Una poesia per Franco Loi

Franco Loi, Milano,  Spazio Oberdan (viale Vittorio Veneto 2 –  in occasione della proiezione del film documentario a lui dedicato: ‘Il viaggo del poeta‘ (durata: 71’).

di Davide Rondoni

 Franco, poeta de l'Angel e dell'aria,
 era acuto di vita il tuo sentire
 veniva da un rimuginare senza
 quiete e senza amarezza
                        era una bellezza
 dei colletti aperti,
 della carezza che va via dove va, degli occhi
 che mai incerti
 cercavano umani gli occhi -
 un diapason preciso che veniva da chissà
 risuonava in te
 mentre compilavamo la nostra
 democratica antologia, poeti
 semisconosciuti, voci di malinconia -
 e di gratitudine,
                       profezia dei semplici.
 Caro Franco,
 di libertà noi complici...

Ho sentito Franco al telefono due giorni prima che morisse. Ci si vedeva, abbiam fatto tante cose e letture insieme, e anche una antologia (Il pensiero dominante. Poesia italiana 1970-2000, Garzanti) che fece discutere per la libertà di criterio. Si andava in pizzeria talvolta a Milano, lo passavo a prendere con qualche amico poeta e con lui e la Silvana si cenava. Era un uomo buono, intenso, aperto. Maestro gentile di tanti più giovani. Mancherà. Resterà. Era un matto di Dio, e ora se lo gode.

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