muore nei lessemi
nelle giunture spesse d’imbarazzati fondi muore
la parola che indietro si voltI e infranga il niente
vorace abulica è niente e non dà
misura la parola specchio allo scartavetrato cuore
e intatto partitamente – luce che figlia la luce –
in questi oggi ove tornano i bambini a una magia
adusi senza un biglietto: e
condizionatamente – guerra tu figli
parola in guerra – mano lingua
piede parto indissociabile sia
il corpo da un posto puro molto muto
e sfogli
la terminata sequela dei soli e dei pezzi i nomi
come derelitti resti di un’immaginosa
casa ma quale
segno è intimo di una cosa
è padre?
Vladimir e poi D’Amora (1974-…), come una specie della firma… Fa versacci della poesia: in Milano: pensando anche, guardando, camminando, leggendo dopo studi e studi di filologia e di filosofia in Napoli, e maieutiche sottopagate… Lotterebbe. Anche dopo aver pubblicato Pornogrammia e Neapolitana Membra.