Nadia Agustoni, “Per il verso giusto” (I poeti su Radio Uno)

Nadia Agustoni è il poeta protagonista della puntata del 15 agosto 2012 di “Per il verso giusto”, incontri con i poeti contemporanei, (in onda tutti i mercoledì dalle 5:40 alle 6:00 su Radio Uno), un programma ideato e condotto da Luigia Sorrentino per Radio Uno.
E’ nata a Bergamo, dove vive, nel 1964. Lavora in fabbrica, alle presse. Da vent’anni pubblica libri di poesie, usciti in plaquettes e con piccoli editori. La diffusione della sua poesia ha però avuto un percorso difficile come spesso accade a chi non ha un editore forte alle spalle. L’avvento del web e della rete l’ha un po’ tolta dall’isolamento, ma resta una persona appartata, solitaria, un outsider. Avrebbe voluto pilotare aerei, ma la sua forte miopia glielo ha impedito.
Il percorso poetico di Nadia Agustoni è iniziato negli anni Novanta. Lei si definisce un’autodidatta, perché non ha terminato le scuole superiori per problemi familiari. Il suo libro più significativo è uscito nel 2009, Taccuino nero (Le voci della luna editore), nel quale Nadia parla degli effetti  che produce su corpo e mente la realtà totalizzante del lavoro in fabbrica.

Qui sotto “Per il verso giusto” Incontri con i poeti contemporanei di Luigia Sorrentino
Radio Uno, puntata del 15 agosto 2012 con Nadia Agustoni
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[flv]http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/2012/07/sorrentino-nadia-agustoni-1.mp4[/flv]

‘Per il verso giusto’, incontri con i poeti contemporanei è un programma ideato e condotto da Luigia Sorrentino poeta e giornalista di Rainews per Radio1. Va in onda tutti mercoledì dalle 5:40 alle 6:00 dal 4 luglio e fino al 5 settembre 2012. Tra i protagonisti di questo primo ciclo di incontri, alcuni dei più importanti poeti italiani: Mario Benedetti, Milo De Angelis, Giuseppe Conte, Maurizio Cucchi, Biancamaria Frabotta, Mariangela Gualtieri, Vivian Lamarque, Elio Pecora, Valentino Zeichen con una sola eccezione: una poeta della generazione degli anni Sessanta, Nadia Agustoni che oltre a lavorare su tematiche civili molto importanti, come quella del lavoro in fabbrica, rappresenta la continuità nella tradizione poetica italiana.

Il nucleo tematico della trasmissione è l’autobiografia raccontata attraverso la lettura del poeta che porta dentro di sé il mondo in cui è maturata l’opera poetica.

17 pensieri su “Nadia Agustoni, “Per il verso giusto” (I poeti su Radio Uno)

  1. Un’eccezione molto interessante, una voce sicura e consapevole. Per me, Nadia Agustoni è tra le più “vere” e significative voci poetiche contemporanee. La seguo da tempo, la sua è poesia che guarda il mondo con sensibilità e percezione acuta dei limiti e della “fatica” del nostro stare in questa società sempre meno umana
    Liliana Z.

  2. Sono d’accordo con Liliana. Se le eccezioni sono basate sul valore e sull’importanza della scrittura, sono non solo ben accette ma necessarie. E Nadia Agustoni è una voce fondamentale.

    Francesco t.

  3. Sono contenta di questi spazi di poesia in radio, mi piace ascoltare la voce dei poeti, le loro storie. Mi auguro che cresca l’ascolto di poesia, anche attraverso iniziative come questa. L’orario non è, in fondo, un vincolo, perché le interviste si possono riascoltare e diffondere sul web. Sono contenta della presenza di Nadia Agustoni, una delle poche voci femminili che ci hanno parlato della fabbrica, una delle poche poete operaie… coltissima e profonda, la sua voce merita ascolto. Grazie, un caro saluto.
    loredana

  4. Grazie per i vostri commenti, che accolgo con gratitudine. Oggi è un grande giorno, un giorno di festa per me. Grazie a Nadia, a tutti voi.

  5. Sono anch’io convintissima che la voce di Nadia (Agustoni), dell’amica Nadia, che pubblicammo tra i primi nella nostra Gazebo Libri, sia una delle voci più importanti e forti della odierna poesia. Voce di donna-poeta. Voce di coraggiosa poeta-operaia. Voce che chiede ascolto e giustizia per tutte e tutti gli/le altre.
    Sono davvero felice dell’attenzione che le è rivolta e che merita assolutamente.
    Mariella B.

  6. Voce da ascoltare, versi da percorrere anche per sentieri di altre lingue, partendo proprio da “Taccuino nero”, nel mio personale itinerario di lettura nodo centrale – di nervi e terra, di pesi e storie, di speranza e presagi colti e accolti con il piglio equanime di chi accetta di immergersi nel magma e ne sa e ne vuole emergere – da cui parto per rivolgermi a ritroso nel tempo alla “omonimia del transito” del “Libro degli haiku bianchi” del 2007, alla domanda che muove la sezione “In mezzo” di “icara o dell’aria” del 2000, poi in avanti verso il coraggioso negarsi qualsiasi tentazione salvifica nella plaquette “Le parole non salvano le parole” e verso il “cantare confine” del “Peso di pianura”. Mi è compagno, anche nelle letture più recenti, il coerente diniego alla ridondanza, segno della poesia di Nadia Agustoni.

  7. Una poesia che non fa sconti quella di Nadia Agustoni; parole che non ti consentono di girarti dall’altra parte e che ti accompagnano, riaffiorando inesorabili.
    Nadia è capace, con il proprio sguardo, di attraversare le esperienze che la vita pone, estraendone senso che diventerà poi, corpo e materia nella sua scrittura.
    Una voce che penso, potrà regalarci ancora molte pagine interessanti.
    Marco B.

  8. Giovanni D’Amiano Ho appena ascoltato il poeta Agustoni, nell’intervista di Luigia Sorrentino. Una specie di choc. Ho sentito una donna fragile fisicamente, dolente,quasi timida, ma di una forza d’anima e di un coraggio estremi: mi viene da pensare a una quasi Piaf della poesia. La fabbrica è il suo inferno come condizione esistenziale, ma anche il suo laboratorio privilegiato di osservazione e di elaborazione critica e poetica della condizione esistenziale sua e generale. E’ un operaio in fabbrica con i suoi turni rigidi e riprtitivi, ed è un operaio della poesia, con turni alterttanto rigidi, sottratti al riposo e al sonno. Mi ricorda anche la poesia drammatica di “Tempi Moderni” di Charlot, con i danni fisici e mentali del lavoro ripetitivo, i cui tempi sono rigidamente dettati dalla macchina. A proteggerla e salvarla dal rischio di alienazione interviene la poesia, attraverso la quale elabora criticamente (e energicamente) la sua condizione esistenziale, la quale assurge, semplicemente, a paradigma della condizione esistenziale dell’uomo.
    E’ un poeta che voglio conoscere. Grazie, Luigia

  9. Attraverso Agustoni, credo di aver capito la differenza tra poeta “vero” e chi “fa” poesia, di cui parlava Giovanni Abbate, in questo blog. Il poeta “vero” è colui che scrive per un bisogno esistenziale, vitale; il poeta che “fa” poesia è un letterato che scrive versi per soddisfare il proprio gusto estetico, ha nei confronti della poesia un interesse letterario e culturale, ma potrebbe ugualmente vivere senza…poesia. Il poeta del tipo Agustoni scrive per necessità vitale:non può sopravvivere senza poesia. Il problema si sposta allora al seguente: è possibile differenziare la “poesia” del poeta per necessità esistenziale da quella del poeta per vocazione-scelta letteraria? Credo di sì.

  10. Cara Nadia,
    grazie ancora per aver partecipato a questo primo ciclo di incontri con la poesia contemporanea. La scelta su di te non è stata casuale, lo sai, te l’ho detto. Mi hanno convinto le tue poesie.

  11. Gentile Luigia, nel commento alla differenza tra “essere poeta” e “fare poesia” ho, (cosa di cui mi scuso con te), erroneamente riportato il nome di Giovanni Abbate, mentre a porre il problema è lo scrivente che si firma “piergiorgio”. E la differenza è posta precisamente tra “essere poeta” e “fare poesia” e non tra poeta “vero” e chi “fa” poesia. (Il caldo, l’età…)
    Se fosse possibile eliminare il commento incriminato, lo sostituirei con quello corretto. Chiedo scusa, ancora. Un cordiale saluto. Giovanni

  12. cara luigia
    ho visto i testi di nadia agustoni. Autentici, essenziali, senza tanti intellettualismi che alla poesia non fanno mai bene. Finalmente.
    Grazie
    Brunella

  13. Seguo quotidianamente una rivista on-line dove la poetessa è redattrice, e forte è stato per me l’impatto con la sua voce.
    Colpisce nell’intervista, la lotta per la conquista del silenzio. Il rumore forte impedisce di pensare, il pensiero confuso è il mosaico dove s’innestano le tessere del dominio. La sveglia messa prima del lavoro, perché la mente non debba essere contaminata dalla confusione del rumore. Una ricerca di purezza, virtù che potrebbe salvarci, visto che di salvezza anche si parla nei versi di Nadia Agustoni.

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