Frank O'Hara

O'HaraLa Coca di Frank
di Gandolfo Cascio 
Nel Novecento inglese c’è stato un gran viavai di poeti tra il Vecchio e il Nuovo mondo: l’americano Eliot si trasferisce in Inghilterra allo scoppio della guerra; il very British Auden invece l’abbandonerà, asfissiato dalla buona educazione; mentre Dylan Thomas, gallese, avrà un successo – come si dice in questi casi – strepitoso, grazie a dei reading ormai memorabili, tenuti prima a New York e poi on-the-road per il continente. Chi invece del proprio ‘essere’ americano riuscì a fare una parte sostanziale della propria poetica è stato Frank O’Hara. Anzi la sua routine newyorkese diventerà soggetto/oggetto di alcuni dei suoi più interessanti e autentici componimenti. Continua a leggere

In memoria di te, Fernanda Pivano

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In memoria di te
a cura di Luigia Sorrentino

Il 18 luglio 1917 nacque a Genova la scrittrice Fernanda Pivano. Cesare Pavese – che fu il suo insegnante privato – voleva che la Nanda leggesse “Addio alle armi” per capire la differenza tra la letteratura inglese e la letteratura americana. Gli altri libri che il poeta le lasciò una sera c’erano l'”Antologia di Spoon River” di Edgar Lee Masters, l’ “Autobiografia” di Sherwood Anderson e “I fili d’erba” di Walt Withman. Continua a leggere

Il metodo di Fernanda Pivano, la testimonianza diretta

Fernanda Pivano e Luigia Sorrentino foto d’archivio

Fernanda Pivano nome tutelare della Beat Generation in Italia, ha iniziato la sua attività letteraria sotto la guida di Cesare Pavese, nel 1943, con l'”Antologia di Spoon River“, di Edgar Lee Masters. Successivamente ha tradotto molti altri romanzieri americani, Faulkner, Hemingway, Fitzgerald, Anderson, Gertrude Stein, corredando, a quasi tutte le sue traduzioni, saggi critici. Come talent scout editoriale ha suggerito la pubblicazione degli scrittori contemporanei più significativi d’America, da quelli citati negli anni Venti a quelli del dissenso negro, come Richard Wrigth, ai protagonisti del dissenso non violento degli anni Sessanta: Ginsberg, Kerouac, Burroughs, Ferlinghetti, Corso, agli autori ora giovanissimi quali Leavitt, McInerney, Ellis. Per quest’ultimo ha scritto un lungo saggio che costituisce una breve storia del minimalismo letterario americano.
Si è presto affermata come saggista confermando in Italia un metodo critico basato sulla testimonianza diretta, sulla storia del costume e sull’indagine storico-sociale degli scrittori e dei fenomeni letterari.

Intervista a Fernanda Pivano
di Luigia Sorrentino
Milano, 15 maggio 2005