Biancamaria Frabotta, “un punto di riferimento assoluto”

Biancamaria Frabotta © Dino Ignani – tutti i diritti riservati – vietata la copia e la riproduzione

Biancamaria Frabotta e Dacia Maraini ad Urbino

Il ricordo di Umberto Piersanti

Tanti anni fa invitai Biancamaria Frabotta e Dacia Maraini a presentare i loro libri all’Università di Urbino dove insegnavo nella facoltà di Sociologia.

Erano anni di rivolgimenti talora luminosi e talora drammatici: anni in cui si sognava la rivoluzione anche attraverso una deriva armata e si lottava per dare il giusto posto ai giovani e, ancora di più, alle donne nella nostra società.

Due anni dopo sarebbe uscita l’antologia di Pier Vincenzo Mengaldo presso la Mondadori, Poeti italiani del ‘900 con una sola presenza femminile, quella di Amelia Rosselli.

Oggi questo tempo ci sembra lontanissimo e nella poesia dei nostri anni le donne si sono imposte senza alcun bisogno di quote rosa. L’antologia della Frabotta ha avuto una funzione in tutto questo.

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Amelia Rosselli, un’avanguardia eccentrica

Amelia Rosselli, credits ph Dino Ignani

«UNA SOLITUDINE QUADRATA». POESIA OLTRE L’AVANGUARDIA

di Gian Maria Annovi

Nel suo celebre saggio intitolato Che cos’è la letteratura?, Jean-Paul Sartre rifletteva in questi termini sulle ragioni della scrittura: «per qualcuno l’arte è fuga; per qualcun altro un mezzo di conquista. Ma si può fuggire in un eremo, nella pazzia, nella morte; si può conquistare con le armi».

Nella sua copia del volume di Sartre, 1) Amelia Rosselli aveva segnato con un netto tratto di matita questo passaggio. Fino a una mattina di febbraio di vent’anni fa, la scrittura era stata per lei esattamente il contrario di una fuga verso la morte, ma certo – ha ricordato Andrea Cortellessa – una «fuga senza fine» come quella di Paul Celan.

Per Rosselli, la poesia ha rappresentato piuttosto 2) «l’arte di non lasciare spazio alla morte, di respingere l’oblio, di non lasciarsi sorprendere dall’abisso», 3) come ha scritto, rispondendo alla medesima domanda di Sartre, la pensatrice femminista franco-algerina Hélène Cixous, che con Rosselli non condivide solo l’origine ebraica ma soprattutto un’esistenza fatta di spaesamenti geografici e linguistici. Scrivere è stato insomma per Rosselli una forma di combattimento e difesa, un’arma sguainata nella sua fin troppo nota «sfida al teschio».

Non è però il nesso tra scrittura e travaglio esistenziale a rendere l’esperienza poetica di Rosselli una delle più straordinarie del secondo Novecento (e non solo di quello italiano), quanto l’originalità con la quale ha saputo costruirsi uno spazio autonomo e unico nel complesso panorama della sperimentazione poetica internazionale. Tuttavia, come ha ricordato Emmanuela Tandello, l’originalità di Amelia è spesso considerata da parte della critica come un problema, e la sua «una posizione eccentrica e tangenziale» rispetto alle canoniche coordinate di riferimento. Il caso più plateale di questa difficoltà a posizionare Rosselli all’interno del canone novecentesco è rappresentato dal suo rapporto con la neoavanguardia. È sufficiente collazionare le antologie e le storie della poesia italiana più autorevoli per rendersene conto.4)

La questione è stata recentemente riaperta polemicamente da Antonio Loreto nel suo volume I santi padri di Amelia Rosselli, dedicato in particolare al rapporto tra l’avanguardia e Variazioni belliche.

La tesi di Loreto è che nonostante gli scritti e le interviste in cui Rosselli ha manifestato al contempo interesse e autonomia rispetto alla poetica della neoavanguardia italiana, non solo la sua poesia ma anche l’elaborazione del suo sistema metrico siano per molti versi debitrici delle esperienze del Gruppo ‘63 e, in generale, dell’avanguardia internazionale, che diventano paradossalmente – lo ha fatto notare giustamente Jennifer Scappettone – i veri protagonisti di questo libro. 5)

Il tentativo critico di Loreto è dunque quello d’inscrivere Rosselli all’interno della neoavanguardia, malgré elle, ridimensionando al contempo l’originalità del suo contributo, che appare dunque in parte derivativo e ritardatario. La soluzione rosselliana al problema metrico, per esempio, è definita da Loreto «ingenua rispetto alla soluzione data generalmente da Sanguineti e compagni» 6) (soprattutto il Porta di Zero, che avrebbe intuito con maggiore rigore il significato metrico della forma grafica), salvo poi impiegare strumentalmente Variazioni belliche come arma contro i detrattori che all’avanguardia non riconoscono la capacità di riportare l’arte alla realtà e viceversa. Continua a leggere

Giorgio Orelli, “Tutte le poesie”

orelli

Giorgio Orelli, “Tutte le poesie” , Oscar Mondadori, Milano, Mondadori, 2015

A cura di Pietro De Marchi
Introduzione di Pier Vincenzo Mengaldo
Bibliografia di Pietro Montorfani Continua a leggere

Un altro compleanno, Vittorio Sereni

Appuntamento

“Un altro compleanno” dal 24 al 26 ottobre 2013, è la celebrazione del Centenario della nascita dello scrittore e poeta Vittorio Sereni, un convegno di studi tra Milano, Segrate e Luino, città natale del poeta e attuale sede dell’Archivio Vittorio Sereni,  con interventi e dibattiti su una delle più importanti figure letterarie del Novecento.

L’Università degli Studi di Milano e l’Università Milano-Bicocca, in accordo con il Comune di Luino, promuovono il convegno per ricordare il poeta e l’intellettuale. Sembra infatti necessario, a trent’anni dalla scomparsa di Sereni, mettere in luce la ricerca critica svolta sulla sua opera da studiosi autorevoli e dai tanti giovani che si sono avvicinati con entusiasmo e rigore ai documenti del suo lavoro (in particolare ai numerosi e importanti carteggi).

Un ruolo importante ha avuto (dal 1998, grazie all’iniziativa di Dante Isella), l’acquisizione da parte del Comune di Luino (con la partecipazione della Regione Lombardia che ne condivide la proprietà) del ricchissimo archivio privato dello scrittore, cui è seguita la catalogazione completa e la messa a disposizione degli studiosi dell’intero materiale dal Fondo, anche con la digitalizzazione integrale delle carte. Continua a leggere