“Una scontrosa grazia”, il Festival di poesia

CO M U N I C A T O   S T A M P A

 IL FESTIVAL

dal 2015 incontri di Poesia e Letteratura

Domenica 12 dicembre, palazzo Gopcevich, Trieste dalle ore 10 alle ore 19

Domenica 12 dicembre, dalle ore 10 e per tutto il giorno, il noto ciclo di incontri triestino della Samuele Editore e diretto da Alessandro Canzian, Federico Rossignoli, Mario Famularo e Carlo Selan, diventa un Festival presso il prestigioso Palazzo Gopcevich. Una novità che nasce dalla consapevolezza del periodo ancora complesso in cui versiamo e dalla comunione d’intenti che ha visto la cooperativa campana AltreVoci, il Comune di Trieste, Lets Letteratura Trieste, Samuele Editore e ZufZone insieme per un importante momento poetico.

“Una Scontrosa Grazia” nasce a Trieste nel novembre 2015 come ciclo di incontri organizzato a cadenza bimensile presso la libreria Mondadori di via Cavana. Spostatosi poi presso la libreria Ts360, è diventato un ciclo online durante la pandemia per tornare, il 12 dicembre 2021, in presenza presso Palazzo Gopcevich in forma di Festival. Una tradizione di dibattiti e confronti che ha portato nelle librerie della città giuliana i migliori poeti italiani e internazionali come Alberto Toni, Claribel Alegria, Franco Buffoni, Giovanna Rosadini, Gian Mario Villalta, Mary Barbara Tolusso, Claudio Grisancich, Pasquale Di Palmo, Vincenzo Mascolo, Gabriella Musetti, Nicola Vitale, Lucianna Argentino, Flaminia Cruciani, Stefano Simoncelli, non dimenticando i più giovani come Matteo Bianchi, Erminio Alberti, Miljana Cunta, Giovanni Turra, Domenico Cipriano, Roberto Cescon, Fabio Michieli, Marco Amore. Mentre, durante il lockdown, ha proposto dialoghi con Maurizio Cucchi, Alessandro Agostinelli, Marco Bini, Rosaria Lo Russo, Beppe Cavatorta, Umberto Piersanti, Guido Mattia Gallerani. Alberto Bertoni, Alessandro Brusa, Eleonora Rimolo, Giorgiomaria Cornelio e diversi altri. Senza dimenticare l’importante appuntamento con il fotografo dei poeti Dino Ignani. Continua a leggere

Nicola Vitale, “Chilometri da casa”

Dal risvolto di copertina

Nicola Vitale è poeta e pittore e in questo nuovo libro – un vero e proprio poema – convoca, tra le innumerevoli immagini che ci offre, anche l’irrinunciabile presenza degli artefici di una dimensione estetica, nel suo coesistere di verità e bellezza, in un tempo che ci trascina altrove, verso illusorie soluzioni. Compaiono le figure di Hopper e Leopardi, ma soprattutto ci avvince la ricerca, nel pensiero attivo del poeta, di un’esistenza che sia più umanamente o naturalmente affabile, dove ogni gesto o sentimento possa in sé contenere «una cosa qualunque che rimane» e che dunque conforti la nostra spesso vanificata attesa di senso. Vitale si apre a un flusso del dire che è flusso della sua meditazione sull’esserci, dentro una realtà che, esaurita la spinta verso il nuovo, ristagna nella banalità dei suoi meccanismi sociali, di affermazioni e potere. E compone un’opera che è anche di sorprendente originalità per la sua forma. Continua a leggere

Arte Classica, Moderna e Contemporanea

Come cambia il senso estetico nell’arte dalle origini ai giorni nostri, e un’ipotesi per il futuro.

L’arte visiva è qui colta dalle origini ai giorni nostri nei suoi sviluppi essenziali, da una tradizione espressiva alla emancipazione che caratterizza la modernità. Pur in questo evidente cambiamento Nicola Vitale riassume, con semplicità e chiarezza, i cicli epocali in cui l’arte sembra ripetere analoghe strutture profonde. La fase nascente (arte greca arcaica, bizantina e moderna) ha caratteristiche reintegrative che riportano a una pienezza originaria. Ma nelle fasi successive l’arte occidentale decade, diventando celebrazione mondana, quindi lacerazione e, recentemente, provocazione. Questo ciclo per cui l’arte ricomincia costantemente da capo, mette in evidenza come oggi gli strumenti e le modalità con cui si realizza e interpreta l’arte contemporanea siano inadatti a comprendere il cambio di paradigma in atto. L’estenuata forma analitica in cui siamo immersi non è infatti commensurabile alle nuove esigenze spontanee di ritrovare una pienezza esistenziale che nell’arte visiva si esprime con lo splendore delle immagini. Bellezza profonda che prelude, in una forma già compiuta, a una trasformazione radicale della cultura. Nella seconda parte l’autore mette in evidenza quali sono i principali impedimenti ideologici per comprendere tale passaggio, avvenuto da tempo nella scienza, in un sorprendente riavvicinamento tra materie scientifiche e umanistiche, evidente nell’ormai consueto utilizzo da parte di matematici e fisici di criteri estetici per la formalizzazione di teoremi e leggi della natura. Continua a leggere

Nicola Vitale, “Il dodicesimo mese”

il_dodicesimo_meseDal risvolto di copertina

Questo romanzo parla del servizio militare, ma potrebbe sorprendere ogni aspettativa
sull’argomento. Anche il suo carattere di romanzo di formazione è molto lontano dai
classici ottocenteschi che conosciamo e che determinano il genere. La vicenda di un
ragazzo costretto per un anno a fare le pulizie in un distaccamento militare sperduto
nelle campagne, apre subito il conflitto tra il tempo obbligato del presente e quello del
sogno frustrato di una vita piena all’insegna dell’arte, delle amicizie, dell’amore. Ma sin
dalle prime pagine tutto ciò si capovolge. L’irrilevanza degli eventi che si ripetono in
giorni estenuanti e la superficialità dei rapporti coi commilitoni, si fanno il tessuto di un
vissuto che assume via via profondità e spessore in una continua dialettica tra pensiero
lucido e emotività poetica, tra sottili percezioni sensoriali e sensibilità simbolica. Solo al
momento del congedo il protagonista afferrerà il vero significato della vicenda, quando il
sogno di una vita futura svanisce e si pone in primo piano la concretezza dei rapporti
con le cose, la solidarietà umana per un destino comune. Continua a leggere

Nicola Vitale, La «Solarità» nella pittura

nicola_vitale_mimesis                                       Dalla Prefazione di Elio Franzini

Non è certo possibile compiere una “storia” della pittura in Occidente. Tantomeno comprendere un modo pittorico assoluto di guardare il mondo e le cose.(…) Ebbene, di fronte a tale varietà, ciascuna delle quali mira comunque a dire una “verità”, sia pure parziale, sulla realtà dell’opera in quanto evento, in quanto differenza – enti diversi all’interno di una generica ontologia regionale – è forse lecita la domanda: questi enti hanno qualcosa in comune? (…) Per cercare di rispondere a questa domanda, ci viene in aiuto l’intelligente e provocatorio volume di Nicola Vitale. Vitale infatti ben sa che, nelle sue giravolte, l’arte visiva si trova oggi di fronte a un vuoto, avendo esaurito, come scrive, in una temporalità estenuata, il proprio percorso analitico. Non è più il tempo, anche per l’estetica e la filosofia, di limitarsi a pur dotte considerazioni sull’immagine cercando di risolvere le differenze in un quadro definitorio soddisfacente e ben orientato. Continua a leggere

Opere Inedite, Nicola Vitale

 

nicola_vitaleA cura di
Luigia Sorrentino

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Da queste poesie recenti di Nicola Vitale (nella foto di Dino Ignani), emerge un profondo disagio, ma anche l’ossessivo bisogno di trovare  una via di uscita, evocando situazioni nitide, momenti di vita contemporanea che dalle tragedie collettive – che si confondono una nell’altra come in un labirinto – aprono improvvisi spiragli di intimità feconda, di possibilità inaspettate di rinnovamento.

Nicola Vitale è una figura particolare nel panorama contemporaneo, pittore e poeta attivo da molti anni, di genuina e originale ispirazione, di cui ci dà una prova sin dagli esordi. Non ha mai smesso di perseguire, appartato, questo suo filo espressivo che va potenziando e chiarendo. Continua a leggere

Arte come rimedio


Lunedì 1 dicembre 2014 ore 21.00
Elio Franzini, Carla Stroppa e Federico Vercellone
presentano il libro di Nicola Vitale
ARTE COME RIMEDIO
L’armonizzazione delle facoltà umane nei processi espressivi (Moretti e Vitali, Bergamo 2014, Collana Il Tridente Saggi) Continua a leggere

Nicola Vitale, "Arte come rimedio"

arte_come_rimedioE’ nelle librerie un nuovo libro di Nicola Vitale “Arte come rimedio, L’armonizzazione delle facoltà umane nei processi espressivi“, Moretti & Vitali, 2014.
Una visita agli affreschi di Giotto, che introduce con tono narrativo il percorso di questo libro, offre lo spunto per interrogarsi sul senso ultimo dell’arte tra conoscenze storico-filosofiche e percezione spontanea delle qualità estetiche. Cercando indizi circa le origini dell’arte, e ponendo ipotesi sulle esigenze primarie da cui hanno preso corpo le prime forme espressive, emerge con una certa evidenza una necessità di potenziamento e di unità; da una parte con una intensificazione di forza e vitalità, e dall’altra con l’unificazione di elementi diversi del linguaggio simbolico. Continua a leggere

Nicola Vitale a Torino con “Figura solare”

Appuntamento

LUNEDì 3 GIUGNO 2013 ORE 21 NICOLA VITALE “Figura solare. Un rinnovamento radicale dell’arte. Inizio di un’epoca dell’Essere  (Marietti 1820).Pittore e critico, Nicola Vitale analizza l’arte visiva contemporanea, focalizzandosi sugli snodi fondamentali del cammino culturale e spirituale della civiltà occidentale.

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Il Circolo dei lettori
via Bogino 9, 10123 Torino
info@circololettori.it

Conversazioni su “Olimpia” alla Libreria Claudiana di Milano

Appuntamento

“Conversazioni su Olimpia” di Luigia Sorrentino (nella foto di Dino Ignani)  giovedì 6 giugno 2013 ore 18:00 alla Libreria Claudiana di Samuele Bernardini, in Via Francesco Sforza 16/A, Milano.
Introdurranno le “Conversazioni”, Chiara De Luca, Tommaso Di Dio e Fabrizio Fantoni, con: Nadia Agustoni, Mario Benedetti, Franco Buffoni, Luisa Cozzi, Milo De Angelis, Mario De Santis, Gabriela Fantato, Alessandra Frison, Vivian Lamarque, Franco Loi, Guido Oldani, Francesco Napoli, Viviana Nicodemo, Giancarlo Pontiggia, Mariapia Quintavalla, Luciano Ragozzino,  Ottavio Rossani, Isabella Vincentini, Nicola Vitale, Angela Urbano, Maria Di Lucia e molti altri .
Letture da Olimpia di Luigia Sorrentino. Continua a leggere

A “Notti d’autore”, Nicola Vitale

E’ Nicola Vitale il protagonista di Notti d’Autore in onda su Rai Radio1 alle 0:30 giovedì 9 maggio 2013. (Sono 2 le immagini di Dino Ignani per Nicola Vitale. Nella prima, qui accanto, l’autore ha alle spalle un dipinto di Peter Angermann.  Nella foto in bianco e nero, sotto,  Nicola Vitale ha alle spalle un dipinto di Milan Kunc).  Nicola Vitale è un poeta, ma anche un pittore. E’ nato a Milano, dove vive e lavora, nel 1956. La sua formazione poetica comincia alla fine degli anni Settanta frequentando Franco Loi, poi Milo de Angelis, Giuseppe Pontiggia e Maurizio Cucchi. E’ una delle voci più originali della sua generazione. Ha pubblicato numerosi libri di poesia  saggi di critica e di estetica ed ha esposto i suoi dipinti in mostre in Italia  all’estero.

L’AUDIO DELL’INTERVISTA A NICOLA VITALE di Luigia Sorrentino


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Nicola Vitale, Le (n) meraviglie del mondo

“Le (n) meraviglie del mondo”, The White Gallery via Felice Casati, 26 – Milano – Inaugurazione: 13 maggio ore 19:00 (fino al 10 giugno 2010)
“Animali da Lettura”, Palazzo Sormani, Via Francesco Sforza, 7 – Milano – in data da definire.Nicola Vitale, poeta e pittore, è nato a Milano, dove vive, nel 1956. Nella forza lirica dei dipinti riesce a meravigliarsi delle cose apparentemente comuni di un mondo naturale umanizzato, fino agli scenari cittadini e domestici. Dai turbamenti della contemporaneità, fino agli elementi minimi di stereotipi trasfigurati dal gioco immaginativo, l’artista apre lo sguardo verso una nuova possibilità di guardare il mondo, uno straniante stupore che rivela una sofferta gioia di vivere. 

Luigia Sorrentino
Intervista a Nicola Vitale
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Le (n) meraviglie del mondo. Perché?

Si tratta della parafrasi a “Le sette meraviglie del mondo” mitica enumerazione cominciata in epoca classica delle più stupefacenti opere dell’intera umanità che vanno dalla piramide di Cheope alla tomba di Mausoleo, dal faro di Alessandria al Colosso di Rodi, fino allo Zeus di Fidia. In questo caso (n) è un numero ipotetico, al quale si può attribuire qualsiasi entità e dunque alle “meraviglie del mondo” qualsiasi cosa. Qualsiasi cosa esistente e non, guardata in un particolare modo, in questo caso attraverso le risorse della pittura, diventa meravigliosa per il solo fatto che esiste o che è immaginata. E’ l’inversione di senso tra soggetto e oggetto che sento come necessario passaggio dei nostri tempi: l’oggetto è ormai svuotato di ogni potere di significazione e di potenzialità estetica, mentre è il soggetto che deve ridare senso al mondo attraverso discipline costruttive.
Con quale prospettiva nasce questa personale a Milano?
Giovanni Policastro, giovane ma valido gallerista napoletano, milanese di adozione, mi ha cercato per una collettiva: Wake up! 60 artisti una Moka, che si sarebbe svolta nella sua galleria milanese The White Gallery. E’ nata subito un’intesa, così quando mi ha chiesto di fare una personale sono stato ben contento di accettare. Ha scelto i quadri tra quelli degli ultimi anni che gli sembravano avere una certa omogeneità, mentre ho fatto per l’occasione una serie di piccoli dipinti che costituiscono una specie di mostra nella mostra.
Da almeno vent’anni lei dipinge e scrive poesie. L’ultimo libro, “Il condominio delle sorprese” edito da Mondadori, ha in copertina una sua opera di pittura… Questo significa che le due attività sono complementari l’una all’altra?
Ho da sempre fatto entrambe le cose, quindi hanno preso strade autonome; tuttavia non mi sono mai preoccupato di separare o unire ufficialmente le cose, a volte è capitato di presentare le cose insieme, altre no. Così come critici e giornalisti a volte ne hanno parlato congiuntamente, ma nella maggior parte dei casi separatamente. In questo caso dalla Mondadori è arrivata la richiesta di mettere un mio quadro in copertina, e non mi sono certo tirato indietro.
Nella poesia l’immagine resa non è sempre definitiva, categorica, ma in continua evoluzione. Nell’arte visiva l’immagine resa appare fissa, assoluta,  rappresenta “la cosa in sè” e la definisce. Come risolve la relazione tra ciò che sta fuori e ciò che avviene dentro? Come risolve il rapporto esterno e interno tra l’artista e il mondo?
L’espressione in poesia come in pittura, segue un lungo iter di acquisizione dei mezzi formali, la così detta tecnica, che è in se stesso un sentire, un sentire formale, quel momento e punto misterioso in cui si uniscono forma e contenuto, esteriorità e interiorità. Dunque posso ispirarmi a cose che vedo o che immagino, ma questo è sempre in funzione della resa estetica, del processo espressivo che è fatto di particolari forme e modalità. E’ la pittura e la poesia che danno senso alla vita e non viceversa: senza una coltivazione, senza una cultura la vita non è nulla: è istinto animale, nessuna percezione e nessuna conoscenza.
In particolare la differenza della resa di una visione o contenuto interiore, tra poesia e pittura, segue questo iter di interiorizzazione dei mezzi espressivi: certo la poesia è uno scorrere anche di immagini che si mischiano tra loro e con altro, l’immagine della pittura è fissa, ma non credo che sia una limitazione riguardo l’espressione dell’interiorità, in quanto quei valori in pittura si sommano si stratificano sensibilmente, così l’immagine è solo apparentemente “oggettiva” e “fissa”, anche qui c’è una gradualità, la scoperta della sua essenza come in poesia è un iter di conoscenza, è un lungo cammino dello sguardo che deve approfondire, e i dipinti realmente validi ogni volta che li guardi mostrano cose diverse.
Si può dire, nel suo caso, che poesia e immagine sono la stessa cosa?
Sono due cose molto diverse, in quanto sono linguaggi diversi, per cui nell’una spesso emergono cose di me che non emergono nell’altra o se emergono questo accade in modo recondito, e viceversa. Tuttavia l’essenza profonda è la stessa, ma è una radice, dunque non percepibile da tutti.
Nelle sue opere vi è una forte connotazione cromatica. Che cosa significa per lei il colore?
Come nell’arte antica: egizia, greca arcaica, medievale, ma anche nella prima arte moderna, il colore è essenziale, allo stesso modo lo è nella mia pittura. L’arte qui protende a un’esteticità della forza interna, della radiazione, dello splendore: questione opposta a un’esteticità mimetica classica, contenutistica o linguistica, come nel caso dell’arte contemporanea. Al centro del processo espressivo c’è qui la sublimazione trascendente dell’immagine, per cui essa ha un fondamento sacro, qualsiasi cosa rappresenti, siano i supplizi della pittura medievale, sia gli dei egizi, i campi di Van Gogh e Cezanne, o le sintesi astraenti di Picasso e Kandinsky.
Come definirebbe la sua pittura? (Vi è sempre qualcosa di allegro, di giocoso, forse anche di ironico nei suoi dipinti… ) opere come “Acrobazia” , “Il melo”… cosa raffigurano?
Sono anni che cerco una definizione, cerco di collocare nelle categorie della nostra cultura il mio lavoro come quello di pochi artisti a me affini in ambito internazionale, e da qualche anno pubblico saggi e faccio conferenze su questo tema. Ho chiamato questo tipo di immagine “Figura solare” riferito proprio a quanto ho detto prima, la riabilitazione di una figura al limite dello stereotipo illustrativo, ad opera dello splendore dell’immagine, e sottili elaborazioni formali in cui sono filtrati elementi intellettuali, come giochi prospettici, particolari isolati in primo piano, tagli compositivi inconsueti. Negli stereotipi c’è un prezioso mondo di sensibilità, di tenerezza, sentimenti desueti, o anche orrore grottesco, che sono stati banalizzati dall’uso più popolare: l’alchimia della pittura può farlo risorgere sempre in una nuova chiave, rimuovendo in parte il muro doloroso che oggi giorno divide inconscio e coscienza, indebolendo o addirittura impedendo un senso più profondo della nostra vita. Il carattere allegro, a tratti giocoso è questa necessità di portare su un piano diverso ogni cosa del mondo, e il gioco, l’umorismo, sono quel piano che se da una parte allontana il fondamento drammatico delle cose, dall’altra le eleva ad un piano ontologico superiore di meraviglia: in fin dei conti la cosa straordinaria è che siamo vivi, che siamo come siamo, che sentiamo, vediamo, capiamo… e risvegliare questo stato è il compito principale dell’arte; per il resto ci sono tanti altri linguaggi come la filosofia, la psicologia, la politica, ecc.
In ogni quadro cerco una situazione apparentemente comune che possa diventare spettacolare grazie ai miei mezzi pittorici, dunque Acrobazia, Melo e tutti gli altri quadri, non rappresentano nulla di più di quello che sono, ma è la pittura che dice di più, non sul piano del significato, sul piano estetico, parlano sempre della meraviglia del bello.
Nelle sue opere di poesia vi sono alcune parole chiave come “corpo e casa” tempo e sentimento”. Accade così anche nelle sue opere di pittura?
Sono parole “mana” che hanno in se qualcosa di compiuto, magico, che avverto come centri espressivi totalizzanti da cui si diramano lunghe radici che chiamano il linguaggio, chiamano altre parole, che ruotando intorno a queste ne assorbono la forza e il senso.
In pittura accade qualcosa di simile, il soggetto e la forma realizzano qualcosa di simile: anche qui cerco oggetti universali, semplici, che siano acquisiti nella nostra vita come una sorta di natura. Anche ad esempio un telefono o un’automobile possono assumere questo ruolo quando perdono la loro particolarità, sono oggetti talmente acquisiti da diventare cose naturali come un albero o una casa. Cerco dunque di trovare forme che si prestino a diventare una sorta di mito-concetti, idee formali primarie.
Chi nasce prima in lei, il poeta o il pittore?
All’asilo mi avevano messo a disposizione grandi fogli di carta e tempere e pennelli, con cui dipingevo in totale libertà, poi intorno ai 10 anni in montagna portavo il cavalletto e copiavo le cime, qualche anno dopo fu la volta degli interni realizzati con la matita e ricalcati con la china.
Per quanto riguarda la poesia, mi ricordo, molto piccolo, in una notte di insonnia la forte necessità di alzarmi dal letto e con la prima matita che mi sono trovato tra le mani scrissi una poesia su un’astronauta che si perdeva nel cosmo. (era una matita verde) poi più niente fino ai vent’anni dove sono di nuovo emerse istanze espressive poetiche.
Qual è stata la sua formazione in poesia e pittura?
In pittura a 12 anni frequentavo lo studio di un pittore: Eugenio Tomiolo (mi affascinava la sua percezione magica della materia e del colore) poi a 15 anni frequentavo il liceo artistico. Poi passai qualche mese all’accademia di belle arti, ma preferii presto la strada dell’autodidatta, guidato dai grandi maestri del passato. A 25 anni decisi di diventare pittore affrontando una durissima disciplina, dipingendo anche dieci ore al giorno, tenendo un diario degli errori: ripensamenti, pentimenti e mea culpa, molto pochi compiacimenti.
Per quanto riguarda la poesia poco dopo i vent’anni frequentavo Franco Loi, amico dei miei genitori, e da lui ebbi le prime indicazioni, furono i primi confronti utilissimi. Poi fu la volta di Milo de Angelis che frequentai per qualche anno. Quindi Franco Fortini, Giuseppe Pontiggia e infine Maurizio Cucchi con cui feci un lungo cammino, che fece nascere un’amicizia basata sulla stima reciproca. 
Come vorrebbe essere ricordato ?
Semplicemente per quello che sono e non per quello che gli altri credono che sia, ma mi rendo conto che forse per ora è chiedere troppo.
Mostre personali
2010 Le (n) meraviglie del mondo, White Gallery, Milano
2009 Wake up! L’arte si risveglia, Withe Gallery, Milano – 100 in giro, Cento artisti per il centenario del giro d’Italia, Galleria Mandelli, Seregno – *Condominio delle sorprese, a cura di E. Pontiggia, Archivi del ‘900, Milano, – *La quieta visione (con Knap e Minuesa) Galleria Mandelli, Seregno 2008 Arte Padova, Galleria Mandelli, Seregno – Nerazzurra, Cento artisti per 100 anni di Inter, Galleria Mandelli, Seregno – *Università Bocconi, a cura di Elena Pontiggia 2007 *Arte ed altro, Gattinara (VC), presentazione in catalogo di Elena Pontiggia – Mi Art, Ermanno Tedeschi Gallery, Torino 2006 Operazione Colomba, Ermanno Tedeschi Gallery, Torino – Idee, I Studio 76, Milano (Fuorisalone, Salone del mobile, Milano) – Artissima, Torino, Ermanno Tedeschi Gallery, Torino – Mi Art, Ermanno Tedeschi Gallery, Torino – Slalom gigante, Ermanno Tedeschi Gallery, Torino 2005 Flash art Show, Bologna, Galleria Toselli – Flash art Show, Milano, Galleria Toselli, Milano – Blog on Artur Rimbaud, Castello di Rivara (To) – Blog on Artur Rimbaud, Chiesa di San Carpoforo, Milano – *Studio Forese, Milano, a cura di Lisa Ponti 2004 Mi Art, Galleria Toselli, Milano – A ruota libera, Salone del ciclo, Fiera di Milano (a cura di Franco Toselli) – Coppi e Picasso, Galleria Toselli, Milano 2003 RipArte, Hotel Ripa, Roma, Galleria Ca’ di Frà, Milano – Mi Art, Galleria Toselli, Milano – Quasi arte, Galleria Toselli, Milano (a cura di Franco Toselli) 2002 Col sale, Galleria In Arco, Torino (a cura di Norma Mangione) – Carte truccate, E-Studio, Milano – Artissima, Torino, Galleria Toselli, Milano 2001 *Galerie Gangurinn, Reykjavik, Islanda (a cura di Helgi Fridjonsson) – Pikin’ up cherryes, E-Studio, Milano 1999 *Nicola Vitale pittore e poeta, Studio D’Ars, Milano, Presentazione di Pierre Restany 1997 *Studio D’Ars, Milano (a cura di Pierre Restany) – 2′ Premio Trevi Flash Art Museum, Borgo Trevi (PG) Selezionato – *Arte Solare, Nicola Vitale, Retrospettiva 1987/1997, Abazia di Chiaravalle (MI), Ars Chiara, Eventi d’Arte, Milano 1996 *Arte Solare, Studio D’Ars, Milano (Catalogo a cura di Pierre Restany) – Dal pallone al pennello, 19 artisti per il Calcio, Forte Crest, Milano – Arteanima, Fondazione Mazzucconi, Milano, 2′ classificato 1995 Milano, Cento artisti per la città, La Permanente, Milano (Italia Nostra, catalogo Mazzotta) – *Dissemination, Milano (a cura di Pierre Restany) Conferenza di presentazione P. Restany, R. Bossaglia, A. Riccardi 1994 *New York University, New York (Catalogo a cura di Pierre Restany) – Buon compleanno TV, Studio D’Ars, Milano – Buon compleanno TV, NEC Ente Arte, Treviso 1993 *Dipinti e Poesie, Palazzo Recalcati, Milano (presentazione in catalogo R.Bossaglia, M.Cucchi, E.Frigerio) – Media life, Ward Nasse Gallery, New York – *Atelier AAA, Lugano (Ch) (a cura di R.Bossaglia) – *Odeonart, Biasca (Ch) 1992 Summer Salon 92, Ward Nasse Gallery, New York 1991 Arte giovane in Lombardia, S. Maria della Pietà, Cremona 1989 Catalogo Arte Moderna 1989 (G. Mondadori e Ass., Milano) 1988 *Studio Steffanoni, Milano (Catalogo a cura di Rossana Bossaglia) 1987 *Portnoy, Milano (Catalogo a cura di F.Gallo)


Opere di poesiaLa città interna, Primo quaderno Italiano, Poesia contemporanea (Guerini e Associati, Milano, 1991)
Progresso nelle nostre voci (Lo Specchio, Mondadori, Segrate, 1998)
La forma innocente (La Collana, Stampa, Varese, 2001)
Condominio delle sorprese (Mondadori, Segrate, 2008) 

 

 

 

 

 

 

 

Nicola Vitale (poesie inedite) 2010

Ho deciso questa gita
in bicicletta
in strade che mimano il canale
e lo costeggiano
entrano in paesaggi di traverso
sezionano il mondo per noi
in questo passare ad altro
come emigranti in fuga
da noi stessi.
Ecco un ponte, una chiusa
che si apre all’evidenza
dello sfondo
quando non c’eravamo che tu ed io
sognanti un quartiere
oltre le costrizioni della città regressa.
Ma poi la strada ritorna
in percorsi obbligati
che riportano il nostro desiderio
di capirsi
ad argomenti che opprimono
a paesaggi desueti
di un tempo che non si estingue.
Eppure pedalando
sul confine
degli ultimi campi
sembra levarsi
un paesaggio riconosciuto
e la grazia di un dubbio
di fatica non sprecata.

*

Quando tutto è fermo
e anche il sole
pare avere sospeso l’attimo
in un punto del cielo
ecco il vero spettacolo:
la vista da lassù che insegna
un modo di esser tra le cose
confuso nel verde
delle foglie, nei canti degli uccelli
che cantare non sanno.
E solo ora so
di essere passato
per pensieri inopportuni
prima che cominciasse
che la storia della mia vita
cedesse
per presentarsi alla stagione vera
del non ritorno.
E ora che è tardi
e la distesa del mondo
sembra ferma
nell’onda dei campi
e la pianura è irraggiungibile
mi siedo nell’erba
ascolto il pianto delle cicale
e si ferma anche …