Naike Agata La Biunda, “Accogliere i tempi ascoltando”

Naike Agata La Biunda

In anteprima pubblichiamo alcune poesie di Naike Agata La Biunda, tratte da “Accogliere i tempi ascoltando”  in uscita nella Collana Gialla di Pordenonelegge di LietoColle curata da Gian Mario Villalta e Michelangelo Camelliti.  Scopo dell’iniziativa editoriale è quello di scegliere, promuovere e diffondere l’opera di autori, spesso giovani e alla prima opera di poesia come nel caso di Naike.

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“Ad Patrem”, carme elegiaco di Gianluca Fùrnari

Il carme che qui ci presenta Gianluca FùrnariAd Patrem” è scritto secondo la tradizione elegiaca: si alternano esametri e pentametri seguendo una tradizione inaugurata in Grecia nel VII secolo a. C., una tradizione che raggiunge la vetta nel I secolo d.C. con poeti come Catullo, Tibullo, Properzio e Ovidio.  In particolare, il rappresentante al quale Gianluca  si ispira per scrivere il suo carme, è Mimnermo di Colofone, un poeta elegiaco greco antico vissuto, molto probabilmente, tra il VII e il VI sec. a. C. ed è  impostato come dialogo con il padre morto. La lingua che sceglie Fùrnari è però il latino da lui stesso definito “una lingua metastorica che, fino al secolo scorso, si è rivolta a tutte le generazioni con un linguaggio che non ha mai perso la sua lucidità”.
Me ne sono andato quando ho scoperto / che soffrivi di atropia, si legge in esergo al testo, e qui la parola atropia assume il significato della malattia della morte, della tenebra, in una caratterizzazione genetica, programmata. Poi nella sua nota Gianluca ci riferisce di un sogno, come a voler spiegare, a chi legge, che scrivendo in latino egli abbia cercato di entrare nella “metastoria”, mettendo in comunicazione la sua generazione con quelle che lo hanno preceduto attraverso un codice, una lingua, appunto, atropica:  una lingua che da un lato recide la vita e dall’altro ce la restituisce in un’elegia, un carme,  trasportato dalle ali di una farfalla notturna, come l’ Acherontia atropos che ha sul dorso il disegno di un teschio, ed emette, ogni tanto, uno stridìo, un verso, simile a un lamento.

(di Luigia Sorrentino)

 

Nota di Gianluca Furnari

Nei sogni dolorosi mi scoprivo spesso afono: non solo ero circondato da sagome monodimensionali, appena uscite dalle mani della mia coscienza, ma mi si toglieva persino il diritto di entrarvi in comunicazione. Sperimentavo una solitudine concentrica, e il tentativo di alzare la voce non faceva che esacerbarla. Continua a leggere

Gianluca Fùrnari

gianluca_furnariÈ più di questo? Mano nella mano
noi come passatori lungo strade
rifratte in te, la luce che non cade
benché sia notte… – Amore, è tutto vano:

non valgono la messa a fuoco, il piano
di affioramento, il grido per evadere:
qui si va in giro sempre a luci rade,
non si cospira, si respira piano –

poi ero solo… ero dentro una visione
planetaria di me, del temporale…
Dunque, amore, è così che fa la morte –

ero l’uomo proteso sulle porte
del sonno e, insieme, il sogno che lo assale
e annulla in sé qualsiasi ribellione.
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Pietro Russo, “A questa vertigine”

pietro_russodi Gianluca Furnari

In principio è l’ora 00:00, «l’istante assoluto» (00:00, p. 9). Le cifre tonde che marcano in apertura la raccolta d’esordio di Pietro Russo, Italic, 2016 A questa vertigine, non sono l’alpha né l’omega, piuttosto l’uroboro che abbraccia i due estremi. Siamo di fronte a una poesia che raggiunge la coscienza dopo aver attraversato una quiete ipnotica: i quattro zeri dell’incipit lampeggiano come un ultimatum su schermo bianco, minacciando una lunga epoca di effetto neve.

Ma forse è tutto sotto controllo. Qualche anno fa un’équipe di scienziati tedeschi è riuscita a sospendere il tempo di un fascio di luce, intrappolandolo per alcuni secondi in un cristallo opaco. L’operazione alla quale Russo sembra intento, nel suo laboratorio, non è poi tanto diversa: si tratta di convogliare nel segno linguistico tutte le energie del mondo presente, passato e futuro; inchiodare i movimenti; «tenere tempo e fiato» (Eravamo splendidi, p. 14) per portarsi d’un salto al centro delle cose. Continua a leggere

Gianluca Furnari & Pietro Cagni

funaridi Tommaso Di Dio

La poesia continua; non può non continuare: sembra che continuare sia il suo più essenziale e forte e profondo messaggio. Ogni qual volta che se ne senta più scorata la presenza, più perdute sembrino tutte le ragioni perché continui, ecco che, dalla crepa più arida dell’interruzione, sopraggiunge, all’istante, la poesia a dire di noi, a dire qualcosa che continua sottotraccia, che si credeva smarrito e obnubilato da infinite soglie di stupide deviazioni.

È con questa impressione sulle labbra che mi accingo a parlare di due giovani libri di due altrettanto giovani autori che emergono, negli ultimi mesi del 2015, con il loro esordio nel campo aperto della poesia italiana. Sto parlando di Vangelo Elementare (Raffaelli, Rimini 2015) di Gianluca Furnari (nato nel 1993) e di Adesso è tornare sempre (Le farfalle, Catania 2015) di Pietro Cagni (nato nel 1990): due libri completamente diversi eppure complementari, due libri che, pur nati entrambi alle pendici dell’Etna, sembrano aver percorso all’ombra di un diverso lutto fondativo distanze siderali, l’uno lontano dall’altro, per incontrarsi, infine insieme, in una pozza vibrante d’entusiasmo e presenza. Continua a leggere

Quadernetto di poesia contemporanea


4x4Mercoledì 11 Novembre 2015
, alle ore 17:00, nell’aula n. 268 della Facoltà di Lettere e Filosofia di Catania (Dipartimento di Scienze Umanistiche – Piazza Dante) si terrà la presentazione del numero inaugurale della collana Quadernetto di poesia contemporanea a cura di Grazia Calanna e Orazio Caruso (Algra Editore) intitolato 4×10.
Con l’editore Alfio Grasso, gli autori (Chiara Carastro, Antonio Lanza, Michele Leonardi e Pietro Russo) e i curatori, interverrà, in qualità di relatore, il prof. Giuseppe Savoca (ordinario di Letteratura italiana moderna e contemporanea, Università di Catania).

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Erminio Alberti, “Malascesa”

Letture

Chi ha conosciuto almeno un poco la cultura siciliana la fiuta immediatamente, la riconosce a naso, nella mischia irriverente di canto e morte che intride la poesia di Erminio Alberti. Alto e basso, luce e buio a improvvisi, la malinconia profonda di un popolo che incatena a dei fili la tragedia degli eroi dei poemi epici e li manovra, riproducendo il clangore lustrale delle armi, ma stavolta ficcate nelle mani di legno di piccoli fantocci pieni d’oro e colore, colmi di ogni evidenza eppure sempre segreti. Impossessati dalla tradizione e impossessati della tradizione. Da queste zone viene questa poesia. Dalle zone dei pupi e dei teatri della Magna Grecia. Cose antichissime tra spini e aranceti: nei toni a volte quasi orali e nei temi della poesia di Alberti riconosciamo infatti il sentimento pervasivo della morte che si rovescia in riso e in leggerezza – ma in una leggerezza sempre tragica, da disincantata alzata di spalle, non di gioia, salvo quando il poeta descrive le apparizioni femminili che gli tagliano la strada – e il loro andarsene immalinconisce: è cessato quel lampo di luce aliena che ci ha toccati come una parvenza di bontà per noi.
(Dalla prefazione di Maria Grazia Calandrone) Continua a leggere

Il problema Tozzi: il gigantismo del non essere nulla

Riletture
a cura di Luigia Sorrentino

“Con gli occhi chiusi” di Federigo Tozzi pubblicato in prima edizione nel 1919.

Recensione di Giorgio Galli

Con gli occhi chiusi è il romanzo emblematico di Federigo Tozzi. Eppure è il più irrisolto; ma proprio per questo è emblematico. Inizia con le movenze d’un vasto romanzo ottocentesco, d’un romanzo verghiano o nieviano; e ci si aspetta uno sviluppo conseguente. Ma questo sviluppo non viene: è come una serie di preludi a cui non segue l’opera. Eppure l’opera c’è, così viva da entusiasmare persino Pirandello. E’ noto ciò che ne scrisse il Girgentano: “Quando s’è finito di leggere, e, meglio, parecchi giorni dopo la lettura… uomini e cose, vicende e paesaggi, tutto insomma,acquista davanti a noi una tal consistenza di realtà che veramente ci stupisce, perché non riusciamo più a renderci conto, come davanti alla vita stessa, quali di quei tanti particolari che parean Continua a leggere

Luigi Carotenuto, “Vi porto via”

Letture
a cura di Luigia Sorrentino

Luigi Carotenuto ” Vi porto via” Edizioni Prova d’Autore 2011

Si avverte il peso della gravità delle cose che accadono leggendo la poesia di Luigi Carotenuto. Si leggano questi versi epigrammatici: “La madre soffre/ la figlia piange/ il padre assente/ si diverte/ con l’amante”. In essi è racchiusa un’esperienza estremamente realistica e comune. Poche parole per congelare in un’immagine la cecità di chi si nasconde dietro l’indifferenza, la superficialità, la mancanza di lealtà. Ecco quindi che la poesia di Luigi Carotenuto richiama l’attenzione del lettore e lo mette di fronte a se stesso, lo costringe a guardarsi  in un movimento di coscienza civica come quando scrive in un altro componimento: “Madonna mia/ salvami dalla pornografia// Anima d’ametista/ chiudimi la rivista” […].  Per risvegliare nel lettore ignaro la consapevolezza della propria banalità, Luigi Carotenuto si confronta con il quotidiano che passa nei nostri occhi e che ci lascia nell’indifferenza più assoluta abituati come siamo a non voler vedere dove si annida l’ignoranza, quella che fa male, che genera indignazione. “Vi porto via”  sembra voler proteggere l’infanzia, piegare il male di una società sorda ed egoista e accogliere un mondo di bambini nuovi, figli della consapevolezza degli adulti. Continua a leggere

Presentazione a Roma di “Trinacria Park”

Appuntamento
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Presentazione a Roma del romanzo di Massimo Maugeri “Trinacria park”  (Edizioni E/O). Con l’autore interviene Luigi La Rosa.

Venerdì 10 maggio, ore 18:00 Libreria Ibs Via Nazionale 254/255- Roma:

All’interno di una piccola isola siciliana è appena stato costruito il Trinacria Park: un enorme parco tematico destinato a diventare il più importante d’Europa. La sua notorietà deriva anche dal ritrovamento di un antichissimo carteggio contenente brani di un poema epico in greco antico che narra le vicende delle tre Gorgoni. Nel corso della settimana di inaugurazione – caratterizzata da festeggiamenti a cui partecipano centinaia di celebrità – si sviluppa una terribile forma epidemica che causa la morte di decine di persone, tra cui il Presidente della Regione Siciliana e diversi vip. Si scatena il panico. Per via del sospetto di un attentato Continua a leggere

Michela Marzano, presentazioni

MICHELA MARZANO – Volevo essere una farfalla, Mondadori


14 aprile, Padova
Libreria Feltrinelli, via San Francesco 7.
h. 18:00

17 aprile, Catania
Libreria Cavallotto, corso Sicilia 91.
h. 17:30

19 aprile, Palermo
Libreria Mondadori Multicenter, via Ruggero Settimo 16.
h. 18:00

Maurizio Cucchi a Roma con ‘La maschera ritratto’

Mercoledì 29 Giugno alle18:00 a Roma, al Centro Culturale Bibli (Via dei Fienaroli, 28) Fabrizio Fantoni e Elio Pecora presentano il libro di Maurizio CucchiLa Maschera Ritratto“.  Voce recitante, Annarita Chierici. Sarà presente l’autore.

Il tepore di un vagone semivuoto in una limpida giornata d’inverno, il conforto di una gita domenicale nei luoghi dell’infanzia e poi un incontro inatteso, un tuffo al cuore… può capitare così, in una giornata qualsiasi, quando “si è ormai cresciuti e non si ha più paura del mondo”, di scoprire che l’immagine che abbiamo di noi stessi, messa insieme negli anni tassello dopo tassello, si basa su un errore. Continua a leggere