Antonio Lillo, “Mal di maggio”

Antonio Lillo

La domanda che mi fa ogni poeta

Un poeta mi chiede: Cosa farai
delle mie poesie? Io guardo
le poesie e mi chiedo: Cosa farò
di voi? Ma le poesie guardano fuori
e sognano di fuggire illese da noi.

 

Nuovi piani per il giorno

Non è più ora di credere all’angelo
in quella parola intera che svuoti
di cemento questo appello. Seminiamo
per raccogliere un frutto, la sua polpa
e non il seme. Andiamo avanti a morsi
piccoli morsi giornalieri per dirsi
sani sazi vivi, creature come ogni altra. Grati del sole
ed allarmati come bestie da suono.

 

Il rosso

Voglio parlare del colore di un’insegna.
Ma non mi sento più il cuore di spiegare.
E non mi basta il mestiere di poeta
a scaturire una scintilla. Tutto è spento.
O fulminato. Le vedi lì posate le parole
e preghi che si esprimano da sole.
La parola rosso. La parola insegna.
Che ricomincino a gridare sotto il cielo.

 

Rumore

Tu che sei informato, che succede in paese? Ma davvero non lo so, non lo so più, perché non vado mai in paese. Al massimo posso dirvi che succede in giardino. Oggi ad esempio è caduta una foglia e ha fatto un rumore assordante.

*

Il poeta che vive in un piccolo paese
è quello che poi scrive l’epitaffio di tutti
il necrologio sul giornale del paese
per chi resta. E quando pensa al giorno in cui
morirà anche lui che ha scritto la fine degli altri
quella sola volta la pagina resterà bianca.
Riposta nel bianco la sua idea di paese.“

Mal di maggio” di Antonio Lillo, con prefazione di Francesco Tomada, Samuele Editore 2022. Continua a leggere

Francesco Tomada, “Affrontare la gioia da soli”

Francesco Tomada

Pubblichiamo cinque poesie di Francesco Tomada tratte da Affrontare la gioia da soli, Collana Gialla Oro, Pordenonelegge-Samuele Editore, 2021

IL MARE IN TRASALPINA

I. STAZIONE TRANSALPINA, 22.30 PM

Ha bevuto almeno quattro calici di bianco
poi si è messo a camminare traballando
verso un prato buio e un palazzone popolare
forse ad aspettarlo c’è una solitudine più grande
rispetto a quella di adesso

sui binari solamente un treno merci fermo e
due carrozze graffitate senza passeggeri con le luci spente

qui vicino la panchina dove
è morto Adelmo in overdose di metadone
conosciamo bene sua madre
o meglio quello che ne resta

ma tu
tu stringimi la mano
se vogliamo credere che ci sia qualcuno a casa
di quell’ubriaco che lo svesta e lo perdoni
che ad Adelmo sia spettato un paradiso di colore
verdeazzurro come l’acqua dell’Isonzo
stringimi la mano fammi forza
che per tutte queste lampade appese alle colonne
con la plastica a forma di conchiglia
tocca a noi di immaginarci un mare

II. CAVE DEL PREDIL

La miniera è chiusa da vent’anni ma qui tutto è ancora miniera.
Le case sono state costruite per i lavoranti, il museo si è preso lo
stabilimento dove si purificava il piombo, il pendio della montagna
è un accumulo di pietre scavate da là sotto.
Quando nevica d’inverno i fiocchi sono grossi e lenti, come quando
capovolgi quelle sfere trasparenti che contengono un paesaggio.

Rovescia ancora quella sfera.
Che la neve si raccolga nella concavità del cielo.
Che la terra discenda nel vuoto delle gallerie da dove è venuta.
Che tutti gli uomini risalgano salvi. torna più indietro, prima di
silicosi e pleuriti. Fino alla festa di Santa Barbara, quando vestivano
i loro completi con ventinove bottoni dorati e lo sguardo fiero di
chi tutti i giorni scende nel mondo e lo spacca davvero.

Continua a leggere

“Una scontrosa grazia”, il Festival di poesia

CO M U N I C A T O   S T A M P A

 IL FESTIVAL

dal 2015 incontri di Poesia e Letteratura

Domenica 12 dicembre, palazzo Gopcevich, Trieste dalle ore 10 alle ore 19

Domenica 12 dicembre, dalle ore 10 e per tutto il giorno, il noto ciclo di incontri triestino della Samuele Editore e diretto da Alessandro Canzian, Federico Rossignoli, Mario Famularo e Carlo Selan, diventa un Festival presso il prestigioso Palazzo Gopcevich. Una novità che nasce dalla consapevolezza del periodo ancora complesso in cui versiamo e dalla comunione d’intenti che ha visto la cooperativa campana AltreVoci, il Comune di Trieste, Lets Letteratura Trieste, Samuele Editore e ZufZone insieme per un importante momento poetico.

“Una Scontrosa Grazia” nasce a Trieste nel novembre 2015 come ciclo di incontri organizzato a cadenza bimensile presso la libreria Mondadori di via Cavana. Spostatosi poi presso la libreria Ts360, è diventato un ciclo online durante la pandemia per tornare, il 12 dicembre 2021, in presenza presso Palazzo Gopcevich in forma di Festival. Una tradizione di dibattiti e confronti che ha portato nelle librerie della città giuliana i migliori poeti italiani e internazionali come Alberto Toni, Claribel Alegria, Franco Buffoni, Giovanna Rosadini, Gian Mario Villalta, Mary Barbara Tolusso, Claudio Grisancich, Pasquale Di Palmo, Vincenzo Mascolo, Gabriella Musetti, Nicola Vitale, Lucianna Argentino, Flaminia Cruciani, Stefano Simoncelli, non dimenticando i più giovani come Matteo Bianchi, Erminio Alberti, Miljana Cunta, Giovanni Turra, Domenico Cipriano, Roberto Cescon, Fabio Michieli, Marco Amore. Mentre, durante il lockdown, ha proposto dialoghi con Maurizio Cucchi, Alessandro Agostinelli, Marco Bini, Rosaria Lo Russo, Beppe Cavatorta, Umberto Piersanti, Guido Mattia Gallerani. Alberto Bertoni, Alessandro Brusa, Eleonora Rimolo, Giorgiomaria Cornelio e diversi altri. Senza dimenticare l’importante appuntamento con il fotografo dei poeti Dino Ignani. Continua a leggere

Jean-Luc Nancy, “Hymne stomique”

NOTA DI LUIGIA SORRENTINO

Lunedi 23 agosto 2021 la notizia della morte a Strasburgo a 81 anni di Jean-Luc Nancy, il grande filosofo francese discepolo di Jacques Derrida.

Jean-Luc Nancy  ha scritto opere indimenticabili tradotte In molti paesi del mondo.
Tra i suoi libri pubblicati in Italia, Essere singolare plurale, (Einaudi, 2001); La creazione del mondo (Einaudi, 2003); i due volumi di Decostruzione del cristianesimo (Cronopio, 2007-2012), Sull’amore (Bollati Boringhieri, 2009); Politica e essere con. Saggi, conferenze, conversazioni (Mimesis, 2013); Prendere la parola (Moretti&Vitali, 2013) e Noli me tangere (Centro ediotoriale Dedhoniano, 2015).

Con Nancy, uno dei maggiori protagonisti della discussione filosofica contemporanea, avevamo cominciato a scriverci con una certa regolarità da febbraio 2020, fino all’ aprile di quest’anno, e cioè da quando, in piena pandemia, avevo dato vita, sul blog, al progetto Catena Umana/Human Chain, un dialogo a più voci fra diverse discipline umanistiche nel tempo del Coronavirus. A prendere  la parola sulla “crisi globale” innescata dal Covid 19, il 29 maggio 2020, era stato proprio Jean-Luc Nancy, con un’intervista a me rilasciata pochi giorni prima.

Quest’anno, in una fredda mattina di gennaio,  Nancy mi inviò  per email un suo testo inedito scritto a dicembre 2020,  Hymne Stomique, che qui pubblico integralmente per la prima volta e in lingua originale.

E’ un testo di rara bellezza. Custodisce un mistero che ognuno potrà fare suo.

Unica indicazione per lettore che vorrà cimentarsi nella traduzione nei commenti del blog: la parola “stoma” deriva dal greco e significa “bocca”, qui da intendersi come “figlia del respiro“. La bocca per Nancy è il luogo dell’accadere, è l’esperienza del toccare, del toccarsi, è la nudità del mondo che non ha origine né fine.

 

HYMNE STOMIQUE

Jean-Luc Nancy, décembre 2020

 

Chant premier

Fille du Souffle et de la Chère,
père exhalé, mère absorbée
en toi par toi dans ta trouée
comme le veut l’ordre des choses
mâle aspiré dans les nuées,
femelle sucée avalée,

toi passage dedans dehors
en haut en bas et leurs mêlées,
leur brassage leur masticage
– Mastax fut de ta parenté –
toi la mêleuse la brouilleuse
souveraine des amalgames
amal al-djam’a al-modjam’a
ou malagma du malaxer
toujours l’un qui dans l’autre passe
en transmutation d’alchymie

toi la parleuse la mangeuse
la discoureuse la buveuse
la clameuse la dévoreuse

salut, Stoma commissures humides
rejointes disjointes
viande en logos, mythos en bave

salut, toi seule véritable
seule réelle dialectique !  Continua a leggere

Francesco Tomada, “Fallimento del sistema”

FRANCESCO TOMADA foto di Pierluigi Pintar

System Failure

Nei giorni peggiori di quarantena sembrava
che il rischio più grande fosse restare
senza la bombola per l’acqua gassata

intanto fuori la gente moriva

i nostri figli non sono più dei bambini
hanno vent’anni
potrebbero capire l’importanza delle cose
ma forse siamo noi
che dovevamo insegnargli altro

io volevo evitare gli errori di mio padre
nel costruire una famiglia che fosse mia
adesso anche loro
sanno da dove partire
Continua a leggere

Francesco Tomada, un poeta di frontiera

di Giovanni Ibello

La poesia di Francesco Tomada trae origine dal nucleo stesso della parola, dalla sua funzione più minima e immediata: Francesco, goriziano nato nel 1966, è un poeta di frontiera e pertanto conosce l’importanza dell’unire, la fatica di costruire ponti. La sua attività di “nominazione” è certamente un rischio (anche se calcolato), poiché la “nuda parola” si presta al lirismo, alle cadute di stile e, più in generale, alla retorica. Tomada, invece, pur fiutando il pericolo, lo accetta, lo fa suo; anzi, si destreggia tra queste “mine” con grande disinvoltura. Del resto, basta veramente poco a far crollare una poesia (soprattutto quando, come in questo caso, si fa richiamo a una parola che è “origine”): un verso sbagliato, una parola distonica, un aggettivo che non aggiunge, un accento che stronca il suono. Ed è proprio in questo rischio – cercato prima e ammansito poi – che l’autore si esalta e riesce a declinare la sua visione delle cose. Il suo stile, ancorché narrativo, fuga ogni artifizio letterario e definisce, appunto, il confronto tra la parola e l’oggetto nella sua forma più essenziale. “A ogni cosa il suo nome”, recita – tra l’altro – il titolo di una sua superba raccolta di poesie. Tomada è un poeta vero, conosce l’arte della rastremazione, il peso delle parole; le lascia libere sul foglio rinunciando ai vincoli della punteggiatura. Sa creare legami elettrici col vuoto, perché non teme la mancanza di fiato, non teme di guardare nella bocca del fucile. La sua poesia è “kamikaze”, sfacciata, estroversa nella dolcezza e schiva nel disarmo. Rischia di travolgere il lettore proprio perché è estremamente materica. Eppure, questo poeta vive di insight, di guizzi improvvisi, di approcci epifanici che estendono i confini del reale. Non deve sperimentare perché i suoi versi sono elementari, nel senso più nobile del termine, privi di virtuosismi. Tomada, è dunque un “poeta del possibile”: riesce a censire tutte le fragilità della bellezza, la tenerezza degli affetti, ma anche il dramma della perdita, della morte prematura, della prigione del corpo. Ecco perché, nella sua estrema dolcezza, esiste un demone che giace supino, una bestia che non si fa scrupoli ed è pronta a ghermire la preda come a dire che “non si scende a patti con la poesia”.

Continua a leggere

La poesia a Pordenonelegge 2017

 

Luis Sepùlveda ha scelto il festival Pordenonelegge per presentare in anteprima “Storie ribelli” (Guanda), il volume che raccoglie i ricordi di una vita avventurosa, vicende di cui sono protagonisti amici e maestri come Pablo Neruda, Josè Saramago, Tonino Guerra. Farà tappa alla diciottesima edizione della “Festa del Libro” nella giornata conclusiva, domenica 17 settembre, al Teatro Verdi.
E con Sepùlveda a Pordenonelegge 2017, dal 13 al 17 settembre in oltre 30 location cittadine, si daranno appuntamento per le proprie presentazioni autori e case editrici nazionali e internazionali, che regaleranno 37 anteprime al pubblico del festival.
Il programma, promosso da Fondazione Pordenonelegge.it e curato dal direttore artistico Gian Mario Villalta, è consultabile online, giorno per giorno e autore per autore, sul sito www.pordenonelegge.it.

La Poesia a Pordenonelegge è  un festival nel festival: partecipano un centinaio di autori in cinque giorni, decine di incontri e focus sulla poesia internazionale. Continua a leggere

Franca Grisoni, “Alzheimer d’amore”

Per la prima volta Interlinea pubblica un’antologia di poesie di diversi poeti e scrittori che hanno come denominatore comune la malattia di Alzheimer e che sono dedicate ai genitori o ai familiari o ispirate dal dolore e dalle difficoltà di questa patologia. Quando apparentemente non si hanno più parole, la poesia ha parole adatte e sufficienti, è uno strumento profondo, che può trasmettere contenuti altrimenti difficili da comunicare, perché è universale, come la malattia. Le poesie di questo libro sono accompagnate dai commenti di Franca Grisoni, con cui condividiamo le modalità di lettura della sofferenza, un’altissima sensibilità e una capacità interpretativa dell’umano, particolarmente utili per comprendere i percorsi del dolore, scoprendo un «Alzheimer d’amore».
Il libro nasce dall’incontro di Franca Grisoni con la poesia Alzheimer, madre di Davide Rondoni dedicata ai suoi amici, figli di una madre colpita dalla malattia. Ed è l’autrice stessa a raccontare l’inizio del suo percorso che dal 2008 l’ha portata a raccogliere e commentare poesie sul morbo di Alzheimer di diversi autori noti, tra i quali Margaret Atwood, Mario Benedetti, Alberto Bertoni, Roberta Dapunt, Valerio Magrelli, Fabio Pustrela, Andrea Zanzotto e altri, ma anche d’occasione, che si sono lasciati coinvolgere nella malattia per pochi versi, per una o più poesie, o per un’intera raccolta.

Continua a leggere

Vladimir Levchev, “Amore in piazza”

vladimir_levchev

Gli impervi itinerari della traduzione per arrivare alla poesia di Vladimir Levchev 

Nota di Fabio Izzo

Giunto negli Stati Uniti, il poeta bulgaro Vladimir Levchev iniziò a scrivere poesie direttamente in inglese. Precedentemente si era già occupato non solo delle traduzioni di alcuni poeti americani in bulgaro (principalmente l’amato Ginsberg), ma anche della traduzione di alcune sue poesie con l’aiuto di grandi poeti americani come Henry Taylor e Alicia Ostriker. Amore in piazza è un libro antologico, delicato nella sua composizione (anche nell’equilibrio), una specie di “conceptual book”; e contiene due poesie commemoranti la tragedia dell’11 settembre scritte in inglese. Continua a leggere

Francesco Tomada, “Portarsi avanti con gli addii”

tomadaNota di Nadia Agustoni 

Ci mancava la voce di Francesco Tomada e ora grazie a questa nuova raccolta la ritroviamo. “Portarsi avanti con gli addii”, Raffaelli Editori, 2014,  ha un dire asciutto, semplice e diretto nel giungere al cuore di ciò che vuole comunicare. Un album del crepuscolo, polaroid infilate tra le pagine coi volti degli affetti e degli incontri più o meno duraturi. E certo anche coi volti delle perdite.

I vuoti e l’attesa sono una delle possibile letture, ma direi che il significato più autentico è quel cercare la vita nei gesti attenti dell’amore: verso una madre morente che si ha cura di lavare e accudire e verso un figlio che rischia di farsi male per disattenzione.

I conflitti, l’amarezza, il quotidiano mai facile da vivere e un sentire troppo forte che al fondo di noi siamo un po’ di bisogno e un po’  di libertà, diventano con Tomada un andare dove c’è più spazio e dove si spera che almeno qualcosa avrà un senso nuovo. Come la ragazza sordomuta di una delle poesie che parla “la sola lingua in cui / nessuno può gridare “ (p.19) Tomada non grida, ma ci spinge ad un ascolto profondo. Usciamo dalla lettura rinfrancati e col senso di un possibile attenuarsi della barbarie che ci circonda.

La postfazione di Fabio Franzin è uno studio partecipe ed accurato dell’intera opera poetica di Tomada, più che consigliata a chi non conoscesse i libri precedenti.

(Apparsa in QuiLibri n.28 marzo aprile 2015)

VerDarti: poesie nel parco, a Villa Dolfin

foglianomiUna villa | A villa

Un incantevole parco con un lago | A lovely park with a lake

Poesie appese per tutto il parco  | Poems hung throughout the park

Tre giorni di poesia, letture, presentazioni, performance 

Three days of poetry, readings, presentations, performances

Continua a leggere

Premio Teglio Poesia 2014

Teglio_Poesia
Anche quest’anno Gian Mario Villalta, con la XV edizione del Premio Teglio Poesia – il concorso letterario che premia con 1000 euro i poeti giovani under 40 di tutta Italia -conferma la sua attenzione ai giovani.
Il Premio è promosso dal Comune di Teglio Veneto in collaborazione con l’associazione culturale Porto dei Benandanti. Continua a leggere

Il soggiorno dei poeti

Appuntamento

Nasce, ad Arta Terme di Udine, terra dove soggiornarono Carducci, Percoto, Pasolini, il Festival di Poesia IL SOGGIORNO DEI POETI.

Il 2, 3, 4 agosto si svolgerà la prima edizione di un festival che ha la natura di un ritiro di poeti aperto al pubblico. Per 3 giorni una ventina di scrittori vivranno ospiti del Comune e in questo leggeranno i propri versi, presenteranno i propri libri, si sfideranno in una gara poetica con in premio una pubblicazione offerta dalla Samuele Editore. E dal titolare della Samuele Editore, Alessandro Canzian, direttore artistico della manifestazione, le parole di ringraziamento al Comune e All’assessorato alla Cultura di Arta: “In un momento di profondissima crisi, nel quale si vedeva sempre il fondo del pozzo da due o tre anni, per poi scoprire che il fondo era sempre più in basso, nasce un interesse, una voglia di poesia. Continua a leggere