Orhan Pamuk, il sogno dell’Europa

Altre Scritture
a cura di Luigia Sorrentino

Orhan Pamuk, il grande scrittore turco, premio Nobel per la Letteratura nel 2006, lo intervistai a Napoli nel corso della 52esima edizione del Premio Napoli pochi giorni prima che gli fosse conferito il prestigioso riconoscimento internazionale. Fu la prima intervista televisiva italiana a Orhan Pamuk.

Non fu difficile per me prevedere una sorta di comunanza ‘tragica’ tra Napoli (dove in quel momento Pamuk e io ci trovavamo) e la Istanbul di cui Pamuk racconta nel libro che l’ha reso famoso nel mondo.  Napoli e Istanbul, due città ancora oggi collegate da un comune strato di cultura e di tradizione. Entrambe ex città-regno, costantemente rivolte all’Europa, alla ricerca di un’identità libera dalla tristezza, dalla miseria, dalla decadenza. Due antiche capitali che conservano un’identità comune: il desiderio di raggiungere la qualità, il successo, dell’Occidente. Molte altre città, nel mondo, somigliano a Istanbul: tutte quelle che ne condividono la malinconia, il disordine, la precarietà, il crollo, da sconfitta o da povertà.

“Vi dirò chi sono”, scrive Pamuk in Istanbul. E racconta che una volta disegnava, studiava architettura e sognava di diventare pittore.

(Cliccando qui sotto è possibile rivedere l’intervista a Orhan Pamuk realizzata da Luigia Sorrentino a Napoli a settembre del 2006)

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-be4081fd-cb42-4219-b6de-76195c44c323.html?p=0

In una intervista a Marco Ansaldo uscita recentemente su ‘la Repubblica’, lo scrittore ha ricordato: “Nei miei libri ci sono spesso personaggi ricchi della Turchia degli anni Trenta. Costoro coltivavano in maniera molto assidua il desiderio di occidentalizzazione. E l’Europa, in quegli anni, definiva davvero i colori del mondo. Era così nell’economia, nella cultura”. 

Così Cevdet, il protagonista dell’ultimo romanzo pubblicato in Italia “Il signor Cedvet e i suoi figli” (Einaudi 2011)  è un bottegaio di Istanbul che vive in un’epoca in cui essere musulmano e commerciante è considerato disonorevole. Nell’ascesa e nel declino della dinastia di Cevdet si legge la storia della Turchia, il passaggio dall’Impero ottomano alla Repubblica kemalista, la modernizzazione, la ricerca di un’identità sospesa tra Oriente e Occidente. Ma prima ancora è la storia intima, domestica, di una famiglia e di una casa, il ricordo dell’atmosfera struggente che si respirarava all’interno di quelle stanze nelle domeniche pomeriggio passate ad ascoltare la radio.

Ora il sogno europeo, ha detto Pamuk, si è rotto: “Adesso credo che il mondo non sia più così. E c’è una pletora di motivi a dimostrarlo. Ad esempio l’Europa si è molto arricchita. Poi però sono diventate più ricche anche una serie di nazioni, non occidentali, che hanno acquisito fiducia, e pure una certa rabbia nei confronti dell’Europa, del risentimento”.

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