“La storia che non si affanna” di Wislawa Szymborska

Wislawa Szymborska

di Fabrizio Fantoni

La storia che non si affanna, da Appello allo Yeti,  è una poesia pubblicata da Wislawa Szymborska nel 1957, ben prima che la poetessa vincesse il Nobel. Una sorta di memento mori  “ricordati che devi morire”  molto famosi nella zona mitteleuropea del XVII secolo, che non ha, tuttavia, il carattere macabro e esoterico di quelle rappresentazioni. Al contrario, il tono della poesia è estremamente ironico.  Gerico, quindi, indicata nella Bibbia come la più antica città del mondo, diventa il corpo della poetessa che piano piano si sfalda sotto l’azione del tempo non lasciando null’altro che le le sue ossa nude a giustificare la propria esistenza. La sacralità della città diventa specchio e emblema del corpo e della vita che, come scrive Elsa Morante, si caratterizza per la “qualità vulnerabile di tutto ciò che vive. Continua a leggere

A “Notti d’autore”, Giuseppe Capitano

Giovedì 18 aprile 2013 a NOTTI D’AUTORE – in onda la notte tra il mercoledì e il giovedì alle 0:30 su Rai Radio 1 – Giuseppe Capitano. Nello still dell’intervista  l’immagine di Claudio Abate: Giuseppe Capitano “Noi italiani moderni” (2008).

Nato a Campobasso nel 1974 Capitano vive e lavora a Roma. La sua sensibilità artistica è vicina a un universo poetico che allude spesso a un mondo arcaico, lontano nel tempo, ma è anche molto vicino al mondo contemporaneo. Se ne sta appartato e lavora incessantemente, soprattutto di notte. Ha un grande temperamento che lo ha subito differenziato da altri artisti della sua generazione per un suo stile, molto riconoscibile. Giuseppe Capitano è un autodidatta – non ha frequentato nessuna scuola di pittura, nessuna accademia d’arte – eppure le sue opere contengono il luogo misterioso della creazione. I lavori in canapa che  realizza, sono il suo segno di riconoscimento, la sua ‘firma’… sono opere che emano calore che avvicinano chi osserva ma che mettono anche in evidenza una ricerca antropologica molto presente nel suo lavoro. Le canape di Giuseppe Capitano possiamo definirle sculture o anche anti-sculture che hanno una valenza simbolica molto forte … sono espressione di un mondo arcaico disperso e dimenticato.

L’AUDIO DELL’INTERVISTA A GIUSEPPE CAPITANO di Luigia Sorrentino


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