Lucio Piccolo

di Fabrizio Fantoni

Scoperto da Montale nel 1954, Lucio Piccolo è senza dubbio il più rilevante poeta siciliano del Novecento. Nei suoi versi prende forma un mondo siciliano – o più precisamente palermitano – oggi scomparso, fatto di ombre, transiti, fulminee incursioni tra chiese barocche e antichi conventi: un mondo che nelle poesie di Piccolo acquista la densità del mito al punto da entrare in ideale collegamento con l’Irlanda di Yeats.

Sul piano lessicale la sua poesia si caratterizza per un acceso senso del ritmo, un “raptus” come lo definì Montale, che permette alla parola di espandersi, di creare per così dire un’eco che stringe insieme i versi in un andamento musicale che trae nutrimento da una lingua ricercata e al tempo stesso primordiale.

I GIORNI….

I giorni della luce fragile, i giorni

che restano presi ad uno scrollo

fresco di rami, ad un incontro d’acque,

e la corrente li portò lontano,

di là dagli orizzonti, oltre il ricordo,

-la speranza era suono d’ogni voce,

e la cercammo

in dolci cavità di valli, in fonti –

oh non li richiamare, non li muovere,

anche il soffio più timido è violenza

che li frastorna, lascia

che posino nei limbi, è molto

se qualche falda d’oro ne traluce

o scende a un raggio su la trasparente

essenza che li tiene –

ma d’improvviso nell’oblio, sul buio

fondo ove le nostre ore discendono

leggero e immenso un subito risveglio

trascorrerà di palpiti di sole

sui muschi, su zampilli

che il vento frange, e sono

oltre le strade, oltre i ritorni ancora

i giorni della luce fragile, i giorni…..

Lucio Piccolo nasce a Palermo il 27 ottobre 1901 dal barone Giuseppe Piccolo di Calanovella e da Teresa Mastrogiovanni Tasca. A seguito della morte del padre avvenuta nel 1928 si trasferisce con la madre e i due fratelli Casimiro e Agata presso la villa di Capo D’Orlando dove vivrà per tutto il resto della sua vita.

Cugino di primo grado di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, a cui sarà legato da uno stretto sodalizio culturale, Lucio Piccolo approda alla poesia nel 1954 anno in cui pubblica a proprie spese il libro “9 liriche”. Questo libro, inviato ad Eugenio Montale insieme ad una lettera di accompagnamento scritta a due mani con il cugino Tomasi, gli consentirà di partecipare al convegno letterario di San Pellegrino Terme (luglio 1954) e di essere così introdotto nel mondo letterario.

E’ la consacrazione dell’opera a cui l’autore si era preparato da tutta la vita. Seguiranno le pubblicazioni di “Canti Barocchi e altre liriche” (Mondadori 1956, con prefazione di Eugenio Montale), “Gioco a nascondere” ( Mondadori, 1960) e “Plumelia” ( Scheiwiller, 1967).

Lucio Piccolo muore il 26 maggio 1969.
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BIBLIOGRAFIA


Opere Pubblicate in vita dall’Autore

9 Liriche(pubblicato in proprio), Stabilimento tipografico Progresso di Zuccarello 1954

Canti Barocchi e altre liriche, Mondadori 1956

Gioco a nascondere, Mondadori 1960

Plumelia, Scheiwiller 1967

L’esequie della luna, Sciascia Editore 1967

Pubblicate postume

La seta, Scheiwiller 1984

Il raggio verde, Scheiwiller 1993

4 pensieri su “Lucio Piccolo

  1. Grazie, Luigia, poiché attraverso il tuo blog conosco tanti poeti, io che non sono un addetto ai lavori. I versi de “I giorni…” sono intensi e illuminanti; cercherò di conoscere il poeta attraverso qualche suo libro.

  2. Bellissime le poesie di Lucio Piccolo. Trasportano in un’atmosfera magica e malinconica con queste intense immagini sulla natura..e quanta musica e armonia nei suoi versi! In effetti non è un poeta così conosciuto come invece dovrebbe essere. Anche io l’ho scoperto poco tempo fa e casualmente

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