Festival Poesia 2017

Poesia Festival è un appuntamento atteso per la qualità e la trasversalità del cartellone, che propone le migliori voci della poesia contemporanea e noti protagonisti di teatro, cinema e musica. La tredicesima edizione si terrà dal 18 al 24 settembre 2017, promossa dai comuni dell’Unione Terre di Castelli (Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Guiglia Marano sul Panaro, Savignano sul Panaro, Spilamberto, Vignola e Zocca) e dal comune di Castelfranco Emilia.

Il Comitato scientifico del Festival
Roberto Alperoli (Direttore), Alberto Bertoni, Roberto Galaverni, Emilio Rentocchini, Andrea Candeli (Direttore di produzione)

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Wendy Artin, “Here today”

Wendy Artin, NYC Marilyn Innocent Wall, 26″x41″, 2017

Wendy Artin, una straordinaria artista che ho avuto occasione di conoscere a Roma con il grande Seamus Heaney
Luigia Sorrentino

WENDY ARTIN – HERE TODAY
Athens, Rome, Paris, London, New York
Watercolor Wallscapes and other Recent Work

at Gurari Collections from November 3rd to December 10th, 2017 Continua a leggere

Patrizia Valduga

Patrizia Valduga credits ph Dino Ignani

di Fabrizio Fantoni

Voce tra le più rilevanti della poesia del secondo novecento, Patrizia Valduga si è caratterizzata, sin dal suo esordio poetico, per la ripresa di generi metrici tradizionali quali il sonetto, l’ottava e la terzina dantesca. Una scelta questa che lungi dall’essere frutto di classicismo o peggio di citazionismo trae origine dalla necessità, avvertita dall’autrice, di porre un argine ad un’inarrestabile energia vitale che nei versi trova concreta espressione in un Eros irrefrenabile e dilagante inteso, come scrive Recalcati, in un “erratico, eccentrico, incostante oltrepassamento di qualunque soddisfazione possibile».
Tale modalità stilistica, riprodotta anche nelle raccolte successive, trova piena compiutezza nel libro “Requiem” (1994) che può essere considerato, a pieno titolo, come il risultato più rilevante della sua produzione poetica. Qui il dolore, evocato tramite la reale esperienza della morte del padre, diviene oggetto di un canto in cui contenuto e forma metrica non sono più presupposto l’uno dell’altro ma divengono un tutt’uno, si fondono dando vita, come scrive Luigi Baldacci, ad una “cronistoria di un’agonia e di un’angoscia, del padre e della figlia: una morte riguardata dalle ultime trincee della vita” in cui “niente è lasciato alla sfera della metafisica, tutto si riporta all’immanenza, al concreto”. Sono versi di forte impatto emotivo che ci parlano della lontananza che si crea tra persone legate da vincoli di sangue e di una figlia che, nel dolore, vede dischiudersi davanti a se la vita del padre colta in tutta la sua intensità proprio nel momento del suo perdersi. Continua a leggere

Premio Galdus 2018

COMUNICATO STAMPA

Milano, 15 settembre 2017: “Dove troverai un maestro? “ è il tema della nuova edizione del Premio Galdus, il progetto culturale della scuola professionale Galdus che utilizza la forza comunicativa della parola e l’incontro personale con autori, artisti e imprenditori per stimolare i giovani a esprimere il loro potenziale creativo e affrontare al meglio le sfide personali e professionali del futuro. Il progetto prevede un concorso letterario e artistico nazionale e una rassegna culturale per le scuole, da settembre a marzo, con alcuni incontri dedicati ai docenti.

Nell’immagine della nuova edizione, il giovane poeta di Bassano del Grappa, Francesco Guazzo vincitore del primo premio per la poesia del Premio Galdus 2015, grazie a cui ha incontrato maestri come il poeta Franco Loi che lo hanno accompagnato sino al suo recente esordio poetico (una breve sintesi biografica in allegato). Presentano il tema della nuova edizione Lucia Tilde Ingrosso, giornalista e scrittrice e il regista Maurizio Nichetti. Continua a leggere

Alessandro Ceni

Alessandro Ceni

di Giovanni Ibello

La poesia di Alessandro Ceni sembra quasi un rituale di recessione, una metamorfosi di elementi che si deformano, di insetti dormienti, di erbe gelate nello stomaco del bue.

Attraverso un processo di accensioni visionarie, le riflessioni metafisiche dell’autore ci conducono a una spudorata evidenza del nulla.

La scansione dei versi è regolata da leggi “autonome”; pertanto l’eleganza della parola si alterna a un impeto, a una risolutezza espressiva che spiazza anche il lettore più attento.
Al di là degli inevitabili richiami a Walt Whitman e Dylan Thomas, Alessandro Ceni resta un poeta fedele a sé stesso, un autentico numero primo.

L’impressione è che per l’autore la “natura delle cose” si risolva in un’esperienza sinestetica e drammatica, dove l’assenza è generata dal tumulto del tragico e l’io regredisce spontaneamente nel selvatico, in un bianco primitivo, senza storia, senza dominio e per questo “prossimo al divino”. Continua a leggere

Addio a Joëlle Gardes

Joëlle Gardes / Credits ph. Adrienne Arth

di Luigia Sorrentino

Lunedi 11 settembre a causa di una crisi cardiaca, si è spenta a Marsiglia Joëlle Gardes, scrittrice, poetessa e traduttrice francese.

Joëlle Gardes, nata a Marsiglia nel 1945, viveva a Cassis. Joëlle è stata  un’amica carissima con la quale ho avuto un rapporto costante, fino al giorno del suo ricovero in ospedale, ed è per questo che oggi voglio ricordarla in maniera “affettiva” riprendendo  l’ultimo lavoro che avevamo fatto insieme tra luglio e agosto 2017, e cioè la traduzione di alcune poesie di Louise ColetContinuerò ad amare Joëlle Gardes, per questo la ricorderò spesso, riproponendo le sue poesie, le sue traduzioni, i suoi saggi, perché credo sia il tributo più grande che si possa offrire a una donna e a una scrittrice straordinaria che ha dedicato tutta la sua vita alla letteratura, con una particolare attenzione a quella delle donne.

« Il soffio della sventura », Penserosa

La sventura ha gettato l’arido soffio,
Prosciugata è la fonte dei dolci sentimenti,
Incompresa l’anima mia appassita
perdendo la speranza perde il pensiero toccante.

Gli occhi non hanno più lacrime, né canto la voce,
Il cuore disincantato non ha più sogni;
Per tutto ciò che amavo con passione,
Non resta più amore, né inclinazione.

Un arido dolore rode e brucia la mia anima,
Non c’è niente che voglio, e niente ch’io domando,
Il mio futuro è morto, e ho nel cuore il vuoto.

All’occhio che mi vede, offro un corpo senza idee;
Senza divinità resta qualche antico tempio,
Dopo la festa la coppa è senza vino.

 

« Le souffle du malheur », Penserosa

Le malheur m’a jeté son souffle desséchant :
De mes doux sentiments la source s’est tarie,
Et mon âme incomprise, avant l’heure flétrie,
En perdant tout espoir perd tout penser touchant.

Mes yeux n’ont plus de pleurs, ma voix n’a plus de chant ;
Mon coeur désenchanté n’a plus de rêverie ;
Pour tout ce que j’aimais avec idolâtrie,
Il ne me reste plus d’amour ni de penchant.

Une aride douleur ronge et brûle mon âme,
Il n’est rien que j’envie et rien que je réclame,
Mon avenir est mort, le vide est dans mon coeur.

J’offre un corps sans pensée à l’oeil qui me contemple ;
Tel sans divinité reste quelque vieux temple,
Telle après le banquet la coupe est sans liqueur.

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Maria Borio, “L’altro limite” (con una poesia inedita)

Maria Borio, Credits ph. Dino Ignani

Alcune poesie da L’altro limite, collana Gialla pordeneonelegge-lietocolle, 2017. L’altro limite è il primo momento di un lavoro più ampio suddiviso in tre tempi: Il puro, L’impuro, Il trasparente. Il trasparente è la sintesi, il puro e l’impuro sono la tesi e l’antitesi. La sintesi del mondo digitale è il grande vetro attraverso cui traspaiono il puro e l’impuro mescolati, l’uomo e la tecnologia senza ruoli, l’io e il tu senza ruoli, la velocità e la prospettiva senza ruoli. L’uno altro limite dell’altro. Il luogo di Isola è l’omonimo quartiere di Milano. Segue un inedito.

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I vincitori del Premio Antonio Fogazzaro 2017

Sono stati proclamati a Villa Gallia a Como, i vincitori dei concorsi letterari della decima edizione del Premio Antonio Fogazzaro, che ha visto una partecipazione da record con oltre 630 racconti inediti, 84 i libri partecipanti al concorso di poesia edita e più di 400 i testi validi per la sezione Qualità del concorso di Microletteratura e social network.

Ideato per far emergere nuovi talenti letterari e promuovere la giovane poesia in lingua italiana e in dialetto, il Premio Antonio Fogazzaro in questi dieci anni di attività ha contribuito a ridestare l’attenzione sulla figura e l’opera di Antonio Fogazzaro.

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Biennale di Venezia. Leonardo Lidi vincitore fra i registi under 30

Leonardo Lidi

C O M U N I C A T O  S T A M P A

E’ Leonardo Lidi il vincitore del bando per registi under 30, scelto dal Direttore Antonio Latella nella rosa dei sei finalisti che hanno presentato un estratto dal loro progetto all’interno del 45. Festival Internazionale del Teatro (10 agosto, Teatro alle Tese), organizzato dalla Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta.
“In tutte e tre le tappe del bando – si legge nella motivazione – Lidi ha mostrato una sicurezza e una maturità di segno forte e interessante, esaltata nell’ultima tappa, dove affida la sua ricerca registica (per coraggio e non per debolezza) a un gruppo di attori maturi e talentuosi.

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Umberto Piersanti

poesiafestival 13.Lezione magistrale Umberto Piersanti
photo © Serena Campanini-Elisabetta Baracchi

Umberto Piersanti è nato ad Urbino nel 1941 e nella Università della sua città insegna Sociologia della Letteratura.
Le sue raccolte poetiche sono “La breve stagione” (Quaderni di Ad Libitum, Urbino, 1967), “Il tempo differente” (Sciascia, Caltanissetta- Roma, 1974), “L’urlo della mente” (Vallecchi, Firenze, 1977), “Nascere nel ’40” (Shakespeare and Company, Milano, 1981), “Passaggio di sequenza” (Cappelli, Bologna, 1986), “I luoghi persi” (Einaudi, Torino, 1994), “Nel tempo che precede” (Einaudi, Torino, 2002), “L’albero delle nebbie” (Einaudi, Torino, 2008) che ha vinto i seguenti premi: Premio Pavese Città di Chieri, Premio San Pellegrino, Premio Giovanni Pascoli, Premio Tronto, Premio Mario Luzi, Premio Alfonso Gatto, Premio Città di Marineo. Nel 1999 per I quaderni del battello ebbro (Porretta Terme, 1999) è uscita l’antologia “Per tempi e luoghi” curata da Manuel Cohen che ha anche scritto il saggio introduttivo. Continua a leggere

Naike Agata La Biunda, “Accogliere i tempi ascoltando”

Naike Agata La Biunda

In anteprima pubblichiamo alcune poesie di Naike Agata La Biunda, tratte da “Accogliere i tempi ascoltando”  in uscita nella Collana Gialla di Pordenonelegge di LietoColle curata da Gian Mario Villalta e Michelangelo Camelliti.  Scopo dell’iniziativa editoriale è quello di scegliere, promuovere e diffondere l’opera di autori, spesso giovani e alla prima opera di poesia come nel caso di Naike.

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Premio Prata 2017

COMUNICATO STAMPA

XI edizione 2017
LA CULTURA NELLA BASILICA
Sabato 16 Settembre, ore 19.30
Basilica Paleocristiana della SS. Annunziata
(Prata P.U. Avellino)

Al via l’undicesima edizione del Premio Prata “La cultura nella Basilica”
L’evento ha ricorrenza annuale e, col tempo, è riuscito a porsi all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale e internazionale tanto da essere inserito nei circuiti di rete del sito dell’UNESCO. La cerimonia di premiazione della undicesima edizione si terrà Sabato 16 Settembre, alle ore 19.30. Cornice e cuore pulsante dell’evento è la Basilica Paleocristiana della SS. Annunziata, uno dei luoghi di culto più antichi del Meridione e sede di attività religiose anche in epoca pagana; il Premio Prata, infatti, nasce innanzitutto per valorizzare questa meravigliosa testimonianza del passato, capace di emozionare ancora oggi con la sua bellezza. A condurre la manifestazione, come di consuetudine, saranno Gigi Marzullo, giornalista RAI, Barbara Ciarcia e Nello Fontanella giornalisti de “Il Mattino”. I saluti saranno affidati al Sindaco di Prata di Principato Ultra Bruno Petruzziello, a Gianni Festa direttore de “Il Quotidiano del Sud”, a Pierluigi Melillo direttore di Otto Channel. Ospite della serata l’attore Sebastiano Somma. Recital di Paolo De Vito “Quanti passi…” con Gianluca Marino, Giuseppe Musto e Salvatore Santaniello. Il Premio è curato e gestito dall’Associazione Premio Prata con presidente Antonietta Gnerre, vice presidente Armando Galdo. Il Premio si articola in varie sezioni con lo scopo di esaltare il mondo culturale e quello della comunicazione, della ricerca scientifica e dell’impegno civile e sociale.

Riceveranno il Premio Prata 2017: Antonio De Iesu (Questore di Napoli), Rosario Cantelmo (Procuratore Capo della Repubblica di Avellino), Ottavio Lucarelli (Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania), Fabrizio Filippone (Capo redattore di Studio Aperto), don Maurizio Patriciello (Parroco e opinionista di Avvenire), Vincenzo Mascolo (Direttore artistico di Ritratti di Poesia), Modestino Di Nenna (Regista), Andrea Cati (Presidente di Interno Poesia), Massimo Morasso (Poeta), Aurelio Picca (Scrittore e giornalista), Andrea Fabbo (Dirigente medico geriatra), Marika Borrelli (Scrittrice e giornalista). Menzione speciale al Presidente nazionale della Fibes, Peppino Colarusso.

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Daniela Attanasio, “Vicino e visibile”

Daniela Attanasio /credits ph Dino Ignani

Se è vero che la poesia è un discorso intorno al mondo, ogni poeta ricrea il suo a immagine e somiglianza della propria esperienza. Il mondo di Daniela Attanasio sembra sempre più ‘attenersi ai fatti’ e i fatti dicono che gli oggetti ci osservano indifferenti dall’alto di uno scaffale, che la vita si afferma nella morte, che il contemporaneo è una crosta su ciò che nel tempo è eterno, che nella curvatura dello spazio si consuma la vista, che la bellezza riempie di contenuto la forma e che nella testa di un poeta non c’è mai certezza. Continua a leggere

Alfred Kubin, “L’altra parte”

 

Nel 1908, appena trentunenne e disegnatore già noto e apprezzato, Kubin è profonndamente scosso dalla morte del padre, che lo coglie in uno stato di tormentosa sterilità succeduto a lunghi periodi di crisi psichica. Per liberarsi dalle visioni che lo perseguitano e a cui, in quelle condizioni di paralisi creativa, non sa dare espressione grafica, egli decide di mettersi a scrivere e, nel giro di dodici settimane, butta giù un romanzo: L’altra parte. Continua a leggere

Simone Cattaneo, in memoria di te

di Giovanni Ibello

Già in passato mi sono occupato della poesia di Simone Cattaneo. Pertanto, sono ben lieto di reiterare quanto precedentemente espresso e condiviso sulle figure magmatiche di questo autore. Qui siamo di fronte a un testo anti-sperimentale, dove i toni caustici del poeta rivelano un tormento, il dramma “dell’abitare il corpo”.
Per Simone Cattaneo la bellezza si declina in una folgore, nel prodigio che sospende, ma non salva. Lo stupore di certe figure celesti addomestica l’Idra-vita ma non lo decapita, fungendo dunque da contraltare all’orrore dell’essere umano, alla recessione spontanea delle stagioni, degli “adorati ascoltati meno”. Fossero i benvenuti loro, scriveva Bellezza. Ecco il canto dimenticato dei reietti, la subornazione di un testimone ostile. Continua a leggere

Louise Colet

Louise Colet, lithographie de Marie-Alexandre Alophe

Un’autrice troppo dimenticata: Louise Colet

di Joëlle Gardes

Nessuno è profeta in patria e Louise Colet ne è l’esempio. Lei, relativamente conosciuta in Italia per il suo impegno politico durante il Risorgimento e per i suoi volumi L’Italie des Italiens, è oggi, nel suo stesso paese, ridotta al ruolo di musa di Flaubert, Musset o Vigny…
Il trattamento riservatole in vita è una testimonianza lampante degli ostacoli che una donna, bella, indipendente e autrice, poteva incontrare all’epoca. Più che la scrittrice è la donna che si attaccava, come se una donna non potesse essere dotata nella scrittura, come se ogni minimo successo fosse dovuto unicamente alla sua avvenenza.
Louise Colet è nata ad Aix-en-Provence, nel 1810. La famiglia originaria era borghese da parte di padre, e aristocratica ma di spirito rivoluzionario da parte di madre. Dopo la morte del padre, si trasferisce con la madre e con i fratelli e le sorelle a Servane, nei pressi di Saint Rémy de Provence. In disaccordo con la famiglia, molto conservatrice, dopo la morte della madre che la sosteneva, Louise non ha che un’idea in testa: sposarsi e trasferirsi a Parigi, ciò che fa sposando il musicista Hyppolite Colet, con il quale però non andrà mai d’accordo. I due finiscono per separarsi, ma è a casa di lei che lui morirà, di tubercolosi, nel 1851. Continua a leggere

Rainer Maria Rilke

Rainer Maria Rilke

 

Nato a Praga nel 1875, della sua vocazione letteraria Rilke aveva una consapevolezza acuta e precoce. Alla sua prima raccolta poetica, Vita e canti (Leben und Lieder, 1894), poi ripudiata dall’autore, seguirono Sacrificio ai lari (Larenopfer, 1895), Incoronato di sogno (Traumgekrönt, 1896), Avvento (Advent, 1897).

A Lou Andreas-Salomé, l’intellettuale allora più anziana di lui di quindici anni, è dedicato un diario tenuto a Firenze durante la primavera del 1898, il Quaderno di Firenze (Florenzer Tagebuch, 1942). Al 1899 risalgono la raccolta Per la mia gioia (Mir zu Feier), e il racconto lirico Il canto di amore e di morte dell’alfiere Christoph Rilke (Die Weise von Liebe und Tod des Cornets Christoph Rilke), opera che segna l’adesione di Rilke all’ideale neo- romanticista e che costituì il primo grande successo di pubblico di Rilke. Continua a leggere

Addio al grande poeta John Ashbery

E’ morto all’età di 90 anni uni dei più grandi poeti del mondo, John Ashbery. Si è spento da sera del 3  settembre nella sua abitazione a Hudson, ma la notizia si è avuta soltanto poche ore fa. Lo ha annunciato il marito, David Kermani.

Ashbery è un poeta che si è imposto su tutti quelli della sua generazione. Nel corso della sua lunga carriera ha vinto tutti i più prestigiosi riconoscimenti. nel 1976 con AUTORITRATTO DI UNO SPECCHIO CONVESSO ha vinto il Premio Pulitzer, il National Book Award e il Premio del National Book Critics Circle.

La sua opera si incentra sulla riflessione e il rispecchiamento e rappresenta un momento centrale di una ricerca che si basa sulla crisi della forma da usare per comunicare in poesia.

Ashbery ha pubblicato più di venti volumi di poesie. È stato tra i candidati al Premio Nobel per la Letteratura.

È disponibile in Italia un’antologia curata da Damiano Abeni con Moira Egan, alla cui selezione ha collaborato lo stesso autore: “Un mondo che non può essere migliore. Poesie scelte 1956-2007”, Luca Sossella, 2008.

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Che cos’è la poesia?

              Milo De Angelis / Credits ph. Viviana Nicodemo

di Luigia Sorrentino

Ci sono poeti che una volta entrati nella nostra vita non ci lasciano più. E in questo reciproco cercarsi,  noi, che li abbiamo scelti fin dall’inizio, quando eravamo veramente troppo giovani, quando non eravamo nemmeno in grado di capire fino in fondo i loro versi,  torniamo a interrogarli, pronti a entrare e a uscire da quelle parole che ci parlano, o che generano in noi un improvviso silenzio, per rintracciare la risposta definitiva alla stessa fastidiosa e insistente domanda: “Che cos’è la poesia?Continua a leggere

Mauro Ferrari

 

“Viviamo come immersi nelle tenebre, ma riusciamo ogni tanto, con molti dubbi, a vedere qualcosa.”

Mauro Ferrari

Questo

Il suo pattume è il suo mondo:

le cose maneggiate, i ricordi
che ingombrano i cassetti
e la mente di catene –

gli avanzi che l’hanno avuto
e scartato, scordandolo
ad altri accettati con amore:

le corbe del passato, cataloghi
di cose amate, odiate, multicolori,
ottuse, aguzze.

Ha mani sporche, ferite alle labbra,
piedi che non sanno dove andare. Continua a leggere

Lucio Piccolo

di Fabrizio Fantoni

Scoperto da Montale nel 1954, Lucio Piccolo è senza dubbio il più rilevante poeta siciliano del Novecento. Nei suoi versi prende forma un mondo siciliano – o più precisamente palermitano – oggi scomparso, fatto di ombre, transiti, fulminee incursioni tra chiese barocche e antichi conventi: un mondo che nelle poesie di Piccolo acquista la densità del mito al punto da entrare in ideale collegamento con l’Irlanda di Yeats.

Sul piano lessicale la sua poesia si caratterizza per un acceso senso del ritmo, un “raptus” come lo definì Montale, che permette alla parola di espandersi, di creare per così dire un’eco che stringe insieme i versi in un andamento musicale che trae nutrimento da una lingua ricercata e al tempo stesso primordiale. Continua a leggere

Roberto Carifi

di Eleonora Rimolo

La madre e il suo grembo, cioè la città natale del poeta, sono i due temi sui quali si incardina tutta l’intensa attività poetica di Roberto Carifi. Pistoia è diretta emanazione del legame affettivo materno, dal quale il poeta non riuscirà mai a prescindere: la madre è musa e dopo la sua scomparsa sarà incolmabile perdita di uno stato d’infanzia e di giovinezza custodito in eterno dalla memoria e dal sogno. “Gli anni sono gocce” e dunque il tempo scorre con la sua lentezza inesorabile quanto esasperante, trascinando con sé ricordi e momenti di un’infanzia dorata “finché un raggio ferisce tutto/anche gli attimi invincibili” del “primo amore”, che è insostituibile per il poeta. La parola è il mezzo attraverso il quale Carifi indaga l’inspiegabile distanza tra corpo e interiorità, tentando ostinatamente di ricongiungerli in un “abbraccio umido,/spietato”, senza riuscirci mai pienamente ma attraversando, in questo modo, ogni categoria dell’agire e del sentire umano: se anche la “neve tardiva” non si scioglie, “gli occhi si sciolgono al perdono” e tanto basta al poeta per rimanere aggrappato alla vita.

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Il Panormita, “Ermafrodito”

 

 

di Nicola Gardini

Trascendendo il suo tempo, Antonio Beccadelli (Palermo, 1394 – Napoli, 19 gennaio 1471) detto il Panormita, continua a insegnare al mondo che la letteratura è stata – e ancora può essere – il solo modo per parlare degli istinti; che la letteratura ammette nello spazio del sociale le inclinazioni di ciascuno, anche le piú difficili da comprendere e da definire sul piano della morale, a cominciare dal sesso. Non si sottolineerà mai abbastanza che la poesia e la prosa per secoli hanno svolto il compito di rappresentare la diversità e l’eccezione e di affermarle, se non come alternative, sí come realtà possibili. Continua a leggere

Seamus Heaney, in memoria di te

Seamus Heaney e Marie Devlin / Credits ph. Luigia Sorrentino American Academy in Rome 16 maggio, 2013

di Luigia Sorrentino

Human Chain – Catena Umana è l’ultima raccolta di poesie di Seamus Heaney, (premio Nobel per la Letteratura nel 1995), apparsa in lingua originale da Faber&Faber il 2 settembre 2010,  pubblicata in Italia nel 2011 da Mondadori,  nell’eccellente traduzione di Luca Guerneri quando il poeta era ancora in vita.

Seamus Heaney in quest’opera della maturità nata da un’esperienza biografica animata da un’urgenza estrema, quanto mai vivida, perchè arrivata a intaccare il corpo fino a ottunderlo, esalta il discorso umano che sempre, in tutta la sua poesia,  è caratterizzato da una grande ampiezza di respiro e dall’energia dell’espressione, oltre che dal fortissimo legame con la propria terra. La Catena Umana per Heaney è il peso che si tramanda, da generazione a generazione, di mano in mano, nella continuità e solidarietà dei rapporti interpersonali, tra marito e moglie, e poi, dai genitori ai figli. Ma qual è la natura di questo peso, trasferito di mano in mano, da padre a figlio? Il peso è la memoria, una memoria attiva, “il sapere nel tempo”, un’ “eredità del tempo e oltre il proprio tempo”, che unisce il passato al presente.  Continua a leggere

Nanni Cagnone, “Il popolo delle cose”

NANNI CAGNONE “Il popolo delle cose”  ©1998 jaca book all rights reserved published by autura first edition december printed in italy photograph on frontispiece by SANDRA HOLT

 

I

Nel grembo
di quel che non ricordo,
adunarsi d’una mente,
quante grida. È cosí
che si viene attraversati.
Si va dietro a correnti,
si sconfina. Occidente
accompagna nel guardare.
Moltitudine
non ha rassomiglianza;
frutto dell’insieme,
un vuoto errante,
insistenza-concordanza
nel mancare (fuoco
trascurato, parola
irripetibile, stoffa
senza veste, e tutto
senza seme, nell’uguale).
Esperienza del sonno,
tirannia d’ogni svanire,
come una piega liscia
– ora – per dimenticare. Continua a leggere

Antonio Santori, in memoria di te

 

Tu insegnavi ai ragazzi
la follia. Forse per questo
ti preoccupavi di fingere.
Sognavi versi afatici,
una piccola libreria
da stringere, un sogno
di metallo, denso di cornici.
Avevi compreso di essere
inaudito, di vivere
come i suoni delle radici
o come il senso della corsa
del cavallo, verso il mondo
immenso. Non avevi amici,
se non i tuoni e le stanze
dove a volte ti creavi,
o il giallo furibondo
negli occhi di Euridice
e la borsa in cui stivavi
rivolte e danze.
Non intendevi essere felice. Continua a leggere

Giorgia Meriggi, “Riparare il viola”

Giorgia Meriggi

Si può anche stare su una palafitta
con in mano una ghianda.
E’ l’infinito, sai.
E cosa c’è di più impersonale
che piegare sul lavandino gli occhi
e cavarne due uova di vetro –

tu non guardarmi mai mentre insapono
sconfitta le viti da conficcare
ai piedi, il cuore stretto in una ghianda.

E l’infinito?
Niente.

E’ aperta la stagione della caccia. Continua a leggere

Giancarlo Pontiggia, “Il moto delle cose”

Giancarlo Pontiggia / Credits ph. Dino Ignani

Dalla quarta di copertina

È una poesia di pensiero, quella di Giancarlo Pontiggia, alimentata peraltro, sempre, da un’immaginazione fervida eppure controllata, frutto di una sapienza felicemente in equilibrio con un estro inquieto, nel corpo di una scrittura che è testimonianza di un esercizio della mente, di un percorso che passo dopo passo viene a tessere i momenti di un’avventura dell’esistere. E dunque di una vicenda, quanto mai articolata e insistita tra lo «stridìo rigoglioso delle cose» e «l’unghia del tempo». Un tempo «che non consola», nella sua «linea infinita», quella che ci precede e seguirà, quando il nostro ansioso esserci cadrà, come è suo destino, nel vuoto. Continua a leggere

Omaggio a Roberto De Simone

Roberto De Simone / credits ph. Lelli & Masotti

 

di Anita Pesce

Una voce sconosciuta, riaffiorando dai solchi di un LP in vinile, asseconda una linea melodica apparentemente lieve.
È il 1977: la RCA pubblica “Io, Narciso, io“, primo e unico LP in cui Roberto De Simone si propone in veste di cantautore. Fino a quel momento il maestro ha preferito dare spazio agli altri: sono gli anni della Nuova Compagnia di Canto Popolare, anche se da poco egli ha ottenuto la definitiva, personale consacrazione con “La Gatta Cenerentola“, proposta al Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1976.
Il percorso artistico di questo genio prolifico e lungimirante, che ha saputo riportare in vita il passato senza mai perdere di vista il presente, si concede dunque una digressione.
Testi in lingua, musiche che spaziano liberamente e attingono a tavolozze cui egli sembrava aver rinunciato; la sua vastissima formazione musicale, in grado di padroneggiare (tanto per dire) la musica colta come il jazz, si riorganizza e prende forma nei pochi minuti di ciascuna canzone. Continua a leggere

Charles Wright

Charles Wright

Pensami di tanto in tanto, come io penso a te quando la luna è una zecca dorata nel cielo estivo gonfia di luce: tu sei parte delle mie parti del discorso. Pensami di tanto in tanto. Io penserò a te.

A Giacomo Leopardi in cielo

*

Omaggio a Ezra Pound

Oltre San Sebastiano, oltre
Ognissanti e San Trovaso, lungo
Le Zattere e a sinistra
al di là del ponte scalinato fino a dove
—discosta sulla destra, seminascosta—
la Dogana Vecchia brucia al sole primaverile:
è così che ci si arriva.
Questa è la strada in cui abita Pound,
un vicolo cieco
di anfratti catarrosi e pietra sbrecciata,
al cui imbocco le acque
si radunano, i gabbiani stridono;
qui dentro—muto, immoto—lui aspetta,
cernendo gli affetti freddi del sangue.

trad. Damiano Abeni e Moira Egan Continua a leggere

Thomas Bernhard

di Camilla Tagliabue

La poesia fu il “peccato di gioventù” di Thomas Bernhard. L’uscita di una raccolta postuma (un bigino romantico e caotico della più alta letteratura bernhardiana), in cui non mancano suggestioni pavesiane, echi di Pound ed Eliot, e dove il tema ricorrente è la morte (non a caso, sullo sfondo, la natura è sempre crudele e mortifera), diventa l’occasione per riflettere sull’opera del grande scrittore e drammaturgo austriaco.

«I versi del poeta innamorato non contano»: a dar retta a Ennio Flaiano, le liriche di Thomas Bernhard andrebbero archiviate o, peggio, cestinate. Non che Bernhard sia mai stato innamorato – figuriamoci! –, ma certo nei suoi versi si lascia andare a un insolito (per lui) sentimentalismo, a uno struggimento fin svenevole, a una stucchevole tristezza. Continua a leggere

Benedetto Croce, “La poesia”


IN COPERTINA
Giambattista Tiepolo, Gruppo allegorico per soffitto (disegno relativo alla decorazione di villa Cordellina, Montecchio Maggiore, 1743). Civici Musei di Storia e Arte, Trieste.

A cura di Roberto Calasso

A distanza di più di trent’anni dall’Estetica, che ebbe immensa risonanza e influenza, ma che naturalmente sollevò anche obiezioni di ogni genere, Croce volle tornare, nel 1934, sui grandi temi di quel libro, precisando tutti i punti delicati della sua teoria – e al tempo stesso, talvolta, sottoponendoli a sottili mutazioni. Il risultato fu La Poesia, che, se ha avuto minore fortuna dell’Estetica, può essere considerata l’opera più matura e complessa di Croce nell’ambito estetico – e quasi il compendio di una vita di riflessioni sulla volatile essenza della letteratura.

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Poesia Festival 2017

Poesia Festival è un appuntamento atteso per la qualità e la trasversalità del cartellone, che propone le migliori voci della poesia contemporanea e noti protagonisti di teatro, cinema e musica. La tredicesima edizione si terrà dal 18 al 24 settembre 2017, promossa dai comuni dell’Unione Terre di Castelli (Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Guiglia Marano sul Panaro, Savignano sul Panaro, Spilamberto, Vignola e Zocca) e dal comune di Castelfranco Emilia.

Voci che testimoniano quanto la poesia sia uno strumento prezioso e malleabile, in grado di parlare alle donne e agli uomini del nostro tempo. Un festival che parla di poesia e di un intero territorio ricco di bellezza, gastronomia ed eccellenze produttive.

Un cartellone ricco di incontri di alto livello e che accoglie numerose iniziative spontanee nate da privati e associazioni del territorio, raccogliendo partecipazione da un territorio diffuso di nove comuni che per una settimana si uniscono per vivere lo stesso clima di festa e di amore per la poesia. Continua a leggere

Vitaliano Trevisan, “Works”

Vitaliano Trevisan

Il lavoro come condanna e perdizione, il lavoro come cellula primordiale dell’organismo umano, il lavoro che marchia anima e corpo di un’intera vita.

Vitaliano Trevisan Works, 2016 Einaudi Stile libero Big, € 22,00
Con una scrittura originale come un classico pezzo di jazz, che ne ha fatto uno degli autori italiani piú importanti della sua generazione, in questo romanzo autobiografico Vitaliano Trevisan racconta il lavoro nel luogo in cui è una religione, il Nordest, dagli anni Settanta fino agli anni Zero. E attraverso questa lente scandaglia non solo le mutazioni del nostro Paese, ma la sua stessa vita: il fallimento dell’amore, i meccanismi di potere nascosti in qualunque relazione, la storia della propria e di ogni famiglia, che è sempre «una storia di soldi». Continua a leggere

Premio Poesia Città di Fiumicino 2017

Incisione del 500, di Sebastian Munster, raffigurazione dei porti di Roma nella zona della moderna Fiumicino, quello di Traiano e quello di Claudio.


Bando di partecipazione al premio edizione 2017

Art. 1

L’Associazione Culturale “CORTE MICINA”, con l’alto patrocinio del Comune di Fiumicino, del Ministero dei Beni Culturali, della Regione Lazio e di Città Metropolitana di Roma Capitale, ha bandito la terza edizione del “Premio Poesia Città di Fiumicino.

Il Premio è riservato a libri di poesia in lingua italiana di autori viventi editi nel

biennio 1 giugno 2015 – 31 luglio 2017.

La sempre crescente richiesta di partecipazione di poeti al Premio è a conferma dell’alto profilo di credibilità ed autorevolezza assunto dalla manifestazione negli ambienti culturali italiani e nel mondo delle Case editrici.

L’eccellenza dei componenti la Giuria Tecnica (Milo De Angelis, Fabrizio Fantoni, Luigia Sorrentino, Emanuele Trevi) e del Comitato d’Onore (Tommaso Cerno, Vittorio Sgarbi) – tra i nomi più significativi della cultura italiana – ha segnato un momento fondamentale per il processo di valorizzazione culturale del territorio teso, nella volontà degli organizzatori, a far diventare la cultura protagonista a Fiumicino. Continua a leggere

Gastão Cruz, “Musica del tempo”

Gastão Cruz

di Antonio Fournier

Questa tensione tra innocenza ed esperienza che spesso è alla base della poesia di quest’autore colto, rigoroso e raffinato, si traduce in un’altra immagine ricorrente: quella della lingua come esistenza muta, ancora inespressa, ma già sbocciata nella mente, o meglio nel regno puro dell’immagine. Non una lingua astratta – quella dell’ormai troppo citato motto di Pessoa, la mia patria è la lingua portoghese – ma appartenente a un corpo di sensazioni a cui dà voce. L’autore ne parla in tante poesie, che sono spesso delle piccole ars poetiche, bellissime riflessioni sul proprio mestiere di poeta. Come ne “La lingua portoghese”: Nella/ lingua portoghese vissi/ prima che un nome, con i/ denti la lingua il palato sensibile/ agli aromi le sonore corde/ della gola, potessi dire.

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