malinconia -
 e di gratitudine,
                       profezia dei semplici.
 Caro Franco,
 di libertà noi complici...

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A Villa delle Ginestre, “Il ritmo infinito”

Dopo un intero anno dedicato ai festeggiamenti per il bicentenario de L’Infinito, con manifestazioni in tutta Italia sotto il segno di Infinito200, Villa delle Ginestre a Torre del Greco, dimora leopardiana alle pendici del Vesuvio, ospita l’evento “Il ritmo infinito”.

Contenitore culturale per eccellenza, Villa delle Ginestre aprirà le sue porte il giorno 12 dicembre alle ore 19, a una vera e propria festa poetico – musicale promossa dalla Fondazione Ente Ville Vesuviane, in cui si presenteranno le attività che si svolgono attualmente in Villa insieme alle nuove che si svolgeranno a partire dal prossimo anno.

Ormai riconosciuta come la Casa della Poesia, la Villa ha trovato una connotazione come punto di riferimento del territorio vesuviano grazie al suo essere un luogo ricco di fascino, che emoziona i tanti che vengono ad ammirare i paesaggi che ispirarono Giacomo Leopardi e la stanza dove il poeta scrisse La Ginestra ed il Tramonto della Luna.

Durante la serata, si alterneranno letture di poesie a performance di danza e percussioni, il tutto nell’atmosfera suggestiva della location leopardiana al calar della sera. Continua a leggere

Essere “altro” in Giovanni Testori

Giovanni Testori

GIOVANNI TESTORI: IL DESTINO DELLA CROCE

COMMENTO DI LUIGIA SORRENTINO

Uno scrittore con il quale il  Novecento dovrà prima o poi fare i conti  – del quale oggi non si sente quasi più parlare nonostante la notevole eredità letteraria che ha lasciato – è Giovanni Testori.  Narratore, drammaturgo, autore di saggi di critica d’arte e poeta, è una delle pochissime voci che ha aperto possibilità nuove nella letteratura italiana del dopoguerra. Chi vuole leggere un assaggio della sua poetica può consultare o acquistare l’Oscar Mondadori pubblicato nel 2012 a cura di Davide Rondoni, una scelta da Le poesie, 1965-1993. 

Componimenti di grande forza verbale e espressiva.

Il poeta  utilizza infatti più registri vocali: da un lato i i toni “bassi” e brutali di una lingua abbrutita dall’emarginazione, dallo “scarto esistenziale” , dall’altra, una lingua sublime, tenera e incantevole che tocca toni altissimi di espressione e di canto.

IN EXITU, Roberto Latini/ credits ph Ivan Nocera – Cubo Creativity Design, Napoli, 8 giugno 2019

Nota a margine

Il Napoli Teatro Festival Italia diretto da Ruggero Cappuccio quest’anno ha portato al Festival In Exitu, di Giovanni Testori nell’interpretazione dell’attore e regista Roberto Latini e Erodiade,  regia di Carlo Cerciello, con Imma Villa.

IN EXITU di Giovanni Testori
Napoli, 8 giugno 2019
INTERPRETAZIONE E REGIA ROBERTO LATINI
DALL’OMONIMO ROMANZO DI GIOVANNI TESTORI
MUSICHE E SUONO GIANLUCA MISITI
LUCI E DIREZIONE TECNICA MAX MUGNAI
PRODUZIONE COMPAGNIA LOMBARDI – TIEZZI

ESTRATTI

Da “ I Trionfi “ (1965)

Furori atroci da animale bellezza
i cervi bravi sconto sui ghiacci;
urlano, di scatto, come corni di bronzo;
inarcano i colli di miele e sterpi;
s’accovacciano stanchi sui giacigli di neve;
s’abbracciano anche e s’amano
fieri e superbi
come antichi dei d’un tempo senza tempo;
tra carne, ossa, pelo e sangue
un nodo inestricabile li stringe nei geli della brina.

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Napoli città Libro 2019


SALONE DEL LIBRO A NAPOLI

Dal 4 al 7 aprile 2019 a Napoli si terrà il Salone del Libro e dell’editoria. Oltre cento gli eventi in programma. Tanti rappresentanti del mondo della cultura e dello spettacolo si ritroveranno a Castel Sant’Elmo per la seconda edizione di Napoli Città Libro.


CONSENTIRE IL CAMBIAMENTO

La manifestazione è promossa dall’Associazione Liber@Arte fondata dagli editori Alessandro Polidoro, Diego Guida e Rosario Bianco, in collaborazione con il Centro per il libro e la lettura e il Polo museale della Campania del Ministero per i beni e le attività culturali, con il patrocinio di AIE Associazione Italiana Editori.


LA CULTURA COME APPRODO

Il filo conduttore di questa seconda edizione sarà “Approdi. La cultura come porto sicuro”, un tema che coniuga la natura della città partenopea come snodo del mediterraneo, aperta a tutte le culture.  Una cittadinanza senza confini attraverso i libri e per i lettori.

I GRANDI INTERPRETI DELLA CONTEMPORANEITA’

Nelle sale di Castel Sant’Elmo i visitatori potranno incontrare grandi nomi della letteratura contemporanea.

Tra gli ospiti più significativi, lo scrittore Raffaele La Capria, che ripercorrerà le sue molte vite e il rapporto fra verità e trasfigurazione narrativa. E ancora: Ruggero Cappuccio,  Gianrico Carofiglio,  Maurizio Cucchi, Giancarlo De Cataldo, Francesco Piccolo, Davide Rondoni, Sandra Savaglio, Ilaria Tuti, Licia Troisi,  Viola, Andrea Tarabbia e molti altri.

ROTTA SU NAPOLI
Tradizione e napoletanità

La sezione intitolata “Rotta su Napoli” sarà dedicata a tradizioni, storie e protagonisti della città e della napoletanità.

IL SALONE

La manifestazione si articola in più sezioni che coinvolgeranno il pubblico a livelli diversi a cominciare dalla sezione ANCORE in cui si affronteranno i temi della contemporaneità, dell’attualità e della società e dalla sezione SIRENE dedicata invece alla figura mitologica e al significato simbolico di voci ingannevoli. E poi conferenze, presentazioni e dibattiti nella sezione UN’ORA CON… dove i visitatori potranno ascoltare e dialogare con grandi nomi della letteratura e dello spettacolo.

LA LETTERATURA COME INCLUSIONE SOCIALE
L’assorbimento della cultura

Il Salone prevede poi altri appuntamenti tra i quali, il convegno Libri e lettura per l’inclusione sociale e il seminario per gli aspiranti librai sul valore dell’assortimento a cura del Centro per il Libro e la lettura, la presentazione del torneo letterario “IoScrittore” e della nuova serie tv Food Wizard fino agli spot sul made in Italy realizzati dagli studenti per il Pmi Day.

 

PROGRAMMA  Continua a leggere

Giornata Mondiale della Poesia a Torino

La musica della poesia – La musique de la poesie

Università degli Studi di Torino, 21 marzo 2019

In occasione della Giornata mondiale della Poesia del 21 marzo 2019, il Laboratorio di Fonetica Sperimentale “Arturo Genre” dell’Università degli Studi di Torinocol sostegno e il patrocinio di Università degli Studi di Torino, Ambassade de France en Italie, Institut Français, Alliance Française, Dipartimento di Lingue e L.S. e C.M. dell’Università di Torino e AISV Associazione Italiana Scienze della Voce cura la giornata internazionale di studi e la soirée poétique “La musica della poesia – La musique de la poesie”. La manifestazione, dopo il successo della prima edizione dell’anno scorso, coinvolge in università nel corso della giornata 22 ospiti, tra studiosi e poeti, italiani e francesi. A partire dalle 21 invece la rassegna si sposta al Circolo dei lettori (Sala Giochi), per una lettura corale di tredici poeti. Continua a leggere

Incontro internazionale al Centro di poesia contemporanea di Bologna

OVEN poesia festival 2018
1998-2018: Vent’anni del Centro di poesia contemporanea

6 | 7 | 8 giugno 2018

Il Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna organizza un festival di poesia con lo scopo di donare alla città un momento di alta concentrazione culturale e un polo geografico per poeti italiani e internazionali.

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L’ Accademia Mondiale della Poesia istituisce il primo concorso su Instagram

Quest’anno “L’infinito” di Giacomo Leopardi compie duecento anni e, proprio per celebrarne il bicentenario, l’Accademia mondiale della poesia ha indetto il suo primo concorso su Instagram con una sezione speciale dedicata alle scuole. Il concorso unisce la fotografia alla parola scritta: i partecipanti dovranno realizzare un componimento poetico originale, al massimo di 15 versi, sul tema “Siamo fatti per l’infinito” e riprodurre il testo attraverso le immagini. Il testo potrà essere scritto nei modi più svariati: a mano, a macchina, attraverso una realizzazione grafica, purché la parola scritta sia creativamente prodotta attraverso l’uso contemporaneo della fotografia digitale social. Le poesie selezionate dalla Giuria saranno pubblicate sulla piattaforma Instagram dell’Accademia Mondiale della Poesia.

Si partecipa pubblicando la foto entro il 10 marzo 2018 sul proprio canale Instagram, taggando il profilo di accademiamondialepoesia e inserendo gli hashtag #accademiapoesia o #infinito200. Affinché la partecipazione sia regolare la fotografia andrà anche inviata all’indirizzo email: info@accademiamondialepoesia.com.

Le poesie selezionate dalla giuria − di cui fanno parte anche Paolo Lagazzi, Isabella Leardini, Davide Rondoni, Luigia Sorrentino e Gianmario Villalta − saranno pubblicate sul profilo Instagram dell’Accademia mondiale della Poesia. Continua a leggere

Accademia Mondiale della Poesia, “Siamo fatti per l’infinito”

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Davide Rondoni, le cinquanta poesie che accendono la vita

“Questo libro non è una antologia. Non è nemmeno un vero e proprio libro di poesie. La poesia, del resto, non è mai stata una faccenda di libri. L’hanno fatta passare per una cosa di libri solo di recente, e hanno sbagliato. Lei infatti non ci sta. Con grave scorno di editori, professori e letterati.”

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Davide Rondoni

Davide Rondoni

 

La bellezza interamente ferisce
attrae la vita da dove si era nascosta

la raccoglie come acqua nel palmo
delle sue mani di fuoco

mi vedono di spalle uscire nel buio del giardino
pensano deve fumare

e invece devo piangere, piangere
finalmente da morire

contro il petto della notte
mia vastissima madre…

Se non ti avessi incontrato
non sarei arrivato qui così

Roma davanti agli occhi lucente in rovine
le stelle a miriadi sulla testa

nel cuore il tuo nome al centro
di una smisurata, di una
immeritata festa

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Le città dell’anima, note intorno a un libro sui luoghi dei poeti

di Marco Marangoni

L’occasione di queste righe è data dal bel libro, con contributi di autori vari, curato da Tiziano Broggiato, e uscito nel 2016, per i tipi dell’editore Luigi Pellegrini di Cosenza. Alla presentazione, tra l’altro tenuta recentemente a Pordenonelegge, ne è uscito, per la voce dello stesso Broggiato e del critico letterario Roberto Galaverni, un quadro pienamente aderente al tessuto di pensieri, sentimenti, ricordi e attese che con stile diverso hanno espresso tutti i co-autori: Anna Buoninsegni, Giuseppe Conte, Rosita Copioli, Claudio Damiani, Antonio Di Mauro, Vivian Lamarque, Valerio Magrelli, Roberto Mussapi, Umberto Piersanti, Giancarlo Pontiggia, Fabio Pusterla, Loretto Rafanelli, Davide Rondoni, Angelo Scandurra, Stefano Simoncelli, Gian Mario Villalta.

Un libro questo di geografia letteraria, “sentimentale”, che permette di entrare nei luoghi, ma per la porta delle sottili percezioni, fino a formare una fenomenologia di foglio-mondo, pagina-luogo, nella speciale ottica del poeta. L’attualità, con cui si confrontano i diversi poeti, sollecita poi a una riflessione critica, venendo denunciato per lo più un abbassamento della qualità dell’abitare. Continua a leggere

La poesia a Pordenonelegge 2017

 

Luis Sepùlveda ha scelto il festival Pordenonelegge per presentare in anteprima “Storie ribelli” (Guanda), il volume che raccoglie i ricordi di una vita avventurosa, vicende di cui sono protagonisti amici e maestri come Pablo Neruda, Josè Saramago, Tonino Guerra. Farà tappa alla diciottesima edizione della “Festa del Libro” nella giornata conclusiva, domenica 17 settembre, al Teatro Verdi.
E con Sepùlveda a Pordenonelegge 2017, dal 13 al 17 settembre in oltre 30 location cittadine, si daranno appuntamento per le proprie presentazioni autori e case editrici nazionali e internazionali, che regaleranno 37 anteprime al pubblico del festival.
Il programma, promosso da Fondazione Pordenonelegge.it e curato dal direttore artistico Gian Mario Villalta, è consultabile online, giorno per giorno e autore per autore, sul sito www.pordenonelegge.it.

La Poesia a Pordenonelegge è  un festival nel festival: partecipano un centinaio di autori in cinque giorni, decine di incontri e focus sulla poesia internazionale. Continua a leggere

Paolo Lagazzi, Premio Speciale Montale Fuori di Casa 2017

Paolo Lagazzi

Il 12 aprile 2017, alle ore 17,30, nella sede del Gabinetto Vieusseux di Firenze, sarà assegnato al professor Paolo Lagazzi il “Premio Speciale – Montale Fuori di Casa” per la critica letteraria e la saggistica. Continua a leggere

Europa in versi 2017: “Poesia, Scienza e Tecnologia”

Europa in Versi è un Festival Internazionale di Poesia che da diversi anni si svolge a Como nello splendido scenario di Villa del Grumello, affacciata direttamente sul lago. Continua a leggere

Franca Grisoni, “Alzheimer d’amore”

Per la prima volta Interlinea pubblica un’antologia di poesie di diversi poeti e scrittori che hanno come denominatore comune la malattia di Alzheimer e che sono dedicate ai genitori o ai familiari o ispirate dal dolore e dalle difficoltà di questa patologia. Quando apparentemente non si hanno più parole, la poesia ha parole adatte e sufficienti, è uno strumento profondo, che può trasmettere contenuti altrimenti difficili da comunicare, perché è universale, come la malattia. Le poesie di questo libro sono accompagnate dai commenti di Franca Grisoni, con cui condividiamo le modalità di lettura della sofferenza, un’altissima sensibilità e una capacità interpretativa dell’umano, particolarmente utili per comprendere i percorsi del dolore, scoprendo un «Alzheimer d’amore».
Il libro nasce dall’incontro di Franca Grisoni con la poesia Alzheimer, madre di Davide Rondoni dedicata ai suoi amici, figli di una madre colpita dalla malattia. Ed è l’autrice stessa a raccontare l’inizio del suo percorso che dal 2008 l’ha portata a raccogliere e commentare poesie sul morbo di Alzheimer di diversi autori noti, tra i quali Margaret Atwood, Mario Benedetti, Alberto Bertoni, Roberta Dapunt, Valerio Magrelli, Fabio Pustrela, Andrea Zanzotto e altri, ma anche d’occasione, che si sono lasciati coinvolgere nella malattia per pochi versi, per una o più poesie, o per un’intera raccolta.

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Davide Rondoni, “La natura del bastardo”

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Davide Rondoni, autore di: “La Natura del bastardo”, Mondadori, 2016

 

Nota di Melania Panìco

Nel leggere “La natura del bastardo”, il nuovo libro di Davide Rondoni edito da Mondadori, si presentano agli occhi del lettore alcune parole – chiave. Una di queste è contenuta nel titolo.

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Adele Desideri, “La figlia della memoria”

adeleDalla nota di Franco Loi

L’infanzia e l’adolescenza, risorgenti in noi durante l’intera vita come un sogno, sono la radice stessa dell’esistere. Spesso non si sa dove e come si siano nascoste, se mai ci siano state. Spesso ci richiamano, in un alternarsi di luce e buio significativi. È il tempo in cui intuiamo e pratichiamo l’essenza stessa di ogni cosa e ci nutriamo della gioia e dei più profondi dolori. È anche il tempo in cui ci si guarda e si riflette: ogni istante diventa uno specchio – nei rapporti con la natura, con le persone, col nostro corpo. Non c’è nessuno a cui riferire le nostre emozioni, le esperienze. Sentiamo che non saremo capiti. Abbiamo una precoce sensazione dell’inadeguatezza degli adulti, soprattutto nelle nostre esperienze più profonde. Scrive infatti Adele: «Come avrei potuto spiegare a mamma (…) che il mio corpo era diventato “i miei corpi”: uno sopra, come una nuvola, e uno sotto, immobilizzato?». È quello anche il tempo in cui si vedono i fantasmi, si sentono le voci, si prevede il domani. Continua a leggere

Katia Olivieri, “Piove col sole”

piovecolsole

Dalla Prefazione di Davide Rondoni

Forza e dolcezza di donna, di figlia, di raccontatrice – ecco, cosa colpisce in questo libro. La urgenza di dire le cose in versi coglie l’autrice nel punto vivo del suo essere.
Non si assiste a nessuna preoccupazione letteraria, non si sente il tavolino dello scrittore, ma il vento della vita.
Entro questo vento appaiono la madre, Ugo, e altri, e luoghi. Katia deve dire la vita, non può più tacere e cerca nel ritmo dei versi il ritmo che la porta e la fa sbandare verso il senso delle cose.
[…]  A volte la parola entra nell’intimo dei rapporti cruciali. Lo fa con una sorta di pudore che è al tempo stesso fortissimo e incantato, e che costituisce, a mio avviso, la qualità più alta della voce di Katia.

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Davide Rondoni, “La natura del bastardo”

davide-rondoni_Un vero e proprio formidabile accendersi, e poi riaccendersi, di frammenti vitali, in un coacervo di esperienze, di impressioni forti e contraddittorie, di amore vario eppure ininterrotto, in un rapporto costante e diretto con il reale, nella contemporaneità, che non lascia tregua al lettore. Davide Rondoni tocca con questo libro il punto di più persuasiva tensione nella sua ricerca poetica, che si propone come fortemente innovativa pur senza programmarsi come tale. Innovativa perché riesce a cogliere, dalla dimensione anche apparentemente banale dell’esistere e dalla normalità del linguaggio piano della comunicazione, gli strumenti e gli spunti per una riflessione implicita continua sulla dimensione umana, non senza i felici effetti di improvvisi stacchi verticali. Rondoni ci offre dunque i suoi viaggi nella quotidianità del molteplice manifestarsi dell’amore, con la capacità di attraversare il buio dell’esperienza e delle cose e di farle trionfare in una sorta di imprevista luce. La luce che squarcia l’opacità apparente dell’esistere. Continua a leggere

La poesia e la fontana, “Qui è passata l’unghia segreta del mistero”

foto-sala-fontana

Tornano, per il terzo anno a Milano, a partire dal 7 novembre 2016, alle 19.30, gli appuntamenti de La poesia e la fontana, la rassegna di poesia al Teatro Sala Fontana curata da Davide Rondoni e Laura Piazza.

La fontana che è divenuta teatro, si fa spazio per incontri di poesia, conversazioni, brindisi, scoperte. Un percorso che il poeta e l’attrice affronteranno, accompagnati da un bicchiere di vino, insieme ad alcune delle più interessanti voci della poesia contemporanea. Continua a leggere

Itinerary inVerses

invito_percorsiDa maggio a novembre 2015, in occasione di EXPO, nel Parco Reale di Monza è stato realizzato un itinerario di poesia e arte che ha favorito la conoscenza e il suo valore antropologico e umano primario. L’armonia del linguaggio poetico e del tratto grafico di Maria Micozzi hanno promosso un dialogo di corrispondenze con il paesaggio monzese. La poesia e l’arte hanno suscitato immagini e emozioni, diventando strumento e testimonianza della natura, nel suo valore assoluto, un canto, nello spirito della fioritura dell’unità Uomo-Natura.

Trenta i poeti :
Giancarlo Majorino, Luigi Cannillo, Davide Rondoni, Laura Ricci, Franco Buffoni, Roberto Deidier, Anna Maria Carpi, Guido Oldani, Elio Pecora, Tomaso Kemeny e altri.

La Casa della Poesia di Monza, in collaborazione con la casa editrice La Vita Felice ha raccolto nel volume Percorsi diversi, le poesie e le opere disegnate dall’artista Maria Micozzi. Continua a leggere

Viviamo stretti come albero a radice

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Il 1° e 2 ottobre Fondi ospita il Festival poetico “verso Libero”, protagonisti Libero de Libero e poeti da tutta Italia

Le ‘radici’ sono il tema della III edizione: nel complesso di San Domenico versi, pittura, teatro e perfoming art. In anteprima nazionale un’opera teatrale inedita di de Libero Continua a leggere

Anna Elisa De Gregorio, “Un punto di biacca”

un-punto-di-biacca-314407Nota di Francesco Scarabicchi

I versi che porta con sé domanda indiretta o affermazione. Non bastano, «dentro un nero di anni», eppure si scrivono, come conferma Un punto di biacca di Anna Elisa De Gregorio che compone, nelle quattro sezioni del nuovo libro, una partitura in cui abitano le parole (il loro compito, il fare luce col suono) alle quali è affidato quel che resta dentro il precipitare e lo sparire, nulla che ha il suo sosia in niente. La lingua del lessico è un “sommesso” che si accosta all’ascolto come volesse confidare un segreto, l’impronta vocale della scrittura che conserva e trattiene quel che è possibile e necessario («Volontà di salvezza delle cose»), precarietà del mondo che vacilla ad ogni istante. Dolore degli addii, il viaggio, il sensibile annotare a memoria le “scene” del labirinto della mente, l’amore che siamo stati, il tempo scomparso, tutta la vita incontrata e persa, malinconia dell’ironico, consapevole che il lessico della lingua si fa pane amaro e bianco, meraviglia e strazio che non grida. Continua a leggere

Rudy Toffanetti, “Sul confine”

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a cura di Luigia Sorrentino

Dalla Prefazione di Davide Rondoni

Cosa è questa poesia sospesa tra il liceo e l’abisso? Questa voce che porta con sé senza vergogna (e perché dovrebbe?) insegnamenti ginnasiali, vocalità e costruzioni primo novecentesche, sperdimenti foscoliani (siamo in zona Pavia no?) e deviazioni, radicali e fulminanti osservazioni sulla vita contemporanea?
Ha un talento – lo dice anche Loi nella sua notarella da segugio. Ma non basta il talento mai. Occorre altro. Ok, certo il lavoro. E qui ce n’è parecchio. Letture molte e molto orecchio, e corpo a corpo con molti poeti, dall’antichità alla migliore tradizione italiana. Ma il talento e il lavoro non bastano per fare un poeta. Occorre un’altra cosa. Occorre il pianto. E si fottano tutti i letterati dal ciglio asciutto che credono che la poesia sia combinare parole e citazioni. Occorre il pianto. Occorre avere – come si intravvede in queste pagine – una figura troppo magra che ti ferisce, un destino che ti strappa il cuore. […]
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Enrico Fraccacreta, “Tempo ordinario”

cove.okDalla Postfazione di Davide Rondoni

“… Questo libro è un taccuino di viaggio e di caccia. Mentre il tempo, i treni, le ideologie, le stagioni passano, il poeta cercatore si muove tra visioni e gemme di alberi, tra abissi e indizi. E soprattutto l’indizio del padre, della figura che spinge alla vita anche ora che non sempre è visibile (…) Tra gli indizi di quel controtempo nel tempo ordinario ci sono i volti degli amici, i loro dialoghi, e l’apparire del disegnatore Andrea Pazienza anch’egli in rapporto con il padre – come figura arcaica, che chiede perché è stato lasciato solo, o dell'”abruzzese che ha un passo più antico dell’Occidente”, i treni in cui i ragazzi cambiano le età, le mandrie mutate in pompe di benzina contro albe di cenere, le ginestre “ancora fredde” in aprile. Questo cercatore di indizi è un ottimo poeta, sa incrementare con la finezza e la forza della sua visione la vita reale che viviamo. La sua opera, il suo fervido e sapiente poiein, ci dona un mondo – e una precisa geografia che diventano emblema e occasione di riconoscimento per tutti.” Continua a leggere

Cristina Annino, “Anatomie in fuga”

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di Daniele Campanari

Pensandoci, il cuore se ne va da qualsiasi posto se non ci vuole stare. Gli occhi pure, che non sanno soltanto guardare avanti ma anche dietro. Le mani, poi, le mani riescono addirittura a toccare le cose che stanno più in alto di tutte. Anatomie in fuga sembra dire ciò che può fare un corpo umano, che se non è agguantare è fuggire. Da chi, da cosa? Certamente non dalla poesia. Perché Cristina Annino (pseudonimo di Cristina Fratini) è estremamente poetica coi suoi versi raccolti in questo libretto di centoquattordici pagine Continua a leggere

Intervista a Alessandro Canzian

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foto di Dino Ignani

Alessandro Canzian: Che cos’è  la poesia

A cura di Luigia Sorrentino

In questi giorni nella rubrica di poesia Il Teeteto che sto curando per la rivista on line Zest (neonata rivista che conta però già una redazione d’eccezione: Mariangela Camocardi, Federica D’Amato, Otello Marcacci, Alessandra Nenna, Giovanni Nuti, Paolo Risi, Davide Rondoni, Carlotta Susca)  diversi poeti di ottimo livello stanno rispondendo alla medesima domanda: la poesia, per me, è un’esperienza del mondo (Giovanna Rosadini); è solo quest’ultima che davvero “inventa” la lingua, che realmente la rinnova (Franco Buffoni); la poesia esprime il superfluo per eccellenza (Maria Grazia Calandrone); la poesia è un estremo tentativo di riparazione (Luigia Sorrentino); lo strumento che cerca il senso delle cose e lo strumento che (a tratti, per illuminazioni) scopre quel segreto e lo segnala (Alessandro Fo). Continua a leggere

La poesia al Salone del libro di Torino

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Nella foto Il bosco verticale di Milano, immagine simbolo del Salone del Libro 2016

Il titolo del Salone 2016 è “Visioni”. Il filo conduttore vuole dare spazio alle esperienze di chi ha la capacità di guardare lontano, di darsi e vincere sfide che sembrano impossibili, di lavorare per il futuro attuando progetti forti, basati su una conoscenza vera, ma anche sul patrimonio letterario, artistico e filosofico che costituisce la nostra identità culturale, e dunque nell’indispensabile saldatura tra cultura scientifica e cultura umanistica. Continua a leggere

Nicola Bultrini

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Nicola Bultrini, nella foto di Dino Ignani

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Da un’idea di Luigia Sorrentino
A cura di Fabrizio Fantoni

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Faccio tante cose, a volte troppe, penso, ma non so stare fermo mai e non mi piace sprecare il tempo. Mi stanco raramente e anche quando mi rilasso, la mia mente è comunque in continuo movimento. Non se sia una virtù o meno, non mi interessa, io sono nato così e così sto bene. Mi piace moltissimo la musica, certamente la leggera, ma adoro il jazz (sono un imperdonabile strimpellatore di sassofono). Ancora sogno con Star Wars e non me ne vergogno affatto (e per inciso, mi piace moltissimo giocare, giocare davvero). Continua a leggere

Davide Rondoni, “Cinque donne e un’onda”

cop_DavideRondoniNota di Rita Pacilio

Cinque donne e un’onda, Ianieri Editore, 2015 è il recente lavoro poetico di Davide Rondoni. L’autore mette in scena, in questo libro, l’incanto di vicende stranamente reali, appartenenti al mondo di alcune donne che hanno fatto la storia e la letteratura. Il punto di vista del poeta è tenerissimo e commovente: lo sguardo si posa inizialmente sull’affascinante figura di Caterina Sforza, poi sulla bellissima Giulia Gonzaga, sulla splendida vedova Ghertruda, madre di Amleto, fino ad arrivare alla giovanissima pittrice bolognese Elisabetta Sirani, a Eluana Englaro e a Vittoria Colonna, marchesa di Pescara. Questi personaggi si ritrovano tangibili e invisibili messi in scena dalla volontà di Rondoni di confondere e svelare indizi, esperienze, per annunciare e soccorrere l’inquietante ricerca della collocazione rassicurante e realistica nei fatti dell’umanità, ma, soprattutto, per teatralizzare la poesia, la bellezza. Donne che confluiscono e confondono la prepotente interrogazione della coscienza rimandando il lettore al flusso del monologo teatrale, tensione che amplifica il discorso lirico-filosofico. Continua a leggere

Rossella Frollà, “Violaine”

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Nota di Luigia Sorrentino

Di questo libro, mi colpisce immediatamente il titolo, “Violaine“. Con questo nome l’autrice compie un viaggio autobiografico,  entrando nel nome della protagonista del noto dramma teatrale di Paul Claudel, fratello della scultrice Camille Claudel: “L’annuncio a Mariaal quale, lo scrittore e diplomatico francese, dedicò tutta la vita componendone varie stesure.  L’opera di Roberta Frollà, come quella di Paul Claudel, tratta di una giovane donna, dei suoi affetti, investita dall’amore, dalla fede, dalle vicende umane che si sovrappongono, entrano in relazione con la totalità di ciò che esiste e che è mobile nell’universo: “Qualcosa mi accarezzava,/il chiacchierare dell’acqua/ dove s’oscura l’aria/ nel sottopasso/ arriva con un filo lento al mare/ che sembra fatto di niente/ come il patire e il vento,/ scorrevano l’acqua e l’aria sui miei passi,/ nel greto la gioia di un lento gioco.” Così, con versi lievissimi e lucidi, di vibrante intensità, la Frollà compie un viaggio nella memoria e nel tempo:  “infilati in tasca gli anni”  si va verso la nostra incompiutezza terrena e, contemporaneamente,  si cerca una forma che definisca la gioia, …”che non mi chiede nulla,/ se non di abbracciarla,/…” , prima di perderla sotto i colpi del vento“. Continua a leggere

Elisabetta Motta, “La cosa inaudita”

LA_COSA_INAUDITAUn itinerario poetico e religioso negli scritti di Davide Rondoni” di Elisabetta Motta (Subway Edizioni, 2014).
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Attingendo da testi poetici,  articoli e saggi di Davide Rondoni, Elisabetta Motta accompagna il lettore in un itinerario di conoscenza di una delle vosi più significative e singolari del panorama letterario contemporaneo. La sua ricca produzione, che vive nella tensione e nella sostanziale coincidenza della genesi del gesto poetico, artistico e drammatico, prende corpo in una scrittura che è frutto dell’esperienza e nasce sempre dall’incontro con la realtà. Consapevole che la crisi dell’uomo contemporaneo non è tanto una crisi di fede, ma di speranza, e che questa parola oggi più che mai suona come inaudita , egli osa riproporla, sottolineando la necessità che essa si radichi nell’azione della grazia. Continua a leggere