Frank O'Hara

O'HaraLa Coca di Frank
di Gandolfo Cascio 
Nel Novecento inglese c’è stato un gran viavai di poeti tra il Vecchio e il Nuovo mondo: l’americano Eliot si trasferisce in Inghilterra allo scoppio della guerra; il very British Auden invece l’abbandonerà, asfissiato dalla buona educazione; mentre Dylan Thomas, gallese, avrà un successo – come si dice in questi casi – strepitoso, grazie a dei reading ormai memorabili, tenuti prima a New York e poi on-the-road per il continente. Chi invece del proprio ‘essere’ americano riuscì a fare una parte sostanziale della propria poetica è stato Frank O’Hara. Anzi la sua routine newyorkese diventerà soggetto/oggetto di alcuni dei suoi più interessanti e autentici componimenti. Continua a leggere

On the road of poetry

poeti_milanoAlla Casa della Poesia di Milano, sabato 15 marzo 2014, alle ore 19.30, si terrà On the road of poetry, a cura di Federica Negri Guglielmini: ‘Una macchina veloce, l’orizzonte lontano e la poesia da scoprire e amare alla fine della strada’.
Ispirandosi a ‘Sulla strada ‘ di Jack Kerouac, un’opera letteraria che ha rappresentato un’intera Generazione nei suoi pregi, difetti e immancabili contraddizioni, la Casa della poesia di Milano apre il microfono a sei poeti, a sei testimoni di queste ultime generazioni: Mary Barbara Tolusso, Tommaso di Dio, Alessandra Frison, Damiano Scaramella, Gianluca Lattuada, Julian Zhara.
Durante la serata: buffet e una degustazione di vini romagnoli. Continua a leggere

Scrittori italiani ‘stroncati’… da se stessi

Vi segnalo una iniziativa interessante di Gian Paolo Serino (nella foto) “Scrittori stroncati da scrittori (se medesimi)” inaugurata oggi  sul sito Satisfiction.

Ecco quanto scrive Serino: “Alcuni tra i maggiori scrittori italiani hanno deciso di stroncarsi. Non la carriera, per quello c’è sempre tempo, ma il loro ultimo romanzo. Con feroce ironia hanno deciso di guardarsi allo specchio e riflettere sulla propria opera.

Lontano dalle passerelle di carta, dai confessionali televisivi e dai tinelli catodici dei nostri pomeriggi postmoderni (dove tutto più che vero sembra ormai diventato ‘Verissimo’) l’onestà intellettuale è l’ultima speranza che rimane alla letteratura per diventare non eco, ma Voce.

‘Scrittori stroncati da scrittori’, che nel titolo ricorda la collana Einaudi ‘scrittori tradotti da scrittori’, vuole evidenziare come gli scrittori contemporanei abbiano ormai i dovere non solo di riflettere, ma anche di riflettersi. Continua a leggere

La lettera che Kerouac scrisse a Marlon Brando…

Jack Kerouac nel 1957 scrisse a Marlon Brando: “Facciamo un film su ‘On the Road’?” Brando, che non rispose mai a quella lettera, aveva già girato ‘Un tram che si chiama desiderio’, ‘Giulio Cesare’, ‘Fronte del porto’ e  ‘Sayonara’.

Jack Kerouac, due anni meno di lui, aveva appena pubblicato il suo capolavoro ‘On the road’, (Sulla strada), il romanzo manifesto della beat generation. Senza alcun complesso di inferiorità lo scrittore amico di William Burroughs e Allen Ginsberg, scrive all’attore che a 33 anni conosceva già un enorme successo. “Caro Marlon, vorrei chiederti di acquistare i diritti di ‘On the Road’ per farne un film. Non preoccuparti della struttura del libro, saprei comprimere e riorganizzare la trama quel tanto che basta per farne un film dalla struttura
perfettamente accettabile”, scrive Kerouac in una lettera scoperta nel 2005, battuta all’asta da Christie’s e pubblicata integralmente da The Huffington Post e rilanciata oggi tradotta in italiano italiano sul sito www.satisfiction.me.

“Avanti, Marlon, non stare con le mani in mano e rispondi”, ma Brando, a quanto si sa oggi, non rispose mai alla richiesta di quel film da fare insieme, entrambi da protagonisti e con l’interesse della major Warner Bros per la produzione. Continua a leggere

Jack Kerouac, ‘The Sea is my brother’

Sarà pubblicato a 40 anni dalla sua morte il libro ‘The Sea is my brother’, prima fatica letteraria perduta’ di Jack Kerouac , il padre della Beat Generation, secondo quanto riporta il sito della Bbc.

Per anni si era creduto che il manoscritto fosse andato perduto, quando il romanzo è stato trovato dal cognato nell’archivio dello scrittore. Il libro, che è stato scritto quando Kerouac aveva una ventina d’anni, racconta una sua esperienza in mare .

“Il libro è veramente importante in quanto mostra l’evoluzione dello stile di Jack”, ha detto l’editrice Dawn Ward. “Le lettere che ci parlano di quel periodo, ci dicono che lui e Sebastian [Sampas] leggevano autori e drammaturghi molto importanti”. Inoltre, “il libro mostra un lato di lui che non avevamo mai visto nei suoi altri lavori”, ha concluso Ward.

Il romanzo ‘perduto’ di Jack Kerouac (1922-1969) “The sea is my brother” (Il mare è mio fratello), che scrisse durante gli anni giovanili in cui si era arruolato nella marina militare americana, viene pubblicato integralmente per la prima volta dall’editore Penguin, che lo distribuisce in Gran Bretagna, Irlanda, Canada, Stati Uniti e Australia. Continua a leggere

The Paris Review, Interviste

Fandango Libri presenta ‘THE PARIS REVIEW, INTERVISTE  Volume III’ dove compaiono interviste a scrittori vari.

“Le interviste più belle agli scrittori sono quelle pubblicate dalla Paris Review.”
Paolo Giordano

“Sul serio folgoranti.”
Antonio D’Orrico, Sette

Leggete un solo libro? Che sia questo.
Antonio Debenedetti, Corriere della sera 

 

 

Da quando è stata fondata, nel 1953, The Paris Review ha avuto il merito di restituire all’attenzione dei lettori appassionanti conversazioni, dal valore letterario inestimabile, realizzate con le più grandi voci del nostro secolo: brevi scatti folgoranti che li ritraggono nella loro quotidianità, conversazioni a metà tra una lezione filosofica e le chiacchiere da bar su metodo, scrittura e tradizione, piccoli flash su tic e manie che ricorrono durante la stesura di quelle opere che li hanno resi celebri.

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In memoria di te, Fernanda Pivano

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In memoria di te
a cura di Luigia Sorrentino

Il 18 luglio 1917 nacque a Genova la scrittrice Fernanda Pivano. Cesare Pavese – che fu il suo insegnante privato – voleva che la Nanda leggesse “Addio alle armi” per capire la differenza tra la letteratura inglese e la letteratura americana. Gli altri libri che il poeta le lasciò una sera c’erano l'”Antologia di Spoon River” di Edgar Lee Masters, l’ “Autobiografia” di Sherwood Anderson e “I fili d’erba” di Walt Withman. Continua a leggere