Besnik Mustafaj, “Leggenda della mia nascita”

Nello scaffale, Besnik Mustafaj
a cura di Luigia Sorrentino

La poesia di Besnik Mustafaj, nato nel 1958 in Albania, sembra a una prima lettura, pacata, senza grido, né enfasi. Poi, scorrendo le pagine di questo libro si incontra la carica di un grido interiore e profondo che colpisce il lettore. Per comprendere il territorio poetico di Besnik Mustafaj dovremmo conoscere la storia di questo poeta che nasce nel “pieno inverno della dittatura comunista albanese”, come sottolinea Gezim Hajdari che cura la collana Erranze delle Edizioni Ensamble con la quale queste poesie sono state pubblicate nel 2012. La traduzione dall’albanese è di Gezim Hajdari, con testo originale a fronte.
La leggenda della nascita di questo poeta, che ha iniziato a pubblicare prestissimo, a soli diciannove anni, è una sfida al potere, ma soprattutto al potere che si impone come forma di ideologia culturale. E’ per questo che i suoi versi suonano come degli anatemi contro l’oppressore.
(di Luigia Sorrentino)

 

Anche il fiume lo sa

Anche il fiume lo sa
che l’uomo solo
diventa la tomba di se stesso,
anche il fiume lo sa.

Anche la montagna lo sa
che l’uomo deve guardare oltre il proprio sguardo,
per sentirsi vivo nella vita degli altri,
anche la montagna lo sa.

Lo sapevano già il fiume e la montagna,
è per questo che hanno aperto dei varchi.

***

Da anni

Da anni nelle morbide forme dei volti delle fanciulle
cerchiamo le montagne
come nei loro occhi i fiumi.

E ci accorgiamo che la luce
e le ombre degli amori
hanno strati di pietre.

***

Come fanciulli

Come fanciulli, amore mio,
come fanciulli siamo noi,
come fanciulli che camminano su un filo sottile,
oppure sulla lama di un coltello
e se vengono rimproverati per il rischio che stanno correndo,
non tornano lo stesso indietro.

Come fanciulli, amore mio,
come fanciulli, noi.


Besnik Mustafaj è nato nel 1959 in Albania. Laureatosi in Lingua e Letteratura Francese all’Università di Tirana, ha lavorato come professore, traduttore e giornalista. E’ tra i fondatori del Partito Democratico d’Albania; con Hazem Hajdari organizzò la prima manifestazione democratica contro il regime comunista di Enver Hoxha. Ambasciatore in Francia dal 1992 al 1997, è stato Ministro degli esteri dal 2005 al 2007, per poi dimettersi causa dissenso con il premier Berisha e dedicarsi definitivamente alla scrittura.

1 pensiero su “Besnik Mustafaj, “Leggenda della mia nascita”

  1. I confini ci sono per essere valicati affinché sia consentita la comunicazione e la conoscenza, perché l’isolamento è gabbia, tomba. Ma il superamento dei confini comporta difficoltà (“spaura”, dirà Leopardi;)la donna, l’amore è il tramite che facilita l’andare oltre, ma, sempre, occorre pagare un prezzo, attraversare barriere. Serve coraggio, non cedere al rischio mai, se si vuole meritare l’oltre. La semplicità in poesia non è mai superficialità.

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