Fabio Franzin, “Erba e aria”

Fabio Franzin

«Da alcuni decenni il nome di Fabio Franzin è ben noto ai lettori di poesia; che lo associano principalmente al tema del lavoro, della fabbrica, e a tutto il groviglio di vite e contraddizioni di quel mondo. (…) Eppure nella già vasta opera di Franzin non è affatto assente almeno un’altra armonica, che dagli interni/inferni industriali conduce verso l’auscultazione del mondo naturale, e con esso della memoria che il paesaggio evoca. (…) A questa seconda intonazione poetica appartengono i testi di erba e aria; per i quali dunque non si può certo parlare di assoluta sorpresa, ma piuttosto di paziente continuità con le proprie radici poetiche. E tuttavia (…) il lettore non può non avvertire stavolta un moto di stupore: non per i temi o l’ambientazione, dunque, né per la scelta dialettale già ampiamente sperimentata, sì invece per la leggerezza, per l’impalpabile felicità dello sguardo e dell’espressione, che si confronta con gli elementi basici del paesaggio naturale attraversato dalla storia umana: l’erba, l’acqua, l’aria, le ali, i fiori, e il dedalo di sentieri, viottoli e stradine che in quell’ambiente si inoltrano. Continua a leggere

Danilo Mandolini, “A ritroso”


a_ritroso
Nota dell’autore
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Raccolgo, qui, una vasta selezione di versi e prose tratta dai volumi ad oggi pubblicati. A questa si aggiunge, in apertura, una scelta di componimenti per la quasi totalità inediti e, comunque, mai inseriti in una silloge.
Fatta eccezione per alcuni testi provenienti dall’ultimo libro dato alle stampe, la stragrande maggioranza degli altri è stata sottoposta ad un lavoro, più o meno consistente, di revisione; una riorganizzazione, riordinazione e rscrittura con “la mano”, con “lo sguardo” ed il gusto di oggi.  Per tutto quanto appena indicato si può quindi affermare che A ritroso è, per il sottoscritto ed in buona sostanza, un lavoro nuovo.

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Francesco Tomada, “Portarsi avanti con gli addii”

tomadaNota di Nadia Agustoni 

Ci mancava la voce di Francesco Tomada e ora grazie a questa nuova raccolta la ritroviamo. “Portarsi avanti con gli addii”, Raffaelli Editori, 2014,  ha un dire asciutto, semplice e diretto nel giungere al cuore di ciò che vuole comunicare. Un album del crepuscolo, polaroid infilate tra le pagine coi volti degli affetti e degli incontri più o meno duraturi. E certo anche coi volti delle perdite.

I vuoti e l’attesa sono una delle possibile letture, ma direi che il significato più autentico è quel cercare la vita nei gesti attenti dell’amore: verso una madre morente che si ha cura di lavare e accudire e verso un figlio che rischia di farsi male per disattenzione.

I conflitti, l’amarezza, il quotidiano mai facile da vivere e un sentire troppo forte che al fondo di noi siamo un po’ di bisogno e un po’  di libertà, diventano con Tomada un andare dove c’è più spazio e dove si spera che almeno qualcosa avrà un senso nuovo. Come la ragazza sordomuta di una delle poesie che parla “la sola lingua in cui / nessuno può gridare “ (p.19) Tomada non grida, ma ci spinge ad un ascolto profondo. Usciamo dalla lettura rinfrancati e col senso di un possibile attenuarsi della barbarie che ci circonda.

La postfazione di Fabio Franzin è uno studio partecipe ed accurato dell’intera opera poetica di Tomada, più che consigliata a chi non conoscesse i libri precedenti.

(Apparsa in QuiLibri n.28 marzo aprile 2015)

Giacomo Sandron, “Cossa Vustu che te diga”

 

sandron[1]Dalla prefazione di Fabio Franzin

“Te mancarà e man de me nona / i so grossi dei come gropi e duri / che te li ficava drento in senocioni / su la cuiera, col soriso tai oci” (Ti mancheranno le mani di mia nonna / le sue dita grosse come nodi e dure / che ti affondava dentro in ginocchio / nell’orto, col sorriso negli occhi). Sono fra i primi versi che accolgono il lettore di questa intensa raccolta poetica, in un testo, quello che si propone come una sorta di intro musicale, una dichiarazione d’amore e al contempo di odio rivolti al proprio paese, leitmotiv che percorrerà, come una crepa lunga, l’intero percorso che vede, passi e parola, snodarsi al suo interno. Poi, verso la fine della stessa, in una delle ultime sezioni, l’autore riprende humus ed enunciato, innestandovi però un senso di smarrimento, di lontanìa, per dirla alla Marin: “La rotta si perde anche coi piedi calcati per terra”. Nel testo successivo, l’autore aggiunge ancora, come per giustificare tale “stornità”: “Sarà che qua la terra sta / allo stesso livello dell’acqua”. Basterebbero questi tre brevi estratti per riassumere il background, il substrato in cui affondano le parole di Giacomo Sandron, e in virtù di una qualche loro misteriosa proprietà, risalgono poi a galleggiare. Un autore che giunge, finalmente, a consegnare alle stampe una raccolta organica che riassume oltre un decennio di ottime apparizioni sparse su plaquette, libretti artistici e artigianali, riviste cartacee e su web, e una costante presenza in readings e letture, performance e partecipazioni a poetry slam (di cui è uno degli interpreti più apprezzati). Continua a leggere

L'Italia a pezzi

L'Italia a pezzi[1]Antologia di poeti in dialetto e altre lingue minoritarie tra Novecento e Duemila
“L’Italia a pezzi” è il primo risultato di una lunga ricerca iniziata nel 2008 dalla rivista Argo e proseguita per cinque anni con un folto gruppo di giovani critici, dalla quale è scaturita una mappatura della produzione poetica neodialettale e postdialettale dell’ultima fase del Novecento e dei primi anni del Duemila. L’antologia rappresenta un nuovo approdo e un punto di partenza per la poesia e per la letteratura contemporanea in Italia. Questo lavoro colma un vuoto creatosi negli ultimi quindici anni, durante i quali, dopo le approfondite esplorazioni compiute da Franco Brevini, si è registrata una quasi totale mancanza di accoglienza per le voci neodialettali da parte della grande editoria, a fronte di una produzione sempre più ricca e qualitativamente notevole. “L’Italia a pezzi” propone al lettore una campionatura di autori per i quali il ricorso alla scrittura dialettale non si configura come ripiegamento sul piccolo mondo antico, ma come un necessario incontro con la realtà/contemporaneità, che in molti poeti antologizzati produce scarti linguistici dalla norma. Continua a leggere

VerDarti: poesie nel parco, a Villa Dolfin

foglianomiUna villa | A villa

Un incantevole parco con un lago | A lovely park with a lake

Poesie appese per tutto il parco  | Poems hung throughout the park

Tre giorni di poesia, letture, presentazioni, performance 

Three days of poetry, readings, presentations, performances

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Premio Teglio Poesia 2014

Teglio_Poesia
Anche quest’anno Gian Mario Villalta, con la XV edizione del Premio Teglio Poesia – il concorso letterario che premia con 1000 euro i poeti giovani under 40 di tutta Italia -conferma la sua attenzione ai giovani.
Il Premio è promosso dal Comune di Teglio Veneto in collaborazione con l’associazione culturale Porto dei Benandanti. Continua a leggere

Fabio Franzin, “Fabrica e altre poesie”

Letture
a cura di Luigia Sorrentino

dalla Prefazione di Giuliano Ladolfi

La solitudine del “cittadino globale”
Dove cercare la vita all’interno della poesia italiana, dove trovare la realtà che stiamo vivendo senza cadere nella cronaca? Tra accademia e conventicole editoriali, tra promozioni e antologie, tra consacrazioni e icone massmediatiche? Il panorama non è certo incoraggiante. Nel frattempo la società cambia completamente aspetto: è finita un’epoca e se ne apre un’altra. Il “villaggio globale” non è un’utopia, è una rete collegata da internet, tv satellitare, cellulari e disastri economici. Popoli interi si disperdono, la tradizione corre il pericolo di essere annullata, si affacciano alla “civiltà dei consumi” nazioni prima sottosviluppate. E si continua a scrivere come se il mondo si fosse fermato all’età romantica.

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Il soggiorno dei poeti

Appuntamento

Nasce, ad Arta Terme di Udine, terra dove soggiornarono Carducci, Percoto, Pasolini, il Festival di Poesia IL SOGGIORNO DEI POETI.

Il 2, 3, 4 agosto si svolgerà la prima edizione di un festival che ha la natura di un ritiro di poeti aperto al pubblico. Per 3 giorni una ventina di scrittori vivranno ospiti del Comune e in questo leggeranno i propri versi, presenteranno i propri libri, si sfideranno in una gara poetica con in premio una pubblicazione offerta dalla Samuele Editore. E dal titolare della Samuele Editore, Alessandro Canzian, direttore artistico della manifestazione, le parole di ringraziamento al Comune e All’assessorato alla Cultura di Arta: “In un momento di profondissima crisi, nel quale si vedeva sempre il fondo del pozzo da due o tre anni, per poi scoprire che il fondo era sempre più in basso, nasce un interesse, una voglia di poesia. Continua a leggere