Addio a Valerie Fletcher, l’ultima donna che Eliot amò

C’erano quarant’anni di differenza tra lei e lui. Quarant’anni, riempiti di versi straordinari da parte di “Tom” e di devozione da parte di lei, Valerie Fletcher, vedova, segretaria e musa di Thomas Stearns Eliot, morta a Londra venerdì scorso all’età di 86 anni. Valerie inseguiva il poeta dei Quattro quartetti fin da quando lei aveva 14 anni ed ebbe una sorta di illuminazione ascoltando una lettura in pubblico del “Viaggio dei Magi”: “Preferimmo viaggiare di notte/ dormendo solo a tratti/con le voci che cantavano agli orecchi, dicendo/che tutto questo era una follia”. Da quando ascoltò, tra gli altri, questi versi, Valerie non ebbe altro obiettivo che stare accanto a quell’uomo, diventandone almeno la segretaria.

Valerie riuscì a incontrare Eliot nell’agosto del 1950. Il poeta aveva oltre 60 anni e si era separato nel 1933 da Vivienne Haigh-Wood. Valerie entrò alla Faber & Faber, dove lui era direttore editoriale, e lì la conoscenza tra i due si trasformò in una relazione particolarissima e sfociò in un matrimonio, in un crescendo che ricorda la relazione tra un altro Nobel, José Saramago e Pilar del Rio, la donna che lo ha accompagnato fino alla morte nel ruolo di seconda moglie e segretaria.

Valerie e “Tom” si sposarono nel 1957, dieci anni dopo la morte di Vivienne, che finì i suoi giorni in un ospedale psichiatrico. “Lo conoscevo attraverso le sue poesie”, disse Valerie una volta all’Independent, “e lui voleva un matrimonio felice”. Fu lei a editare le sue poesie, mentre lui era vivo e lo fece anche dopo, quando decise di tutelare la figura del suo uomo e la sua opera. Fu intransigente perfino con chi desiderava scrivere una biografia del grande poeta e ma si mostrò generosa con Andrew Lloyd Webber, che riusci’ a ottenere i diritti per portare in scena lo straordinario musical “Cats” tratto dal “Libri dei gatti tuttofare”, messo in scena nel 1981 e tradotto da Roberto Sanesi per Bompiani.

Anche Valerie sapeva che a versi come questi nessuno avrebbe potuto resistere: “Quando vedete un gatto in profonda meditazione/la ragione, credetemi, è sempre la stessa:/ha la mente perduta in rapimento ed in contemplazione/del pensiero, del pensiero, del pensiero del suo nome:/del suo ineffabile effabile effineffabile/profondo inscrutabile ed unico nome.

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