Alberto Russo Previtali, “L’al di là del senso”

PREMESSA

Il volume raccoglie una serie di studi scritti e pubblicati nell’arco di un quindicennio, in tempi e luoghi diversi, ma accomunati da un unico intento: scrivere saggi di critica psicoanalitica attraverso l’apertura e il confronto con il registro lacaniano del reale. È un progetto di ricerca nato nel periodo della mia formazione universitaria, a contatto diretto con alcuni maestri della critica psicoanalitica (come Giovanni Bottiroli, Massimo Recalcati, Stefano Agosti, Michèle Aquien) e poi perseguito nel decennio successivo.

L’autore su cui questo progetto è stato portato avanti in modo più approfondito è certamente Andrea Zanzotto. Il saggio Zanzotto/Lacan. L’impossibile e il dire rappresenta l’approdo più coerente e organico del mio tentativo di seguire questa prospettiva interpretativa . Ma in concomitanza e in relazione con questa indagine centrale, ho continuato a sviluppare il progetto di una critica psicoanalitica attenta al reale con studi su opere di altri autori, appartenenti alla letteratura italiana o francese del Novecento (fanno eccezione Cuore di tenebra di Joseph Conrad e Les Complaintes di Jules Laforgue, pubblicate nel 1885).

Queste esplorazioni, pur nella loro singolarità e varietà, sono venute a comporre nel corso degli anni un insieme che, oggi, nelle sue articolazioni, si presenta come un tentativo di penetrare nel rapporto inesauribile tra la letteratura e il reale. È dunque una costellazione di dieci saggi critici (in cui ancora brillano due astri zanzottiani) che è proposta unitariamente nel presente volume sotto il titolo Esplorazioni e incontri.

Ogni saggio è un’esplorazione testuale che mira a un incontro con il reale come impossibile a dire, come muro, buco, spigolo duro di verità su un aspetto essenziale e inaggirabile della realtà umana: desiderio, amore, morte, linguaggio, generazione, memoria, oblio, eredità, potenza, ideale, utopia etc. Ogni esplorazione si vuole singolare e alla ricerca dell’incontro con l’unicità dell’opera, mentre comuni sono le prospettive teoriche e gli strumenti concettuali della psicoanalisi che permettono di mettersi sul cammino del reale (di concepire la sua inconcepibilità, di parlare della sua impossibilità di essere detto interamente). Queste prospettive e questi concetti sono presentati nella prima parte del volume, insieme ai fondamenti e ai problemi teorici a cui sono legati.

Il titolo Linee di osservazione vuole mettere in evidenza la portata teorica di questi primi capitoli (attraverso il greco theōrêin: osservare, contemplare), mostrando però al tempo stesso la consapevolezza che essi non propongono una teoria articolata sul problema “letteratura e reale”, di cui i saggi della seconda parte sarebbero l’applicazione e la dimostrazione in sede di analisi. Non sarebbe onesto presentare il volume sotto il binomio scientifico “teoria e analisi”, per diversi motivi. Innanzitutto, occorre menzionare la limitatezza concettuale di questi primi capitoli, redatti a posteriori con la finalità primaria di illustrare gli strumenti e le coordinate teoriche che hanno permesso l’elaborazione e la scrittura dei saggi sulle opere.

La prima parte non può dunque essere considerata una teoria sul rapporto tra la letteratura e il reale, poiché, per essere tale, essa avrebbe dovuto accogliere lo sviluppo di molti altri problemi e aspetti essenziali che qui non vengono affrontati.

L’affinamento e l’allargamento dei legami potenziali di induzione e dimostrazione tra saggi critici sulle opere e saggi teorici, che avrebbero potuto condurre a una trattazione teorica estesa, non sono stati perseguiti per diverse ragioni. Tra queste, vi è anche, certamente, una risposta metodologica che riguarda la specificità stessa dell’oggetto di studio: il reale considerato nell’ambito della letteratura sembra in effetti sfuggire alla possibilità di una trattazione teorica portata a un sufficiente grado di formalizzazione. Come si dirà più approfonditamente nella prima sezione, si tratta di un’incompatibilità che riguarda in primo luogo la linguistica e la semiotica (e in parte anche l’estetica), e che, nel caso dei saggi qui raccolti, ha determinato, come effetto di struttura, una scrittura impegnata ad esporsi in massimo grado al reale delle opere a partire dalle teorie esistenti (si fa riferimento, nello specifico, alle teorie dei maestri citati, alle quali si aggiungono quelle di classici come Barthes, Starobinski, Kristeva, Meschonnic, Lavagetto). Queste teorie sono assunte come basi e come riserve concettuali della scrittura critica, come strumenti raffinati per portare quest’ultima alla produzione di un sapere a partire dal reale, in una dinamica che obbliga però le teorie stesse a confrontarsi con la dimensione affettiva, con i vuoti e con il non-senso che attraversano il linguaggio e il soggetto come essere parlante.

Queste argomentazioni richiamano ancora una volta, da una diversa angolatura, la formula di Barthes e Starobinski secondo la quale “il critico è uno scrittore” . Nella prospettiva di una critica orientata dal reale, il critico è uno scrittore perché è chiamato a percorrere e ricostruire le strutture del testo per incontrarvi dei nuclei di resistenza non verbalizzabili, di fronte ai quali la sua parola non può porsi su un grado di padronanza e formalizzazione diverso rispetto a quello della parola dello scrittore o del poeta (o di chiunque altro). Il critico è allora chiamato, pur restando nel proprio genere di scrittura e all’ascolto della risonanza strutturale e stilistica dell’opera, a esporre a sua volta la sua parola sul vuoto e sul non-senso.

Occorre però ricordare la ragione profonda che fa del critico uno scrittore: egli è scrittore in quanto lettore al più alto grado. Il critico è colui che prova a portare l’atto della lettura al suo punto più alto in termini di conoscenza ed esaustività, e ciò sia dal punto di vista della struttura che da quello soggettivo della capacità interpretativa e dello stile personale. In questo senso, il critico è colui che vuole onorare, attraverso la produzione di un sapere testuale, l’opera che lo ha attratto, sconvolto, interrogato, impegnato, appassionato. L’opera che ha amato. E questa lettura, che costruisce relazioni, che intesse osservazioni e dettagli convergenti, che fa esistere ed espandere le possibilità di senso del testo, non può che diventare scrittura complessa, su cui grava al tempo stesso il peso del rigore e dell’inesprimibile. Questo sapere testuale, che si vuole il più possibile trasmissibile e formalizzato dal punto di vista concettuale, non può, in una critica che prenda sul serio il reale, essere separato dall’individualità del critico. È il reale del testo che rende possibile la nota osservazione di Proust: «ogni lettore, quando legge, è soltanto il lettore di se stesso» (chaque lecteur est, quand il lit, le propre lecteur de soi-même) . Come fa notare Philippe Forest, ciò significa che anche «il lettore può avere accesso all’esperienza del reale», poiché la vera letteratura giunge «all’universale senza rinunciare mai al particolare» . Ma non può essere altrimenti: il lettore incontra questo universale posto sotto il nome del reale sempre nella propria singolarità. La lettura dell’opera portata al grado di scrittura e indirizzata a un altro lettore, interlocutore vivente, vicino o lontano, è dunque sempre un’interrogazione sulla propria identità, un confronto con il proprio reale attraverso la risposta alla voce pulsante del testo, al dialogo con la parola dell’autore sublimatosi nelle trame dei significanti.

Ogni lettura analitica di un’opera è dunque anche la testimonianza mediata e trasfigurata discorsivamente di un periodo della storia personale del critico, ovvero di un individuo alle prese con le vicissitudini del proprio desiderio e del proprio confronto con la morte; un periodo trascorso in un luogo e penetrato dal libro di quei giorni, libro che sdoppia la vita, la riflette e la espande, la intensifica nella comprensione affettiva, rendendola più viva e più degna.

Alberto Russo Previtali, Letteratura e reale lacaniano. La critica psicoanalitica e l’al di là del senso, Mucchi, Modena, 2023.

Alberto Russo Previtali

DAL RISVOLTO DI COPERTINA 

Come nel capolavoro di Montesquieu che in qualche misura inaugura l’età dell’Illuminismo, la critica è una “lettera persiana”, un messaggio che viene da un altrove rispetto alla pratica della letteratura e alla rete delle convenzioni sociali del presente, illuminando entrambe grazie a un felice straniamento. Il compito della critica, arte tutt’altro che inutile in un tempo complesso come questo, non deve necessariamente esser quello di aggiungere complessità a complessità, bensì di spezzare, come voleva Kafka, la crosta del mare ghiacciato dentro di noi: renderlo nuovamente liquido, mobile, vitale. E rovinare le sacre verità, come insegnò tra gli altri proprio Montesquieu, può essere anche una faccenda divertente.
è una scienza di salvataggio, in primo luogo salvataggio della letteratura stessa, oppressa dai troppi libri e dal nessun senso di molti di essi. Per far questo occorrono nuovi occhi, nuove scritture, nuovi ardimenti.
Come dire, la critica letteraria nella sua forma meno paludata e accademica, meno rispettosa dei canoni e delle tradizioni consolidate, più innovativa e in sintonia con il presente. Di facile lettura e aperta a nuove contaminazioni e tangenze con la sociologia, l’arte, la filosofia, la storia…
La nostra tradizionale passione per la critica letteraria, arricchita di interpretazioni e nuove visioni.
Il pensiero di Jacques Lacan ha contribuito in modo determinante allo sviluppo della critica letteraria psicoanalitica nel Novecento e all’inizio del nuovo millennio. Continua a leggere

Torino spiritualità 2017, “Piccolo me”

CHIARA GAMBERALE

 

I bambini sanno qualcosa
che la maggior parte della gente ha dimenticato.
Keith Haring

Perché, perché nessuno pensa ai bambini?!

Helen Lovejoy, I Simpson

Restare o diventare bambini? Rifiutarsi di crescere oppure ritrovare da grandi un tesoro che si pensava perduto? Dal 21 al 25 settembre 2017 la XIII edizione di Torino Spiritualità è PICCOLO ME, cinque giorni di incontri, dialoghi, lezioni, letture e spettacoli per riflettere sulle tracce d’infanzia presenti ancora nell’età adulta, su come e perché recuperarle.

Da una parte si può restare bambini, volubili e capricciosi, è la “sindrome di Peter Pan”, l’immaturità di Vittorio Gassman ne Il Sorpasso o del plotone nel finale di Full Metal Jacket, quando, di ritorno dalla missione, i soldati americani intonano la Marcia di Topolino sullo sfondo del paesaggio in fiamme.

L’altra via è seguire l’invito evangelico, diventare bambini, rintracciando una dimensione mai perduta bensì sempre presente come tensione che attraversa l’essere umano. Non è raro scoprire, infatti, che l’età bambina non è affatto svanita ma resta nelle timidezze, fragilità e paure, nella curiosità del nuovo, nel non temere gli errori, nel seguire passioni, intuizioni e meraviglie.

Quanto “piccolo me” c’è nel “grande me” che ogni adulto è diventato?

Questa la domanda di Torino Spiritualità. Rispondono, tra gli altri, il pensatore Theodore Zeldin, eccentrico studioso dell’Università di Oxford, considerato una delle quaranta personalità di oggi le cui idee potranno influenzare il nuovo millennio, gli attori Silvio Orlando e Luigi Lo Cascio, lo psicanalista Massimo Recalcati, il direttore di La Repubblica Mario Calabresi, il teologo Vito Mancuso, il saggista Enzo Bianchi, la psicologa Silvia Vegetti Finzi, l’analista Augusto Romano, l’attore Moni Ovadia, il maestro di meditazione Corrado Pensa, l’inviato de La Stampa Domenico Quirico, il filosofo e psicanalista argentino Miguel Benasayag, la saggista francese Céline Alvarez, la scrittrice e conduttrice radiofonica Gabriella Caramore, l’artista Lorenzo Mattotti, gli scrittori Chiara GamberaleEmanuele TreviDomenico StarnoneMichele MariFrancesco Piccolo e Carlo Lucarelli. In programma anche gli spettacoli delWorkcenter di Jerzy Grotowski e Thomas Richards e della Societas Raffaello Sanzio di Chiara Guidi. Continua a leggere

Torino Spiritualità 2016

logo_tospiritualita2016TORINO, 28 settembre | 2 ottobre 2016

D’ISTINTI ANIMALI

La ricerca del significato che Torino Spiritualità ha condotto dal 2005, divenendo negli anni luogo privilegiato di confronto, incontro, ascolto e sosta, ha sempre avuto l’occhio fisso sull’essere umano. Quest’anno per la 12. edizione in programma da mercoledì 28 settembre a domenica 2 ottobre, si è scelto di cambiare lente, di cercare uno sguardo che consenta di osservarci “di sponda”.
L’occhio animale diviene così la chiave di lettura per riflettere sull’uomo. Durante i cinque giorni, dialoghi, lezioni, spettacoli e meditazioni condurranno il pubblico a interrogarsi su quell’alterità irriducibile che sono gli animali e sulla loro capacità di rivelare qualcosa di nuovo su noi stessi e sul nostro modo di abitare il mondo. Continua a leggere

Massimo Recalcati, “Jacques Lacan, La clinica psicoanalitica: struttura e soggetto”

MASSIMO RECALCATI  – CREDITS PH.  “FESTIVALETTERATURA” MANTOVA

Alla base della psicoanalisi c’è l’etica»
Massimo Recalcati

Dopo il primo volume dedicato a Jacques Lacan, di carattere più teorico, in questo secondo, atteso dai lettori, viene restituita in modo ampio e sistematico la poderosa riflessione sulla clinica del grande psicoanalista francese.

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Jacques Lacan è stato innanzitutto uno psicoanalista che ha dedicato la sua vita all’ascolto della sofferenza sintomatica dei pazienti e al rinnovamento della teoria e della clinica della psicoanalisi. Il suo impegno è stato costante e capace di frutti originalissimi per più di mezzo secolo. In questo libro viene offerto un ritratto articolato della clinica psicoanalitica seguendo i diversi tornanti che caratterizzano l’insegnamento di Lacan e la sua ripresa della lezione freudiana: la clinica delle psicosi (paranoia, schizofrenia, melanconia), quella delle nevrosi (isteria e nevrosi ossessiva), quella della perversione e la sua concezione della cura analitica. In un tempo in cui il rigore del ragionamento clinico sembra destinato a essere sostituito da classificazioni diagnostiche anonime e la pratica della cura da un’operazione disciplinare di normalizzazione, questo libro ricorda, con Lacan, che l’analisi è uno spazio radicale di libertà dove il soggetto può incontrare le impronte del proprio destino singolare. Massimo Recalcati conclude con questo secondo volume l’opera monografica dedicata al suo maestro. Il lettore troverà, suddivise in capitoli, tutte le principali figure della psicopatologia: psicosi, nevrosi e perversione. Le nozioni di desiderio e di godimento, al centro nel primo volume, vengono adesso riprese nella loro declinazione clinica. La concezione del bambino, del transfert e della cura analitica completa un lavoro che non ha precedenti non solo in lingua italiana.

 

Massimo Recalcati è uno psicoanalista lacaniano.
Si è formato alla psicoanalisi a Parigi con Jacques-Alain Miller e ha partecipato alla vita della comunità lacaniana all’interno dell’AMP (Associazione Mondiale di Psicoanalisi). Ha avuto la responsabilità della direzione clinica e scientifica dell’ABA (Associazione per lo studio e la ricerca dell’anoressia e della bulimia) dal 1994 al 2002. Ha insegnato nelle Università di Milano, di Padova e di Urbino dal 1998 al 2001, oltre che Clinica psicoanalitica dell’anoressia all’interno de CEPUSPP (Centre Einseignement postgradue en psychiatrie et psychotherapie) di Losanna. Nel 2003 ha fondato Jonas: Centro di ricerca psicoanalitica per i nuovi sintomi e nel 2007 ha ideato Palea: Seminario permanente di psicoanalisi e scienze sociali.
Ha diretto diverse collane di psicoanalisi occupandosi della trasmissione dell’insegnamento di Jacques Lacan. Ha tenuto conferenze e seminari in diverse città d’Italia e d’Europa (Dublino, Ginevra, Valencia, Madrid, Parigi, Siviglia, Losanna, Granada). È inoltre direttore dell’IRPA (Istituto di ricerca di psicoanalisi applicata).
Da anni affianca alla pratica clinica la scrittura: oltre a collaborare regolarmente con Il manifesto e La Repubblica, ha pubblicato numerosi saggi, fra cui “Cosa resta del padre?” (Raffaello Cortina 2011), “L’uomo senza inconscio” (Cortina 2010), “Jacques Lacan. Desiderio, godimento e soggettivazione” (Cortina 2012), “Ritratti del desiderio” (Cortina 2012) “Patria senza padri. Psicopatologia della politica italiana” (minimum fax 2013), “Il complesso di Telemaco. Genitori e figli dopo il tramonto del padre” (Feltrinelli 2013), “Non è più come prima. Elogio del perdono nella vita amorosa” (Raffaello Cortina 2014), “L’ora di lezione. Per un’erotica dell’insegnamento” (Einaudi 2014).

“Il sintomo di Lacan, dieci incontri con il reale”

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La psicoanalisi deve toccare il reale, in caso contrario è una farsa, oppure, detto altrimenti, una psicoterapia. Il sintomo di Lacan si misura – in dieci “incontri” che sono altrettante forzature e scompos izioni della stessa domanda – con questo interrogativo: la pratica analitica può toccare il reale? E se sì, quando e in che modo riesce a farlo? Il reale, comunque lo si voglia intendere – come uno
dei registri della vita, come esperienza pura, come insopportabile, come esi genza pulsionale acefala, come problema insolubile, come impossibile, come cosa in sé, come realtà grezza, come nuda vita, come evento -, è senz’altro il “punto” sul quale Lacan ha insistito maggiormente nel corso del suo lavoro. Per questo egli ha concepito l’analisi come una prassi nella quale far accadere il reale, nella quale incontrarlo, per consentire all’analizzante di stabilire con esso, anziché patirlo, un diverso rapporto. Continua a leggere

Libri come 2015, “La scuola” & Programma

 

marinoMarzo è il mese di Libri come. Per il sesto anno consecutivo, la grande Festa del Libro e della Lettura di Roma torna ad animare gli spazi dell’Auditorium Parco della Musica, coinvolgendo anche gli studenti e le biblioteche. Dopo gli approfondimenti dedicati nelle scorse edizioni all’Europa e al lavoro, quest’anno il filo conduttore è la scuola: attraverso la consueta e ricca offerta di appuntamenti, Libri come si propone di ridare centralità a un tema fondamentale per lo sviluppo e la salute della società.

Oltre 100 eventi compongono il variegato programma della manifestazione, che si svolge ufficialmente all’Auditorium Parco della Musica da giovedì 12 a domenica 15 marzo, ma è anticipata da un network di altre iniziative lungo l’intera settimana. Promossa e organizzata dalla Fondazione Musica per Roma, a cura di Marino Sinibaldi, con la collaborazione di Michele De Mieri e Rosa PolaccoLibri come 2015 prevede conferenze, presentazioni di nuove uscite, dialoghi, reading, lezioni, mostre, laboratori e molto altro. Continua a leggere

Torino Spiritualità, "Cuore intelligente"

torino-spiritualita-5-199x300Compie 10 anni Torino Spiritualità e li festeggia, dal 24 al 28 settembre 2014, con un’edizione dedicata al Cuore Intelligente. La rassegna, dal 2005 a oggi, ha percorso un lungo tratto di strada alla ricerca del significato più profondo del nostro essere e del nostro tempo, diventando, ogni anno, un appuntamento per oltre 45 mila persone provenienti da ogni parte d’Italia.
Per la sua 10ecima edizione, coordinata dal Circolo dei lettori, sostenuta da Regione Piemonte, Città di Torino, Compagnia di San Paolo, Fondazione Crt e Fondazione del Teatro Stabile, con il contributo di Ersel, Morcare e Exki, Torino Spiritualità propone un’indagine sulla combinazione di testa e sentimento che ci scopre pienamente capaci di essere umani. Continua a leggere

pordenonelegge 2014 & programma

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pordenonelegge 2014 festeggia la sua 15^ edizione: un cartellone caleidoscopico, per sfogliare e “leggere” il nostro tempo attraverso gli stimoli del contemporaneo. Tanti festival “personali” da ritagliare e costruirsi, scegliendo nel programma con centinaia di grandi autori internazionali e oltre 200 eventi fra dialoghi, lezioni magistrali, interviste, spettacoli e percorsi espositivi. Da mercoledì 17 a domenica 21 settembre. Continua a leggere

A Cagliari, "Leggendo metropolitano"

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Al via la sesta edizione di Leggendo Metropolitano il festival Internazionale di letteratura in programma a Cagliari dall 5 all’8 giugno 2014.
La kermesse dura quattro giorni e si svolge, in diversi luoghi della città: ai bastioni di Santa Croce e Saint Remy, al Teatro Civico, al Chiostro della Facoltà di Architettura, nel ghetto, nel quartiere di Castello. Continua a leggere