Una poesia di Louise Glück

Louise Glück

The Wild Iris

At the end of my suffering
there was a door.

Hear me out: that which you call death
I remember.

Overhead, noises, branches of the pine shifting.
Then nothing. The weak sun
flickered over the dry surface.

It is terrible to survive
as consciousness
buried in the dark earth.

Then it was over: that which you fear, being
a soul and unable
to speak, ending abruptly, the stiff earth
bending a little. And what I took to be
birds darting in low shrubs.

You who do not remember
passage from the other world
I tell you I could speak again: whatever
returns from oblivion returns
to find a voice:

from the center of my life came
a great fountain, deep blue
shadows on azure seawater.

Louise Glück

L‘Iris selvatico

Alla fine del mio soffrire
c’era una porta.

Sentimi bene: ciò che chiami morte
lo ricordo.

Sopra, rumori, rami di pino smossi.
Poi niente. Il sole debole
tremolava sulla superficie secca.

È terribile sopravvivere
come coscienza
sepolta sulla terra scura.

Poi finì: ciò che temi, essere
un’anima e non poter
parlare, finì a un tratto, la terra rigida
un poco curvandosi. E quel che mi parve
uccelli sfreccianti in cespugli bassi.

Tu che non ricordi
passaggio dall’altro mondo
ti dico che seppi parlare di nuovo: tutto ciò
che ritorna dall’oblio ritorna
per trovare una voce:

dal centro della mia vita venne
una grande fontana, ombre blu
profondo su acqua di mare azzurra.

(Traduzione di Massimo Bacigalupo) Continua a leggere

Emily Dickinson (1839-1886)

Emily Dickinson

Ho sempre sentito la perdita di qualcosa-
La primissima cosa che ricordo
È una mancanza – di cosa non sapevo –
Troppo giovane perché qualcuno sospettasse

Una dolente fra i bambini
Ciò nondimeno mi aggiravo
Come chi rimpianga un regno
Essendo il solo principe cacciato-

Più vecchia, oggi, un’epoca più saggia
E più debole anche, com’è della saggezza –
Mi trovo ancora a cercare piano
I miei palazzi trafugati-

E un sospetto, come un dito
Mi sfiora la mente di tanto in tanto
Che sto cercando all’opposto
Dove si trovi il regno dei cieli –
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Semplicemente Emily

Emily Dickinson nel dagherrotipo ripreso fra il 1846 e il 1847. La traduzione delle poesie è di Gabriella Sobrino. Lettura ad alta voce di Luigia Sorrentino. Musica di Johann Sebastian Bach.

 

COMMENTO DI LUIGIA SORRENTINO

Da giovane, nella metà degli anni Ottanta, m’imbattei in una delle tante e mirabili traduzioni delle poesie di Emily Dickinson.  La trasposizione in italiano che maggiormente catturò la mia attenzione, fu quella di Gabriella Sobrino, poetessa, sceneggiatrice e autrice di programmi culturali per la Rai, recentemente scomparsa.
Qualche mese fa, per puro caso, mentre cercavo di mettere in funzione un vecchio mangianastri, ho riesumato alcune registrazioni  su nastro, realizzate in quegli anni, ritrovando, fra le altre cose, la mia lettura di una dozzina di poesie della Dickinson.

Ho riascoltato la lettura, ma non riuscivo proprio a ricordare qual era il libro dal quale i testi erano tratti, né il nome del traduttore o della traduttrice. Alla fine, dopo aver molto cercato, ho scoperto che il libro s’intitolava  DICKINSON Poesie, pubblicato dalla Newton Compton nel 1978 e che la traduzione era di Gabriella Sobrino.

Eppure il libro era lì. Giaceva dimenticato fra gli scaffali della mia libreria. Ma io non lo ricordavo più, né sapevo di aver segnato appunti con la matita accanto alle poesie di Emily.

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Carol Ann Duffy, Premio Lerici-Pea alla Carriera 2018

Carol Ann Duffy, per gentile concessione

La cerimonia di premiazione si svolgerà domenica 30 settembre 2018, alle 17.00, a Villa Marigola di Lerici, a San Terenzo di Lerici (Sp), nel celebre Golfo dei Poeti amato da Shelley e Byron.

Carol Ann Duffy è la voce più autorevole e rappresentativa della poesia contemporanea britannica, investita nel 2009 della carica (che ancora ricopre) di “Poet Laureate” del Regno Unito, prima donna dopo quasi 400 anni di monopolio maschile e prima rappresentante della “working class”. 
Ci farebbe enorme piacere poter dare giusto rilievo al premio e alla poetessa.

Biografia e opere di Carol Ann Duffy. Carol Ann Duffy, nata a Glasgow nel 1955 da una famiglia irlandese e cresciuta in Inghilterra, vive da molti anni a Manchester dove è creative director della Writing School alla Manchester Metropolitan University. Le sue raccolte poetiche – da Standing Female Nude (1985) a The Bees (2011) – hanno ricevuto i principali premi e riconoscimenti, sono amate da un ampio pubblico di lettori e sono oggetto di studio nelle scuole. È inoltre autrice di teatro e fortunate antologie e poesie per l’infanzia (La giovane più vecchia del mondo, EL, Trieste 2001; L’infanzia rubata e altre fiabe oscure, Fabbri, Milano 2006). Dal 2009 Carol Ann Duffy è “Poeta laureato” del Regno Unito, prima donna e scozzese. In Italia è stata tempestivamente apprezzata e tradotta, a partire dalla raccolta La moglie del mondo (Le Lettere, Firenze 2002), cui sono seguite, sempre a cura di Giorgia Sensi e Andrea Sirotti, La donna sulla luna (Poesie Scelte, 2011) e Le api (2014). Bernardino Nera e Floriana Marinzuli hanno curato la sequenza d’amore Estasi (Del Vecchio editore, Roma 2008) e Lo splendore del tempio (Crocetti, Milano 2011). Per il centenario della Grande Guerra Carol Ann Duffy ha curato l’antologia 1914: Poetry Remembers. Il suo più recente lavoro teatrale, rappresentato a Londra al National Theatre, è My Country, un montaggio interlocutorio di interviste sulla Brexit. Continua a leggere

Seamus Heaney, in memoria di te

Seamus Heaney e Marie Devlin / Credits ph. Luigia Sorrentino American Academy in Rome 16 maggio, 2013

di Luigia Sorrentino

Human Chain – Catena Umana è l’ultima raccolta di poesie di Seamus Heaney, (premio Nobel per la Letteratura nel 1995), apparsa in lingua originale da Faber&Faber il 2 settembre 2010,  pubblicata in Italia nel 2011 da Mondadori,  nell’eccellente traduzione di Luca Guerneri quando il poeta era ancora in vita.

Seamus Heaney in quest’opera della maturità nata da un’esperienza biografica animata da un’urgenza estrema, quanto mai vivida, perchè arrivata a intaccare il corpo fino a ottunderlo, esalta il discorso umano che sempre, in tutta la sua poesia,  è caratterizzato da una grande ampiezza di respiro e dall’energia dell’espressione, oltre che dal fortissimo legame con la propria terra. La Catena Umana per Heaney è il peso che si tramanda, da generazione a generazione, di mano in mano, nella continuità e solidarietà dei rapporti interpersonali, tra marito e moglie, e poi, dai genitori ai figli. Ma qual è la natura di questo peso, trasferito di mano in mano, da padre a figlio? Il peso è la memoria, una memoria attiva, “il sapere nel tempo”, un’ “eredità del tempo e oltre il proprio tempo”, che unisce il passato al presente.  Continua a leggere

VOLA ALTA PAROLA 2017


 

Torna per il quarto anno, presso la biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, Vola alta parola, rassegna poetica curata anche quest’anno dal poeta e recensore culturale Guido Monti.

Inaugurerà la rassegna organizzata dalla Fondazione palazzo Magnani venerdi 23 giugno ore 21.30 uno tra i più stimati poeti inglesi Jamie Mckendrik in dialogo con Massimo Bacigalupo, seguirà venerdi  col suo nuovo libro, Madre d’inverno, Vivian Lamarque, mercoledì 5 luglio lo scrittore ed editore tedesco Michael Kruger parlerà del suo percorso poetico con Luigi Forte e chiuderà con un reading dal suo ultimo libro, Fatti vivo, il 14 luglio la poetessa Chandra Livia Candiani. Quattro incontri di poesia, dunque, per far riflettere il pubblico sull’importanza di questa arte come strumento anche di coesione e ricchezza linguistica di una comunità in un momento di alta disgregazione sociale dovuta anche ad una sempre più spiccata approssimazione ed ignoranza linguistica. Ecco Vola alta parola si propone in questo nuovo ciclo di incontri come sempre di rimettere al centro l’uomo, la sua spiritualità, il momento della condivisione, nel tempo del cieco individualismo e della facile ideologia. Continua a leggere

Seamus Heaney, “Poesie”

heaneyIl Meridiano (Mondadori, 2016) uscito il 30 agosto 2016, riunisce due corpose antologie scelte dall’autore: la prima è relativa agli anni 1966-1987, la seconda è stata approntata dal poeta appositamente per il Meridiano e pubblicata postuma da Faber nel 2014.

Sono dunque presentate senza soluzione di continuità tutte le poesie scelte da Seamus Heaney come pietre miliari del suo cammino poetico: quasi cinquant’anni di versi con cui Heaney ha esplorato in profondità le corde della natura umana, raccontando la responsabilità di scelte individuali e collettive.

Il Meridiano è a cura di Marco Sonzogni. Saggio introduttivo e cronologia delle opere di Piero Boitani. Traduzioni di Massimo Bacigalupo, Luca Guernieri, Gabriella Morisco, Roberto Mussapi, Anthony Oldcorn, Francesca Romana Paci, Gilberto Sacerdoti, Marco Sonzogni.
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Cees Nooteboom, Premio “Lerici Pea” alla Carriera. Riconoscimento Speciale per l’Opera Poetica a Valentino Zeichen

cees-nooteboomAll’olandese Cees Nooteboom, nato a L’Aja nel 1933, letterato fra i più importanti del panorama europeo, autore di libri di poesia e di narrativa, viene assegnato l’11 settembre 2016, il Premio “Lerici Pea” Alla Carriera. La Cerimonia di premiazione si terrà alle ore 17 nella suggestiva cornice di Villa Marigola (Centro Congressi Carispezia) a Lerici. Continua a leggere

“Nella punta là in alto dei Climiti”

elena_salibra_w6001-204x300-2La Fondazione Il fiore ha pubblicato nel 2016 “Nella punta là in alto dei Climiti”, studi su Elena Salibra con Nove poesie inedite.

La poetessa e il critico: la poesia nel suo farsi

di Marco Santagata

Come molti dei presenti in questa sala ho avuto il privilegio di godere dell’amicizia di Elena Salibra. Una amicizia vera, di quelle confidenti e profonde. Credo però di essere, se non il solo, uno dei pochi ad avere avuto il privilegio di intrecciare un dialogo, non è eccessivo dire quotidiano, con Elena poeta. Non posso dire di aver visto nascere un poeta, ma di aver seguito passo passo la sua maturazione, fino alla conquista di una cifra espressiva originale, questo lo posso dire. Continua a leggere

Wallace Stevens, “Tutte le poesie”

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Per la prima volta l’opera poetica integrale di un grande maestro della poesia mondiale esce in tutte le librerie italiane: “Wallace Stevens, Tutte le poesie“, nella collezione Meridiani Mondadori (foto di Sylvia Salmi).

Il libro, curato e tradotto da Massimo Bacigalupo, raccoglie tutte le poesie che Stevens volle includere nel Collected Poems(1954), riprendendo pressoché integralmente le sue sei fondamentali raccolte: Armonium (1923), Idee dell’ordine (1936), L’uomo con la chitarra blu (1937), Parti del mondo (1943),Trasporto all’estate (1947), Le aurore d’autunno (1950), e aggiungendovi una sezione di splendidi testi degli ultimi anni, La roccia. Nella presente edizione sono incluse anche le poesie disperse contemporanee a La roccia e un’ampia scelta degli aforismi a cui il poeta affidava le sue intuizioni spesso paradossali, anche leggere e umoristiche, sempre incisive, che delineano la sua visione del ruolo fondamentale dell’arte nella vita e della vita nell’arte. Questa è la prima volta che l’opera poetica di Stevens viene integralmente tradotta in un’altra lingua, e che appare accompagnata da un commento dettagliato, che permetterà a tutti i lettori di scoprire e godere il tesoro inesauribile di questa scrittura.

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Tony Harrison, "Afrodite del mar nero"

 
tony_harrisonWorking class poet. War poet. Angry poet.
Poeta operaio. Poeta di guerra. Poeta arrabbiato.
Sono alcune delle molte definizioni che la critica ha riservato a Tony Harrison in questi ultimi decenni.
Il maggiore poeta inglese vivente, figlio della classe operaia e nutrito di cultura classica, raccoglie le sue poesie inedite più recenti in un libro provocatorio, confermando la tensione civile che lo contraddistingue, anche quando mescola i miti della classicità e le crisi in medio oriente: «sul mar nero… se le mie pietre radenti potessero continuare a saltare / arriverebbero in Georgia, sul Caspio, in Afghanistan…»
Il Festival Internazionale di Poesia Civile città di Vercelli ha consegnato a Tony Harrison il premio alla Carriera il 12 novembre scorso. Il grande poeta inglese è stato accolto dal presidente dell’associazione culturale “Il Ponte “(organizzatrice del festival) Luigi Di Meglio, dal sindaco di Vercelli Maura Forte e dal rettore dell’Università del Piemonte Orientale Avogadro, Cesare Emanuel. Harrison è stato presentato criticamente dal suo traduttore italiano, Giovanni Greco, e dall’editore Roberto Cicala.
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