InVerse, Italian Poets in Translation 2014

 
inverse_2014_ok-page-001La John Cabot University organizza anche quest’anno il festival di lettura di poeti italiani in traduzione inglese. Il festival, giunto alla settima edizione, che si terrà la sera dell’11 giugno 2014 alle 20.00, è organizzato da Brunella Antomarini, Berenice Cocciolillo e Rosa Filardi e si svolge nella magnifica cornice del Lemon Tree Courtyard della sede storica dell’Università, a Trastevere.
I poeti di quest’anno sono:
Nadia Agustoni, Gian Maria Annovi, Mario Benedetti, Elena Buia Rutt, Antonio Bux, Biagio Cepollaro, Anna Maria Farabbi, Andrea Inglese, Bianca Madeccia, Giulia Niccolai, Ida Travi, Giacomo Trinci. Continua a leggere

Alessandra Frison, "Le ore della dispersione"

 
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Letture

Nota di Tommaso Di Dio
Un fermo resoconto della vita, di una vita a bassa voce è quello che ci propone il libro di esordio di Alessandra Frison. Nelle sue due ante – Gli assaggi generali e Le ore della dispersione – si raccoglie quanto questa giovane poetessa ha scritto nei suoi primi anni di maturità; ne possiamo saggiare l’avanzamento, la progressione, l’approfondimento in una scrittura che davvero poco lascia all’impensato e nulla concede a chi cerchi nella poesia un ozioso leggere. Di tempo c’è n’è poco; e la scrittura della Frison chiede che il lettore si situi nella parola al punto nevralgico dell’esistenza: ciò che vive è ciò che muore. Sensim sine sensu, gradatamente e senza che ce ne avvediamo, siamo tutti immersi in un alone di dissipamento costante, rallentato; una dilapidazione minima e continua si inscena dietro le quinte di ogni nostra azione, di ogni nostro credere, di ogni nostro sentire. Come il calore dai corpi, le ore del giorno ci lasciano attraverso un procedere sinuoso, di cui noi siamo spettatori a volte protagonisti, a volte lasciati ai margini delle nostre stesse azioni: siamo “la più incerta finestra sul mondo”, oppure “un lascito magro alla curva di un bancone”. Continua a leggere

Iperione, la caduta | Hipérion, la chute

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Letture

di Angèle Paoli
Originaire de Naples, Luigia Sorrentino est poète et journaliste. Son métier de journaliste la conduit à réaliser des interviews de personnalités aussi éminentes que les Prix Nobel Orhan Pamuk, Derek Walcott et Seamus Heaney. Productrice de programmes culturels radiophoniques, elle anime sur Rai Radio Uno l’émission Notti d’autore, « viaggio nella vita e nelle opere dei protagonisti del nostro tempo ».
Poète, elle a publié plusieurs recueils de poésie: C’è un padre (Manni, Lecce, 2003); La cattedrale (Il ragazzo innocuo, Milano, 2008); L’asse del cuore (in Almanacco dello specchio, Mondadori, Milano, 2008) ; La nascita, solo la nascita (Manni, Lecce, 2009).
Elle a récemment publié, aux éditions Interlinea de Novare, le recueil poétique Olimpia, préfacé par Milo De Angelis et postfacé par Mario Benedetti. Dans la préface de l’ouvrage, Milo De Angelis souligne l’importance de ce recueil qui touche à l’essentiel, « aborde en profondeur les grandes questions de l’origine et de la mort, de l’humain et du sacré, de notre rencontre avec les millénaires. » De la poète Luigia Sorrentino, il souligne le regard visionnaire : un « regard ample, prospectif, à vol d’aigle. » Mais aussi ses « immersions imprévues dans la flamme du vers. » […]
Angèle Paoli
luigia_sorrentino_fotoOriginaria di Napoli , Luigia Sorrentino è una poeta e giornalista. Il suo lavoro da giornalista l’ha portata intervistare persone illustri come i premi Nobel Orhan Pamuk , Derek Walcott e Seamus Heaney  e alla produzione di programmi radiofonici culturali su Rai Radio Uno come “Notti d’autore, Viaggio Nella Vita e Opere dei Protagonisti del nostro Tempo “.
Poeta, ha pubblicato diverse raccolte di poesie : C’e un padre ( Manni , Lecce , 2003) La cattedrale ( Il ragazzo innocuo , Milano , 2008) L’ asse del cuore ( in Almanacco dello Specchio , Mondadori , Milano , 2008) La Nascita, solo la Nascita ( Manni , Lecce , 2009 ) .
Recentemente ha pubblicato con le edizioni Interlinea di Novara, la raccolta poetica Olimpia, prefazione di Milo De Angelis e postfazione di Mario Benedetti. Nella prefazione al libro, Milo De Angelis evidenzia l’importanza della raccolta che “approfondisce le grandi questioni della vita e della morte, dell’umano e del sacro, del nostro incontro con i millenni.” Della poeta Luigia Sorrentino, sottolinea lo sguardo visionario: “grande, prospettico, a volo d’aquila . «Come i suoi tuffi iimprovvisi nella fiamma del verso.  [ … ]
Angèle Paoli
PER LA LETTURA DELLE POESIE VA QUI, SU “TERRES DE FEMMES”, LA RIVISTA DI POESIA & CRITICA
 

Ritratti di poesia 2014

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Il Tempio di Adriano ospiterà il prossimo mercoledì 12 febbraio l’ottava edizione di «Ritratti di Poesia», progetto nato come osservatorio sulla poesia contemporanea e divenuta negli anni uno dei più rilevanti appuntamenti dedicati a questa espressione artistica.
Quest’anno, tra i protagonisti, i candidati al Nobel Adam Zagajewski e Yang Lian.
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Premio Gensini 2013 a “Olimpia”, Opera di Poesia

Letture

“Olimpia”, iI volto del presente tra finito e infinito
Nota di lettura di Silvana Lazzarino

Con lo sguardo rivolto alla contemporaneità e scavando nella lingua della poesia, Luigia Sorrentino, (nella foto di Federico Ferrantini) giornalista e scrittrice, testimonia un nuovo modo di fare comunicazione trovando una relazione tra la realtà che quotidianamente è chiamata a raccontare o a descrivere, e le emozioni che questa realtà le suscita. In giovane età si è avvicinata al teatro frequentando a Firenze il laboratorio “La Bottega” di Vittorio Gassman, per poi lavorare con il regista e drammaturgo Ruggero Cappuccio, fino a raggiungere la professione giornalistica. Ha collaborato per anni, come inviato, alle rubriche di approfondimento del TG1, per poi approdare a Rai News 24 a gennaio del 1999, dove ha condotto i notiziari del primo canale di informazione “all news” della Rai e collaborato con le rubriche culturali. Continua a leggere

Luigia Sorrentino, Premio Gensini Poesia 2013

Appuntamento

E’ “Olimpia” di Luigia Sorrentino (Interlinea Edizioni, 2013) l’opera premiata dal Gensini Poesia Edizione 2013 del PhotoFestival “Attraverso le Pieghe del Tempo”, in collaborazione con il CoRiS – Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale – diretto da Mario Morcellini Professore Ordinario in Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi.

Le motivazioni del riconoscimento:

“Luigia Sorrentino è un punto di riferimento importante per la trasmissione dei valori della Poesia del nostro tempo. Da anni lavora con scrittori, poeti, e artisti di calibro internazionale per la divulgazione della Poesia, della Letteratura e dell’Arte contemporanea. Giornalista televisiva e radiofonica, è dotata di un indiscusso talento poetico confermato dall’opera di Poesia “Olimpia” (Interlinea, 2013) che, come scrive da Milo De Angelis nella prefazione, ‘tocca in profondità le grandi questioni dell’origine e della morte, dell’umano e del sacro, del nostro incontro con i millenni.’ Continua a leggere

“Olimpia”, un’elegia alla morte

Olimpia, di Luigia Sorrentino, Prefazione di Milo De Angelis, postfazione di Mario Benedetti, Ed. Interlinea, Novara 2013. Pp. 104, € 14,00.

di Pierrette Lavanchy

Alla presentazione a Milano di Olimpia, il poema di Luigia Sorrentino, alla Libreria Claudiana il 6 giugno 2013, c’erano gli esponenti più prestigiosi della poesia italiana contemporanea: Milo De Angelis, autore della prefazione, Mario Benedetti, autore della postfazione, Giancarlo Pontiggia, Guido Oldani e naturalmente l’autrice, che ha letto i suoi versi in alternanza con i commenti di Fabrizio Fantoni, Tommaso Di Dio, Chiara De Luca. Il filo conduttore del volume, ha ricordato Fabrizio Fantoni nella sua introduzione, è l’attraversamento di una città in rovine, Olimpia appunto, dove il vento porta con sé le voci delle vite passate, in un paesaggio immobile. L’itinerario parte dall’antro, luogo oscuro e primordiale, considerato dagli Antichi come simbolo del mondo intelligibile, come espressione di tutte le potenze la cui essenza era nascosta allo sguardo. Recuperando questo significato, l’autrice ha intitolato appunto L’antro il brano iniziale del poema, il luogo dove avviene l’incontro con la poesia, che assume la forma di un’essenza femminile. Continua a leggere

Mario Benedetti, “Tersa morte”

Anteprima editoriale
a cura di Luigia Sorrentino

Mario Benedetti, “Tersa morte”,  I poeti dello Specchio, Mondadori, 2013

E’ in uscita nelle librerie italiane, l’ultima opera di poesia di Mario Benedetti, Tersa morte. Un’opera matura, forse la più intensa del poeta friulano che scrive: “Le parole non sono per chi non c’è più”.

Qui accanto Mario Benedetti nel ritratto che comparirà sul retro del libro.

Il teatro degli spettri
di Tommaso di Dio

Mai la poesia di Mario Benedetti è stata così chiara; mai, in questo poeta, il tentativo dello stile ha cercato di essere così asservito al progetto di spartire con il lettore il senso profondo di un’esperienza estrema, dolorosa, quotidiana, comune. In questi versi, l’esperienza umana del morire è “tersa”, chiarificata. Al contrario di quanto era avvenuto nel precedente libro, “Pitture nere su carta”, qui è il tempo il protagonista occulto; il tempo che scandisce, accelera, illude, frena e si inarca sulle tappe di una consapevolezza che cresce pagina dopo pagina. Per quanto è dato all’umano vivere e all’umano scrivere, Continua a leggere

Conversazioni su “Olimpia” alla Libreria Claudiana di Milano

Appuntamento

“Conversazioni su Olimpia” di Luigia Sorrentino (nella foto di Dino Ignani)  giovedì 6 giugno 2013 ore 18:00 alla Libreria Claudiana di Samuele Bernardini, in Via Francesco Sforza 16/A, Milano.
Introdurranno le “Conversazioni”, Chiara De Luca, Tommaso Di Dio e Fabrizio Fantoni, con: Nadia Agustoni, Mario Benedetti, Franco Buffoni, Luisa Cozzi, Milo De Angelis, Mario De Santis, Gabriela Fantato, Alessandra Frison, Vivian Lamarque, Franco Loi, Guido Oldani, Francesco Napoli, Viviana Nicodemo, Giancarlo Pontiggia, Mariapia Quintavalla, Luciano Ragozzino,  Ottavio Rossani, Isabella Vincentini, Nicola Vitale, Angela Urbano, Maria Di Lucia e molti altri .
Letture da Olimpia di Luigia Sorrentino. Continua a leggere

Alessandra Frison, “Le ore della dispersione”

Anteprima editoriale

E’ appena uscito nelle librerie italiane l’opera prima di poesia di Alessandra Frison “Le ore della dispersione” LietoColle (I Giardini della Minerva) 2013, a cura di Maurizio Cucchi.

“Le ore della dispersione”  è dunque l’opera d’esordio di Alessandra Frison, nata a Zevio, in provincia di Verona, nel 1985, studentessa di Filosofia all’Università Statale di Milano. Le sue prime poesie erano comparse nel 2008 nell’Almanacco dello Specchio Mondadori.  Continua a leggere

Presentazione, “Olimpia” di Luigia Sorrentino

Appuntamento

L’Inner Wheel Club di Torre del Greco e la presidente Ornella Caputo-Sorrentino, presenta: OLIMPIA di Luigia Sorrentino (Edizioni Interlinea, 2013), pp. 112, euro 14. Prefazione di Milo De Angelis, Postfazione di Mario Benedetti.  Interventi critici di Fabrizio Fantoni e Enzo Rega. L’autrice eseguirà letture dal libro.

Scrivendo Olimpia, Luigia Sorrentino scrive il libro della sua vita. Olimpia punta all’essenza, tocca in profondità le grandi questioni dell’origine e della morte, dell’umano e del sacro, del nostro incontro con i millenni. Ha uno sguardo lungimirante: sguardo ampio, prospettico, a volo d’aquila. Ma ha anche improvvisi affondi nella fiamma del verso. E proprio l’intreccio tra l’infinito e il mortale è uno dei motivi centrali di questo percorso. Continua a leggere

“Olimpia”, di Luigia Sorrentino

di Fabrizio Fantoni
Roma, 10 febbraio 2013

Milo De Angelis nella prefazione di “Olimpia” (Interlinea 2013), afferma: “Scrivendo Olimpia, Luigia Sorrentino scrive il libro della sua vita. Olimpia punta all’essenza, tocca in profondità le grandi questioni dell’origine e della morte, dell’umano e del sacro, del nostro incontro con i millenni. Ha uno sguardo lungimirante: sguardo ampio, prospettico, a volo d’aquila. Ma ha anche improvvisi affondi nella fiamma del verso.”[…] E aggiunge: […] “I tempi s’intrecciano, entrano in un’epopea dove tutto è così nostro da diventare remoto, tutto è così perduto da diventare presente. Olimpia riesce a esprimere questo tempo assoluto, e lo fa in modo mirabile, con architetture possenti ma anche con i guizzi fulminei della vera poesia. Tempo assoluto che contiene ogni tempo.” Un’opera della maturità, sottintende il poeta scrivendo: “Olimpia punta all’essenza, tocca in profondità le grandi origini della vita e della morte.”
Chi è per te Olimpia?

 

Olimpia” è l’incontro con un luogo, con un’essenza femminile, con una città, con una condizione, la condizione umana. Nel libro non vi è più nulla della città, forse non c’è più nemmeno l’umano, ma soltanto il riverbero di una voce che arriva da lontano. Tutto è irrimediabilmente sparito, raso al suolo, forse proprio per questo De Angelis scrive che “Olimpia” esprime un tempo assoluto, cioè un tempo che contiene ogni tempo. Tutto è già accaduto, è dietro di noi, ma anche davanti a noi, racchiuso in uno spazio circolare. La poesia è lì, in un’essenza viva, nitida, pulsante, è una voce che chiama a sé i suoi figli e li accresce, “in tutto ciò che siamo stati” e facendo questo percorso a ritroso nel tempo, tocca le grandi origini della vita e della morte. Continua a leggere

“Per il verso giusto”, i poeti su Radio Uno

Appuntamento

Dal 4 luglio al 5 settembre 2012 va in onda tutti i mercoledì su Radio Uno “Per il verso giusto” un ciclo di incontri con i poeti contemporanei, programma radiofonico ideato e condotto da Luigia Sorrentino, poeta e giornalista di Rainews24. Tra i protagonisti, alcuni dei più importanti poeti italiani: Mario Benedetti, Milo De Angelis, Giuseppe Conte, Maurizio Cucchi, Biancamaria Frabotta, Mariangela Gualtieri, Vivian Lamarque, Elio Pecora, Valentino Zeichen con una sola eccezione: una poeta della generazione degli anni Sessanta, Nadia Agustoni. Il format durerà mezz’ora e si avvale della collaborazione artistica di Gianmaurizio Foderaro e Danilo Gionta.

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Mario Benedetti, ‘Umana gloria’

Riletture
a cura di Luigia Sorrentino

‘Umana gloria’ di Mario Benedetti (Mondadori, 2004)
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Chi ha detto che i libri invecchiano dopo tre mesi?
Un buon libro – un vero libro – non ha problemi di tempo. Provate a rileggere ‘Umana gloria’ di Mario Benedetti, un poeta unico nel panorama della poesia italiana. Il libro è uscito nel 2004 nella collana Lo Specchio Mondadori (I poeti del nostro tempo).

Entrate nella prima sezione, che ha per titolo: “In fondo al tempo”, e… buona lettura.
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Mario Benedetti, Materiali di un’identità

In “Materiali di un’identità” (Transeuropa Edizioni 2010, euro 9,50) – prefazione di Antonella Anedda – Mario Benedetti ci presenta una nuova poetica, di forte impatto emotivo.
L’autore calandosi nella sua relazione più intima – l’esperienza della poesia – smaterializza, decompone, disintegra, l’identità dell’uno per consegnare al lettore un corpo poetico dai molteplici significati, chiusi all’interno dell’opera.
Il libro è suddiviso in sei sezioni, La lacerazione del vertice, Ti ricordi?, A metà sulla terra, a metà nel cielo, Maggio 2009 (Intervista con Claudia Crocco), Mi ricordi?, Biosfere.
Ne La lacerazione del vertice scritto in una tipologia testuale saggistica, Benedetti spezzetta frammenti di identità che sospendono il materializzarsi di una sola – di soltanto una – identità e, al tempo stesso, compatta e aderisce a un percorso poetico assoluto che l’identità contiene e ricompone, attraversamento che si realizza a partire da un’iniziazione, un reclutamento.
Chi è veramente quella persona in cui vive e si muove la poesia?
Benedetti sa e non sa.
L’identità del poeta è e rimane un’entità misteriosa. Di essa si può dire solo che è nascosta nel fondo dell’essere e che viene rivelata dalla parola che si fa poesia.
Come accede Benedetti a quel fondo?
“So da chi iniziare e come”, scrive, “ma fino a un certo punto”.
Dopo questa ammissione e presa di distanza (so-non so) Benedetti spalanca il suo laboratorio segreto: il filosofo Michaelstaedter innanzitutto, ma anche Apollinaire, Bataille, Rilke, Celan, Bonnefoy e, Beppe Salvia. Tutti i reclutati hanno un comune denominatore, parlano della stessa cosa, l’anima del mondo.

La “trasparenza” produce “frammenti” scrive Benedetti. Eppure e da lì che viene il dato concreto, esperienziale. Il discorso parte da questi materiali e procede per brandelli – assonanze, interruzioni, intermittenze – fino a raggiungere “la scossa estetica”, il brivido che percorre la colonna vertebrale quando ci si trova di fronte a un’apparizione, a un’immagine divina.

Da quel lontano arriva il timbro inconfondibile della parola che innalza il corpo della poesia: “Gente passava e vi cercavo il mio corpo./ Tutti quelli che sopraggiungevano e non erano me stesso portavano a uno a uno (forse a due a due, coppia amante) i pezzi (gli arti) di me stesso. Mi costruivano a poco a poco come si innalza una torre. Popoli si accatastavano e io apparivo / formato da tutti i corpi e le cose umane.” Qui Benedetti riprende e traduce la prima strofa della poesia Cortège dalla raccolta Alcools di Guillaume Apollinaire. Il discorso però si interrompe bruscamente: “Mi fermo al primo corpo”, scrive Benedetti, “oltre non so andare”. Un atto di rinuncia dopo un’estrema tensione nel corpo della poesia, nell’angoscia-lacerazione, il silenzio, la parola che si chiude, il sacrificio – rendere sacro – il separarsi da – atto propiziatorio – non proseguire, non andare oltre, perché in quel primo corpo c’è già tutto. “Addio versi di Cortège”, scrive Benedetti, “addio torre innalzata. Popoli. Ho le pastiglie per la notte. Guardo i comignoli mentre altri guardano altro. Vado a letto tra poco. E’ tutto.”
Ed è proprio là, nella battuta di arresto, in quello spazio e in quel tempo indefinito, che il vertice si lacera.

“Spiel mit mir ein Spiel, Spiel mit mir ein Spiel” (gioca con me un gioco , gioca con me un gioco) scrive Benedetti riportando una frase tratta da Sehnsucht dei Rammstein. “Tutto si fa diverso – registra il poeta – in questo fragore. Persecutorio. Ossessione compulsiva che non libera. Accompagna. Si ripete.”

Vi è esposizione del corpo in questo libro, materia, ma anche eccedenza della materia. Perché è traboccando, debordando, che si vanifica il senso del nostro limite, la finitude di cui scrive Benedetti richiamando Bonnefoy che “è tutta dappertutto”. Ecco che i materiali del poeta sfiorano o fuoriescono da altri materiali senza mai del tutto concedersi a uno solo. Materiali che sono, ancora una volta, riconoscimento – so da dove vengo – ma anche separazione – non so chi sono -.

“Terrore per la dismisura” scrive Benedetti “di fronte a cui la via seguita non è l’eccedere, l’ ‘ esplodere’ di Bataille ma l’implodere…” E ancora è il “bianco” di cui parla Beppe Salvia a “snebbiare le parole”, ad avere l’effetto di annullare ogni relazione tra le cose, fino a renderle equivalenti, a placare la tensione dall’interno, a scaldare la misura , “la bianca bianca eroina”…

Il corpo tragico di Benedetti si spezza, più e più volte, nel silenzio: “L’intimo della cosa è la sua discrezione, riservatezza, il suo saper mantenere un segreto, ed è pure il suo incantesimo, il suo rimanere ‘incantata’, in qualche modo un suo particolare silenzio.”
Chiuso nell’invisibile, nel vuoto della parola, il corpo indomabile precipita: “Riguardo al mio morire è stato per me un difendersi, un difendersi strenuamente. Non più. Ma non faccio fatica. Come dentro un’epidemia vivo nel casuale.”
La materia viva si contrappone o si sovrappone a altra materia, fino a diventare crosta, strato su strato, come nei gretti di Burri, ma essa è anche materiale umano nel suo disfarsi, che si porta verso il morire.

Figure si schiariscono in forme e essenze che non ci sono, o che non ci sono più: “Essere qui è molto”, scriveva Rilke nella nona elegia, la penultima, “tutto qui ha bisogno di noi”, ma questo stato, questo stato terreno, non sembra revocabile, ci accade una sola volta. Mai più. L’essere transitorio, perituro, caduco di cui parla Benedetti è il non revocabile, il terreno, di cui parla Rilke. Ecco dunque che nell’ultima sezione Biosfere, il poeta ci parla di un fegato “appuntato con gli spilli”, prima di cadere nella malattia del “poco respiro”, dove si soffoca: “… lo so,/ che tutto è qui, adesso, con tutto quello che c’è, di me e di noi.”

di Luigia Sorrentino

«Sono uscito di mattina prima di partire, di corsa fino alla chiesa per vedere l’interno. Ho preso del vino, delle caramelle per il viaggio. Ho fatto colazione. Non so, cosa dovevo fare?
Che cosa si deve fare? Dico anche i vestiti, il caldo alle mani, il guardare le mani rigirandole…»
Da ‘Materiali di un’identità’ di Mario Benedetti

Mario Benedetti è nato a Udine nel 1955. Vive a Milano.
Ha pubblicato fra l’altro le raccolte I secoli della Primavera, Sestante, Ripatransone 1992, Umana gloria, Mondadori, Milano 2004 e Pitture nere su carta, Mondadori, Milano 2008 (Premio “Stephen Dedalus” 2009).
Ha tradotto il volume antologico delle poesie di Michel Deguy, Arresti frequenti, Luca Sossella, Roma 2007. Ha curato per gli Oscar Mondadori l’antologia Bloggirls – Voci femminili dalla Rete. Collabora all’Almanacco dello Specchio di Mondadori.