2 pensieri su “Salvo Licata, “La città azolo”

  1. Se continuiamo a considerare il potere come entita’ astratta, separata da noi, non arriveremo mai a stabilire una societa’onesta. Quando riconosciamo che il potere siamo noi, che lo stato siamo noi, non possiamo piu’ denunciare, lamentarci e soffrire con stupore. Il lavoro di cambiamento e’ un lavoro di formica. Ma come cambiare la natura umana? Certi hanno cominciato in Sicilia e nel mondo, ma trovano ostacoli insormontabili, creati sempre da uomini. Perche’? Perche? Non si puo’ mettere in prigione una nazione intera! …e l’educazione sembra non avere alcun impatto.

  2. Non conosco il testo La città azolo, concordo con quanto dice Adriana.La realtà è che ormai vige una corruzione culturale ed etica nella società così profonda e persistente che l’illegalità è del tutto “banalizzata” diventando quasi una “normalità” a priori e spontanea, e invece l’onestà,il rispetto delle regole e dell’uguaglianza e la solidarietà sono considerate una cosa “estranea” da acquisire faticosamente perché “contro” il comportamento generale,contro il sistema di dis-valori che così in profondità impregnano la politica e la società attuali. Vedo molto lontano un reale cambiamento che deve interessare ogni singolo, cambiare l’etica della politica, modificare la distribuzione dei beni tra paesi ricchi e paesi poveri, recuperare laicamente il valore della vita e della pari dignità tra singoli e tra popoli tutti.Dobbiamo arrivare a concepire che tutto quanto viene fatto agli altri può essere fatto a noi, che le sofferenze che patiscono i bambini e gli adulti di ogni angolo della terra, nelle condizioni ambientali di quei popoli, li patirebbero i nostri figli e nipoti, li patiremmo noi stessi.

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