Rito sonoro a Otranto di Mariangela Gualtieri

martedì 21 giugno, alle 8 di mattina, Libreria Anima Mundi a Otranto.

Fraternità solare
Rito sonoro di e con Mariangela Gualtieri
con la guida di Cesare Ronconi
Produzione Teatro Valdoca

*
Improvviserò, fra i molti versi che ho a memoria, lasciandomi ispirare dal mare, dalla incredibile città e dai suoi morti, dai suoi vivi di ogni genere e specie, dal cielo, dai molti echi che arrivano dal passato. In una fraternità solare che ci tenga vicini, innamorati e ben desti.

Mariangela Gualtieri

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La trilogia della Gualtieri nella collezione Teatro/Einaudi

Paesaggio con fratello rotto di Mariangela Gualtieri è una trilogia di spettacoli messi in scena dal Teatro Valdoca nel 2005 con la regia di Cesare Ronconi: Fango che diventa luce, Canto di ferro, A chi esita.

La trilogia è uno dei più grandi affreschi del Teatro Valdoca.

In Paesaggio c’è il ritratto, l’istantanea, di qualcosa di attuale e invisibile. C’è un dolore che sembra riguardare soprattutto l’occidente: la spaccatura micidiale fra noi e l’anima del mondo, quell’energia intuita e sempre tradita, che ci tiene vivi.

di Milo De Angelis

“Da tanti anni sono vicino alla Valdoca, da tanti anni sento un’affinità di cammino e passione… ora in questo Paesaggio con fratello rotto ritrovo, magnificamente espressi, i motivi essenziali che ricorrono fin dai primi tentativi del 1983… il senso di una domanda… un incalzare di domande… quella della Valdoca è una poesia interrogativa… piú vicina a Leopardi che a Montale… è una poesia di tremore e di urgenza… e qui nel Paesaggio la Geisha, la Ragazza Uccello, il Macellaio incarnano tutto questo chiedere brancolante. Continua a leggere

Una poesia di Mariangela Gualtieri

Mariangela Gualtieri

La sostanza dove io manco

La sostanza dove io manco è tutta avvolta nella coperta
di lana. Di quelli che più volte ho toccato ricordo le
mani le facce le pance le voci le pettinature. Mi stanno
aiutando.

(Enigma: io sono la mancanza – la mancanza che sono
– sono ciò da cui manco – sono tutta mancanza – e non
c’è nostalgia – neppure lontananza – essendo ciò che
manca – adesso e sempre – io)

 

Da: Antenata, Crocetti/Feltrinelli, (2021)

Antenata, di Mariangela Gualtieri,  è uscito da Crocetti nel 1992 e ristampato dal medesimo editore in questi giorni nella nuova edizione.

 

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Franco Loi, una presenza piena

Franco Loi

Forsi û tremâ cume de giass fa i stèll    da “Lünn” (1982)

Forsi û tremâ cume de giass fa i stèll,
no per el frègg, no per la pagüra,
no del dulur, legriâss o la speransa,
ma de quel nient che passa per i ciel
e fiada sü la tèra che rengrassia…
Forsi l’è stâ cume che trèma el cör,
a tí, quan’ne la nott va via la lüna,
o vegn matina e par che ‘l ciar se mör
e l’è la vita che la returna vita…
Forsi l’è stâ cume se trèma insèm,
inscí, sensa savèl, cume Diu vör…

Forse ho tremato come di ghiaccio fanno le stelle      da “Lünn” (1982)

Forse ho tremato come di ghiaccio fanno le stelle,
no per il freddo, no per la paura,
no del dolore, del rallegrarsi o per la speranza,
ma di quel niente che passa per i cieli
e fiata sulla terra che ringrazia…
Forse è stato come trema il cuore,
a te, quando nella notte va via la luna,
o viene mattina e pare che il chiarore si muoia
ed è la vita che ritorna vita…
Forse è stato come si trema insieme,
così, senza saperlo, come Dio vuole…

“Quel niente che passa per i cieli/ e fiata sulla terra che ringrazia…” potrebbe essere la poesia, lei che ci ha fatto tremare e ci ha tenuti appassionati e vicini. Il suo fiato, la musica verbale di Franco si è inabissata come un magnifico continente di cui resta emergente la preziosa scrittura. Ma la voce è tutta sott’acqua. Dei morti di più mancano le voci. Caro caro Franco. Amico e così gentile maestro. Adesso mi sembra che siamo stati bambini insieme. Quando andavo a Milano passavo sempre da Viale Misurata 60. Avveniva due o tre volte l’anno. Mani nelle mani, stavamo lì a continuare un discorso mai terminato, come se lo avessimo interrotto il giorno prima. Silvana ci preparava il te, la sua Silvana morta solo tre mesi fa. Continua a leggere

Il restyling di Crocetti Editore

Nicola Crocetti

Crocetti-Feltrinelli

COMMENTO DI ALBERTO FRACCACRETA

 

Da quando Crocetti Editore è entrato nel Gruppo Feltrinelli — la notizia Ansa è del 29 maggio 2020 — sono usciti otto libri (ma il catalogo è in aggiornamento) e due numeri della storica rivista «Poesia», divenuta bimestrale in brossura e con considerevole restyling grafico e strutturale. Nelle copertine della nuova serie di «Poesia» figurano Edna St. Vincent Millay e Carol Ann Duffy, sferzanti autrici anglofone che sembrano aprire davvero nel migliore dei modi le ultime incursioni nella lirica contemporanea (e non solo). La devozione di Nicola Crocetti per le voci femminili è completata da tre volumi di solidissime quote rosa: Adrienne Rich con Cartografie del silenzio, Alejandra Pizarnik con La figlia dell’insonnia e Mariangela Gualtieri con Antenata. L’americana originaria di Baltimora è stata una delle massime interpreti della letteratura politica femminista: ben presto lasciò le secche del modernismo di maniera per addentrarsi nel tema identitario di un complesso e fluttuante io lirico. Cartografie del silenzio è un’antologia di poesie scelte lungo l’asse 1951-1995 che «usa con estrema precisione gli strumenti grafici della scrittura, dislocando parole per suggerire intonazioni, esitazioni, intuizioni: il controllo del flusso», commenta nell’introduzione Massimo Bacigalupo. Tra le opere più rappresentative della Rich figura An Atlas of the Difficult World, che riporta la soggettività al noi in forma di «murale»: tra quest’ultimo e la «mappa» promessa «non c’è una grande differenza/ e la questione è da dove lo guardiamo».

Biografia altrettanto forte per l’argentina Pizarnik, poetessa cult nei paesi ispanofoni. Così la descrive Enrique Molina: «Creatura affascinata e affascinante, vittima e maga, ardeva sul rogo e, nello stesso tempo, con quella crudeltà propria della poesia, appiccava il fuoco al mondo circostante, lo faceva ardere con una fosforescenza tenera e cupa, che illuminava con un sorriso da fantasma il suo volto di bambina». Tra poème en prose e schegge basaltiche di versi la Pizarnik si muove con Nerval e Blake in un mondo onirico, visionario, contraddistinto da un’inesausta ricerca dell’innocenza perduta e dall’insorgere di voci multiple, come in questa intensa poesia scritta per Cristina Campo, Anillos de cenizas: «Stanno le mie voci al canto/ perché non cantino loro,/ i grigiamente imbavagliati nell’alba,/ i camuffati da uccello desolato nella pioggia.// C’è, nell’attesa,/ una voce di lillà che si spezza./ E c’è, quando si fa giorno,/ una scissione del sole in piccoli soli neri».

La materializzazione fisica della voce è invece al centro della poetica di Mariangela Gualtieri che esordisce nel 1992 proprio con Antenata: la phoné è espressa visivamente dall’utilizzo — diffuso in tutta la silloge — del maiuscoletto che sembra dare corpo alle parole nell’evidenza di una pronuncia più nitida, capace di modificare persino il timbro declamatorio (la Gualtieri è anche autrice di testi drammaturgici e ha fondato con Cesare Ronconi nel 1983 il Teatro Valdoca). Il motivo dominante è la presenza del sacro nell’immagine quotidiana, quasi in ogni gesto consueto e, in particolare, nella divinità dell’umano («tutte le gocce/ sulla sua faccia portano/ il consolo del fresco»).

Infaticabile traduttore della poesia neogreca, Crocetti ripropone anche un’antologia delle liriche di Ghiorgos Seferis, il quale — come ricorda Nicola Gardini — sembra attuare «la voce di tante voci», mettendo cioè in campo forze poetiche uguali e contrarie, assorbite da vaste letture nascoste in un faux exprès e dalla spiccata sensibilità di chi deve fare a cazzotti con le proprie origini. L’aspetto polifonico e altresì trasmutante della sua poesia è modulato sui simbolisti e modernisti di cui fu, non a caso, ottimo traduttore: Eliot, Pound e Auden su tutti. Da quest’ultimo pare accogliere il gusto per l’understatement e il disarticolare le cadenze ritmiche fino a produrre suggestioni differenti e distorcenti, in nessun modo legate fra loro: «Ma gli esorcismi, i beni, l’oratoria/ a che servono se sono lontani i vivi?». La mancanza di un continuum si riverbera finanche nei nodi espressivi dell’autore smirneo: non un lirico puro — benché abbia conosciuto a fondo Mallarmé e Valéry —, ma un istrione che passa rapidamente dal pensiero diaristico all’haiku, dalla secca boutade a versi tentacolari. Tra le tematiche più frequenti la statua, il marmo, il tratto devastatore e solvente del mare (non siamo distanti dagli Ossi di seppia, anche se con filtri antinomicamente evangelici): «Ancora poco/ e vedremo i mandorli fiorire/ i marmi splendere al sole/ il mare frangersi in onde;// ancora poco,/ solleviamoci ancora un po’ più su». Le storture e il senso non parificato della poesia di Seferis dipendono naturalmente dalla condizione esistenziale e politica in cui versa lo scrittore. Eppure, il canto dell’allodola riesce a salire in linea verticale e qui il poeta sa bene dove crivellare i suoi rimandi. Omero, Erodoto, Sofocle: l’invidiabile pedigree che, non senza contraccolpo, rinfocola l’amor patrio. Continua a leggere

Mariangela Gualtieri, “Quando non morivo”

Mariangela Gualtieri, credits ph Dino Ignani

IL QUOTIDIANO INNAMORAMENTO

L’amore mio ha tanti di quei nomi.
Batte le foglie a volte come cielo
che scende in gocce. Tira via le foglie
secche e le trasporta in volo.
A volte l’amore mio sorge e risplende
a volte per un momento breve
mi guarda sul sentiero con occhi
spaventati di capriolo. Ha molte facce
l’amore mio. Umane facce
e musi. Ha tutte le parole.
Ha note, sinfonie, voci cantate.
Ha un vuoto così grande
che mi accoglie mi chiama mi
atterrisce. L’amore mio.
Mi consola e mi duole.
E non muore – non muore.
Da forma a forma fiorisce. Continua a leggere

Trilogia “Il seme della tempesta”

IL SEME DELLA TEMPESTA

Trilogia dei Giuramenti
1. Discorso ai vivi e ai morti
2. Non ancora, eppure già
3. Giuramenti

scene, luci e regia Cesare Ronconi
testi Mariangela Gualtieri
con Mariangela Gualtieri per Discorso ai vivi e ai morti
e con Arianna Aragno, Elena Bastogi, Silvia Curreli, Elena Griggio, Rossella Guidotti, Lucia Palladino, Alessandro Percuoco, Ondina Quadri, Piero Ramella, Marcus Richter, Gianfranco Scisci, Stefania Ventura
e gli allievi del laboratorio Valdoca per NTFI18: Carmine Bianco, Francesco Dell’Accio, Chiara Di Bernardo, Germana Di Marino, Chiara Ferronato, Gaia Ginevra Giorgi, Antonella Liguoro, Sebastian Marzak, Jonas Moruzzi,
Vittorio Pissacroia, Tullia Primultini, Riccardo Santalucia, Leonardo Sbabo, Francesca Somma, Emma Tramontana, Maria Teresa Vargas, Claudia Veronesi, Laura Villani, Carlo Ying, Anna Zuppiroli

drammaturgia del movimento: Lucia Palladino
guida al canto: Elena Griggio
suono della prima parte ideato ed eseguito da: Enrico Malatesta,
in collaborazione con Attila Faravelli
costumi: Cristiana Suriani, oggetti di scena: Patrizia Izzo, proiezioni: Cesare Ronconi
macchinerie: Maurizio Bertoni, sculture in ferro: Francesco Bocchini, collaborazione alle luci: Stefano Cortesi,
service audio: Andrea Zanella, Michele Bertoni
cura e ufficio stampa: Lorella Barlaam
amministrazione: Cronopios SAS
produzione: Teatro Valdoca
in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival
con il contributo di: Regione Emilia-Romagna, Comune di Cesena
per Giuramenti anche con la collaborazione di L’arboreto-Teatro Dimora di Mondaino, Teatro Petrella di
Longiano e il contributo di Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna

Teatro Bellini Napoli
8, 9, 10 giugno

Ora che la parola vana dà così abbondante spettacolo, bisogna tentare in teatro una parola sacramentale. Abitare lì dove la parola viene rimessa nella vita, nel tentativo di dotarla di nuovo delle proprie potenze. Per questo occorrono i corpi, con la loro energia danzata, il canto, e tutta la forza della scrittura registica che in qualche modo doma, zittisce e potenzia quella parola. Continua a leggere

GIURAMENTI, diretto da Cesare Ronconi e scritto da Mariangela Gualtieri

Teatro Vascello di Roma dal 21 al 25 marzo 2018

GIURAMENTI, nuova produzione di Teatro Valdoca, è il frutto di tre mesi ininterrotti di lavoro, tra prove e vita in comune, a L’arboreto – Teatro Dimora di Mondaino. Un grande affresco che coraggiosamente tenta un modo radicale, plenario e arcaico di fare teatro, e torna al cuore del lavoro trentennale della compagnia.

GIURAMENTI è diretto da Cesare Ronconi e scritto da Mariangela Gualtieri per dodici giovani interpreti d’eccellenza.
Nasce con questo lavoro il corpo di corpi, il Coro, con la sua fluida empatia, la sua grande vitalità di movimento, fra danza e scatto atletico, e la sua voce fatta di voci che cantano, che gridano in faccia al mondo la propria inquietudine, l’amore, l’ardore, o sussurrano una sapienza enigmatica, in linea col Coro della tragedia arcaica. Dal Coro spiccano i singoli interpreti coi loro a solo intensi e teneri. I Giuramenti chiamano attori e spettatori a farsi insieme comunità teatrale, in un patto duraturo con la propria pienezza, “fedeli a se stessi e al mistero”, in questo tempo che spegne e separa. Continua a leggere

Presentazione a Milano dei Quaderni della Collana a cura di Maurizio Cucchi

Venerdì 21 aprile dalle ore 18:00 alle ore 20:00, al Laboratorio Formentini (via Marco Formentini, 10), presentazione de I Quaderni della Collana Stampa 2009 diretta da Marco Borroni, collana di poesia a cura di Maurizio Cucchi. Continua a leggere

Claudia Di Palma, “Altissima miseria”

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Claudia Di Palma (Credits/Massimiliano Spedicato)

 

Dall’Introduzione di Alessandro Canzian

La poesia come testimonianza ed invenzione è in qualche modo anche il miglior modo di introdurre e spiegare i versi dell’opera d’esordio di Claudia Di Palma. Un verso Continua a leggere

Roberto Alperoli: “La poesia purifica la lingua, la salva”

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Roberto Alperoli

INTERVISTA di Guido Monti

Incontro Roberto Alperoli ideatore e direttore artistico di Poesia Festival Terre dei Castelli, uno degli eventi più riusciti per qualità e progettualità culturale che si tiene da dodici anni nel territorio emiliano. Ci sediamo in una trattoria di Modena molto nota vicino al teatro Storchi. La canicola del sole settembrino ci riporta in pieno agosto. I suoi occhi in attesa di domande, hanno quella vividezza e curiosità propria di quei bimbi al culmine della fanciullezza. Roberto nel tuo libro,“Il cielo di oggi”, di qualche hanno fa, in una poesia molto toccante dal titolo “La madre”, dici : “E’ tanto tempo/che non mi manchi più,/che non mi chiami; /eppure sei stata tu // la mano del mio principio, l’assunto abbagliante/del mio dolore; //…”. Ecco allora potrei girarti questa poesia in forma di domanda.

Come è maturata in te la decisione di creare questo festival nel 2005 assieme ai compagni del primo momento Alberto Bertoni e Paola Nava? Forse appunto perché la poesia la sentivi come mano del tuo principio e volevi però anche tenacemente mostrarla ad una comunità più ampia? Avevi intuito che questo territorio potesse avere in sé quel terreno di coltura per la crescita della pianta poetica?

Ho un lungo rapporto con la poesia, che fa parte della mia vita da sempre, direi. La leggo, la scrivo, la seguo nella sua dimensione pubblica. Il suo valore, la sua importanza – anche terapeutica – la sperimento (l’ho sperimentata) su di me, sulle persone che conosco. Anche sul valore pubblico, civile, etico della poesia rifletto da tempo. Soprattutto oggi che la lingua è stata colpita al cuore, che il linguaggio è un lungo, ininterrotto boato di frasi fatte, inerti, di parole caricaturali, senz’anima. La nostra è un’epoca di monotonia espressiva, spettacolare e rumorosa. La lingua è gridata nelle trasmissioni televisive, mortificata dalla pochezza della politica, massificata e banalizzata dal web, orfana dei comportamenti e dei modelli che, un tempo, ne sapevano custodire la vocazione civile. Il linguaggio della politica, poi, ne ha enfatizzato l’impotenza. Il dolore della lingua è proprio la sua inespressività. E nel frastuono e nell’impoverimento delle parole siamo tutti più poveri. Ecco, salvare la lingua, il bene pubblico della lingua, significa allora salvare noi stessi, le nostre emozioni e i nostri pensieri, che solo il linguaggio rende comprensibili e comunicabili. Ed è qui il valore della poesia, che si oppone a questo collasso perché è un ingrediente attivo del linguaggio, uno spazio per la propria identità. Purifica la lingua, rimette al mondo l’innocenza delle parole. Si oppone alla miseria individuale e alla miseria pubblica. Continua a leggere

Mariangela Gualtieri, Premio Mauro Maconi 2016

cache_56664435VALERIO RONCHI VINCE LA SEZIONE “GIOVANI”

Si è svolta, martedì 28 giugno, alle ore 19.00 presso il Belvedere al 39° piano di Palazzo Lombardia la cerimonia di conferimento del Premio intitolato alla memoria di Mauro Maconi.

Il Premio, patrocinato da STAMPA 2009, casa editrice che ha proseguito il progetto editoriale nato nel 1999 da un’idea dello stesso poeta condivisa da Maurizio Cucchi e Marco Borroni, ha cadenza annuale ed è alla sesta edizione. Continua a leggere

Vola alta parola, Edizione 2016

61ac4737-a53b-4bb7-9329-c0f908b063a8Nella foto SIMON ARMITAGE

Quattro venerdì di poesia tra gli eventi di punta del cartellone di “Restate” a Reggio Emilia

Vola alta parola” dal 1°luglio nel cortile della biblioteca Panizzi

La rassegna, a cura di Guido Monti, (NELLA FOTO SOTTO) vede protagonisti grandi poeti italiani e stranieri, moderati da importanti critici letterari. Continua a leggere

Premio Internazionale di Letteratura Città di Como

edoardo-boncinelli_2Si terrà sabato 2 luglio 2016 alle 16:00 a Villa Olmo la cerimonia di premiazione della terza edizione del Premio Internazionale di Letteratura Città di Como, a cui hanno presto parte più di 1750 autori provenienti da tutta Italia e dall’Europa e numerose case editrici di importanza nazionale, da Mondadori a Einaudi, superando così il primato delle scorse edizioni.
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Premio Poesia “Mauro Maconi” 2016

cache_56664435 MILANO, 28 GIUGNO 2016 – ORE 19.00, BELVEDERE, 39° PIANO, PALAZZO LOMBARDIA

Si svolgerà martedì 28 giugno alle ore 19.00 presso il Belvedere al 39° piano di Palazzo Lombardia la cerimonia di conferimento del Premio intitolato alla memoria di Mauro Maconi, poeta varesino scomparso a soli 43 anni nel 2001.

Il Premio, patrocinato da STAMPA 2009, casa editrice che ha proseguito il progetto editoriale nato nel 1999 da un’idea dello stesso poeta condivisa da Maurizio Cucchi e Marco Borroni, ha cadenza annuale ed è alla sesta edizione. Continua a leggere

I cinque Finalisti del Premio Poesia Città di Fiumicino 2016

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La Giuria Tecnica del “Premio Poesia Città di Fiumicino” – composta da Milo De Angelis, Fabrizio Fantoni, Luigia Sorrentino, Emanuele Trevi, Valentino Zeichen – ha selezionato i libri finalisti e i vincitori delle sezioni “Premio alla carriera”, “Premio opera prima”, “Premio poesia inedita”, “Premio studenti”.

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Mariangela Gualtieri, “Le giovani parole”


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E’ nelle librerie italiane, il nuovo libro di poesie di Mariangela Gualtieri, “Le giovani parole” (Einaudi, 2015).

Dalla quarta di copertina

È un respiro largo quello che attraversa quest’ultima raccolta poetica di Mariangela Gualtieri, fatto del ritmo delle stagioni e delle generazioni, ascolto del silenzio, risveglio primaverile della terra, ebbrezza di vita connessa a ogni forma della natura. Ma nel libro non manca il lato ombroso, il vento che scuote, le «formiche mentali» che intasano la testa e impediscono il senso più leggero e piú compiuto della gioia. Dunque le poesie di queste pagine sono anche luogo alto di raccoglimento sulla trama e le connessioni del mondo sensibile, attraverso la parola ma anche attraverso lo «stare fermo» del corpo o lo sguardo sulle cose dato dalla lente di un microscopio. Lo «stile semplice» della Gualtieri è il punto d’arrivo di questo percorso spirituale e il punto di forza della sua piú recente poesia. Uno stile semplice ma ricchissimo di risonanze letterarie, da Bruno Schulz, al quale è dedicata un’intera sezione, ad altri autori amati con i quali la poetessa intreccia versi e parole in una sorta di grande e potente preghiera collettiva. Continua a leggere

"Voci di tenebra azzurra"

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In Voci di tenebra azzurra una presenza femminile si dispone al dialogo con interlocutori non visibili, in un’apertura che chiama in campo le maestre e i maestri del passato, ciò che hanno detto e pensato: è stato tutto inutile se siamo arrivati fin qui? O forse è tempo di un ascolto più acuto, di un silenzio più largo, di un amore più adorante per la terra e per tutte le specie che la popolano.
In questo viaggio nella contemporaneità, Mariangela Gualtieri struttura il suo recitato in un monologo, intercalando l’aspra denuncia all’intima introspezione, le osservazioni stupite della natura a una serie di domande decisive, fino a condurre lo spettatore verso un atteggiamento di risvegliata attenzione. Il preciso disegno di luci e la regia di Cesare Ronconi, l’accurata ricerca del suono fanno di questa essenziale partitura visiva e sonora una piccola, preziosa pièce di vivo teatro. Continua a leggere

Sofia Gubajdulina & Arvo Part

 
arvo_partVenerdì 26 settembre 2014, ore 20:30
Il TEATRO DI SAN CARLO AL MADRE
Museo MADRE, via Settembrini 79, Napoli  (Primo cortile)
 CONCERTO SU MUSICHE DI: SOFIA GUBAJDULINA –  Sieben Worte (Sette ultime parole) per violoncello, bayan e archi ARVO PÄRT –  Adams Lament (Lamento di Adamo), per coro e archi Continua a leggere

La poesia per sconfiggere la violenza sulle donne

Appuntamento

La forza della poesia può sconfiggere la violenza nei confronti delle donne: un recital della poetessa Mariangela Gualtieri celebra lunedì 25 novembre a Roma la Giornata Mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’evento si terrà al Palazzo delle Esposizioni a cura del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

La giornata è stata indetta dalle Nazioni Unite nel 2008. Anche quest’anno l’ONU ricorda che, sebbene ci siano stati notevoli progressi nelle politiche nazionali volte a ridurre la violenza sulle donne, più di cento paesi sono privi di una legislazione specifica contro la violenza domestica e più del 70 per cento delle donne nel mondo sono state vittime nel corso della loro vita di violenza fisica o sessuale da parte di uomini. Continua a leggere

Cesare Ronconi, “Ex novo”

Appuntamento

EX NOVO Daccapo, è un laboratorio residenziale di lavoro per attori e danzatori diretto da Cesare Ronconi. Si terrà dal dal 19 al 23 agosto 2013 all’interno del Festival Di umanità si tratta presso Centro Teatrale Umbro, Fraz. Goregge – Gubbio (Perugia) Movimento Lucia Palladino, Parole Mariangela Gualtieri.

Perfezionare il proprio idioma teatrale;  Esercitare il corpo all’abbraccio e all’ascolto; Perfezionare le sequenze energetiche del movimento; Percepire il suono dello spazio in cui si agisce; Liberarsi dai ceppi della mente; Accudire la fluidità del tempo nell’estasi creativa Continua a leggere

Intervista a Mario De Santis

Nello scaffale, Mario De Santis
a cura di Luigia Sorrentino

“La polvere nell’acqua” di Mario De Santis (Crocetti, 2012) ha in esergo un verso di Paul Celan, “Vi è un’ora che fa della polvere il tuo seguito”. Siamo di fronte a un’opera fluttuante, liquida, che cerca di disegnare una forma poetica, che si muove tra realismo e visione per disegnare la Storia, il paesaggio, della nostra epoca.

Intervista di Luigia Sorrentino
24 febbraio 2013

Mario De Santis qual è l’ora che fa della polvere il nostro seguito?

“L’ora della consapevolezza estrema, dello squarcio disperato che la storia ci ha consegnato ed è quella di un taglio dei ponti sia con il passato che con il futuro. Celan, che alla polvere non poteva guardare solo come metafora, avendo egli nella polvere dei forni perso la sua storia personale e biologica, ne rifà metafora di una polvere che resta polvere, osservando il proprio futuro come polvere, ovvero ciò che sarebbe seguito e a cui nessun alito divino poteva ridare vita. Per me un presente dilatato di questa fase di 900 terminale e di inizio del XXI secolo in cui stiamo alla Storia come ci può stare l’orfano senza genealogia e senza futuro.” Continua a leggere