Emily Dickinson (1839-1886)

Emily Dickinson

Ho sempre sentito la perdita di qualcosa-
La primissima cosa che ricordo
È una mancanza – di cosa non sapevo –
Troppo giovane perché qualcuno sospettasse

Una dolente fra i bambini
Ciò nondimeno mi aggiravo
Come chi rimpianga un regno
Essendo il solo principe cacciato-

Più vecchia, oggi, un’epoca più saggia
E più debole anche, com’è della saggezza –
Mi trovo ancora a cercare piano
I miei palazzi trafugati-

E un sospetto, come un dito
Mi sfiora la mente di tanto in tanto
Che sto cercando all’opposto
Dove si trovi il regno dei cieli –

A loss of something ever felt I –
The first that I could recollect
Bereft I was – of what I knew not
Too young that any should suspect

A mourner lurked among the children
I notwithstanding went about
As one bemoaning a Dominion
Itself the only Prince cast out –

Elder, today, a session wiser
And fainter, too, as Wiseness is –
I find myself still softly searching
For my delinquent palaces –

And a suspicion, like a Finger
Touches my forhead now and then
That I am looking oppositely
For the site of the kingdom of heaven.

***

Solenne è ciò che abbiamo finito
Si tratti solo di un gioco
O una festa in soffitta
O una vacanza

O lasciare una casa, o dopo,
congedarsi da un mondo
capito per uno migliore
ancora da spiegare.

That is solemn we have ended
Be it but a Play
Or a glee among the garret
Or a holiday

Or leaving home, or later,
parting with a World
we have understood for better
still to be explained.

***

Il presentimento – è quell’ombra lunga – sul prato –
Segno che i soli tramontano-

Avvertimento all’erba spaventata
Che l’oscurità – sopraggiunge –

Presentiment – is that long Shadow – on the Lawn
Indicative that suns go down –

The Notice to the startled grass
That Darkness – is about to pass –

Emily Dickinson, a cura di Massimo Bacigalupo

Emily Elizabeth Dickinson è nata il 10 dicembre 1839, nella casa di famiglia a Amherst, Massachusetts. Era la seconda di tre figli di Edward Dickinson, il tesoriere dell’Amherst College et spesso giudice di stato, e Emily Norcross. Ebbe un’alta educazione classica, dato che il padre voleva che i suoi figli fossero istruiti. A 10 anni Emily e sua sorella frequentarono l’Amherst Academy, dove studiava inglese, latino, letteratura classica, aritmetica, storia, geologia e botanica. Rimase traumatizzata alla morte della cugina di secondo grado (la morte e l’immortalità furono dei temi centrali nelle sue poesie e nelle sue lettere); diventò talmente depressa che i genitori la mandarono a Boston per riprendersi. Dopo gli studi, nel 1847, frequentò il College Femminile di Mount Holyoke per un breve periodo, prima di ritornare a casa. Poco dopo, incontrò Benjamin Franklin Newton, un avvocato che ebbe una grande influenza su di lei (lei lo considerava un insegnante). Emily non leggeva solamente la Bibbia, e, dal punto di vista letterario, venne influenzata da autori come William Shakespeare, Charlotte Brontë e Henry Wadsworth. La sua amica e cognata ebbe una grande influenza sue suo processo creativo. Emily aveva uno stile unico: le sue poesie erano solitamente senza titolo, i versi erano corti, le rime asimmetriche e faceva un uso non convenzionale della poesia e delle maiuscole. Quando la madre fu costretta a letto, fu lei che dovette svolgere le attività domestiche e restare sempre con lei (fino alla sua morte nel 1882). Emily diventò anche amica dell’editore Samuel Bowels e della moglie; gli scrisse una cinquantina di poesie e tre dozzine di lettere, poi pubblicate come Le poesie di Emily Dickinson (1955). Il suo periodo più produttivo fu quello nella prima metà degli anni ’60. Secondo alcuni studiosi moderni, si escluse dalla vita sociale perché gli venne diagnosticata spossatezza nervosa, mentre, secondo altri, soffrì di diverse malattie (come l’epilessia e l’agorafobia). Emily iniziò a cambiare nel 1867: iniziò a parlare con i visitatori, diventò malfamata, e iniziò a indossare vestiti bianchi. Realizzò anche una collezione di 424 di fiori pressati. Rimase sconvolta dalla morte del padre nel 1874, mentre doveva continuamente occuparsi della madre. Durante gli ultimi anni, Emily non pubblicò più le sue poesie, ma continuò a scrivere, e chiese alla sorella di bruciare i suoi scritti dopo la sua morte. Emily ebbe un altro periodo oscuro, soprattutto a causa della morte della madre e del nipote, e della malattia della cognata (tutto in pochi anni). Diventò sempre più debole, e morì il 15 maggio 1886, a 55 anni, nella sua casa a Amherst, a causa del morbo di Bright (una malattia renale cronica). Venne sepolta nel cimitero della città. Durante la sua vita furono pubblicate solo una dozzina delle sue 1800 poesie; dopo la sua morte, la sorella bruciò la maggior parte della sua corrispondenza, ma non i suoi 40 quaderni e i fogli.

Selezione dei testi a cura di Federica Giordano.

1 pensiero su “Emily Dickinson (1839-1886)

  1. Della Dickinson è già ammirevole il fatto che abbia scritto oltre 1700 componimenti poetici; ma se consideriamo che le sue poesie sono state scritte in una stanza allora possiamo comprenderne il suo valore. Molti dei versi della Dickinson sembrano frutto di una donna che ha viaggiato per il mondo intero, in realtà ha scritto quasi “in cattività”, ma la forza della poesia, come quella del pensiero, è proprio questa: non conosce confini!

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