Stefano Benni, “La traccia dell’angelo”

Nello scaffale, Stefano Benni
La traccia dell’angelo
a cura di Luigia Sorrentino

La lotta cosmica
di Nadia Agustoni

L’ultimo libro di Stefano Benni, La traccia dell’angelo (Sellerio 2011), è una storia sull’eterna lotta tra il bene e il male e un racconto sul dolore. Costellato di presenze angeliche, ma si tratta di angeli sporchi perché capaci di mettere le mani sulle ferite degli uomini, ci porta dentro l’inferno della dipendenza dai farmaci con la scrittura del Benni più poetico e amaro. Sembra di scorgervi tracce autobiografiche, e al di là di tutto è il miglior Benni degli ultimi anni che riporta alla memoria Elianto uno dei libri che, nel lontano 1996, riuscì a raggiungere anche chi si era perduto nel cortocircuito della merce.

Morfeo, il protagonista di questo breve romanzo, è fin dal nome un designato. Vittima di un incidente domestico quando è bambino, cresce con diagnosi mediche incerte che lo renderanno schiavo dei farmaci. I suoi tentativi di uscire dalla dipendenza rivelano il mondo intorno a lui, i medici, i congiunti e gli altri pazienti, come in un bianco e nero. E’ l’eterna lotta tra chi cerca il bene, per e negli uomini, e chi coglie ogni occasione per porsi nella distanza indifferente per cui la malattia altrui diventa occasione di carriera e sfruttamento. Gli affetti privati, nella loro complessità e fragilità, e la condanna espressa pacatamente ma con efficacia, verso le industrie farmaceutiche, potrebbero lasciare il lettore meno attento un po’ deluso, quasi certi temi fossero troppo scontati. Benni crea però alcuni personaggi che aprono il racconto alla lotta cosmica tra il bene e il male. Sono gli angeli ribelli che non accettando il dolore si prendono cura degli uomini e portano a tutti un messaggio di guarigione. Nel farlo mettono in rilievo che la loro vita sulla terra non raccoglie preghiere, ma è “la goccia in più di bene” che fa durare il mondo. Se sia giusto o sbagliato, nel gioco del cielo o di Dio, non lo sappiamo; nelle pagine di Stefano Benni Elpis e Gadariel, gli angeli caduti, ci appaiono così umani che ognuno di noi potrebbe impersonarli.

Stefano Benni, La traccia dell’angelo, Sellerio 2011.

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