Paolo Maccari, “Fermate”

di Tommaso Di Dio

Un amico caro, che conosce bene la poesia e sa le sue contemporanee e plurime direzioni, qualche mese fa mi consigliò questo libro: Paolo Maccari, “Fermate”, Elliot Edizioni. Dissi: «Non conosco l’autore, non l’ho mai letto». Mea culpa, come sempre in poesia. Eppure proprio così – ragiono e provo a discolparmi – oggi e forse da tempo, proprio così si propagano i migliori libri di poesia: per contatto, per contagio. Coloro che sono stati appestati dalla bellezza di un libro non possono che fare altro che propagare il morbo, di lettore in lettore. Chi ha incontrato un libro così non può fare a meno di dirlo, di darlo, di spartirlo. E io, giunto in una radura del tempo, in uno di quei spazi minimi e porosi che i lettori di poesia conoscono essere necessari per poter farsi intridere da un libro scritto in versi, infine apro e leggo le pagine di “Fermate” di Paolo Maccari; e spero davvero che questa peste si sparga.

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Clemente Rebora

reboraE’ in libreria CLEMENTE REBORA, Poesie, prose e traduzioni.

Il volume, curato da Adele Dei, studiosa di poesia novecentesca che insegna all’università di Firenze e già curatrice del Meridiano delle poesie di Palazzeschi, mette in primo piano il Clemente Rebora poeta e letterato, riorganizzando e ricontrollando filologicamente l’intero corpus poetico e mettendo anche in discussione la lunga tradizione editoriale non d’autore che ha presieduto alle numerose edizioni succedutesi fino a oggi.

Il Meridiano raccoglie per la prima volta tutto ciò che Rebora ha pubblicato fino al 1930, cioè all’ingresso fra i rosminiani: poesie, prose, traduzioni (da Andreev, Tolstoj e Gogol’).

Della produzione posteriore sono presentate tutte le poesie stampate in vita dell’autore (in volume o su rivista). Sia gli apparati di note che la Cronologia si giovano di una ampia documentazione che contiene una ricca scelta di materiali, soprattutto epistolari, finora inediti.

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"Nuova corrente", poesia italiana in Europa


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Visti da fuori. La poesia italiana oggi in Europa
Nuova corrente n. 153, a cura di Damiano Sinfonico e Stefano Verdino, Interlinea 2014 (euro 25)

Nelle pagine della rivista “Nuova corrente” il lettore si confronta con punto di vista sulla poesia che è originale e intrigante: quello della partita di import-export, per rispondere a una domanda che è ancora aperta: qual è l’immagine che ha la poesia contemporanea italiana all’estero, fuori dei suoi confini culturali e linguistici?
È un argomento interessante quanto inesplorato, soprattutto in un quadro comparativo, che “Nuova corrente” affronta presentando per campionatura una serie di prospettive dalle principali altre aree culturali e linguistiche occidentali: francese, inglese, spagnola, portoghese, tedesca. Nell’insieme di questa foto di gruppo si possono istituire affinità e differenze nei vari tragitti, che qui vengono esperiti da italianisti d’Oltralpe, principalmente non italiani, che operano da anni a Parigi, a Madrid, a Lisbona, a Berlino, in Inghilterra.
PREMESSA DI STEFANO VERDINO
Per nuova corrente fare periodicamente il punto sulla poesia contemporanea italiana è una costante. Per lo meno trentennale: dai fascicoli sulla poesia del 1982 che accanto a saggi critici proponevano un’antologia di giovani poeti (si trattava di Nanni Cagnone, Cesare Greppi, Milo De Angelis, Cesare Viviani, allora trentenni e quarantenni già editi e degli inediti Marco Ercolani e Giuseppe Marcenaro), “scremati”, così per dire, dalla consueta folla di voci e regesti in campo.
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