Nino De Vita, nello scrigno della parola

Nino De Vita

MARTINU

Parlai ra luna.
Eramu una ricina,
nterra, aggiuccati,
a ggiru, nno jardinu.

Parlai ru bbiancu
ra luna;
ri màculi nno bbiancu
ra luna; ra luci
chi scoppa ri nna luna.
Ascutàvanu a mmia
taliannu ’a luna.

Cc’era Martinu,
’u picciriddu ch’avia
l’occhi astutati, nzèmmula
cu nniatri:
stava cu ’a testa calata,
’i manu ncapu l’erva
chi spuntava.

Parlai ra luna,
tunna e a fàuci;
ra mezzaluna;
ru jocu ra luna
chi s’ammuccia nne nèvuli
e s’affaccia…
E a ccorpu Martinu
mi firmau.
“È bbedda”
rissi “ ’a luna!”

MARTINO. Parlai della luna./ Eravamo una diecina,/ per terra, accovacciati,/ a giro, nel giardino.// Parlai del bianco/ della luna;/ delle macchie nel bianco/ della luna; della luce/ che viene dalla luna./ Ascoltavano me/ guardando la luna.// C’era Martino,/ il bambino che aveva/ gli occhi spenti, insieme/ a noi:/ stava a testa bassa,/ le mani sull’erba/ appena nata.// Parlai della luna,/ tonda e a falce;/ della mezzaluna;/ del gioco della luna/ che si nasconde fra le nuvole/ e riaffaccia…/ E all’improvviso Martino/ m’interruppe./ “È bella”/ disse “la luna!”

 

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Vola alta parola, Edizione 2016

61ac4737-a53b-4bb7-9329-c0f908b063a8Nella foto SIMON ARMITAGE

Quattro venerdì di poesia tra gli eventi di punta del cartellone di “Restate” a Reggio Emilia

Vola alta parola” dal 1°luglio nel cortile della biblioteca Panizzi

La rassegna, a cura di Guido Monti, (NELLA FOTO SOTTO) vede protagonisti grandi poeti italiani e stranieri, moderati da importanti critici letterari. Continua a leggere

L'Italia a pezzi

L'Italia a pezzi[1]Antologia di poeti in dialetto e altre lingue minoritarie tra Novecento e Duemila
“L’Italia a pezzi” è il primo risultato di una lunga ricerca iniziata nel 2008 dalla rivista Argo e proseguita per cinque anni con un folto gruppo di giovani critici, dalla quale è scaturita una mappatura della produzione poetica neodialettale e postdialettale dell’ultima fase del Novecento e dei primi anni del Duemila. L’antologia rappresenta un nuovo approdo e un punto di partenza per la poesia e per la letteratura contemporanea in Italia. Questo lavoro colma un vuoto creatosi negli ultimi quindici anni, durante i quali, dopo le approfondite esplorazioni compiute da Franco Brevini, si è registrata una quasi totale mancanza di accoglienza per le voci neodialettali da parte della grande editoria, a fronte di una produzione sempre più ricca e qualitativamente notevole. “L’Italia a pezzi” propone al lettore una campionatura di autori per i quali il ricorso alla scrittura dialettale non si configura come ripiegamento sul piccolo mondo antico, ma come un necessario incontro con la realtà/contemporaneità, che in molti poeti antologizzati produce scarti linguistici dalla norma. Continua a leggere