Claudio Recalcati, “Cartoline dell’addio”

 

recalcatidi Nadia Agustoni

Pagine per gli affetti, il bene visto con la serenità di chi accoglie tante cose, forse anche il senso stesso della morte. Quasi si allineasse all’età un tempo sovraccarico, ecco apparire i ricordi, il bisogno insopprimibile di parlare a qualcuno che conta o ha contato, fino a diventare nelle parole di chi scrive, a sua volta una voce. Non importa se non c’è risposta, il dialogo dell’autore con un tu, di volta in volta diverso, è un andare alle cose più care non per chiedere conferma di se stesso o perché le parole fermino e restituiscano pezzi di vita, ma piuttosto per quell’amore che insieme all’acuirsi dei vuoti dà presenza, con la certezza che la precarietà di ogni situazione è cartina di tornasole per ciò resiste. Claudio Recalcati con “Cartoline dell’addio” torna a temi a lui consueti, ma con uno struggente sentimento di malinconia per un mondo che non è più, nemmeno nel clima: “ Il tempo è mutato tanto e piove sempre/ come in un film gotico…/“ (p. 16). Continua a leggere

Marco Borroni & Maurizio Cucchi

 

maurizio-cucchi-1-jpg-img-dettaglioMercoledì, 8 Aprile 2015 ore 18.00 Marco Borroni e Maurizio Cucchi presentano “la Collana” di Poesia “i quaderni de’ la Collana’” Edizioni Stampa 2009

Intervengono

Cristina Annino, Michele Hide, Cesare Imbriani, Lucrezia Lerro, Valeria Poggi, Mario Santagostini Continua a leggere

L'Italia a pezzi

L'Italia a pezzi[1]Antologia di poeti in dialetto e altre lingue minoritarie tra Novecento e Duemila
“L’Italia a pezzi” è il primo risultato di una lunga ricerca iniziata nel 2008 dalla rivista Argo e proseguita per cinque anni con un folto gruppo di giovani critici, dalla quale è scaturita una mappatura della produzione poetica neodialettale e postdialettale dell’ultima fase del Novecento e dei primi anni del Duemila. L’antologia rappresenta un nuovo approdo e un punto di partenza per la poesia e per la letteratura contemporanea in Italia. Questo lavoro colma un vuoto creatosi negli ultimi quindici anni, durante i quali, dopo le approfondite esplorazioni compiute da Franco Brevini, si è registrata una quasi totale mancanza di accoglienza per le voci neodialettali da parte della grande editoria, a fronte di una produzione sempre più ricca e qualitativamente notevole. “L’Italia a pezzi” propone al lettore una campionatura di autori per i quali il ricorso alla scrittura dialettale non si configura come ripiegamento sul piccolo mondo antico, ma come un necessario incontro con la realtà/contemporaneità, che in molti poeti antologizzati produce scarti linguistici dalla norma. Continua a leggere