Paul Auster e Ruggero Cappuccio, ‘Libro dell’Anno’

Paul Auster e Ruggero Cappuccio sono i vincitori della cinquantasettesima edizione del Premio Napoli “Libro dell’Anno”.I due scrittori sono stati premiati a Napoli durante la cerimonia finale tenutasi nella rimessa degli autobus dell’Anm, un capannone industriale divenuto per un giorno luogo di diffusione di letteratura.

Tra gli applausi del pubblico si è concluso, così, il mese dedicato al Premio Napoli. Un mese di letture in movimento in cui la cultura è scesa in strada per i vicoli della città antica del quartiere dei Miracoli portando gli incontri tra lettori e scrittori non solo in luoghi come l’Osservatorio astronomico e il Museo di Capodimonte, ma anche nelle carceri della città.

I vincitori del Premio Napoli, introdotti da Lorenzo Pavolini, Paul Auster, Nadia Fusini, George Didi-Huberman, Helena Janeczek, Ruggero Cappuccio e Joe Sacco, oggi hanno incontrato il pubblico e ritirato i premi per le due sezioni in concorso Letterature Straniere e Letteratura Italiana.

Al termine della consegna dei singoli premi sono stati annunciati i vincitori del “Libro dell’Anno”: Ruggero Cappuccio, con il libro “Fuoco su Napoli” (Ed. Feltrinelli) e lo statunitense Paul Auster con “Sunset Park” (Ed. Einaudi). “Questa esperienza napoletana mi ha incantato – ha detto Auster – sono stato molto contento di visitare il carcere di Secondigliano, l’incontro con i detenuti rimarrà certamente il più forte di questo viaggio. Ma anche potere vedere gli scritti originali di Leopardi alla biblioteca nazionale di Napoli mi ha profondamente commosso, in quelle lettere alla madre Leopardi è un ragazzo che vuole essere amato, un figlio che sente il bisogno di affetto”. “Questo libro – ha detto Cappuccio – è un libro sulla legalità, sulla giustizia, sulla resurrezione della città, sulla grande madre Napoli che fa le sue promesse di nutrizione, sulla palingenesi un popolo.

L’ispirazione è nata in Sicilia, durante la preparazione di “Essendo Stato”, dedicato a Paolo Borsellino, il magistrato ucciso dalla mafia”.

“Borsellino e Falcone mi hanno insegnato – ha aggiunto Cappuccio – che la mafia ci rassomiglia, hanno capito che la mafia, come la camorra è un problema culturale e che entrambe non si possono sconfiggere solo nelle aule dei tribunali”.

Il sindaco Luigi De Magistris, che lo ha premiato, ha ricordato il suo incontro con Paolo Borsellino e soprattutto con il fratello Salvatore Borsellino, che gli è stato molto vicino nei momenti in cui, da magistrato di Catanzaro in contrapposizione con l’allora ministro della giustizia Clemente Mastella, si sentiva isolato. E ha detto: “Odio le persone conformiste, odio gli indifferenti che si girano dall’altra parte e i giornalisti che si autocensurano evitando di dare le notizie scomode”.

Alla cerimonia oltre al presidente della Fondazione Premio Napoli, Silvio Perrella, che ha voluto ringraziare tutta la città per questa esperienza di “riscoperta delle connessioni dellacittà”, c’erano molti rappresentati delle istituzioni tra i quali il questore Luigi Merolla, lo scrittore napoletano Ermanno Rea, il rettore dell’Università Federico II, Massimo Marrelli.

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