Etna in scena

A Zafferana Etnea, giovedì 28 agosto 2014, alle 20.30, al Parco Comunale (palazzina Liberty) nell’ambito della kermesse “Etna in scena 2014”, si terrà la prima edizione di  “versi verso versi” declinazioni poetiche a cura di Grazia Calanna  e Luigi Carotenuto, ingresso libero.
La manifestazione, proposta da EstroLab, editrice del periodico culturale l’EstroVerso (www.lestroverso.it), vedrà alternarsi, ogni poeta, col proprio singolare fraseggio (Sebastiano Adernò, Saragei Antonini, Francesco Balsamo, Angela Bonanno, Giampaolo De Pietro, Vincenzo Galvagno, Raffaele Gueli, Antonio Lanza, Santina Lazzara, Michele Leonardi, Daita Martinez, Savina Dolores Massa, Sebastiano A. Patanè-Ferro, Margherita Rimi, Pietro Russo, Angelo Santangelo,  Davide Spampinato, Francesca Taibbi, Luigi Taibbi,  Gisella Torrisi, Anna Vasta) accompagnati, ora dal silenzio, ora da musica dal vivo.
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Luigi Carotenuto, “Vi porto via”

Letture
a cura di Luigia Sorrentino

Luigi Carotenuto ” Vi porto via” Edizioni Prova d’Autore 2011

Si avverte il peso della gravità delle cose che accadono leggendo la poesia di Luigi Carotenuto. Si leggano questi versi epigrammatici: “La madre soffre/ la figlia piange/ il padre assente/ si diverte/ con l’amante”. In essi è racchiusa un’esperienza estremamente realistica e comune. Poche parole per congelare in un’immagine la cecità di chi si nasconde dietro l’indifferenza, la superficialità, la mancanza di lealtà. Ecco quindi che la poesia di Luigi Carotenuto richiama l’attenzione del lettore e lo mette di fronte a se stesso, lo costringe a guardarsi  in un movimento di coscienza civica come quando scrive in un altro componimento: “Madonna mia/ salvami dalla pornografia// Anima d’ametista/ chiudimi la rivista” […].  Per risvegliare nel lettore ignaro la consapevolezza della propria banalità, Luigi Carotenuto si confronta con il quotidiano che passa nei nostri occhi e che ci lascia nell’indifferenza più assoluta abituati come siamo a non voler vedere dove si annida l’ignoranza, quella che fa male, che genera indignazione. “Vi porto via”  sembra voler proteggere l’infanzia, piegare il male di una società sorda ed egoista e accogliere un mondo di bambini nuovi, figli della consapevolezza degli adulti. Continua a leggere