Teheran festeggia Giulio Einaudi e Elsa Morante

E’ dedicata al centenario della nascita di Giulio Einaudi ed Elsa Morante la 12esima “Settimana della lingua italiana” in corso fino domani 17 ottobre 2012 a Teheran con quattro appuntamenti.

Dopo una prima sessione introduttiva su “cent’anni di letteratura italiana” tratteggiati ponendo l’accento sull’editore torinese e la scrittrice nati entrambi nel 1912, la rassegna comprende appuntamenti incentrati, oltre che sulla Morante, anche su due altri autori di spicco della casa editrice: Beppe Fenoglio e Carlo Levi. Continua a leggere

Rossella Urru, il web si mobilita per la sua liberazione

Poesia, di Luigia Sorrentino, si unisce all’appello: “Rossella Urru Libera”. L’iniziativa  sul web è di Fiorello, che alle 8 del del mattino del 27 febbraio, ha twittato un video girato nella sua ‘edicola’, chiedendo ai tg, “che tanto ci vogliono bene”, di parlare di più dell’italiana rapita in Algeria. Ma Fiore non si è fermato qui: ha chiesto ai suoi follower di “contagiare” i propri amici, cambiando la foto dell’account per una settimana, sostituendola con quella di Urru. L’appuntamento sul web è per il 29 febbraio 2012.  

Lascia il tuo commento e condividi su facebook e su twitter la foto di Rossella Urru.

Opere Inedite, Gabriela Fantato

A cura di Luigia Sorrentino

Oggi, a Opere Inedite la poesia di Gabriela Fantato. La poetessa milanese sceglie una citazione della filosofa María Zambrano per definire il poeta e la poesia:

“Scriveva la grande filosofa Mara Zambrano che il poeta è chi «patisce il mondo nella carne», avvertendo la forza «ustionante» di ogni cosa, per lei la poesia è «pratica erotica del mondo», relazione carnale con ciò che è fuori di noi: « incontro amoroso». Così è anche per me. La poesia è relazione complessa e mutevole in parole e ritmo tra il corpo e il mondo. Poesia è dar voce al nostro essere esposti al mondo, avvertendo l’ambivalenza di tale condizione: la presenza e l’assenza di ogni evento. Come dentro un lampo, come “chiamato” dal mondo, da se stesso o da un incontro con gli altri, il poeta “vede e sente” ciò che altrimenti sarebbe “muto”, ottuso e solo materiale, dopo di che cerca le parole per mostrare il lato non visibile dell’esperienza, la zona d’ombra che sempre l’accompagna. L’esperienza vissuta rivela così il suo essere individuale e anche universale, la sua natura concreta e insieme antica/ancestrale.

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