Naike Agata La Biunda, “Accogliere i tempi ascoltando”

Naike Agata La Biunda

In anteprima pubblichiamo alcune poesie di Naike Agata La Biunda, tratte da “Accogliere i tempi ascoltando”  in uscita nella Collana Gialla di Pordenonelegge di LietoColle curata da Gian Mario Villalta e Michelangelo Camelliti.  Scopo dell’iniziativa editoriale è quello di scegliere, promuovere e diffondere l’opera di autori, spesso giovani e alla prima opera di poesia come nel caso di Naike.

 

La nascita

 

 

Giunta alla torre di avvistamento

non vidi che il cadavere di me.

Avevo perso nel tunnel tutto

il corpo, tutte

le mani, le gambe, il petto

il sesso.                   Dopo si diventa carne

alfabetica e indolore. Una casa svuotata

nessun bene innato, nessun

male. Si è pronti ad accogliere

i tempi ascoltando

le forme universali, per scriverne

a testimonianza della vita, oltre la vita.

 

 

*

 

 

Racchiusa nel bocciolo della vecchia vestaglia

scompari fra le pieghe del divano

e nessuno ti vede, nessuno si accorge

del tuo peso assente.

 

Riappari, epifania, solo prima della doccia

quando nuda fino all’ultima vergogna

mostri l’esile stelo che sei.

 

*

 

Quando si ripiega su se stesso

il sangue, e sale

nelle vene come una cascata

inversa, e infuoca tutte le cellule

– i nuclei, gli infinitesimi noi –

abbi cura degli occhi:

 

Sugnu iu, nun mi viri?

Chidda ca mancia l’ossa co sali

ppi m’pocu di to vrazza

ca m’abbrazzunu. Sugnu iu!

Chidda ca nun lassa finiri i junnati

– No, nun è chissa l’ura ppi moriri! –

su prima tu nun si felici.

 

Quando si ripiega su se stesso

il sangue, non servono specchi

ma trasparenze.

 

[Sono io, non mi vedi? / Quella che mangia le ossa col sale / per un poco di tue braccia /che mi abbracciano. Sono io! / Quella che non lascia finire le giornate/ – No, non è questa l’ora di morire! -/se prima tu non sei felice.]

 

*

 

 

La galassia sulla coscia

è un grumo di sangue passato

se solo tu vedessi, potessi vedere

quante stelle si sono riversate dentro…

 

Al planetario – ricordi?

si diceva che il tempo è quella distanza

e se siamo troppo vicini adesso

non è perché ti vedo né il tocco quasi raro

ma perché qualcosa sempre

attraversa

sempre e quando può si poggia

su questa coscia universale

che puoi baciare, ti dico

non mi appartiene.

 

 

 

Che tu sia mansueto, mio eterno palpitare

più di adesso, domani.

Lo ammetto al cospetto dell’asterismo estivo:

in me ancora tanto da sfamare.

Ma tu, palpitare stanco

continua il canone inverso

del più intimo inizio

quando due volte la palla superò

la soglia

della porta e io le cosce stremate di mia madre.

 

Ammettilo

nessuno ci viene a chiudere gli occhi la notte

eppure, nella silenziosità degli insonni

si ostina a rimbombare il muscolo

e da quella finestra sul tetto

su cui ogni tanto camminano i gatti

non manca di entrare la luce:

 

Macari oggi po dormiri, pupa.

Lu jornu ti voli frisca e senza piccatu!

Biniritti li to peni, biniritta gioia antica.

Dormi dormi, cacciatura!

 

 

[Anche oggi puoi dormire, piccina./ Il mattino ti vuole fresca e senza peccato!/Benedette le tue pene, benedetta gioia antica./ Dormi dormi, cacciatrice!]

 

Naike Agata La Biunda è nata a Catania nel 1990 e vive a Milano. Si laurea in lingue all’Università di Catania nel 2014 e nello stesso anno fonda il Centro di Poesia Contemporanea di Catania, di cui è direttrice fino al gennaio del 2016.

Alcune sue poesie sono state pubblicate in riviste online, fra cui L’EstroVerso e Atelier. Vincitrice del Premio Onor D’Agobbio nel 2014, del Premio 13 nel 2015 e finalista al Premio Lerici Pea 2015. Ha partecipato a numerose letture, eventi e festival, fra cui ParcoPoesia (Rimini, 2014, 2016), il Festival della Bellezza (Noto, 2015), VersoLibero (Fondi, 2015), le Feste Archimedee (Siracusa, 2016).

Ha tradotto e curato l’antologia di poesie della poetessa spagnola Raquel Lanseros, Fino a che saremo Itaca (CartaCanta, 2016). Accogliere i tempi ascoltando è la sua prima raccolta poetica (LietoColle-Pordenonelegge, 2017).

 

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