Appuntamento
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E’ in corso fino al 9 febbraio 2014 alle Scuderie del Quirinale la mostra “Augusto”. Organizzata in occasione del bimillenario della morte (19 agosto 14 d.C.), la mostra presenta le tappe della folgorante storia personale Augusto in parallelo alla nascita di una nuova epoca storica. Figlio adottivo e pronipote di Cesare, Augusto fu un personaggio dotato di un eccezionale carisma e intuito politico. Riuscì, laddove aveva fallito persino Cesare, a porre fine ai sanguinosi decenni di lotte interne che avevano consumato la Repubblica romana e a inaugurare una nuova stagione politica: l’Impero. Il suo principato, durato oltre quaranta anni, fu il più lungo che la storia di Roma avrebbe mai ricordato e l’Impero sotto di lui raggiunse la sua massima espansione estendendosi a tutto il bacino del Mediterraneo, dalla Spagna alla Turchia, al Maghreb, alla Grecia, alla Germania.
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I mercoledì di Tiziano
Appuntamento
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In occasione della grande mostra “Tiziano” in corso da martedì 5 marzo 2013 (e fino al 16 giugno 2013) alle Scuderie del Quirinale, si terranno, a partire dal 13 marzo “I mercoledì di Tiziano” al Palazzo delle Esposizioni di Roma con interventi preziosi tenuti da studiosi e da storici dell’arte per conoscere o approfondire l’opera del grande maestro veneto.
Mercoledì 13 marzo alle ore 18.30 al Palazzo delle Esposizioni si svolgerà la prima conferenza. L’argomento, trattato da Augusto Gentili, è “La pittura infinita del vecchio Tiziano”. Un pittore che riflette sui temi e i problemi d’attualità, tra letteratura, politica e religione, pronto a staccarsi da Venezia e dalle ultime signorie italiane per affrontare il rischio della dimensione europea . Continua a leggere
Tiziano alle Scuderie del Quirinale
Appuntamento
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Dal 5 marzo al 16 giugno 2013 “Tiziano” alle Scuderie del Quirinale di Roma. A cura di Giovanni C. F. Villa.
(Nella foto: Tiziano Vecellio, Flora, 1517 ca.
Firenze, Galleria degli Uffizi)
Nato a Pieve di Cadore intorno al 1490 da una famiglia di notabili e giureconsulti, fu inviato a nove anni, con il fratello maggiore, a Venezia presso uno zio. In breve si impadronì delle tecniche pittoriche, riuscendo a farsi strada già nel primo decennio del Cinquecento, a fianco del grande Giorgione da Castelfranco. Continua a leggere
Tiziano alle Scuderie del Quirinale
Anteprima
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Una grande mostra antologica su Tiziano, uno dei più grandi geni artistici del Cinquecento – a cura di Giovanni C.F. Villa – sarà visitabile a Roma alle Scuderie del Quirinale da febbraio a giugno 2013.
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Tiziano veramente è stato il più eccellente di quanti hanno dipinto: poiché i suoi pennelli sempre partorivano espressioni di vita.
(Marco Boschini, 1660)
Nel ritratto Flora, opera esposta alla Galleria degli Uffizi a Firenze. Continua a leggere
Vermeer, il secolo d’oro dell’arte olandese & video
E’ la prima volta che arrivano in Italia alcune fra le più importanti opere di Johannes Vermeer, uno dei massimi artisti della pittura olandese. La mostra sarà visitabile dal 27 settembre 2012 e fino al 20 gennaio 2013 a Roma, alle Scuderie del Quirinale.
La mostra offre al pubblico la prima grande esposizione mai realizzata in Italia dedicata al massimo esponente della pittura olandese del XVII secolo, uno degli autori più amati in assoluto dal grande pubblico.
Organizzata dall’Azienda Speciale Palaexpo e coprodotta con MondoMostre, la mostra è a cura di Arthur K. Wheelock, Curator of Northern Baroque Paintings, National Gallery of Art di Washington, Walter Liedtke, Curator of European Paintings, Metropolitan Museum of Art di New York e Sandrina Bandera, Soprintendente per il Patrimonio Artistico Storico, Artistico ed Etnoantopologico di Milano e direttrice della Pinacoteca di Brera.
[flv]http://www.rainews24.rai.it/ran24/clips/poesia/vermer_26092012.mp4[/flv]
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Alle scuderie del Quirinale Johannes Vermeer
Anticipazione
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Le Scuderie del Quirinale apriranno a settembre con l’attesissima mostra “Vermeer. Il secolo d’oro dell’arte olandese”, per la prima volta in Italia dal 27 settembre 2012 al 20 gennaio 2013 una rassegna su Johannes Vermeer.
Una mostra complessa già nella sua realizzazione, infatti delle 37 opere di Johannes Vermeer conosciute nel mondo, nessuna appartiene ad una collezione Italia e solo 26 dei suoi capolavori possono essere movimentati. Otto saranno i Vermeer presenti nell’esposizione delle Scuderie del Quirinale, dalle donne “ideali” alla celebre Stradina, affiancati da cinquanta capolavori degli artisti suoi contemporanei, icone della pittura olandese del secolo d’oro, tutti accomunati da una particolare abilità per le diverse tecniche di rappresentazione della luce su materiali e superfici differenti. Continua a leggere
Tintoretto, l’artista più terribile e moderno
Arte e Poesia
a cura di Luigia Sorrentino
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E’ maestosa la mostra sul Tintoretto in corso a Roma alle Scuderie del Quirinale. ‘Il più terribile cervello che abbia mai avuto la pittura’. Così Giorgio Vasari ritrasse Jacopo Robusti (o Canal) detto il Tintoretto (1519- 1594). Artista rivoluzionario, è tra i principali interpreti della pittura italiana del Cinquecento a non aver avuto in Italia una mostra monografica significativa. Se si esclude quella tematica dedicata ai Ritratti tenutasi a Venezia nel 1994, l’ultima mostra sul maestro veneto risale al 1937, anche per l’obiettiva impossibilità di spostare i grandi teleri veneziani.
Tintoretto ha sempre suscitato in poeti, letterati e filosofi, una forte partecipazione emotiva. Goethe e Reynolds, Turner e Dalacroix, Stendhal e Ruskin, Prouste James, Gobetti e Sartre hanno scritto pagine penetranti sull’artista visto come un ispirato precursore della pittura moderna. Il Miracolo dello Schiavo accoglie il visitatore. Tutta la luce cade sull’uomo nudo al quale stanno per essere cavati gli occhi e spezzati i denti. Un momento di straordinaria emozione. Interviene il santo, Marco scende su di lui per porre fine alla tortura. Un’opera che ispirerà Caravaggio ripetendola a modo suo nel Martirio di San Matteo. Continua a leggere
Lorenzo Lotto alle Scuderie del Quirinale
Dal 2 marzo al 12 giugno 2011 Le Scuderie del Quirinale ospiteranno tutta la produzione di Lorenzo Lotto con un serrato percorso che contempla tutta l’opera di questo straordinario artista, dalle pale devozionali alle grandi pale d’altare.
La mostra arriva dopo le grandi monografiche dedicate a Lorenzo Lotto – da Venezia nel 1963 e da Bergamo, Parigi e Washington nel 1998 – . La mostra è a cura di Giovanni Carlo Federico Villa.
Nel 1509 giunge a Roma, chiamato da papa Giulio II, il talentuoso ma schivo trentenne Lorenzo Lotto. Si è lasciato alle spalle la tranquilla provincia veneta e marchigiana per il grande cantiere del classicismo rinascimentale in cui erano attivi i lombardi Bramante, Bramantino e Cesare da Sesto, i senesi Sodoma e Domenico Beccafumi, l’eccelso Michelangelo e, soprattutto, Raffaello con i suoi allievi, a fianco del quale il veneziano avrebbe dovuto lavorare.
Dopo neppure un anno, però, colui che si racconterà sessantaduenne “solo, senza fedel governo e molto inquieto nella mente”, abbandonerà ogni incarico, riprendendo quel vagabondare che lo condurrà all’emarginazione, subita in parte ma anche provocata, fino a spegnersi da oblato nella Santa Casa di Loreto, nelle Marche. Intanto la grande impresa vaticana era stata affidata per intero alla responsabilità di Raffaello.
Come già per Antonello da Messina, per Giovanni Bellini e per Caravaggio, la mostra sarà anche occasione per un ampio riesame degli stati conservativi e della tecnica delle opere di Lotto. Nel periodo di transizione tra le prassi pittoriche quattrocentesche e quelle che saranno le novità cinquecentesche nell’Italia settentrionale, caratterizzate da personalità quali Leonardo e Giorgione, come pure dall’ultimo Giovanni Bellini, frequenti appaiono infatti le sperimentazioni tecniche. Novità sia in merito all’uso del disegno sottostante, impiegato come base per la costruzione del dettato figurativo, sia, soprattutto, in relazione ai materiali adoperati nella pittura. Studi recenti, condotti su diverse opere di Lorenzo Lotto in collezioni pubbliche in prevalenza straniere, hanno mostrato non solo un uso disinvolto di impasti cromatici atti a ottenere colorazioni “nuove” ma anche l’impiego di pigmenti mai prima documentati in pittura, quali un giallo di antimonio in forma, ancora poco nota, di vetro macinato: probabilmente il “zalolin de vazari” citato nel Libro delle spese diverse ove Lotto annota un po’ di tutto, in un’umile cronaca fatta di commissioni di lavoro, di quadri fatti e venduti, di soldi ricevuti e da ricevere.
Analoghe considerazioni si ritiene possano farsi, alla luce di ampie e nuove campagne di analisi, per altri pigmenti quali il blu di smalto, le lacche rosse, ulteriori qualità di azzurrite e altri pigmenti che gli artisti più attenti provavano sulle loro tavolozze. Pigmenti che saranno parte delle cromie per certi versi rivoluzionarie proprio di Lotto e poi Tiziano, Tintoretto e Veronese.