Damiano Sinfonico, ” Lingualuce “

Strana e accecante la tua frase recente:
si propaga nelle giornate come il rintocco di una campana
con il crescere della distanza si attenua il suo suono
più avanti si farà impercepibile
sarà una vibrazione in qualche area della memoria
dove anche noi saremo estinti.

*

Nuvole e acqua hanno fatto il loro lavoro.
Nessuna goccia cade dagli archi,
nell’aria rinfrescata si rincorrono le rondini,
da un capo all’altro si allarga
lo stesso cielo chiaro
di quando i bizantini si innamoravano.

*

Nelle biblioteche di provincia
la voce roca e cicalante
che da dietro uno scaffale
t’impiglia nel suo giro di spola
fra le chiacchiere quotidiane
fa mostra di tutta la polvere, l’opaco
che s’incrosta sulla lingualuce.

*

Nella capitale si celebrano presentazioni,
scambi di favori, di piaceri,
dove non si agita la spina della scrittura
ma una vanità più fredda.
Io preferisco il torpore di provincia
la quiete lontana dai commerci
in questa orbita lunghissima. Continua a leggere

Damiano Sinfonico

Damiano Sinfonico foto

Fuori dal loro ambiente, le persone cambiano.
Come la professoressa ora in pensione.
Siamo stati colleghi per breve tempo.
Ero supplente.
Lei aveva l’aria di essere esperta.
Composta, serena.
Di recente l’ho vista su un autobus.
Aveva un altro aspetto.
I capelli scompigliati, meno neri.
Sbottando con il marito.
Schiacciata da una grigia stanchezza.
Nel giro di pochi anni, come si cambia.
Ma qualcosa le è rimasto.
La stessa cordicella degli occhiali.
Uno spicchio di grazia.

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Damiano Sinfonico, “Storie”

Damiano_Sinfonico

Prefazione di Massimo Gezzi

Sì, sono tutte così le Storie che state per leggere: tutte composte con lo stesso metro della prima, bella poesia sulla terribile telefonata che arriva mentre si pensa a tutt’altro (a Costanza d’Altavilla, in questo caso, e alle miniature medievali che ne illustrano la vicenda). Sono tutti versi-frase, o quasi, quelli che Damiano Sinfonico ha pazientemente cesellato per arrivare all’importante risultato costituito da questo suo libro d’esordio.

Il verso-frase non ha una storia fortunata, nella tradizione italiana: vi ricorre molto Fortini (ereditandolo anche da Brecht), a cui è impossibile non pensare; lo usano Giudici e qualche altro. Soprattutto, non lo usano frequentemente i coetanei di Sinfonico (classe 1987), di solito più orientati o a un flusso poetico sintatticamente elaborato, oppure a forme ibride, spurie, in cui poesia e prosa si confondono e si sovrappongono.

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“La poesia italiana oggi in Europa”

cover_interlineaA Milano, martedì 14 aprile 2015, ore 21

Nuova Corrente: La poesia italiana oggi in Europa

a cura di Tomaso Kemeny                                   

Nelle pagine della rivista “Nuova corrente” il lettore si confronta con punto di vista sulla poesia che è originale e intrigante: quello della partita di import-export, per rispondere a una domanda che è ancora aperta: qual è l’immagine che ha la poesia contemporanea italiana all’estero, fuori dei suoi confini culturali e linguistici?

Relatori Antonio Riccardi e Damiano Sinfonico.

Letture di Tommaso Di Dio e Laura Acerboni.

Palazzina Liberty, Largo marinai d’Italia 1 – ingresso libero

 

 

"Nuova corrente", poesia italiana in Europa


cover_interlinea
Visti da fuori. La poesia italiana oggi in Europa
Nuova corrente n. 153, a cura di Damiano Sinfonico e Stefano Verdino, Interlinea 2014 (euro 25)

Nelle pagine della rivista “Nuova corrente” il lettore si confronta con punto di vista sulla poesia che è originale e intrigante: quello della partita di import-export, per rispondere a una domanda che è ancora aperta: qual è l’immagine che ha la poesia contemporanea italiana all’estero, fuori dei suoi confini culturali e linguistici?
È un argomento interessante quanto inesplorato, soprattutto in un quadro comparativo, che “Nuova corrente” affronta presentando per campionatura una serie di prospettive dalle principali altre aree culturali e linguistiche occidentali: francese, inglese, spagnola, portoghese, tedesca. Nell’insieme di questa foto di gruppo si possono istituire affinità e differenze nei vari tragitti, che qui vengono esperiti da italianisti d’Oltralpe, principalmente non italiani, che operano da anni a Parigi, a Madrid, a Lisbona, a Berlino, in Inghilterra.
PREMESSA DI STEFANO VERDINO
Per nuova corrente fare periodicamente il punto sulla poesia contemporanea italiana è una costante. Per lo meno trentennale: dai fascicoli sulla poesia del 1982 che accanto a saggi critici proponevano un’antologia di giovani poeti (si trattava di Nanni Cagnone, Cesare Greppi, Milo De Angelis, Cesare Viviani, allora trentenni e quarantenni già editi e degli inediti Marco Ercolani e Giuseppe Marcenaro), “scremati”, così per dire, dalla consueta folla di voci e regesti in campo.
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