Vladimir D’Amora

Vladimir D’Amora

muore nei lessemi
nelle giunture spesse d’imbarazzati fondi muore
la parola che indietro si voltI e infranga il niente

vorace abulica è niente e non dà
misura la parola specchio allo scartavetrato cuore

e intatto partitamente – luce che figlia la luce –
in questi oggi ove tornano i bambini a una magia
adusi senza un biglietto: e
condizionatamente – guerra tu figli

parola in guerra – mano lingua
piede parto indissociabile sia
il corpo da un posto puro molto muto

e sfogli
la terminata sequela dei soli e dei pezzi i nomi
come derelitti resti di un’immaginosa
casa ma quale
segno è intimo di una cosa
è padre?

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“Erotomaculae”, di Sonia Caporossi

Ovvero il barocco isterico e l’enfasi morale di chi si ama (e sbrana) quotidianamente

di Antonio Bux

Sonia Caporossi, in questa sua raccolta d’esordio dall’emblematico titolo Erotomaculae (Algra Editore 2016), erige una specie di Torre babeliana sotto il segno divisorio e spiazzate di un barocco elettrico, nervoso, perciò isterico, che pullula di immagini ridondanti sangue e carne. Queste immagini bisognano di un sostegno cartografico e incisorio per mostrare letteralmente questo affannarsi, questo annaspare nella voglia, nel piacere, ossia nell’Eros che qui non è mai porno, non è mai o-sceno. Anzi, questo Eros è la scena stessa del dettato che è fame di sapere e di raggiungere il desiderio, o meglio, quella ricerca spasmodica di desiderare l’altro, dove l’altro è l’altrove del corpo. Continua a leggere

Vladimir D’Amora, “pornogrammia”

pornogrammiaLa pornogrammia è il volto, il risvolto messianico della pornografia: un piccolo spostamento: scarto parodico: iper parodico: è il compimento, il perfezionamento di ogni dialettica di eros come stadio psichico e psico-pubblicitario: di eros e di porno: di funzione di oscenità e di valore di esposizione: è il risultato fermo della dialettica: il ritrarsi radicale del presente nel perfetto: da –grafia a –grammia… E’ un resto in stadio di effetto.
La traccia di scrittura, ogni sua chiusura che però la tenga sì nel movimento, quindi la cosa che è stata in-scritta, è un che di ghegrammenon.
La pornogrammia, in somma, non si oppone alla pornografia, ma le sta accanto: le fa agio: la spurtusa solo.
La pornogrammia è cosa, forse non un oggetto… E provoca domande la cui elargizione è uno strazio, domande che insorgono e che continuano solo ad avere luogo: a scintillare levandosi. Continua a leggere

Premio Poesia di Fiumicino, i finalisti

premio_poesia_citta_fiumicinoSono state rese note, nel corso della Conferenza Stampa di oggi, 26 giugno 2015, le opere dei cinque poeti italiani che concorreranno alla Prima Edizione del Premio Poesia Città di Fiumicino.  Continua a leggere