Giovanna Cristina Vivinetto

Giovanna Cristina Vivinetto

di Daniele Campanari

Giovanna Cristina Vivinetto ha soltanto ventitré anni. Ma a leggere le sue poesie – a leggerle da dentro – pare che a parlare sia una veterana della parola, non una ragazzina che ha fatto del corpo il cambiamento di una vita (non lascia intendere che si tratti di transessualità; transessuale è una parola terribile seppure spesso nominata). È del corpo che parla, appunto, parla il corpo così forte da tracciare una strada chiara, la stessa della sua autrice. ​
Dolore minimo è la raccolta di poesie fin qui inedite (ma ad aprile Interlinea si occuperà della pubblicazione) della giovanissima siracusana che ha fatto di Roma la sua seconda casa, della storica bellezza della Capitale un’ispirazione per i suoi versi. I versi di Giovanna non ammettono errori di interpretazione, sono la conseguenza di un pugno allo stomaco: lo stomaco si restringe, si ritira all’indietro per la sofferenza del colpo, si anima per distanziarsi dal corpo che non è giusto. Se ne è accorta Giovanna, se ne sono accorti i produttori di poesia, e presto se ne accorgeranno i lettori. Quest’ultimi comprenderanno il Dolore minimo ma anche il massimo, il massimo dolore di una ventitreenne rara che ha svuotato il cassetto della scrittura sostituendo l’interno con la pelle mai appartenuta. Con la nuova epidermide, invece, scrive versi potenti che sono una ferita che si apre in verticale, esattamente dal punto dello stomaco. Continua a leggere

“Verso Libero” 2017

Il fuoco accende la IV edizione del Festival poetico ‘verso Libero’.

La rassegna, che si terrà a Fondi il 30 settembre e 1 ottobre 2017, offre uno sguardo sull’opera di de Libero e sulla poesia tra musica, teatro e arte.

Saper vedere, mettere a fuoco. Una città è stata messa a ferr’e fuoco. A fuoco una vittima, la parola, la vita. Brucia qualche cosa dentro. Arde la brace delle nostre azioni, la passione accende i nostri passi. La metafora del fuoco è onnipresente nell’opera di Libero de Libero «e di cenere odora / la stanza chiusa del cuore». La fiamma della poesia è sempre accesa nell’opera che resiste al tempo. Esistere è non smettere di divampare. Continua a leggere

Daniele Campanari, “Corpo disumano”

Daniele Campanari

Dalla prefazione di Simona Baldelli

“[…] Le poesie di Daniele Campanari, in questa sua nuova opera CORPO DISUMANO, ci consegnano uno sguardo denso e disilluso su una realtà che è fatta di solitudine e dolore, attonito contenitore di vicende difficili da codificare.
Le parole sono disperatamente soggettive, scritte nella carne (nella realtà o nella finzione, poco importa, giacché sulla carta tutto diventa vero) e, proprio perché così credibilmente ancorate al suo essere, parlano all’orecchio di chiunque le ascolti, in virtù di quel desiderio di connessione, o tensione all’assoluto, cui ogni essere umano aspira. Continua a leggere

“L’indecenza della forma”, Pasolini nella stanza della tortura

indecenza_wh

di Daniele Campanari

Parla il poeta, finalmente, anche se ha parlato più volte. Ma per quante siano state le occasioni, sembra che non sia mai abbastanza. Si dice allora che è necessario il bisogno di esprimersi con più mandate: così com’è per la chiave che apre la porta, ogni giro vale una serie di parole dette con l’arte sulla lingua. Si entra, in questo caso, a teatro. Ad aprire il sipario, in prima nazionale lunedì 13 febbraio al Teatro Argentina di Roma, è Pier Paolo Pasolini. Non lui in persona, ci mancherebbe, ma la sua anima prestata agli attori in scena: Francesca Benedetti e Sebastian Gimelli Morosini, sapientemente guidati da Marco Carniti. Il nuovo testo de “L’indecenza della forma” (Pasolini nella stanza della tortura) porta invece la firma di Giuseppe ManfridiContinua a leggere

Ivano Mugnaini, “Lo specchio di Leonardo”

 

cop_leonardo3-definitiva

di Daniele Campanari

Essere come Leonardo significa somigliare a uno specchio, ma non uno di quelli in cui siamo abituati a rifletterci per superbia o esibizionismo: uno specchio identico a un uomo. Ivano Mugnaini lo ha chiamato proprio “Lo specchio di Leonardo” (Eiffel Edizioni, Caserta, 2016) il suo libro e, senza inganni programmati, fa sapere che il protagonista è tale e quale al pittore. Da Vinci – proprio lui, il famoso uomo che ha dipinto l’altrettanto nota Gioconda – prende però soltanto una parte della scena; l’altra, quella che resta, è affidata a un alter ego: un personaggio che Leonardo “sfrutta” per stare da solo e scoprire i sentimenti pur senza togliere tempo alla vita, oppure per portare a termine i suoi scopi. Quali? Continua a leggere

Il Premio ‘Solstizio’ alla Carriera a Lino Angiuli

lino_angiuliNota di Simone Di Biasio
Il 1° ottobre, alla III edizione del Festival poetico ‘verso Libero’ l’associazione ‘de Libero’ consegnerà il riconoscimento a uno dei più grandi cantori del Sud, Lino Angiuli. Continua a leggere

I racconti di Sergio Livio Nigri

nigri2
Nota di Daniele Campanari

Che i rapporti umani siano governati da meccanismi difficili da codificare è cosa nota. Così come sono note le goffe manovre per le quali mettiamo in atto, tutti, un sistema fatto da tentativi di approccio tra uomo e donna che possono generare umorismo, ilarità, o ancora tenerezza. La rete magica (Greco & Greco Editori) di Sergio Livio Nigri (pseudonimo di Arrigo Lampugnani Nigri) racconta da un punto di osservazione privilegiato (che è quello dell’immaginazione) cinque storie per altrettanti nomi di donna
Continua a leggere

Simone Di Blasio, “Partita Penelope”

ac1456d9-f4cd-4cad-8074-d4ea4a751dbfdi Daniele Campanari

Dimenticate la famosa vicenda, narrata da Omero, che racconta l’attesa di Penelope per il ritorno di Ulisse. Dimenticatela e sostituitela con qualcosa che è nuovo. Perché nessuno mai aveva detto il contrario dopo quella notte (la notte d’amore narrata da Omero), quindi nessuno aveva ribaltato la storia. Prima di Simone di Biasio che con “Partita” (FusibiliaLibri, 2016, pp 64) immagina ciò che non è successo consegnando all’uomo il nervosismo dell’aspettativa. “Partita” è un lungo monologo in versi in cui l’eroe rimane solo sulla spiaggia di Itaca: è sconcertato e si rivolge alla sua compagna spiegando le ragioni dell’assenza. Continua a leggere

Libero de Libero trentacinque anni dopo

81f5c926-5d67-46ad-87a7-79510c9bad54di Daniele Campanari

Sono passati trentacinque anni dalla morte di Libero de Libero. Del poeta, nato a Fondi, alcuni studiosi hanno scritto occupandosi dell’esistenza tormentata da misteriose vicende personali, prima di tutto, ma anche delle poesie edite e inedite lasciate in eredità. Un’eredità che però resta ancora sconosciuta a molti lettori.

Chi invece prova continuamente a renderla nota, analizzando l’intera bibliografia del narratore fondano, è Leone D’Ambrosio, poeta nato a Marsiglia ma residente da diversi anni a Latina. D’Ambrosio, profondo conoscitore dell’opera deliberiana essendosi laureato in letteratura italiana con una tesi dedicata, ha dato alla luce un importante saggio critico dal titolo “Museo. La poesia ceneriera di Libero De Libero” (pp. 122 Edizioni Ensemble, Roma, 2016). Continua a leggere

“Come una piuma sul dorso della mano”

pradaA cura di Daniele Campanari

Nella presentazione al libro viene descritto un paesaggio, probabilmente un passaggio da una parte all’altra. Parla del vento (del quale se ne straparla in poesia, come per l’amore e altre cose che fa la natura) “il cui significato va ben oltre il suo valore denotativo in contesti apparentemente da idillio”. “Come una piuma sul dorso della mano” (Nino Aragno Editore), del medico-autrice Natalia Veronesi Prada, deve essere leggero proprio come una piuma; forse a rischio caduta quando quel vento del quale si diceva magari soffia più forte, forse indimenticabile per il tempo e i luoghi che la vita scandisce e fa vedere davanti a ognuno con questo ognuno che sa di poterne fare ciò che vuole. E  sempre nella prefazione viene scritto:  “La raccolta poetica si propone come un regesto devozionale, che cresce a poco a poco, quasi giorno dopo giorno, anno dopo anno, come a voler segnare col suo accumulo ordinato e paziente di versi ed emozioni la devozione all’immagine di un io profondamente compreso di sé e delle proprie ragioni. Il paesaggio si fa improvvisamente limpido e terso, per via di un elemento dinamizzante, il vento, entrato prepotentemente in gioco […]”.

Continua a leggere

Remigio Bertolino, “Litre d’ënvern”

lettere_invernoA cura di
Daniele Campanari
___

Era il dicembre dello scorso anno quando Nino Aragno Editore pubblicava Litre d’ënvern (Lettere d’inverno) di Remigio Bertolino. Una raccolta di poesie costituta da sette sezioni tematiche: Anni di apprendistato, Segnavento, Il profeta, Cin, Il chierico, Lettere d’inverno, La guerra del sale, ciascuna delle quali autonoma e conclusa in se stessa e legata alle altre da una rete di anticipazioni che creano una architettura nitida e elegantissima. Nel suo manoscritto, Bertolino scava nel segreto della lettera: deriva da qui la grazia delle sue parole esatte, precise, concrete, in cui vibra la risonanza del vento che le muove. Luoghi remoti, addirittura eremitici. Montagna povera, fatica, solitudine e silenzi. Figure defilate e però fantasiose, fantasticanti, fantasmatiche, persino fiabesche. Continua a leggere

L’amore delicato raccontato da Andrea Gruccia

capelveneredi Daniele Campanari

Ai tempi in cui per fare una fotografia di gruppo si doveva chiedere l’aiuto a un passante, istruirlo rapidamente sui tasti da premere e fargli sapere che, nel caso servisse, esisteva il flash. Ai tempi in cui la parola “selfie” rimandava la memoria solo alla pompa del diesel perché costava di meno, alle manovre da compiere improvvisandosi benzinai per la propria automobile, ecco, a quei tempi là pochi immaginavano di fare l’amore in chat. O quantomeno non era un fatto di discussione pubblica.
Tra quei pochi, oggi, c’è Andrea Gruccia che esordisce in libreria con Capelvenere (Marco Saya Edizioni, 200 pp). Un po’ in prosa e un po’ in versi, sessanta e sessanta per non rendere torto ai conti pari della matematica. Insomma Gruccia (all’anagrafe Appendino)racconta storie come questa: “Quando in chat conosco Sabrina, mi dice subito che colleziona oggettistica anni settanta, e all’inizio non capivo che è interessata a me solo perché faccio parte di quei souvenir, e così, dopo nove anni di chatta mento, decidiamo di incontrarci”. Sarebbero gli anni settanta, appunto. Ma questa storia del virtuale e poi, eventualmente e chissà quanto tempo dopo è, come detto, discretamente attuale. Continua a leggere

Cristina Annino, “Anatomie in fuga”

cristina_annino_nuova

di Daniele Campanari

Pensandoci, il cuore se ne va da qualsiasi posto se non ci vuole stare. Gli occhi pure, che non sanno soltanto guardare avanti ma anche dietro. Le mani, poi, le mani riescono addirittura a toccare le cose che stanno più in alto di tutte. Anatomie in fuga sembra dire ciò che può fare un corpo umano, che se non è agguantare è fuggire. Da chi, da cosa? Certamente non dalla poesia. Perché Cristina Annino (pseudonimo di Cristina Fratini) è estremamente poetica coi suoi versi raccolti in questo libretto di centoquattordici pagine Continua a leggere

Daniele Campanari & Milo De Angelis

 

millimetri_deangelisUn poeta legge un poeta
a cura di
Luigia Sorrentino
_

I versi di Milo De Angelis, non solo quelli che ho scelto in questa occasione, hanno l’abile capacità di raccontare con semplicità i fatti quotidiani. Dagli spunti di una stazione, come accade in ‘Sono ancora loro’, alla dedica per un amore andato o venuto. Tutto si estende nel ritmo giusto della poesia. È così che ‘uno, esile, diventa ruggine / squarciagola… ‘. Leggendo.”

Daniele Campanari

___

Continua a leggere

Daniele Campanari, Opere Inedite

 


daniele_campanari2
A cura di
Luigia Sorrentino

“Raccontare raccontandosi.

È questo che forma la base delle prossime poesie inedite. I versi sono momenti, scatti fotografici a pellicola della memoria, ricordi che diventano parola. Incontri e prestazioni descritte talvolta con ironia, talaltra con la mancanza di chi è passato e non presente. Un Curriculum di esperienze.”

Daniele Campanari

 

 

Inediti da “Curriculum” – Daniele Campanari  

1

 

la prima volta che entrò in casa non me ne accorsi
tanto quanto accade alla vista del telecomando 
“che fai, non mi guardi?”
“no, non ti guardo”
“perché non mi guardi?”
“non ti vedo” 
dissi guardandola negli occhi. non ti vedo, le dissi 
ma la vedevo, certo che la vedevo 
s’avvicinava con i piedini nudi 
e le ciabatte sul mignolo 
come se io fossi una carpa

e lei volesse agganciarmi al suo amo
Continua a leggere

Poesia colta e poesia popolare

viva-una-rivista-in-carne-e-ossa-poesia
 
NUMERO SPECIALE di  VIVA, una rivista in carne e ossa
TRA POESIA COLTA E POESIA POPOLARE
lingua, dialetto, canzone, readings, video, internet, interventi, performance
Sabato 27 settembre 2014
ore 17.00 – 20.00
Redazione:
Nicola Bultrini, Claudio Damiani, Stas’ Gawronski, Giuseppe Salvatori
Informazioni nuovapesa@farm.it
MAXXI
– Via Guido Reni, 4/A, Roma, Caffetteria Continua a leggere

Daniele Campanari, "In guerra non ci sono mai stato"

 
in_guerra_non_ci_sono_mai_statoIn guerra non ci sono mai stato, è il secondo lavoro editoriale (il primo è “Giocatore di whisky Bevitore di poker”; 2013 – Lettere Animate)  del giovane poeta di Latina Daniele Campanari, in uscita in tutte le librerie.
Le parole discorsive, invece, che introducono le poesie sono dello scrittore romano Paolo Di Paolo che insieme a Nicola Bultrini cura l’introduzione al volume.
__
Dalla Prefazione di Paolo di Paolo
Ha immagini così forti, questo libro, da lasciare quasi storditi. Ti fermi lì, resti incantato per qualche minuto. Non sono mai convenzionali, mai “poetiche” nel senso più prevedibile e stucchevole del termine, sono sempre inconsuete, personali: sono nuove. L’autunno racconta alle foglie come cadere con eleganza. Le persone sono attimi. Continua a leggere

Verso Libero, Festival di poesia

 


fondi_1[1]
Si terrà dal 13 al 15 giugno 2014 la prima edizione del festival di poesia contemporanea “verso Libero” organizzato dall’associazione “Libero de Libero”.
A Fondi (Latina) arriveranno sei tra i più grandi poeti italiani viventi ed altrettante giovani promesse della poesia nazionale. Scenario principale del Festival sarà il quartiere ebraico della Giudea, ma sarà l’intera città ad essere coinvolta con mostre, flash mob e la distribuzione di “scontrini poetici” in tutte le attività del centro storico fondano. Il messaggio è chiaro: la poesia è quotidiana e “a lei non si può resistere” (slogan della kermesse) prima di ogni altro elemento. Continua a leggere

Omaggio a Mario Luzi


luzi-300x196VIVA
, Una rivista in carne e ossa, NUMERO SPECIALE, OMAGGIO A MARIO LUZI nel centenario della nascita in collaborazione con: il Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna, Centro di Poesia di Roma, Fondazione Claudi, clanDestino, Illumia
Martedì 29 aprile 2014, ore 18.30
Galleria La Nuova Pesa, Via del Corso 530, Roma Continua a leggere