Luigia Sorrentino. La pietà dello sguardo

Luigia Sorrentino (foto d’archivio)

Recensione di
Giancarlo Pontiggia

Inizia con una citazione plutarchea il nuovo libro di Luigia Sorrentino: «La morte dei vecchi è come un approdare al porto, ma la morte dei giovani è una perdita, un naufragio». E «naufragio» è forse la parole-chiave per interpretare questo libro doloroso e tragico, che parla di giovani vite perdute in spirali di violenza e di degrado. Lo sfondo è una Campania infera, riconoscibile da qualche minimo tratto, ma che sembra precipitare ad ogni verso in un tempo arcaico, scuro, sacrificale. E «antico» è epiteto che si ripete spesso, nel libro, quasi a indicare un fatale avvicendarsi di storie e di destini: antico è il silenzio (p. 22), antico l’adolescente (p. 27) che si avvia alla sua fine; e antichi sono anche «amore» (p. 38) e «cuore» (p. 93).

Luigia Sorrentino, Piazzale senza nome, Pordenonelegge-Samuele editore, Pordenone, 2021, pp. 102.

Si sarebbe tentati, leggendo, di assegnare alle zone in prosa, che si alternano ai versi, gli aspetti più realistici e crudi della rappresentazione: ma si capisce subito fin dalla prima di queste prose, come la morte dei due ragazzi venga descritta sullo sfondo di un rituale cosmico (presenze costanti della raccolta sono i nomi della «notte», del «cielo» e dell’«oceano») dai motivi dionisiaci (lo sgozzamento della capra, il ritmo frastornante della musica, lo smembramento, l’ebbrezza), motivi destinati a propagarsi per l’intera raccolta: «– È nel dolore totale –. Non oppone resistenza alle braccia che lo sollevano per distenderlo nudo sul tavolo. L’urlo irrompe nella stanza come quello di una capra sgozzata. Porta automaticamente le mani sui genitali per difendersi da gesti che offendono. Nelle sorsate d’alba il midazolam somministrato con l’ago esala nella vena. Poi il respiro sprofonda nella gola carsica risucchiando via, a uno a uno, i nostri volti prima di approdare alla riva, ai cupi occhi della grande notte. // Sotto la notturna volta della scala comunale è scomparso il ragazzo che infilzava lucertole trapassandole da parte a parte con il fil di ferro. Da poco si è accasciato sul terreno, in mezzo al groviglio di arbusti spinosi e rami secchi. Una striscia di cielo lo guarda. Nella testa della capra suona il ritmo assordante di una musica persecutoria. All’alba spalancherà gli occhi senza alcun ricordo. La morte dei giovani arriva all’improvviso, carica di violenza. Lo smembramento è totale. Su tutto domina l’ebbrezza gridata da un cuore felice e maledetto» (p. 13).

La tensione realistica dei quadri e il ritmo franto della descrizione sono soggetti a una forma di drammatizzazione scenica, segnata dalle pennellate espressionistiche delle scelte lessicali. La notte, qui come in numerosi altri passi del libro, sembra allearsi con le presenze scure e ctonie della vita, con il sangue che nutre la terra e l’asfalto. Realistico è il dato iniziale, che viene però subito investito di un simbolismo acceso e traumatico, spesso esaltato dai contrasti cromatici («neve»-«sangue»), come già nella poesia d’esordio: «su tutto il giardino neve / dilatata / silenzio armato nelle pupille / neve, tutta nel sangue / narici oltraggiate / bianco e nero // l’incedere violento / del battito cardiaco / si chiude su di sé // nella luminosa potenza / avviene l’incontro» (p. 11). Il tema della solitudine, su cui si chiudono tutte queste vite, si scontra nondimeno con una dimensione di coralità diffusa, spesso sottintesa.

La ripetizione a distanza di tratti e termini, spesso legati al corpo e in particolare al volto (pupille, narici, occhi, cranio, bocca, capelli, nuca, denti, orecchio, gola, labbra, voce, orbite, iride), risponde a un’esigenza di ritualità, più che di formularità: siamo nel territorio del tragico, non dell’epos, cioè nel territorio in cui tutto si è ormai consumato. Un tempo assoluto che può richiamare per analogia quello del mito, entro il quale la dimensione del quotidiano e del reale acquista un suo significato nuovo. Il dramma si ripete, perché solo in questo ripetersi – in questo poter essere rappresentato – trova una sua verità e una sua cadenza espressiva. Anche per questo la raccolta si distende in un unico movimento, privo di divisioni e di sezioni interne: non c’è, in queste storie, un prima e un dopo, ma un unico, circolare fluire in cui la cronaca sprofonda subito in evento, in qualcosa che era già accaduto.

Lo stile costeggia – anche per l’espansione orizzontale del verso – la nudità del referto, ma un referto che si dà in una lingua di alta densità metaforica, e che sembra ogni volta precipitare, nella concitazione delle immagini, verso una chiusa necessariamente sentenziosa: «poi scendeva la tenebra / il silenzio di tutte le parole» (p. 53); «morivano gli occhi / nel soffio della vita» (p. 58); «nella decomposizione / tutto il nostro destino» (p. 60); «deborda, cola sul pavimento / la tenebra» (p. 67); «sei entrata dal fondo, sei tornata / in un paese morto» (p. 69).

“Piazzale senza nome”, disegno di Giulia Napoleone, maggio 2022

Libro ossessivo, martellante nel ritmo delle immagini e dei pensieri, dominato dalla presenza della morte e del male, Piazzale senza nome è un libro senza ristoro e senza conforto («una storia cruda senza atti di grazia», p. 47), ma anche un libro fondato sulla pietà dello sguardo e dei gesti, come nella poesia intitolata Quando hai smesso di respirare: «l’amore è un tuffo sul corpo / il nome chiamato / non risponde / dita sorreggono la testa / da dietro, la tengono dritta // ti chiudono gli occhi / la bocca estrema / ha bevuto l’oceano» (p. 88). Continua a leggere

La realtà sensibile

Cy Twombly “The Italians”, Rome, January 1961

NOTA DI FABRIZIO FANTONI

A chiusura dei festeggiamenti della Giornata Mondiale della Poesia 2021, #raipoesia, il primo blog di poesia della Rai, diretto da Luigia Sorrentino, ha organizzato un evento dal titolo: La realtà sensibile che sarà trasmesso domenica 28 marzo alle 20.00, sulla pagina facebook del blog poesia.

Nel corso della serata si alterneranno alla lettura dei loro testi poetici quattro autori: Stefano Dal Bianco, Alessandro Moscè, Antonio Riccardi e Luigia Sorrentino, coordinati dall’attore e regista Alfonso De Filippis.

Quattro protagonisti della poesia contemporanea nati negli anni Sessanta. Una generazione questa, (come le precedenti e le successive), che segnala la comparsa sulla scena poetica di nuove esperienze formative comparabili. Pur nel loro differente poetare questi quattro poeti rispecchiano le nuove tendenze della poetica attuale e si incontrano in un dialogo intessuto di corrispondenze, in un reciproco aprirsi alla fragile realtà del presente..

Un incontro di voci che ha la stessa densità emotiva delle opere pittoriche realizzate negli anni Sessanta e anche decenni prima, da un grande artista statunitense, Cy Twombly, che amò l’Italia tanto da sceglierla come sua patria.

Si osservi, ad esempio, a “The Italians” del 1961, (sopra riportata), dove l’esplosione di segni e macchie di colore sulla nuda tela bianca è raffrenata dall’inserimento di “parole” tracciate inaspettatamente ai margini della tela che offrono all’osservatore significati inattesi, capaci di oltrepassare l’idea di Action Painting per affondare nella storia o, se si vuole, in un origine.

Questa è la forza e l’autorità della parola della poesia: partire dall’osservazione di una realtà fragile e anonima per fare emergere il senso vivo e pulsante della storia, il nostro essere collettività, popolo.

(Si ringrazia per la gentile collaborazione Monica Punzi Anfossi).

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Maratona di poesia 2.0

Continua la maratona di poesia della Giornata mondiale della poesia 2021. Oggi leggiamo le poesie di Helena Caruso, Michela D. Castellazzo, Gianluca Ceccato, Sonia Ciuffetelli, Alberto De Maio, Paolo Gambi, Gisella Genna, Samuele Maffei, Andrea Mella, fra le centinaia che sono pervenute all’indirizzo email del blog di poesia della Rai dopo l’invito da me rivolto su Instagram in un video su #raipoesia. A queste poesie se ne aggiungeranno altre, tutte quelle ci arriveranno fino a sabato sera 27 marzo 2021 poesie che invitano a riflettere, o si pongono come una riflessione, sul potere del linguaggio e sulla capacità creativa della persona.

(Luigia Sorrentino)

Helena Caruso

I tuoi occhi accesi

I tuoi occhi accesi
finestre illuminate su una strada dove
la benedizione dei gelsomini non dorme mai
a un certo punto la cicala si spegne ed è il vuoto
ammiri il ricordo delle stelle mentre mi mandi a memoria
raccontami la danza marina delle urie e l’emopoiesi della farfalla
la zagara della Kolymbethra e l’urlo del pesciolino neon
forse ti sento nell’aere scomposto
nei pixel e nel trillo delle notifiche

Helena Caruso è nata a Augusta nel 1989. Alcuni suoi inediti hanno ottenuto riconoscimenti letterari: menzione di merito al Premio Gustavo Pece 2016, premio speciale della giuria al Premio Città di Latina 2017, secondo posto al Premio Città di Davoli 2017.
La sua prima raccolta di poesie, dal titolo Come quarzo rosa, è stata pubblicata nel 2020 da La Ruota Edizioni. Attualmente vive in Sicilia, dove lavora come traduttrice freelance.

Michela D. Castellazzo

Gatto in appartamento vuoto

Se insegnare è lasciare un segno
allora sono tutto un tuo tatuaggio
e di certo non riuscirò a perdonarti
per avermi preceduto,
abbandonato su questa mensola che non regge
a rovistare nella tua vecchia sciarpa
per sentire ancora l’odore di casa
graffiando questo legno nudo
senza potermi nemmeno affilare le unghie
miagolando un dolore
che maschera a fatica
fame felina arretrata.

Michela D. Castellazzo è nata a Genova nel 1964 e vive a Fosdinovo in provincia di Massa Carrara. Laureata in filosofia. Ha pubblicato la raccolta di poesie Ambliopie (Edizioni del Leone, 2003, con nota critica di Elio Gioanola); i libri di narrativa: Tre racconti (“libri liberi” laRecherche.it), il romanzo breve Aperitivo virtuale (laRecherche.it), il romanzo Il gioco del caso (Maria Pacini Fazzi Editore, con nota critica di Giorgio Bàrberi Squarotti), i tre romanzi brevi Aqua mater-trilogia della memoria e dell’oblio (CUT-UP Publishing); il monologo teatrale Lettera di una barbona ai passanti (laRecherche.it); il saggio La terapia della scrittura: salute e malattia in Nietzsche e Gadda (in collaborazione con Marina Palma, in “Teoria e storia dei generi letterari – Letteratura e medicina” a cura di Giorgio Bàrberi Squarotti, Rubettino 2009).

Gianluca Ceccato

MALCADUCO

Tremare è come mordere la fede
di un luogo senza nome dietro
a muscoli, organi e ossa,
dove restare è comunque
attraversare le umide mattine,
brevi ruote del tempo.

Gianluca Ceccato nasce il 6 maggio 1997 a Latisana (UD) attualmente vive e studia a Padova. Le sue poesie sono presenti su riviste online come Altrove, Il Visionario, Inverso, Poetry Factory e Poeti Oggi. Nel 2019 è finalista del Premio Tiburtino con la poesia “Una Notte”. È tradotto in spagnolo e bosniaco. Continua a leggere

Adam Zagajewski, “Prova a cantare il mondo storpiato”

Adam Zagajewski

COMMENTO DI ALBERTO FRACCACRETA

Lirica originariamente concepita per descrivere la desolazione della provincia di Leopoli — città in cui Zagajewski è nato ma che ha rivisto soltanto dopo molti anni, durante un viaggio con suo padre —, ottenne un ampio riscontro di critica e di pubblico in America, l’indomani dell’attentato alle Twin Towers. Tradotta da Clare Cavanagh, uscì sul «New Yorker» pochi giorni dopo l’11 settembre. Secondo Valentina Parisi, Prova a cantare il mondo storpiato è «un punto di snodo tra la sua mitologia personale legata all’immagine remota di Leopoli […] e una disponibilità sempre crescente a misurarsi col mondo contemporaneo». In Zagajewski, infatti, i continui richiami alle dolcezze del ricordo si mescolano ai duri avvertimenti del presente, lasciando intravedere il valore implicitamente civile (in senso metafisico, dunque) della letteratura, quale emblema di una resistenza interiore, individuale contro il potere disgregatore delle cose. In queste settimane di emergenza, la poesia suona nuovamente come un invito alla speranza rivolto alternativamente a sé stessi e agli altri attraverso un “tu metaforico”: cantare il mondo storpiato significa non dimenticarsi degli attimi di estasi vissuti nei tempi di pienezza («Ricorda di giugno le lunghe giornate/ e le fragole, le gocce di vin rosé»). Anche nella sofferenza, quando le foglie roteano «sulle cicatrici della terra» e il tordo perde la sua «penna grigia», anche quando i profughi non sanno dove andare e i carnefici cantano vittoria, proprio in quegli istanti — nel momento in cui «tutto pare incarbonirsi», direbbe Montale — è ancora possibile ripensare al grande canto, all’amabilità dell’esistenza, alla «luce delicata» che si perde e «ritorna». La realtà mutilata è segno in negativo di una bellezza perduta alla quale siamo chiamati e destinati. Ancora una volta, anche nel dolore.

LEGGI QUI L’INTERVISTA A ADAM ZAGAJEWSKI REALIZZATA DA LUIGIA SORRENTINO IN OCCASIONE DEL CONFERIMENTO AL POETA DEL PREMIO INTERNAZIONALE DI POESIA CIVILE CITTA’ DI VERCELLI (OTTOBRE 2019)

Spróbuj opiewać okaleczony świat

Spróbuj opiewać okaleczony świat.
Pamiętaj o długich dniach czerwca
i o poziomkach, kroplach wina rosé.
O pokrzywach, które metodycznie zarastały
opuszczone domostwa wygnanych.
Musisz opiewać okaleczony świat.
Patrzyłeś na eleganckie jachty i okręty;
jeden z nich miał przed sobą długą podróż,
na inny czekała tylko słona nicość.
Widziałeś uchodźców, którzy szli donikąd,
słyszałeś oprawców, którzy radośnie śpiewali.
Powinieneś opiewać okaleczony świat.
Pamiętaj o chwilach, kiedy byliście razem
w białym pokoju i firanka poruszyła się.
Wróć myślą do koncertu, kiedy wybuchła muzyka.
Jesienią zbierałeś żołędzie w parku
a liście wirowały nad bliznami ziemi.
Opiewaj okaleczony świat
i szare piórko, zgubione przez drozda,
i delikatne światło, które błądzi i znika

Prova a cantare il mondo storpiato

Prova a cantare il mondo storpiato.
Ricorda di giugno le lunghe giornate
e le fragole, le gocce di vin rosé,
e le ortiche implacabili a coprire
le dimore lasciate dagli esuli.
Devi cantare questo mondo storpiato.
Hai visto navi e yacht eleganti
Alcuni dinanzi avevano un lungo viaggio,
ad attendere altri era solo il nulla salmastro.
Hai visto i profughi andare da nessuna parte,
hai sentito cantare di gioia i carnefici.
Dovresti cantare il mondo storpiato.
Ricorda quegli attimi in cui eravate insieme
e la tenda si mosse nella stanza bianca.
Torna col pensiero al concerto, quando esplose la musica.
D’autunno raccoglievi ghiande nel parco
e le foglie roteavano sulle cicatrici della terra.
Canta il mondo storpiato
e la penna grigia perduta dal tordo,
e la luce delicata che erra, svanisce
e ritorna.

(Traduzione di Valentina Parisi, in Adam Zagajewski, Prova a cantare il mondo storpiato, Interlinea 2019) Continua a leggere

Giornata Mondiale della Poesia a Torino

La musica della poesia – La musique de la poesie

Università degli Studi di Torino, 21 marzo 2019

In occasione della Giornata mondiale della Poesia del 21 marzo 2019, il Laboratorio di Fonetica Sperimentale “Arturo Genre” dell’Università degli Studi di Torinocol sostegno e il patrocinio di Università degli Studi di Torino, Ambassade de France en Italie, Institut Français, Alliance Française, Dipartimento di Lingue e L.S. e C.M. dell’Università di Torino e AISV Associazione Italiana Scienze della Voce cura la giornata internazionale di studi e la soirée poétique “La musica della poesia – La musique de la poesie”. La manifestazione, dopo il successo della prima edizione dell’anno scorso, coinvolge in università nel corso della giornata 22 ospiti, tra studiosi e poeti, italiani e francesi. A partire dalle 21 invece la rassegna si sposta al Circolo dei lettori (Sala Giochi), per una lettura corale di tredici poeti. Continua a leggere

L’Accademia Mondiale della poesia promuove la Seconda Edizione del Concorso di Poesia con Immagine “ON THE ROAD”


DESCRIZIONE

Il concorso di poesia promosso quest’anno dall’Accademia Mondiale della Poesia di Verona propone il tema del viaggio. Nessuna prospettiva come quella del viaggio ha attirato e incantato i poeti antichi e moderni, dall’autore di Gilgamesh all’Omero dell’Odissea a Dante, da Bashoa Santoka, da Baudelaire a Rimbaud, da Whitman alla Beat Generation.

L’esperienza contemporanea del viaggio, però, rischia spesso di ca- dere nello stereotipo, nei recinti convenzionali della cultura di massa. Mai come oggi, dunque, i poeti hanno il compito di risvegliare lo spirito vero del viaggio (spirito aperto al diverso, all’ignoto, all’altrove; spirito flessibile, intrepido e ardente, capace di confrontarsi col movimento incessante della vita, col mistero multiforme del mondo) dalle ceneri del disincanto, dalla noia del turismo prefabbricato, dai luoghi comuni del pensiero unico.

I poeti autentici sanno che per risvegliare questo spirito non occorre inventare immagini eccessive, effetti speciali o ipotesi fantascientifi- che: spesso l’altrove si annida, per chi sa riconoscerlo poeticamente, anche nel più umile luogo, nella più inappariscente occasione, nel più semplice “qui”; non di rado le montagne sacre, i castelli incantati e le isole del tesoro sono a pochi passi da noi…

La vera poesia sa tentare le proprie fughe e i propri ritorni fra tutti i luoghi dell’universo, dai più remoti ai più prossimi; sa spostarsi dalla realtà ai sogni, dal possibile all’impossibile e viceversa; sa mostrarci la bellezza che rinasce di continuo di fronte a noi e in noi quando ci mettiamo in cammino con un bagaglio leggero.

L’ACCADEMIA MONDIALE DELLA POESIA

L’Accademia Mondiale della Poesia nasce il 23 giugno 2001 a Verona con il sostegno del Comune di Verona e della Direzione Generale per la Promozione e la Cooperazione Culturale del Ministero italiano degli Affari Esteri, dell’’UNESCO, della Regione Veneto, della Provincia di Verona e dell’Università di Verona.

Nel corso della sua 30^ sessione tenutasi a Parigi nel 1999, la Con- ferenza generale dell’UNESCO aveva adottato una risoluzione (n. 29) che proclamava il 21 marzo di ogni anno Giornata Mondiale della Po- esia. Per dare seguito a tale risoluzione occorreva costituire un con- servatorio dell’eccellenza poetica ed un legame creativo tra le diverse espressioni poetiche dei cinque continenti.

Per questo, dal 22 al 24 giugno 2001 Verona, classificata dall’UNESCO città patrimonio storico e culturale dell’umanità, ha accolto una cinquantina di poeti provenienti dall’insieme delle aree geo-culturali del mondo: dall’Africa il Premio Nobel per la Letteratura 1986 Wole Soyinka (Nigeria), Jean Baptiste Tati Loutard (Congo) e Babacar Sall (Senegal); dall’America latina il Presidente del PEN Club International Homero Aridjis (Messico), Haroldo de Campos (Brasile), Marcia Theo- philo (Brasile) e Luis Mizon (Cile); dall’Asia Ayyappa Paniker (India), Gozo Yoshimasu (Giappone) e Ko Un (Corea del Sud); dal Mondo Arabo Adonis e Mahmoud Darwich; dall’Europa Mario Luzi e Andrea Zanzotto (Italia), Kenneth White (Gran Bretagna), André Velter (Fran- cia), Andrei Voznesenski (Russia), Ana Blandiana (Romania), Jean Portante (Lussemburgo); dall’America del Nord Nicole Brossard (Ca- nada) e Jerome Rothenberg (Stati Uniti). Grandi poeti, come Leopold Sedar Senghor, Seamus Heaney (Premio Nobel per la Letteratura), Yves Bonnefoy e Andrea Zanzotto, hanno ugualmente accettato di essere membri dell’Accademia. Il Professor Nadir M. Aziza, riveste la carica di Cancelliere dell’Accademia.

IL CONCORSO

Oltre al concorso nazionale, è prevista una sezione rivolta a tutte le scuole superiori di ogni tipo statali e parificate, nonché per le Università.

CERIMONIA DI PREMIAZIONE DEL CONCORSO

Lo svolgimento della Cerimonia di Premiazione del concorso avverrà in occasione della Giornata Mondiale della Poesia, il 22 marzo 2018 mattina a Verona, presso la Sala Maffeiana dell’Accademia Filar- monica nell’ambito delle celebrazioni della Giornata mondiale della poesia.

REGOLAMENTO

Per partecipare al concorso di poesia con immagine Instagram, occorre realizzare, a partire dal 30 novembre 2018 e fino al 15 febbraio 2019, una poesia dedicata al tema “Il Viaggio”, sia esso reale o onirico, fisico o simbolico. Peculiarità del concorso è unire la fotografia e la parola scritta: la poesia dovrà essere un componimento originale di massimo 15 versi e la parola scritta dovrà essere riprodotta attraverso la foto- grafia. Il testo potrà essere scritto nei modi più svariati: a mano, a mac- china, attraverso una realizzazione grafica, purché la parola scritta sia creativamente prodotta attraverso l’uso contemporaneo della fotogra- fia digitale social. Le poesie selezionate dalla Giuria saranno pubblica- te sulla piattaforma Instagram dell’Accademia Mondiale della Poesia. Si partecipa pubblicando la foto sul proprio canale Instagram tag- gando il profilo di accademiamondialepoesia e inserendo gli hashtag #accademiapoesia o #infinito200.

Affinché la partecipazione sia regolare la fotografia andrà anche inviata all’indirizzo: info@accademiamondialepoesia.com
Non si accetteranno le poesie pervenute solo via instagram. Per chi lo desidera sarà possibile partecipare anche inviando solo la poesia sempre all’indirizzo mail sopra indicato. In questo caso saranno esa- minate e premiate a parte. Farà fede la data di invio.

I lavori inviati non saranno restituiti
I riferimenti di segreteria dell’Associazione per ulteriori chiarimenti ed informazioni sono i seguenti:
Tel. 045 59 25 44 – Fax 045 59 19 91
e-mail: info@accademiamondialepoesia.com www.accademiamondialepoesia.com

PREMI PER I VINCITORI DEL CONCORSO

Per i primi 3 classificati della sezione scuole è previsto un laboratorio di poesia con Isabella Leardini. Per gli altri classificati (3 primi premi a livello nazionale e 7 menzioni speciali) è previsto il Diploma d’Onore dell’Accademia Mondiale della Poesia che verrà assegnato nel cor- so di un incontro di poesia con Isabella Leardini venerdì 22 marzo presso la Sala Maffeiana dell’Accademia Filarmonica di Verona.

È previsto anche un premio speciale assegnato dalla Giuria web di cui fanno parte Andrea Cati, Ottavio Rossani e Marcia Theophilo che rappresentano i più importanti canali web di poesia e che diffonderanno attraverso i loro canali il progetto determinando assieme ai loro followers il vincitore decretato dal web.

GIURIA

Sono membri della Giuria, in ordine alfabetico: Claudio Damiani, Paolo Lagazzi, Paolo Ruffilli e Luigia Sorrentino.

Accademia Mondiale della Poesia, “Siamo fatti per l’infinito”

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Giornata Mondiale della Poesia 2017 a Verona

Il 18 marzo 2017 la città di Verona sarà ancora una volta capitale mondiale della poesia grazie all’evento promosso dall’ACCADEMIA MONDIALE DELLA POESIA (nata il 23 giugno del 2001) in collaborazione con il Comune di Verona e la Regione Veneto. La celebrazione della Giornata Mondiale della Poesia avrà come tema “La poesia come DNA del mondo: identità e tradizione nel mondo contemporaneo” e vedrà la partecipazione di poeti da tutto il mondo. Continua a leggere

In memoria di te, Cesare Pavese

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Lettura e nota di Luigia Sorrentino. La musica è di Jordi Savall.

In occasione della Giornata Mondiale della poesia 2016 che ricorre ogni 21 marzo in tutto il mondo, ho scelto di dedicare a tutti quelli che seguono con interesse questo blog, una mia lettura di “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” la poesia più famosa di Cesare Pavese contenuta nella raccolta che ha lo stesso titolo della poesia, pubblicata postuma, nel 1951, un anno dopo l’improvvisa scomparsa del poeta. La raccolta di versi si divide in due gruppi. Il primo è “La terra e la morte“, il secondo “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi“, ed è indirizzato a Constance Dawling. Continua a leggere

A Fondi, Giornata Mondiale della Poesia

  

fondi_poesiaDimmi se torni nell’aranceto,
degli ulivi dammi quell’ora
quando caduti nel solco
tenero d’erbe io credevo
di foglie le tue mani,
era un letto di luna grande
e d’uva un grande banchetto.
Dimmi se negli uliveti
s’apre ancora la fiera della luna.

 

Libero de Libero

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Giornata Mondiale della Poesia con “Viva”

giornata_mondiale_poesia_vivaGiovedì 19 marzo 2015, ore 18.00 alla Casa delle Letterature , Numero speciale di “Viva” Una rivista in carne e ossa,  Gioia.

Letture sul tema di:
 

Damiano Abeni, Annelisa Alleva, Daniela Attanasio, Lucianna Argentino, Carlo Bordini, Nicola Bultrini, Maria Grazia Calandrone,  Flaminia Cruciani, Claudio Damiani, Alessandro De Santis, Roberto Di Pietro, Stelvio Di Spigno, Francesca Farina, Paolo Febbraro  Bruno Galluccio, Antonietta Gnerre, Serena Maffia, Monica Maggi, Andrea Margiotta,  Monica Martinelli, Renzo Paris, Vanni Pierini, Gabriella Sica, Luigia Sorrentino, Ornella Spagnulo, Alberto Toni, Zingonia Zingone e altri.

Intermezzi musicali di Dolce & D’Orazio.

Al termine aperitivoCon il patrocinio della Commissione Nazionale Italiana per L’UNESCO

 
Redazione:

Nicola Bultrini, Claudio Damiani, Stas’ Gawronski, Giuseppe Salvatori

La Nuova Pesa Centro per l’Arte Contemporanea

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19 marzo 2015 ore 18.00
Casa delle Letterature
Piazza dell’Orologio, 3
Roma

Festa della Letteratura e della Poesia

 duino_castello

 

Undicesima edizione della Festa della Letteratura e della Poesia, che si svolgerà tra Duino e Trieste e culminerà con le premiazioni del Concorso Internazionale di Poesia e Teatro “Castello di Duino”, ospitate nello splendido maniero a picco sul mare, celebrato da Rilke nelle sue Elegie Duinesi.  Continua a leggere

L’esperienza della poesia & video

L’esperienza della poesia è un cammino che l’essere umano, senza distinzioni di genere, compie poco alla volta, uscendo dal torpore della propria condizione umana fino ad oltrepassare il confine che quella condizione determina. La poesia, quel grumo di parole che si forma sulla pagina, pone da sempre la stessa domanda: “Dove mi trovo?” “Qual è il mio posto nel mondo?” La poesia pone la domanda e cerca la risposta a quella domanda. E così facendo costruisce un ponte che allontana o avvicina alla risposta. Allontanandosi o avvicinandosi a quella domanda e quella risposta – nella tradizione biblica è Dio che pone ad Adamo la domanda: “Dove sei? Dove ti trovi?”- la poesia instaura un rapporto sacro con il piccolo mondo che all’uomo è stato affidato.

Papa Francesco ha dichiarato recentemente che il poeta che gli è più caro è Holderlin che trascorse gli ultimi 36 anni della sua vita rinchiuso in una torre, isolato dal mondo. Prova tenerezza Papa Francesco per questo poeta che non sapeva dove andare, ma che nella sua poesia ha racchiuso, forse più di ogni altro poeta, l’autentica visione dell’essere al mondo, una visione spirituale e religiosa al tempo stesso, che oltrepassa l’isolamento della condizione umana, al di là del confine di ogni tempo. (di Luigia Sorrentino)

IL VIDEO-SERVIZIO DI LUIGIA SORRENTINO

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=VmdZ4-jAySc[/youtube]

“Chi non ha pane ma compera fiori…”

Appuntamento

Associazione “Casa della Poesia” al Trotter, Sabato 23 marzo 2013, h. 16.00, Auditorium ex Chiesetta, invita a partecipare all’evento: “Chi non ha pane ma compera fiori…”
(tratto da un proverbio turco)
Festa nella Giornata Mondiale della Poesia
X Edizione

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