Addio ad Antonio Garzya, illustre storico e filologo

Lo storico e filologo Antonio Garzya, illustre rinnovatore degli studi sull’impero bizantino, è morto a Napoli all’età di 85 anni. L’annuncio della scomparsa è stato reso noto dall’Associazione italiana di studi bizantini, di cui è stato fondatore ed era presidente onorario. Professore emerito di letteratura greca nell’Università di Napoli Federico II, Garzya era stato vicepresidente della Association Internationale des Etudes Byzantines che ha sede a Parigi, dove aveva anche insegnato. I suoi saggi di storia della lingua e di storia della cultura bizantina, a partire dal IV secolo d.C. hanno conosciuto un indiscusso riconoscimento internazionale. (La foto di Antonio Garzya è del 2007 ed è stata esposta nella Galleria dei ritratti dell’Accademia di Atene.) Continua a leggere

Toni Servillo legge Napoli, un lunghissimo applauso…

Si è alzato in piedi tutto il teatro quando, a pochi minuti dall’inizio dello spettacolo, il presidente Giorgio Napolitano è entrato in un palco dell’Argentina in compagnia della moglie Clio, e c’è stato un lunghissimo applauso, durato alcuni minuti. Era l’ultima recita, pomeridiana del 26 febbraio 2012 dello spettacolo “Toni Servillo Legge Napoli”, che ha registrato una serie di tutti esauriti.

In un’ora e mezzo Servillo, con un’eccezionale prova d’attore, presenta un piccolo viaggio nella poesia napoletana da Salvatore di Giacomo a Eduardo De Filippo, da Raffaele Viviani a Enzo Moscato, sino a De Giovanni e Borrelli, concludendo con Totò e la sua “Livella” un percorso attorno al rapporto di quella cultura con l’adilà, tra paradiso, purgatorio e inferno. Continua a leggere

Elena Petrone

Tra la roccia e la polvere arida

Tra la roccia e la polvere arida
come spruzzi di sangue vermiglio,
improvvisi,
tre o quattro papaveri
a gridare alle pietre i colori,
a portare la primavera
dove più niente se l’aspettava.

Elena Petrone

La veggente di Medjugorje Mirjana Dragicevic Soldo al Palargine di Ponticelli di Napoli dove ha pregato con ventimila persone, Napoli 2 Febbraio 2012. ANSA/CESARE ABBATE

Gian Piero Stefanoni

Prendimi, io sono qui.
Amami: sono qui.
Restituiscimi: sono qui.

Ma Tu già sai
e mi circondi legandoTi al ballo
lasciandoTi riempire di vita.

Gian Piero Stefanoni

 

Alcuni fedeli pregano tra le ventimila persone che hanno raggiunto il Palargine di Ponticelli a Napoli per ascoltare la veggente di Medjugorje Mirjana Dragicevic Soldo,Napoli 2 Febbraio 2012. ANSA/CESARE ABBATE

Marisa Tolve

VOGLIONO LA GUERRA

Non è grandine il suono nel deserto
è il fulminare dei proiettili
sudario che ricopre la pace.
Il nuovo millennio raccoglie lapidi
bocche stracciate piene di terra
mentre i bambini colpiti
cadono col viso rivolto al cielo.

 Marisa Tolve

Nella foto, una donna in preghiera tra i ventimila fedeli che hanno pregato al Palargine di Ponticelli di Napoli con la veggente di Medjugorje Mirjana Dragicevic Soldo, Napoli 2 Febbraio 2012.
(Foto Ansa di Cesare Abbate)

Le sonate a Kreutzer e La primavera di Beethoven

Primo appuntamento dell’anno con l’Accademia Filarmonica Romana giovedì 19 gennaio al Teatro Argentina alle 21:15 con due protagonisti contemporanei: la violinista Sonig Tchakerian (nella foto con il suo prezioso violino di Gennaro Gagliano, costruito a Napoli nel 1760) e il pianista Roberto Prosseda, che proseguono il ciclo dedicato alle Sonate di Beethoven per violino e pianoforte con una novità – in prima assoluta -commissione della Filarmonica Romana: “Erbario spontaneo veneziano” di Claudio Ambrosini, vincitore del Premio Abbiati 2010.
Il concerto sarà registrato da Rai-Radio3 e sarà preceduto nel foyer del Teatro alle 20:45 dall’incontro degli artisti con il pubblico, coordinato da Sandro Cappelletto, direttore artistico della Filarmonica. I due musicisti affrontano in questo concerto le più celebri sonate per violino e pianoforte di Beethoven e forse le più famose di tutta la letteratura scritta per questa formazione cameristica. Continua a leggere

Luigia Sorrentino, video-lettura “La nascita, solo la nascita”

Video-lettura da “La nascita, solo la nascita”, di Luigia Sorrentino (Manni, 2009). Ercolano, (Napoli) Villa Campolieto, Salone delle Feste, 18 settembre 2009.

“Le poesie de ‘La nascita, solo la nascita’ sono nate da un urlo di dolore e di ribellione e soprattutto, dall’urgenza e dalla necessità di restituire all’umano il sé sacro, che è, per me, il più antico e misterioso legame tra gli uomini. I testi sono stati ordinati e messi insieme seguendo una struttura poematica continuativa e diretta. Gli eventi storici a cui si ispirano indicati nelle note del libro – terremoti, maremoti, attentati, guerre e stragi – fatti lontani e vicini, abbracciano l’umanità intera in un sentire comune, la pietas. Il sentimento collettivo va oltre l’episodio di cronaca, la drammaticità dei singoli avvenimenti, che sono, alla fine, solo evocati. E’ probabile che questi elementi abbiano contribuito a conferire organicità all’intera raccolta, sorretta da un impianto unitario, di tipo narrativo. La recitabilità viene dal fatto che sono versi ‘dalla terribilità tragica’ e quindi perciò stesso, cantabili. E, in un’opera che rivela continuamente l’irriducibilità e la caducità dell’essere, le parole non possono essere che dure, scagliate come pietre. ‘In quella vertebra’, il poemetto che apre la raccolta, riferisce di un evento tragico che ha avuto luogo in un determinato tempo, il tempo degli inizi, mentre ‘La cattedrale’, il poemetto collocato alla fine del libro – che non chiude completamente il discorso – reintroduce, attraverso un’altra nascita, l’Istituzione – il luogo della cattedra – il frammento di una nuova creazione, di qualcosa che comincia ad essere”.
(Dall’intervista di Rita Pacifici a Luigia Sorrentino su La poesia e lo Spirito). 

 

[flv]http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/2011/12/luigia_13122011.mp4[/flv]
Luigia Sorrentino è nata a Napoli. Giornalista e poeta, vive a Roma e lavora a Rainews. Cura per il sito del canale il primo blog di Poesia della Rai. (http://poesia.blog.rainews.it/).
Tra le sue più recenti pubblicazioni: C’è un padre (Manni, 2003), La cattedrale (Il ragazzo innocuo, 2008), L’asse del cuore (in Almanacco dello Specchio Mondadori 2008), La nascita, solo la nascita (Manni, 2009).

A Strasburgo, ‘Qui la luce è differente’ reading di poesie

Liriche, musiche e colori lontani per il reading di poesie “Qui la luce è differente” che si tiene oggi, alle 18.30, all’Istituto Italiano di Cultura di Strasburgo.

L’evento, progettato per il festival di Strasburgo, quest’anno dedicato al tema degli “Esili”, vede protagonista Francesca Maria Corrao – docente di letteratura araba alla facoltà di Scienzie Politiche dell’Università Luiss di Roma – che leggerà liriche di poeti arabi moderni sul tema dell’esilio in lingua araba, francese ed italiana.

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Benedetta Cibrario, “Lo scurnuso”

La statuetta del Presepe che raffigura uno storpio, vergognoso così come la malattia l’ha ridotto, attraversa intatta il romanzo di Benedetta Cibrario, passando dalla Napoli borbonica fastosa e miserabile a quella sfigurata dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, fino alla Napoli di oggi, dentro una casa che odora di ‘libri, cera d’api e lavanda’. Lo seguiamo, nella sua immutata e dolorosa bellezza, per vicoli e palazzi, umide stamberghe e salotti sontuosi.

Dalle mani dell’apprendista Sebastiano, orfano di straordinario talento che lo modella scavando nella creta il suo amore per il padre adottivo, il pastoraio Tommaso Iannacone, finisce un secolo e mezzo dopo nel palazzo del duca di Albaneta e fra le mani del fedele Giovanni Scotti, impiegato postale e restauratore, che rimodella assorto arti spezzati, ravviva un incarnato, raddrizza un piede. Per poi arrivare fino alla giovane Vicky, in una villa della penisola Sorrentina, come ‘regalo di benvenuto’ di suo padre: rituale immutabile e promessa di una eternità impossibile. E’ un omaggio alla bellezza, ‘Lo Scurnuso’, alla “curiosità e al rispetto per ogni forma d’arte” e alla “felicità di essere nati napoletani”. Continua a leggere

Paolo Di Paolo, ‘Dove eravate tutti?’

Nello scaffale: “Dove eravate tutti?” di Paolo Di Paolo
a cura di Luigia Sorrentino

“Vorrei raccontarle di mio padre, di mia madre, di Anita e di Marangoni, di tutti, dov’erano e dove sono, di come le cose vanno e di come andavano, di quando ero un prestigiatore e di adesso che nessuna magia mi riesce. Mi piacerebbe dirle: se gli anni senza nome devo raccontarli a qualcuno, voglio raccontarli a te.”

Dove eravate tutti  di Paolo Di Paolo, Feltrinelli 2011, (euro 15).  

Dov’erano i padri, soprattutto. Dentro il declino civile di un paese, così risuona l’essere giovani contro l’età adulta, contro l’assenza, contro il silenzio.

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Napoli festeggia Tomas Tranströmer

Evento in onore di Tomas Tranströmer, Premio Nobel per la Letteratura 2011.

L’appuntamento è a Napoli per giovedì 1 dicembre, ore 18:00 alla libreria Treves (portici di Piazza del Plebiscito 11-12) .

Presenterà l’opera del poeta svedese la professoressa Maria Cristina Lombardi docente di “Lingue e letterature nordiche” all’Istituto Universitario Orientale di Napoli che ha curato i volumi di traduzione in italiano dei testi poetici di Tranströmer: Poesia dal silenzio (Crocetti ),  Il grande mistero (Crocetti 2011).

Alcuni poeti campani leggeranno testi di Tranströmer insieme all’attore Francesco Dall’Aglio.

La poesia entra nel Museo Archeologico di Napoli

Per iniziativa del Servizio Educativo della Soprintendenza ai Beni archeologici di Napoli e Pompei, domenica 27 novembre 2011,  per un solo giorno, le icone del passato, (statue, vasi, mosaici, affreschi), condivideranno, al Museo Archeologico di Napoli, la scena con numerosi poeti napoletani che hanno liberamente scelto il proprio alter ego della classicità. Nelle sale del museo i poeti napoletani installandosi  presso le opere esposte, metteranno la loro voce nello spazio. Michele Sovente, (nella foto), il poeta scomparso lo scorso 26 marzo, sarà letto dall’amico Silvio Perrella, presidente della Fondazione Premio Napoli. Stelio Maria Martini sarà presente in video e con una sua opera e qualcuno farà intervenire un artista contemporaneo (Monica Biancardi) o un musicista (Carlo Faiello). L’altro io potrà essere, nei versi, anche tutto ciò che è altro da sé: la natura, il fratello, il nemico, il diverso, lo straniero, il contrario, la persona che ci completa.

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Il Premio Elsa Morante potrebbe tornare a Napoli

Secondo fonti giornalistiche il Premio Elsa Morante potrebbe tornare a Napoli. Dal 2006 l’importante evento culturale ha infatti “traslocato” a Roma. I dissidi nacquero con l’allora responsabile della cultura regionale Rachele Furfaro delegata dall’ex Governatore Antonio Bassolino.

Anni di polemiche per la “grave perdita culturale” che aveva subito la Regione. Da allora sono passati 5 anni, il Morante è cresciuto, e di annni ne ha compiuti 25. Un riconoscimento che ha baciato nomi altisonanti, della letteratura, della comunicazione, dell’arte. Continua a leggere

Yves Bonnefoy, Video-Intervista

La Video-Intervista di Luigia Sorrentino a Yves Bonnefoy,  realizzata a Napoli il 27 ottobre 2011 – che potrete vedere cliccando qui sotto – andrà in onda sul canale televisivo Rainews domenica 6 novembre 2011 alle 13.33 e lunedì 7 novembre alle 19.10.

Yves Bonnefoy, nato nel 1923 a Tour, in Francia, è considerato il massimo poeta francese vivente.
Autore, oltre che di liriche poetiche, di prose saggistiche sull’arte, di critica, di teoria letteraria e di racconti. Bonnefoy  è anche un raffinato traduttore in francese di grandi poeti classici.


Luigia Sorrentino ha incontrato Yves Bonnefoy al Museo di Capodimonte di Napoli, in occasione del conferimento del Premio Napoli 2011 – Premio Speciale Poesia Straniera – e dell’assegnazione della Laurea Honoris Causa dall’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”.

[flv]http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/2011/11/bonnefoy_05112011.mp4[/flv]

 

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Paul Auster e Ruggero Cappuccio, ‘Libro dell’Anno’

Paul Auster e Ruggero Cappuccio sono i vincitori della cinquantasettesima edizione del Premio Napoli “Libro dell’Anno”.I due scrittori sono stati premiati a Napoli durante la cerimonia finale tenutasi nella rimessa degli autobus dell’Anm, un capannone industriale divenuto per un giorno luogo di diffusione di letteratura.

Tra gli applausi del pubblico si è concluso, così, il mese dedicato al Premio Napoli. Un mese di letture in movimento in cui la cultura è scesa in strada per i vicoli della città antica del quartiere dei Miracoli portando gli incontri tra lettori e scrittori non solo in luoghi come l’Osservatorio astronomico e il Museo di Capodimonte, ma anche nelle carceri della città. Continua a leggere

Maria Grazia Calandrone, Premio Napoli per la poesia italiana

Maria Grazia Calandrone (nella foto di Dino Ignani) ha vinto il Premio Napoli 2011, Premio Speciale per la poesia italiana.

Maria Grazia Calandrone  poetessa, performer, autrice e conduttrice per Radio 3, organizzatrice culturale.
In poesia ha pubblicato: Pietra di paragone (Tracce, 1998), La scimmia randagia (Crocetti, 2003), Come per mezzo di una briglia ardente (Atelier, 2005), La macchina responsabile (Crocetti, 2007), Sulla bocca di tutti (Crocetti, 2010 – premio Napoli), Atto di vita nascente (LietoColle, 2010) e L’infinito mélo, pseudoromanzo con Vivavox, cd di sue letture dei propri testi (luca sossella, 2011).

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Paul Auster, Premio Napoli per la Letteratura Straniera 2011

Paul Auster a Napoli: “L’unica cosa di cui mi occupo attivamente è di difendere uno scrittore o un poeta in difficoltà attraverso il Pen e continuare a scrivere”.

 

“I personaggi dei miei libri non sono marionette nelle mie mani, fanno progetti e io li ascolto, loro hanno una vita. A volte vorrei sapere cosa fanno oggi, spesso ho la sensazione che mi siano intorno e resteranno vivi anche dopo di me”. L’autore di ‘Trilogia di New York’ e del più recente ‘Sunset Park’, Paul Auster – oggi a Napoli per ritirare il Premio Napoli 2011 per la sezione Letteratura Straniera – spiega così la genesi dei suoi libri che sono spesso il risultato dell’osservazione profonda dell’animo umano e del mondo contemporaneo.

 

Lo scrittore newyorkese parlando con i giornalisti ha raccontato molto del suo universo di autore e di uomo attento al cinema e ai diritti umani e che pur vivendo nella modernità preferisce continuare a scrivere i suoi romanzi a mano e trascriverli su una vecchissima macchina per scrivere di cinquanta anni fa, non ha l’aiuto, né di un computer e neanche di un cellulare. Continua a leggere

Yves Bonnefoy sarà a Napoli per due avvenimenti importanti

Yves Bonnefoy (ANSA)

Appuntamento

Il 27 ottobre del 2011 il poeta francese Yves Bonnefoy, candidato più volte al Premio Nobel per la Letteratura, una delle voci più importanti a livello mondiale, verrà premiato dalla Fondazione Premio Napoli con il Premio Speciale per la Letteratura Straniera per L’opera poetica pubblicata nel 2010 nei Meridiani Mondadori a cura di Fabio Scotto. Nella stessa giornata l’Università degli Studi di Napoli l’Orientale consegnerà a Yves Bonnefoy la Laurea Honoris Causa.

In omaggio a Yves Bonnefoy vi proponiamo la prima video-intervista realizzata il 6 settembre 2007 per Rainews24 da Luigia SorrentinoYves Bonnefoy, Il poeta del sogno notturno” in occasione del festivaletteratura di Mantova.


 

A Gubbio si inaugura il Fondo Maria Luisa Spaziani

Venerdi 21 e sabato 22 ottobre 2011 “E sia poesia”. Incontri e riflessioni sulla parola nel crocevia dei tempi. La poetessa Maria Luisa Spaziani racconta il ‘suo’ Montale.

La “Città della poesia per eccellenza”, come Mario Luzi amava definire Gubbio, si prepara ad un nuovo attesissimo evento.

Con il nuovo Fondo Maria Luisa Spaziani, accolto nella suggestiva Biblioteca Sperelliana del 1600, la cittadina umbra diventa la casa di una grande testimone della letteratura italiana, riavvolgendo i momenti più intensi della storia personale ed artistica dell’autrice torinese e romana di adozione. Continua a leggere

Premiati e giurati del Premio Napoli

Premiati e giurati del Premio Napoli dal 2003 al 2011*

Carmine Abate Edoardo Albinati Bruno Arpaia Nello Ajello Giorgio Amitrano Antonella Anedda Alberto Arbasino Franco Arminio Aharon Appelfeld John Ashbery Jan Assmann Paul Auster Mariano Baino Carla Benedetti Mario Benedetti Alfonso Berardinelli John Berger Remo Bodei Yves Bonnefoy Gianni Bonina Silvia Bortoli Carlo Bonini Avrham Burg Maria Grazia Calandrone Raffaele Cantone Rosaria Capacchione Gaetano Cappelli Ruggero Cappuccio Franco Cassano Francesco Cataluccio Luca Cavalli Sforza Gianni Celati Centro Hurtado Centro di musica antica Pietà dei Turchini Sandra Cisneros Andrea Cortellessa Jim Crace Benedetta Craveri Philippe Daros Milo De Angelis Antonio De Benedetti Tullio De Mauro Sergio De Santis Diego De Silva Nino De Vita Georges Didi-Huberman Andrea Di Consoli Manuela Dviri Roberto Esposito Péter Esterhazy Continua a leggere

Vinicio Capossela, ‘Marinai, profeti e balene’

Riparte il 14 ottobre dal Teatro Grande di Brescia il tour teatrale di ‘Marinai, profeti e balene’ di Vinicio Capossela, che prevede più di venti tappe tra ottobre e dicembre. La tournee si concluderà a Trieste il 22
dicembre, dopo aver portato a termine l’intero periplo della penisola.

Opera sul fato, sul destino, sul mare come mitologia e scenario del folle volo umano verso “virtute e canoscenza”, ‘Marinai, profeti e balene’, è anche uno dei dischi italiani di maggior successo del 2011: disco d’oro a due mesi dall’uscita, a poche miglia da quello di platino, undici settimane consecutive nella Top Ten e neo vincitore della Targa Tenco quale miglior album del 2011 (terza Targa Tenco come miglior album dell’anno per Vinicio Capossela, dopo ‘Canzoni a manovella’ nel 2001 e Ovunque proteggi’ nel 2006).
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A Roma il Festival della Letteratura di viaggio

Torna il Festival della Letteratura di Viaggio e nella quarta edizione, dal 29 settembre al 2 ottobre a Roma, si arricchisce di iniziative, nonostante la crisi. Oltre 30 eventi in cartellone, cinque lectio magistralis fra le quali quella di Attilio Brilli sul viaggio in Italia e il Grand Tour.

Tre premi, fra i quali ‘Viaggio in Italia’ vinto da Eraldo Affinati (nella foto), Philippe Daverio e Antonio Paolucci. Due rassegne, una sulla tv e una sul cinema e tre mostre.

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Cy Twombly, l’artista del segno

Arte e Poesia
a cura di Luigia Sorrentino

E’ morto martedi 5 luglio a Roma uno dei più grandi artisti dei nostri tempi, Cy Towmbly, americano di nascita ma italiano d’adozione. Le sue opere arrivarono in Italia grazie al contributo di Lucio Amelio che nel 1965 aprì a Napoli, insieme al gallerista Pasquale Trisorio, la Modern Art Agency che ospitò alcuni tra gli artisti più importanti del panorama internazionale, Robert Rauschenberg,  Mario Mertz, Jannis Kounellis, Keith Haring, Andy Warhol e anche Cy Twombly.
Qui accanto vediamo una delle opere di Cy Twombly dal titolo ‘Autumn’ esposte nella prima importante retrospettiva a Roma alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea nella primavera del 2009 in occasione dei suoi 80 anni. Per la Galleria, che possiede un’opera capitale di Twombly (La caduta di Iperione o The Second Voyage to Italy), è l’occasione per celebrare un protagonista del panorama contemporaneo che ha vissuto per più di 50 anni nel nostro paese. In una delle sale venne esposta la versione delle ‘Quattro stagioni’ dipinta da Twombly dopo i sessant’anni,  con i frammenti di poesie di Rainer Maria Rilke e del greco Gheorghios Seferis, utilizzate dall’artista in riferimento alla transitorietà dell’esistenza umana con la ripetizione della frase “Dì addio, o Catullo, alle rive dell’Asia minore”, nel pannello che rappresenta l’estate, e che riecheggia, invece, il tema elegiaco dell’opera. Continua a leggere

Orhan Pamuk, il sogno dell’Europa

Altre Scritture
a cura di Luigia Sorrentino

Orhan Pamuk, il grande scrittore turco, premio Nobel per la Letteratura nel 2006, lo intervistai a Napoli nel corso della 52esima edizione del Premio Napoli pochi giorni prima che gli fosse conferito il prestigioso riconoscimento internazionale. Fu la prima intervista televisiva italiana a Orhan Pamuk. Continua a leggere

Poesia Presente

Proseguono gli incontri a cura di Tomaso Kemeny alla Casa della Poesia di Milano. Martedì 14 giugno 2011, alle 21:00 Francesco Napoli e Ottavio Rossani discuteranno della situazione della poesia in Italia a partire dall’antologia Poesia Presente in Italia dal 1975 al 2010  (Raffaelli Editore, Rimini, 2011) di Francesco Napoli.

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La Casa della Poesia, Palazzina Liberty, Largo Marinai d’Italia 1, Milano – Ingresso libero 

www.lacasadellapoesia.com

Altre scritture, Ruggero Cappuccio


Altre scritture
a cura di Luigia Sorrentino

Ho conosciuto Ruggero Cappuccio nel 1988 a Torre del Greco al cinema-teatro Oriente, dove entrambi ci trovavamo per assistere alla messa in scena di Ferdinando“, di Annibale Ruccello (attore, regista e drammaturgo prematuramente scomparso in un incidente stradale) interpretato da un’indimenticabile Isa Danieli. Cappuccio mi fu presentato proprio in quell’occasione da una comune amica. Da quel giorno, nacque tra noi una lunga amicizia e un lunghissimo sodalizio artistico.

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Idetica & Parole chiave della letteratura

Martedì 31 maggio 2011 alle 17.00 nella Saletta Rossa della Libreria Guida di Portalba (via Port’Alba 20/23 – Napoli) presentazione delle collane Idetica (ideata e diretta da Ciro Vitiello) & Parole chiave della letteratura (diretta da Giulio Ferroni, Romano Luperini, Ciro Vitiello).
Intervengono: Marcello Carlino, Giulio Ferroni, Romano Luperini, Francesco Muzzioli, Elio Pecora Ciro Vitiello. Modera Armida Parisi, giornalista.
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 email: elites@guida.it

Napoli, bella come Gerusalemme

Napoli incontra Gerusalemme.

L’incontro avverrà alla Libreria Treves di Rino De Martino (Piazza del Plebiscito 11/12) venerdì 20 maggio 2011 alle 18:00  con: BELLA COME GERUSALEMME La donna nella poesia ebraica.

Ne discuteranno: Suzana Glavaš, Tsippy Levine Byron, Luciano Baruch Tagliacozzo.

Letture di Paola Nasti. Introduce e modera Ottavio Di Grazia. Continua a leggere

A Lugano, TecArtTeco

A Lugano, dal 4 all’8 maggio 2011 si svolge TecArtTeco con un articolato programma di eventi, incontri, workshop, walk show, concerti, istallazioni, performance, disegnando una mappa della scena contemporanea su tecnologie e pensiero ecologico. Urban Experience, con Media Haka, interviene con l’installazione Tag Cloud Live e dei walk show: passeggiate radioguidate attraverso il cantiere dell’Open Lab e attraverso la città di Lugano che cambia in tutte le sue criticità. Continua a leggere

Francesco Napoli, “Poesia presente”

Francesco Napoli ci presenta una nuova antologia della poesia contemporanea, dal titolo “Poesia Presente” Raffaelli Editore 2011 (euro 18,00) . Un libro che oltre a percorrere e analizzare gli ultimi decenni della poesia italiana contemporanea dal 1975 al 2010, indaga, preliminarmente, alcune domande: “A quando far risalire l’inizio del Novecento? A quando una sua eventuale fine? […]” Come spiega Francesco Napoli, “il ‘vuoto letterario’, di cui parla nella rivista Nuovi Orizzonti Pasolini (1971), aprì gli anni Settanta, segnati da una Koiné letteraria e linguistica: la ripresa dell’allegoria, l’allargamento ad altre aree, soprattutto a quella anglofona, e la rottura con la Neoavanguardia. […] L’ingresso degli anni Ottanta ha mosso invece i temi del neo-volgare, ‘dell’interdialettalità della lingua’, e della necessità di assorbire la prosa nella poesia […] Lo sguardo va poi agli anni Novanta, visti come un periodo poetante nell’Essere, rivolto al mondo e al trascendente, fino a toccare le soglie del nostro tempo dove i poeti appaiono un’espressione fertile e in costante evoluzione: una presenza attiva.”

Gli autori di “Poesia Presente” sono: per gli anni Settanta Umberto Piersanti (1941), Giuseppe Conte (1945), Maurizio Cucchi (1945), Patrizia Cavalli (1947), Cesare Viviani (1947), Milo De Angelis (1951), Mario Sant’Agostini (1951), Roberto Mussapi (1952), Giancarlo Pontiggia (1952), Gianni D’Elia (1953), Valerio Magrelli (1957). Per gli anni Ottanta Eugenio De Signoribus (1947), Loretto Rafanelli (1948), Rosita Copioli (1948), Roberto Carifi (1948), Umberto Fiori (1949), Tiziano Broggiato (1953), Giovanna Sicari (1954-2003), Giancarlo Cavallo (1955), Alessandro Ceni (1957). Per gli anni Novanta Mario Benedetti (1955), Franco Marcoaldi (1955), Antonella Anedda (1958), Gianfranco Lauretano (1962), Antonio Riccardi (1962), Massimo Morasso (1964), Davide Rondoni (1964).

Francesco Napoli poi fa riferamento ai poeti che sono “Alle soglie” del nuovo secolo, il Duemila e scrive: […] “Si può dire che la situazione non è ‘definitivamente terminale’ nè di ‘momentanea sospensione’  per adottare una formula di Stefano Giovanardi. Piuttosto appare come una fertile espressione, in costante evoluzione, una presenza attiva. Cosa potrà restare di questi ultimi, […] certo non è dato sapere, ma che resterà qualcosa è sicuro. Non penso che svanirà nel nulla: il dover cantare la vita nella sua totalità di Gabriel Del Sarto (1972); la fresca e incisiva dicitura di Mario Fresa (1973); la riuscita e equilibrata inclinazione al poema storico-epico di Alessandro Rivali (1977); la ‘lingua attenta, stupita (…) come un prodigio’ di Alberto Pellegatta (1978); o slanci e rifiuti, grida e richiami di Vladimiro Cislaghi (1970); la riuscita distensione poematica di Gabriela Fantato (1960); il già fermo e ben costrutto poetare di Luigia Sorrentino; la ricerca dell’equilibrio possibile tra ‘i pensieri di dio’ e ‘quelli degli uomini’ di Anna Buoninsegni; la riflessione in versi sulla relazione tra l’io e il ‘tu-Padre’ di Adele Desideri; l’energia dei versi di Francesca Serragnoli (1972).”

Francesco Napoli (1959), è critico letterario, consulente editoriale e giornalista, ha pubblicato numerosi saggi sulla poesia italiana contemporanea in riviste specializzate quali “Prospettive Settanta”, “Otto e Novecento”, “ClanDestino”, “Atelier” e “Poesia” e in volume ha curato per Leonardo Editore “Milano racconta”, “Napoli racconta” (1993) e “Milano visione” (1997). Per Alfredo Guida Editore il volume “Viaggio nel mezzogiorno” di Giuseppe Ungaretti (1995). Per Jaca Book l’antologia “Poesie di Alfonso Gatto” (1998). Ha pubblicato, sempre per Jaca Book, il volume di conversazioni critiche sui poeti contemporanei “Novecento prossimo venturo” (2005).

www.raffaellieditore.com

Napoli, Tradurre (in) Europa

Da sempre, materia preziosa di Napoli, è stata la sua posizione geografica. Un territorio dove i confini più sottili s’intrecciano ora nella tragedia, ora nell’incanto. Il festival della traduzione, Tradurre (in) Europa, si svolgerà dal 22 al 29 novembre 2010 nei luoghi più rappresentativi di Napoli: castelli, piazze, librerie, vicoli, palazzi, navi e banchine di una città nuova. Sarà un’occasione per riflettere su questa Napoli che nei secoli si è eretta in uno spazio di commistione, e che oggi si fa simbolo di un incontro proiettato su diverse direzioni, a metà strada tra Oriente, Europa e Mediterraneo.
Intendiamo la traduzione in un senso molto ampio, cercando di dare corpo a molte idee e teorie che dal Romanticismo in poi, ma in maniera più intensa negli ultimi 30 anni, hanno dato corpo a una idea di traduzione come aspetto fondamentale dello sviluppo delle culture. Una traduzione intesa in senso molto ampio: passaggio e metamorfosi di codici che non sono le lingue diverse, ma i linguaggi dei media, dell’espressione artistica, che accolgono e riscrivono temi, miti, figure. Non sono solo le lingue maggioritarie, a livello nazionale e internazionale, ma appunto i dialetti e le lingue minoritarie con le loro ricchissime letterature, culture, visioni etiche. L’Europa storicamente si pone, nel bene e nel male, come luogo collettore e ricreatore di lingue, linguaggi, culture altre. La forza dell’Europa è il suo lavorare spesso ‘di seconda mano’. Il messaggio, anche politico, di una comunità multiforme e multilingue che si ponga non come centro irradiante ma come luogo di passaggi e mediazioni è il punto di riferimento del nostro festival.
In questa ottica L’Unione Europea ha deciso di sostenere e patrocinare il festival, inserendolo nella ricchissima agenda del Programma Cultura 2007-2013, e permettendo all’Università “L’Orientale”, promotrice del progetto, in collaborazione dell’Università di Vienna e dell’Università Paris VIII, di destinare risorse umane e scientifiche alla promozione di saperi che varcheranno il perimetro accademico per interagire con il fervore culturale della città.
La realtà culturale napoletana è di fatto una porta d’accesso a un pensiero d’Europa come luogo accoglienza e sviluppo dell’alterità, soprattutto mediterranea e orientale. Tradurre (in) Europa sarà quindi non soltanto un evento di rilievo internazionale, ma anche un modo per proporre la traduzione (nel suo senso più generale, tra musica, teatro, cinema, fumetto, letteratura colta e popolare) come strumento di lettura della complessa e stratificata identità napoletana.

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Orhan Pamuk, è il primo scrittore turco a vincere il Nobel per la Letteratura

12 novembre 2006. È Orhan Pamuk a vincere l’ambito riconoscimento. L’accademia di Svezia, nella motivazione del premio ha scritto: “Pamuk nella sua Opera ha sperimentato il cambio dalla tradizionale famiglia ottomana a quella che adotta uno stile di vita più occidentale”.

Orhan Pamuk

Orhan Pamuk

Premio Nobel per la Letteratura 2006

di Luigia Sorrentino

Giovedì 12 ottobre 2006

Avevo “intercettato” Orhan Pamuk a settembre scorso fra i finalisti del Premio Napoli 2006 con il suo romanzo “Istanbul”.

Fra i finalisti del Premio Napoli che non ha vinto Pamuk,  io ho scelto lui.
Ho realizzato l’intervista televisiva per RaiNews24 prima che Pamuk vincesse il Nobel perché sono interessata alla sua produzione letteraria e al suo impegno civile. Mai avrei immaginato  che solo pochi giorni dopo la nostra intervista Pamuk avrebbe vinto il Nobel per la Letteratura.

Quando l’Accademia di Svezia ha pronunciato  il nome del vincitore e il nome era Orhan Pamuk, Ia Rai-Radiotelevisione Italiana, l’emittente del Servizio Pubblico, è stata l’unica testata televisiva nazionale a trasmettere spezzoni della mia intervista televisiva fatta a Pamuk in tutti i telegiornali della Rai fin dalle prime edizioni. Senza volerlo ho realizzato quello che in gergo giornalistico si definisce uno “scoop“.

Pamuk nella motivazione del Premio è stato definito un autore “in cerca della malinconica anima della sua città natale (Istanbul) che ha scoperto nuovi simboli dello scontro e dell’intreccio tra le culture”.

 

L’intervista a Orhan Pamuk
di Luigia Sorrentino

Napoli, 17 settembre 2006

 

Il successo internazionale per lo scrittore è arrivato con il suo terzo romanzo, Il castello bianco. Ambientato nell’Istanbul del XVII secolo, secondo l’Accademia “mostra come la personalità sia una costruzione variabile“.

ORHAN PAMUK: “Vent’anni fa quando ho scritto Il castello bianco, Roccalba, nessuno si occupava di identità, soprattutto a livello accademico. L’identità non era una questione, diciamo così, in voga. In realtà ho voluto realizzare un libro metafisico sulla mia situazione, che era quella di avere, per così dire, un piede nella cultura tradizionale turca – quindi nell’Islam – e un altro piede, nella cultura europea moderna, che mi veniva dalla lettura di alcuni libri.  Ne Il Castello bianco volevo mettere in luce questa contraddizione che è, in sostanza, la contraddizione della Turchia moderna.”

Così racconta la sua vocazione letteraria, ma anche umana e etica,  Orhan Pamuk, il primo scrittore turco ad essere insignito del Premio Nobel per la Letteratura.
“Vi dirò chi sono”, scrive Pamuk in Istanbul . Pamuk, intervistato a Napoli in occasione della 52esima edizione del Premio Napoli, autore di 7 libri, tra i quali Il Castello Bianco’, ‘Neve‘, ‘Il mio nome e’ rosso’ ,  tutti pubblicati da Einaudi, costantemente impegnato nel riconoscimento dell’Altro sé,  del suo Doppio, offre al lettore “la chiave” per superare il conflitto  tra islamismo e occidentalismo.

Il narratore-poeta, che ha posto al centro della sua opera il tema dell’identità, sembra rivolgere a noi una sola domanda: che cosa cambierebbe in Europa e nel mondo, se tutti ci impegnassimo nell’esplorazione di questa “zona grigia”, le due identità, in cui le persone si trovano, o si possono trovare?

 

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Silvio Perrella, video intervista

Silvio Perrella

Intervista a Silvio Perrella
di Luigia Sorrentino
Napoli, 30 ottobre 2006

 

 

Qual è la forma di Napoli? Quella che si vede in superficie, o quella nascosta, sotterranea, piena di inquietudini e di Storia? E qual è il legame tra la città che sta sopra e quella che sta sotto? Silvio Perrella, scrittore e critico, nato a Palermo nel 1959, ma trapiantatosi a Napoli negli anni Settanta, in Giùnapoli (Neri Pozza, 2006) muove i suoi primi passi «alla scoperta della città dai mille clamori» rischiando continuamente di perdersi, trascinando con sè un filo per riconnettersi, come ha scritto Elena Ferrante, ai «luoghi disintegrati delle emozioni», tessendo continuamente la domanda: qual è la forma di Napoli, la sua natura sfuggente che riduce in cenere ogni sua immagine o rappresentazione? La passeggiata con Silvio Perrella alla scoperta di Napoli inizia dal ventre della città, da Via Benedetto Croce, luogo in cui il protagonista di Giùnapoli, conclude il suo viaggio. E’ qui che Perrella scopre, e lo scopre camminando, il suo profondo innamoramento per Napoli e per i ‘giganti’ che la abitarono. Uno di questi fu Benedetto Croce.

Nel suo libro lei a un certo punto racconta di Benedetto Croce e dice: «C’è un gigante ibernato, di cui è possibile vedere ogni dettaglio e sentire ancora il respiro. Ha ancora gli occhi aperti. Aspetta pazientemente. Sì, un gigante che ha nascosto le ali tra i libri. E bisogna essere un po’ archeologi per sentirne la presenza. Anche dall’alto, con il binocolo, si dovrebbe vedere una figura disseminata nella città, qualcosa di unico, che nelle altre città italiane non esiste. Un uccello preistorico e moderno, una fenice e un albatros.» (da Giùnapoli, pag. 169.) Lei intende dire che la presenza di questo «gigante ibernato», Benedetto Croce, ricongiunge, metaforicamente, la Napoli che si vede dall’alto con quella che si vede dal basso. E noi, ora, stiamo passando proprio davanti al palazzo dove visse questo ‘gigante’…


«Noi siamo ora in Via Benedetto Croce. Siamo appena passati da Palazzo Filomarino. Lo ha mai visitato? E’ un luogo molto particolare: conserva la biblioteca di Benedetto Croce. Io credo che in Italia, e forse in Europa, vi siano poche altre biblioteche private di questo genere, entro cui c’è ancora qualcosa che è visibile, cioè la voglia, il desiderio e la possibilità di concentrare il sapere nella mente di un solo uomo. Visitare la biblioteca di Croce, come io faccio fare al protagonista del mio libro, è un momento in cui Napoli ci racconta e ci suggerisce qualche cosa che ti fa capire la sua Grandezza, quanto sia stata innestata nella Storia e quanto, speriamo, lo sia ancora.»

 

Perrella, immaginiamo ora di essere proprio nella Napoli degli anni ’70, quando il protagonista del suo libro arriva a Napoli. Qual è la sua storia?

«La storia di iniziazione di uno straniero. Che venga da Palermo è importante, ma lo è fino a un certo punto… E’ la storia di uno che non è nato a Napoli, ma che a Napoli cerca una conoscenza. Vuole fare esperienza, vuole capire se è possibile vivere a Napoli. Lui è affascinato, all’inizio. Napoli gli dà un impatto violento, difficile, lo spiazza, però nello stesso tempo gli suggerisce che la città è come se possedesse un corpo. Napoli, improvvisamente, gli si configura come un corpo che si relaziona al tuo corpo individuale, un corpo più vasto, un corpo sociale, stratificato, complesso, che chiede una conoscenza e chiede lo sguardo di chi sa penetrare, di chi non si ferma alla superficie, di chi appunto, va Giùnapoli, non solo dal punto di vista urbanistico e strutturale, seguendo la verticalità della città, ma che va anche al di sotto dei luoghi comuni, che non si ferma.»

E poi? che cosa succede al suo protagonista?

«Camminando scopre che la conoscenza della città è possibile solo se ci si avventura, per le scale, per i gradini, per i gradoni, per il Petraio, per la Pedamentina. Predilige, ad esempio, le funicolari, che sono un mezzo di trasporto verticale che congiunge rapidamente parti diverse delle città. E a un certo punto si rende conto di una cosa che non sempre è raccontata in modo così evidente: che Napoli ha una verticalità molto forte e che questa verticalità non è solo legata all’architettura ma è anche una verticalità sociale, e lui sente che è necessario connettere l’alto con il basso, e scopre che quando si connettono l’alto e il basso, e cioè il ‘giùnapoli’ e il ‘sùnapoli’, la città diventa grande, diventa importante, diventa la più grande metropoli europea, come diceva Elsa Morante in un suo scritto.»

 

Giùnapoli

Noi ora stiamo percorrendo a piedi la parte più antica della città. Con un solo colpo d’occhio, voltandoci indietro, possiamo vedere in uno scorcio lontano, la Napoli Alta: la Certosa di San Martino e Sant’Elmo. Uno dei paesaggi più suggestivi della città.

«Noi siamo ora a Piazza San Domenico Maggiore. In questa piazza vale la pena di fermarsi per vedere proprio la verticalità di cui parlavo prima. Siamo nella zona che si chiama Spaccanapoli: ci sono tante strade e il decumano Maggiore, siamo nella struttura greco-romana: da qui possiamo vedere chiaramente la città che va verso l’alto, verso Castel Sant Elmo, e la Certosa di San Martino situata sulla sommità della collina. Il rapporto tra il basso della città e l’alto della collina ricorda l’Acropoli di Atene, e fa pensare, anche, alla possibilità che ci sia stata a Napoli una fondazione molto antica. Tanto è vero che, per molto tempo, il rapporto tra alto e basso della città era assicurato da una unica strada, la Pedamentina.» Continua a leggere

Orhan Pamuk, “Istanbul”

Orhan Pamuk

Un altro Orhan

di Luigia Sorrentino

Chiunque legga Orhan Pamuk  capirà che tutta la sua opera è attraversata dal tema dell’identità nella continua esplorazione del conflitto tra islamismo e occidentalismo.

Pamuk,  scrittore di fama internazionale, nato a Istanbul il 7 giugno del 1952, candidato al Premio Nobel per la Letteratura – ha al suo attivo sette romanzi –   ha rischiato di finire in carcere per “manifesta offesa alla turchità”,  quando ha riconosciuto la Turchia colpevole dello sterminio di un milione di armeni e 30 mila curdi  in Anatolia ad inizio del XX secolo.

Incontrare Pamuk in una città come  Napoli, in occasione della 52esima edizione del Premio Napoli,   è stato, per me,  fortemente simbolico.

Napoli e  Istanbul, sono infatti collegate da un comune strato di cultura e di tradizione. Sono state entrambe città-regno, sono, ancora oggi, città costantemente  rivolte verso l’Europa alla ricerca di una identità libera dalla tristezza, dalla miseria, dalla decadenza.

Napoli e Istanbul conservano un’identità comune che mira a raggiungere anche la qualità, il successo, dell’Occidente. Ma ci sono, nel mondo, molte città che somigliano a Istanbul. Tutte quelle che condividono con Istanbul la malinconia, il disordine, la precarietà, il crollo, da sconfitta o da povertà.

“Vi dirò chi sono”, scrive Pamuk in Istanbul.

E racconta che una volta disegnava, studiava architettura e sognava di diventare pittore. Poi, non si sa perché, decise di diventare scrittore e di vivere la sua seconda esistenza.

(VIDEO INTERVISTA INSERIRE QUI)

 

Intervista a Orhan Pamuk
di Luigia Sorrentino
Napoli, 14 settembre 2006

 

Pamuk, lei a vent’anni ha capito che sarebbe diventato uno scrittore.  In quegli anni studiava architettura e sognava di affermarsi come  pittore.  Che cosa le fece cambiare direzione?

Tra l’età di sette e ventidue anni ho sempre sognato di fare il pittore. Poi a ventidue anni qualcosa è scattato nel mio cervello e ho deciso di smettere di dipingere ho iniziato a scrivere romanzi. Pian piano mi sono affermato, prima a livello nazionale come scrittore, poi a livello internazionale e da allora tutti hanno iniziato a chiedermi perché ho smesso di dipingere. In realtà non c’è una risposta singola, un’unica risposta a questa domanda. Nel tempo, man mano che la domanda mi veniva posta, ho sviluppato tante risposte. In effetti mi è stata fatta così tante volte questa domanda che alla fine ho deciso di scrivere un libro per rispondere, e questo libro è Istanbul. Non c’è un’unica riga, un’unica parola che lo spieghi, però il libro, nel suo complesso, è una risposta a questa domanda. Continua a leggere