Raymond Carver (1938-1988)

Raymond Carver

Ultimo frammento

E hai ottenuto quello che
volevi da questa vita, nonostante tutto?
Sì.
E cos’è che volevi?
Potermi dire amato, sentirmi
amato sulla terra.

Raymond Carver

Quando ha scritto questa poesia, Raymond Carver aveva quarantanove anni, (nel 1987) era malato di cancro e sapeva che sarebbe morto in tempi brevissimi. “Ultimo frammento” è dunque una delle ultime poesie che Raymond Carver ha scritto nella sua vita.

Fu pubblicata postuma nella raccolta “Orientarsi con le stelle”.

E’ diventato l’epitaffio di uno dei maggiori narratori statunitensi del XXI secolo.

IL VOLUME

Antonio Spadaro nel suo nuovo volume “La scrittura di Raymond Carver, (Edizioni Ares, 2020) scrive: “Nella poesia di Carver troviamo la radice profonda della sua ispirazione letteraria, una poesia fortemente concentrata sul quotidiano, di cui, anche attraverso un linguaggio ordinario, riesce a esprimere efficacemente le tensioni fondamentali: un certo spaesamento iniziale, la paura della morte, il bisogno di essere amato, di essere salvato, di comunicare in modo sincero.” Continua a leggere

Omaggio alla poetessa siriana Fadwa Souleimane, icona della rivoluzione siriana


La poetessa siriana Fadwa Souleimane, rifugiata in Francia nel 2012 che ascolteremo e conosceremo in questo video, non è più fra noi. Fadwa è scomparsa nell’agosto 2017 all’età di 47 anni a causa di un cancro.

Fadwa in Siria è ricordata come un’icona della rivoluzione contro il regime di Bashar-Al Assad.  Perché ci sono ancora paesi, come la Siria, in cui vivere una vita semplice e libera fra la propria gente non è assolutamente possibile.

 

Estratto da  “luna piena”

in me il potere della farfalla
e la debolezza di un toro
in me la fragilità delle montagne
e la solidità del ragno infrangono
il frastuono delle zampe delle formiche
e il silenzio del mare
in me la vita morente nel bozzolo
e nella morte vivo nei passanti
in me il verde delle foglie autunnali
e l’ingiallimento dell’erba a marzo
in me luglio
non tornerà a luglio
in me il momento in
cui il cuore prende il suo riposo eterno
affinché tutto finisca
per quello in me viene
ciò che non è ancora

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La vostra voce, Lettere dalla crisi n.2

Mi chiamo Rosa. Per me crisi è essere circondata da un mare di indifferenza. Il silenzio è qualcosa che avvilisce ed io sono una che è vissuta dopo l’inferno del cancro. Ho affrontato la chemioterapia sperimentale e le 40 sedute di radioterapia per un cancro al seno, molto aggressivo e metastizzante. La crisi economica è nulla di fronte al mio senso precario e inesorabile di desiderio di vivere…

Sono trascorsi 4 anni e secondo i medici non devo abbassare la guardia: il signor cancro può assalirmi quando desidera!!! Io insegno lingua italiana agli stranieri e sono anche fatta oggetto di mobbing tra i colleghi. Lei mi può ascoltare? Vivo in una cittadina di provincia, Avellino, dove la quotidianità scorre come i rintocchi affievoliti di una campana piena di polvere. (Nella foto una veduta dal mare del porticciolo di Ventotene in un’immagine di archivio ANSA). Continua a leggere

Addio alla Szymborska, la ‘Mozart’ della poesia

Addio a Wislawa
a cura di Luigia Sorrentino

Si è spenta Wislawa Szymborska, una voce unanimamente riconosciuta tra le più significative nel panorama della letteratura mondiale del secondo Novecento.

La notizia della sua morte ha cominciato a circolare su facebook e su altri social network, intorno alle 22:00 del 1 febbraio 2012,  per poi essere confermata dall’Istituto polacco di Roma e dall’agenzia Ansa alle 22:13:51.
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Con non poca commozione riperendo questa sua riflessione sulla poesia: “Il poeta oggi è spesso scettico e diffidente… malvolentieri dichiara in pubblico di essere poeta – quasi se ne vergognasse: nella nostra epoca chiassosa è molto più facile riconoscere i propri difetti, perché sono visibili. Molto più difficile riconoscere le qualità, finché esse sono tenute nascoste.”
Wislawa Szymborska 
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